L’incantesimo
del cibo
Sono
passati
anni da quando mi scontravo sul campo del Kainan, adesso i miei
palazzetti sono pieni e pochi parlano giapponese. In Canada sono
tutti molto ospitali e carini, ma sento sempre come se mi mancasse
qualcosa. Nei momenti bui mi è mancata la stagione dei
tifoni,
l’estate assurda che non ti permette di uscire senza
ombrello, non
che qua il tempo sia clemente. Sono a giocare a Toronto da un paio di
stagioni, sono stato la prima draft, e hanno scelto me, e io sono
così contento, si è realizzato il mio sogno di
bambino, e forse
riuscirò ad aprire le porte ad altri giapponesi come
è successo con
Bargnani lo ha fatto per una serie di giocatori italiani che sono
arrivati dopo il suo ingaggio. Cammino per le strade della
città e
vengo riconosciuto e qualcuno mi chiede un autografo, qualcuno una
foto, ma sono tutti molto carini, loro poi sono fissati con l'hockey
quindi riesco a fare una vita tranquilla. Ho un appartamento a poca
distanza dalla palestra in cui vivo con i miei tre gatti neri e un
grosso golden retriver bianco, ovviamente i gatti sono per fare la
guardia, fosse per Hoshi aprirebbe agli estranei. Quest’anno
abbiamo vinto il titolo NBA e ho fatto parte del miglior team del
miglior campionato di basket al mondo, ma sento di essere solo un
corpo vuoto, non sento più l’entusiasmo che avevo
a scuola, sarà
che qua è difficile farsi molti amici, ne ho solo un paio, e
ci
siamo presi subito, quasi fosse un innamoramento. Usciamo spesso
insieme, sono una coppia di ragazze fantastiche, una carina
aggraziata e fine, l’altra decisa, decisamente forte e super
dinamica, e non così fine come la sua ragazza. Con Charly e
Serena
ci vediamo tutte le mattine per colazione nel bar vicino al
palazzetto, spesso andiamo a ballare o a qualche evento. Serena
è
una giocatrice di roller derby mentre Charly è una
giocatrice di
hockey, sono delle atlete, quindi come me seguono una dieta
abbastanza rigida. Il cibo è croce e delizia della mia vita,
mi
piace mangiare bene, mi piace il cibo fatto in casa e amo alla follia
la cucina giapponese, e sono un single impedito a cucinare, che abita
in Canada dove ci sono solo un paio di posti che potrebbero sembrare
quasi autentici. Vengo travolto dall’entusiasmo di Serena,
è la
più alta delle due, una cascata di riccioli biondi, che le
coprono a
malapena le orecchie, ma non è solo il suo entusiasmo a
travolgermi.
“Oh Shinichi hanno aperto un posto giapponese fanno il Ramen,
so
che ne vai pazzo, ho convinto anche Charly, vieni con noi stasera. Ho
sentito che è un tuo compatriota lo chef del
posto.” mi aveva già
convinto a ramen, ma le informazioni che ha aggiunto mi fanno
sorridere “Lo spero amo il ramen, non sarà mai
come quello di mia
nonna.” lei ride quando veniamo raggiunti dalla sua ragazza
che le
deposita un bacio veloce sulle labbra per poi salutare anche me
“Ciao
Shin” le faccio un piccolo inchino “stasera allora
ramen?”
chiede e io annuisco. “Si mia cara, ci mettiamo in tiro e poi
andiamo a ballare?” chiedo e le due sembrano entusiaste della
mia
proposta “Ovvio” a rispondere è Serena.
Non
sono
brutto, ho un bel colorito abbronzato, e i miei muscoli sono
diventati definiti, ma stasera mi sento nervoso, ho litigato con i
capelli per mezz’ora e adesso mi devo vestire alla
velocità della
luce per non essere in un ritardo catastrofico per cena. Mi sono
infilato in un paio di jeans che mi fasciano le gambe come una
seconda pelle e una camicia bianca con il collo alla coreana, lascio
un paio di bottoni aperti che mettono in risalto i miei pettorali. Mi
sento solo, vorrei incontrare qualcuno che voglia passare con me
più
tempo di una botta e via. Mi squilla il telefono “Si Charly
mi
metto le scarpe e scendo, se volete salire non c’è
problema” le
ragazze mi stanno già aspettando giù. Mi infilo
le scarpe al volo,
sono delle semplici sneackers bianche. Scendo velocemente e saluto le
mie amiche. “In marcia” dico alle due quando arrivo
e mi prendo
una serie di improperi fantasiosi, come se l’importante non
fosse
solo l’insulto ma anche l’originalità
dello stesso. Ci dirigiamo
all’entrata principale del PATH così nonostante il
freddo bestiale
di questo inverno possiamo muoverci rimanendo vestiti in maniera
normale, e non con trenta piumini.
Arriviamo
al
locale, è piccolo e semplice in perfetto stile giapponese,
qualche
tavolo e un forte odore di casa. Quando ci sediamo veniamo serviti da
una giovane ragazza giapponese, e mi viene naturale ordinare nella
mia lingua madre facendo felice la ragazza. Quando arriva il ramen
sto cominciando a commuovermi, ha un profumo che mi ricorda le
spiagge di Kanagawa, che mi ricorda il campetto dietro casa e gli uno
contro uno con Jin, che sa di prima superiore e sa di nostalgia.
Prendo le bacchette e al primo boccone comincio a piangere come se
avessi sette anni e mi fossi fatto male. Le mie amiche si allarmano
“Shin tutto ok?” Dopo qualche boccone riesco a
riprendermi “è
il sapore di casa, è la spiaggia di Kanagawa, è
il palazzetto del
Kainan, è come un pomeriggio di basket con i miei avversari
di
sempre” e loro sembrano non capire “non lo so
spiegare è una
cosa che non mi aspettavo. Mi sono commosso, come non mi è
mai
successo nemmeno guardando il film più romantico. Mi manca
casa mia,
e sono stato teletrasportato nel salotto dei miei, dove giocavo con i
miei fratelli.” scrollo le spalle non riesco ad essere
più
specifico. Cambiamo discorso e parliamo del più e meno
mentre
finiamo la nostra cena, quando torna la cameriera chiede se fosse
tutto buono “Si certo, può chiamare lo chef lo
devo ringraziare”
lei annuisce e fa un piccolo inchino e chiama lo chef, che fa la sua
entrata con la giacca bianca e un canovaccio sulla spalla. Questo
ragazzo è più alto di me supera i due metri, ha
un fisico possente
e quando arriva a un paio di metri da me, quando ancora il mio
cervello cerca di elaborare dove posso averlo visto faccio un
profondo inchino “grazie, mi sono commosso, è
stato un regalo
gradito” mi rialzo dal mio inchino e lui mi sorride
“Sono
contento che in qualcosa sono migliore di te Maki” quella
voce è
inconfondibile “Uozumi?” chiedo e lui annuisce
“allora per
forza sapeva di Kanagawa” ride, e nonostante il volto dai
lineamenti duri mi sembra una visione fantastica. “Ti va di
uscire
nel tuo giorno libero?” gli chiedo istintivamente.
“Si può fare.
Se passi tra un’ora finisco e poi possiamo andare a prenderci
qualcosa” annuisco senza parole mentre fisso questo uomo
enorme,
due spalle possenti, non è grasso, è grosso, e il
mio sangue devia
dalla testa fino al mio coinquilino.
Note
Sparse
Cathy_Black
su
mia richiesta mi aveva suggerito un crack paring, sulle prime mi sono
sentito un po’ sperso ed ho chiesto un piano B, ed eccolo
Maki e
Uozumi, i grandi rivali.
Ho
dato per
scontato che Maki abbia giocato le finali Nba di quest’anno
vinte
dai Toronto Raptors
Toronto
ha una
specie di citta sotterranea che collega i vari grattacieli per
evitare di uscire fuori con -20.
Più
note che
parole.
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