Rinascita
Ben
riemerse a fatica dalle macerie, il cuore che batteva
all’impazzata.
Gli
sanguinavano le mani, forse anche la fronte, e gli sembrava di
avere lo stomaco completamente sottosopra. Si girò,
mettendosi seduto, e trascinò le gambe fuori dai calcinacci.
Fissò
ad occhi sbarrati ciò che aveva davanti, ma
non c’era traccia di Luke. Per quanto si sforzasse, non
riusciva nemmeno a percepirlo.
Il
cielo sopra la sua testa era di un blu profondo, punteggiato di
stelle. Era una notte mite, ma senza la presenza di Luke la Forza
sembrava gelida e silenziosa. Immobile.
Reprimendo
un urlo, Ben si prese la testa tra le mani e
appoggiò la fronte contro le proprie ginocchia. Che cosa
aveva fatto?
Gli
sembrava di non riuscire a respirare, come se la sua gabbia
toracica si fosse ristretta e gli stesse stritolando i polmoni. Forse
sarebbe soffocato. Era possibile soffocare se…?
Mio apprendista.
Al
suono di quella voce nella propria mente, Ben alzò di
scatto la testa.
«Maestro
Snoke» gemette. «Ti prego,
aiutami».
Ci
fu un momento di silenzio, e il ragazzo temette di averlo
contrariato. Poi, però, si rese conto che Snoke non sembrava
irato. Sembrava solo intento a valutare quanto era appena accaduto.
Non puoi rimanere lì,
gli disse infine, gravemente.
Ben
deglutì a fatica. Sapeva che era vero.
Si
girò a guardare la scuola di suo zio, fiocamente
illuminata. Poteva avvertire le presenze degli altri studenti,
addormentati e ignari di tutto, e la normalità della scena
sembrò stridere contro i suoi nervi.
Pensò
che tra qualche ora l’alba sarebbe sorta, e
loro si sarebbero svegliati, e sarebbero venuti alla ricerca del loro
maestro… A quel punto, lui cos’avrebbe potuto dire?
Ancora
faticava a metabolizzare quanto era appena successo. La sola
prospettiva di doverne parlare ad alta voce gli serrava lo stomaco, e
comunque non era affatto sicuro che gli avrebbero creduto.
Snoke
aveva ragione: non poteva restare lì. Ma dove altro
poteva andare?
Prima
che potesse impedirlo, la sua mente corse a sua madre, poi a suo
padre. Forse…
Credi davvero di poter tornare da loro, ragazzo?
Credi che ti
accoglieranno a braccia aperte, dopo quello che hai fatto?
Quello
che aveva fatto… Ben avrebbe tanto voluto non
pensarci. Fissò le macerie che aveva davanti, abbracciandosi
le gambe. Le sue mani sanguinanti macchiarono la stoffa chiara dei suoi
pantaloni, ma lui non se ne curò. Continuava a non avvertire
la presenza di Luke.
Provò
a protestare, con un fil di voce: «Ma se
io… se racconterò com’è
andata…»
Intendi se dirai loro che Skywalker ha tentato di
ucciderti?
Ben
sussultò come se Snoke lo avesse colpito.
Aprì la bocca, ma non ne uscì alcun suono.
Era
tutto sbagliato. Completamente, totalmente sbagliato. Non poteva
essersi svegliato e aver trovato suo zio in piedi dietro di lui, la
spada alzata, pronto a… a…
Forse
aveva frainteso quanto aveva accaduto. Forse c’era una
spiegazione.
La
sua mente annaspava alla ricerca di qualcosa che avesse un senso, ma
Snoke parve affilare i suoi ricordi confusi, renderli più
nitidi. C’era davvero qualcosa da fraintendere?
Nonostante
la temperatura mite, il ragazzo iniziò a tremare.
Avrebbe voluto strapparsi i capelli, fare a pezzi qualcosa.
Pensi veramente,
continuò Snoke, implacabile, che Han Solo
si fiderebbe della tua parola?
Ben
rabbrividì e si strinse più forte alle
proprie ginocchia. No, non pensava che suo padre si sarebbe fidato.
Amava Luke e non era sensibile alla Forza, non aveva idea di quanto
quel potere potesse esplodere incontrollato, non avrebbe mai
capito… Se avesse tentato di spiegargli che aveva soltanto
cercato di difendersi, probabilmente avrebbe chiesto che razza di mezzi
di difesa erano distruggere e uccidere…
Uccidere,
già. Ben emise un gemito strangolato. Sembrava una
notte come tante altre, era così tranquilla… Ma
lui aveva appena ucciso suo zio – lo aveva ucciso, ucciso
– dopo che suo zio aveva tentato di uccidere lui,
e…
Basta.
Non poteva pensarci, non ancora. «Mia
madre…» tentò invece.
Tua madre è la
sorella di Skywalker. La risposta di Snoke fu
lapidaria, impietosa. Dubito
sia possibile che non sapesse nulla delle
sue intenzioni.
Ben
raggelò, sentendosi mancare il fiato. Quello che Snoke
stava suggerendo… no. Non era possibile. Era assurdo. Sua
madre non avrebbe mai…
Ma
era sua madre che l’aveva mandato via. Era sua madre che
aveva voluto che lui venisse addestrato da Skywalker.
Ed
era sua madre ad essere unita a Skywalker nella Forza. Se poteva
vedere nella mente di Luke con la stessa chiarezza con cui Snoke poteva
vedere in quella di Ben… Era impossibile che non fosse al
corrente di cosa stava per fare.
E
non l’aveva fermato. Non aveva…
Ben
si piegò in due, il respiro spezzato. Le orecchie gli
ronzavano, e gli girava la testa. Per un istante, gli si
annebbiò la vista.
Avrebbe
quasi voluto perdere i sensi. Almeno così avrebbe
potuto dimenticare quanto era successo, almeno per un istante. Avrebbe
voluto piangere, urlare, strappare la propria tunica, torcersi i
capelli, fare a pezzi qualcosa…
Snoke
si mosse nella sua mente, e Ben si irrigidì. Era
sicuro di averlo irritato. Si impose di raddrizzare la schiena, il
cuore che batteva all’impazzata. Contro ogni aspettativa,
però, la voce del suo maestro – il suo unico
maestro, adesso – gli parlò con estrema gentilezza.
Ti avevo messo in guardia, ragazzo mio. Ti avevo
avvertito che
Skywalker avrebbe temuto il tuo potere e avrebbe cercato di eliminarti.
Era
vero, era vero, Snoke gliel’aveva detto e lui non gli
aveva creduto, era stato un ingenuo, era stato uno stupido…
Sarai più saggio, stavolta? Mi darai
ascolto?
Ben
aveva la gola serrata. Gli facevano male gli occhi.
«Sì,
maestro» riuscì a dire.
«Sempre».
L’approvazione
di Snoke fu come un’ondata di
calore, e Ben gliene fu così grato da sentirsi girare la
testa.
Allora metti da parte questa sciocca fantasia di
riunirti ai tuoi
genitori. Sono stati loro ad allontanarti per primi, ricordalo.
Per
quanto ultimamente il suo rapporto coi suoi genitori fosse davvero
pessimo, quelle parole furono dolorose, ma Ben si costrinse ad annuire.
«Dove
posso andare?» sussurrò.
Snoke
rispose immediatamente: Vieni
da me. Io ti accoglierò.
Il
sollievo fu così devastante che per poco Ben non cadde in
avanti, per poco non si prostrò sulla terra smossa e il
legno spezzato e i frammenti di muro.
«Grazie,
maestro» disse, «grazie,
grazie…»
C’è solo un
problema, lo interruppe Snoke.
Ben
sentì il proprio sollievo infrangersi contro una nuova
ondata d’angoscia. Che cosa significava? Quale problema?
Verranno a cercarti per punirti,
lo sai. Potrebbero anche trovarti,
visto che hanno a loro disposizione un gruppo di studenti sensibili
alla Forza… e in questo modo troveranno anche me.
Il
ragazzo cercò disperatamente qualcosa da dire.
«Mi dispiace…» iniziò.
Snoke
parve ignorarlo. Ti
rendi conto, non è vero, che non
posso permetterlo?
Sì,
sembrava decisamente un rischio troppo grande, ma come
si poteva evitare? Ben non capiva. Snoke stava già cercando
di ritirare la propria offerta?
Quel
pensiero gli causò una fitta di panico.
«Dimmi come posso rimediare, maestro» si
affrettò a chiedere.
Devi fare in modo,
disse Snoke, scandendo bene ogni parola, che gli
studenti di Skywalker non siano un problema.
«Lo
farò» promise Ben, «ma
come…»
E
poi si bloccò, sgranando gli occhi. Di colpo,
ciò che Snoke gli stava chiedendo gli parve perfettamente
chiaro.
«No»
proruppe, prima di riuscire a trattenersi.
Se
ne pentì subito: la delusione del suo maestro fu peggio
di una doccia gelata. Per un istante, la presenza di Snoke
minacciò di andarsene e lasciarlo completamente solo con
ciò che era successo quella notte, poi parve esplodere ed
espandersi.
Dunque mi metteresti in pericolo? Io mi sto
offrendo di prenderti con
me, di espormi ad un incredibile rischio, e tu in cambio non puoi farmi
nemmeno questo piccolo, insignificante favore?
La
sua furia e il suo disprezzo lasciarono Ben senza fiato.
Ho forse solo sprecato il mio tempo con te?
Il
ragazzo boccheggiò un paio di volte. Avrebbe voluto
assicurargli del contrario, giurargli che avrebbe fatto qualsiasi cosa,
per lui, ma questo… uccidere gli studenti di suo
zio…
Stava
succedendo tutto troppo in fretta. Non riusciva a pensare.
Hai detto che mi avresti aiutato
a riportare ordine e giustizia nella
galassia, gli ricordò Snoke. Pensavi che ci saremmo riusciti
senza il minimo sacrificio?
Ben
non sapeva cosa rispondere. Chiuse gli occhi, cercando di
concentrarsi, ma fu una pessima idea: nel buio, vedeva di nuovo la luce
verde della lama di suo zio. Li riaprì di scatto.
Non
poteva inimicarsi Snoke. Non poteva. A parte lui, chi gli era
rimasto?
«Io
non…» tentò comunque di
obiettare, debolmente. «Io non ho mai…»
Non sarà difficile,
lo rassicurò Snoke. Tu
stesso
mi hai rivelato che quasi nessuno, a parte te, è
già riuscito a costruire la propria spada laser. Non ti
troverai di fronte una gran resistenza. Sarà più
facile di quanto credi.
Tremante
e nauseato, Ben tentò di farsi venire in mente
qualcosa da dire.
Non
pensava di essere particolarmente legato agli studenti di suo zio,
né che loro lo fossero a lui, ma l’idea di
ucciderli… Serrò le mani tra loro, senza badare
al bruciore dei tagli.
Forse
sì, aveva messo in conto che per raggiungere
l’armonia che predicava Snoke andasse versato del sangue, ma
in ogni caso aveva immaginato che si sarebbe trattato di un futuro
lontano, e che sarebbe stata un’azione innegabilmente giusta,
necessaria.
Questo
era…
Non dovrai ucciderli tutti,
disse Snoke. Offrirai
loro una scelta:
unirsi a noi o morire. Chi sarà disposto a darci la sua
lealtà verrà risparmiato. Ma gli
altri… per gli altri non dovrai avere alcuna
pietà.
Ben
deglutì a forza. Si sentiva sul punto di vomitare.
Cercò
di riflettere ancora, e forse era solo un modo per
rimandare il più possibile il momento della
decisione… Ma la pazienza di Snoke non era infinita.
Agisci adesso, ragazzo, o sarai
solo.
Di
nuovo quella fitta di panico. Lentamente, con
l’impressione di muoversi dentro un sogno, Ben si
alzò in piedi e barcollò appena.
Era
strano, ma si era aspettato di non riuscirci. Come se la scomparsa
della presenza di Luke gli avesse fatto perdere l’equilibrio.
Respirando
a fatica, esplorò il terreno con lo sguardo, e la
localizzò: la sua spada, spenta, tra le macerie.
Allungò una mano tremante e la chiamò a
sé – fu molto, molto più difficile del
consueto.
Quando
strinse le dita attorno all’elsa, gli parve di sentire
il cristallo vibrare. E non era una vibrazione armonica, in perfetta
sincronia col suo cuore. Sembrava sul punto di spaccarsi a
metà.
Con
la testa piena di quella dissonanza, Ben si girò a
fissare la scuola.
Molto bene, Kylo Ren,
lo lodò Snoke. È
giunto il
momento della tua rinascita.
Note:
La buona notizia è che Snoke muore.
Per il resto, non so bene cosa pensare di questa oneshot. Scrivere dal
punto di vista di Ben “narratore inattendibile”
Solo è stato interessante e stressante allo stesso tempo, e
non sono affatto sicura del risultato.
Ringrazio tanto Dragasi per l’incoraggiamento a pubblicarla.
E niente, spero non sia un totale disastro.
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