[ Accidenti... ]
«
Ehi Cloud!»
Ti
chiudi la porta alle spalle con un gesto rapido, allontanando con un
piede alcune Materia che hai lasciato sparse sul pavimento la notte
scorsa. Le osservi rotolare e tintinnare fino a che non raggiungono il
bauletto dove il tuo coinquilino ha stipato ordinatamente le proprie,
vicino alla Buster inclinata sul muro. Sbuffi appena, oltrepassandole.
Cloud
alza immediatamente gli occhi, guardandoti con aspettativa, tirando via
la linguetta metallica della lattina con un sonoro e secco scatto. La
birra sfrigola, schizzando appena sulla lamiera in minuscole gocce
dorate e in un rapido scoppiettare di schiuma bianca, ma lui non sembra
farvi caso. Si siede ai piedi del letto, a gambe incrociate, porgendoti
una birra ancora intatta. Tu accetti con un sorriso e ti accovacci
vicino a lui, sul pavimento di pietra fredda e grezza di questa piccola
e claustrofobica stanza nel motel più economico di tutta
Kalm. Non che poteste permettervi qualsiasi lusso, vista la paga
deludente che vi è stata data per il vostro ultimo lavoro.
«
Abbiamo un nuovo incarico.» annunci, pieno di entusiasmo,
mentre lasci sfiatare la bevanda appena aperta « Mi ha
chiamato un certo...Wallace da Midgar.»
Cloud
annuisce, mandando giù il primo sorso:
«
Una cosa impegnativa?»
Sorridi
appena con aria furbesca mentre avvicini le labbra al bordo della
lattina:
«
Ooh, socio...» mugugni, con aria misteriosa «
impegnativa, si. Ma non abbastanza per fermarci.»
«
Agenzia Fair&Strife.» lo dici
lentamente, valutandone la musicalità, guardando in alto con
aria pensosa « Non suona male.» stabilisci,
socchiudendo gli occhi, muovendo lentamente la testa da destra a
sinistra.
L'assenso
di Cloud è un po' perplesso; incrocia le braccia,
umettandosi appena le labbra:
«
Non che due mercenari si possano definire "agenti"...»
«
Oh, via!» protesti, colpendolo amichevolmente su di un
braccio « Era solo per darci un tono.» batti forte
le mani a suggellare la decisione, un'abitudine che non perderai mai
« E allora è fatta!» carichi un pugno
verso il vuoto ed il cielo, alzando la voce « Mercenari Fair&Strife!
In servizio da oggi stesso!»
Cloud
accenna un sorriso, annuendo. Non è mai stato un tipo
rumoroso come te, anche se è da molto che neppure tu sei
impaziente ed iperattivo come un tempo.
Ve
ne state seduti sul ciglio della strada, fra i radi fili
d‘erba che sfiorano la superficie bollente dell'asfalto in
una giornata in Agosto inoltrato. Avete appena terminato di trangugiare
l'ultimo tramezzino rimasto, uno di quei cinque che siete riusciti ad
avere gratuitamente riservando alla proprietaria della locanda di
Rocket uno dei tuoi sorrisi e qualche sguardo gentile - trovando che a
volte un paio di iridi color del Mako possano essere molto
più utili di quanto Cloud pensasse.
Siete
arrivati in mezzo al nulla dopo qualche ora di cammino, senza neppure
avere la più pallida idea di dove siate; non avete un
centesimo di Gil e vi portate appresso le poche cose che siete riusciti
a racimolare vendendo quelle logore divise SOLDIER impregnate di Mako.
Hai tenuto solo la tua spada, dando via tutto il resto; per quanto ti
dispiaccia l'idea di aver lasciato indietro la maglia che ti
contraddistingueva come un Prima Classe, portare il peso della Buster
sulle spalle ti fa ancora sentire padrone del tuo onore di SOLDIER.
Non
senti la stanchezza, ma Cloud è ancora provato
dall'intossicazione e non riesce a resistere a più di
qualche ora consecutiva di marcia sostenuta. Tra l'altro ha fame, in continuazione,
e anche se tu riesci a sopportare anche la sete ed il sonno per giorni
interi, lui non è altrettanto allenato.
Cloud
si scusa tutte le volte che siete costretti a fermarvi a causa sua, ma
tu scuoti il capo, sorridendo, perché la cosa non ti arreca
alcun fastidio.
«
Vedrai, metteremo su una fortuna, tu ed io assieme. E a quel punto non
ci fermerà più nessuno!»
Cloud
abbassa appena lo sguardo sulle proprie mani aperte. Gli capita spesso
di farlo inconsciamente, fissandole in silenzio per minuti interi,
tanto assorto che hai bisogno di scuoterlo perchè senta
ciò che dici. A volte pensi che sia a causa del mako -
ricordi ancora nitidamente quella strana sensazione che ti percorreva
dopo le prime esposizioni, quando eri ancora in Terza Classe, quando
sembrava che la tua anima e la tua volontà fossero ormai
troppo sottili e piccole per controllare la forza incredibile che di
colpo ti ritrovavi a possedere. Altre volte ti chiedi invece se lui non
si stia sforzando di riportare alla mente i ricordi dei quattro anni
appena passati, per quanto preferiresti che lui li cancellasse per
sempre. Cloud si è accorto di aver perso gran parte della
memoria dopo essersi risvegliato dall'intossicazione, e a volte le
profonde voragini che gli si sono aperte nella mente hanno la
capacità di metterlo notevolmente a disagio.
«
...non ti sarò d'intralcio, Zack?» chiede dopo un
po', senza distogliere lo sguardo dalle proprie mani «
D'altronde io non sono un SOLDIER. Non sono mai stato abbastanza forte
per diventarlo.» serra le dita a pugno «
Il SOLDIER sei tu.»
Lo
fissi per un breve istante, con le labbra dischiuse, poi ti sfugge un
sospiro. Per il Pianeta, forse Cloud non
cambierà mai.
«
Omai non sono più un SOLDIER.» gli ricordi,
stringendoti nelle spalle e non ti sembra necessario aggiungere
nient'altro. Forse ci vorrà del tempo, ma ti sei ripromesso
di levare la SOLDIER dalla testa di Cloud ad ogni costo; lo guiderai
verso la guarigione - passo per passo - e gli insegnerai a gestire il
suo nuovo corpo. Gli insegnerai ad usare la spada per bene, in modo che
lui possa sfruttare il talento naturale che nella sua modestia cerca
sempre di nascondere. E poi farai in modo che lui non si sminuisca mai
più a quel modo, perché sai che per te Cloud non
sarà mai di intralcio.
D'altronde
siete compagni.
«
Direi che comunque, per il momento,» aggiungi dopo qualche
istante, balzando in piedi « la cosa fondamentale sia
ottenere un passaggio.»
Questa
tua affermazione lo fa ridere inaspettatamente. Anche lui si tira su,
affiancandoti sul ciglio della strada mentre tendi il braccio e sollevi
il pollice come in una muta e disperata supplica.
«
Prima di tutto, Zack, quando saremo ricchi,» postilla, mentre
guardate la strada deserta e silenziosa « dovremo provvedere
ad un mezzo di trasporto.»
«
Oh, si.» approvi, deliziato all'idea, respirando a fondo,
perché ormai ne hai davvero abbastanza di sopravvivere
grazie all'autostop « Due moto di alta cilindrata sui cui
sfidare il vento. Sarà fantastico.»
«
E poi?» quando parlate del futuro, la voce di Cloud si colora
un po' di entusiasmo e si riempie di ansia timida; tu soppesi la
risposta, socchiudendo appena gli occhi mentre segui l'immagine vuota e
deformata dell'asfalto in lontananza:
«
E poi, quando sarò vecchio e ricco sfondato mi
comprerò un terreno vicino a Banora e ci
costruirò una tenuta.» sorridi appena mentre
aggiungi, con la voce che si vena improvvisamente di una sommessa
nostalgia « Pianterò i semi di banora bianca e mi
stabilirò lì in campagna per tutto il resto della
mia vita. E poi ci sarà il giorno in cui non una sola
persona in tutto il Pianeta non avrà provato il sapore delle
mie mele.»
«
Mh.» il commento di Cloud è basso, un po'
impacciato, ma non ha niente da ridire in merito ai tuoi idilliaci
progetti. Le guance gli si colorano appena quando aggiunge sottovoce
« Io vorrei tornare a Nibelheim, prima o poi.»
Sulle
labbra ti si disegna un sorriso sghembo, e ridacchi:
«
Vai a riprenderti Tifa?»
Cloud
spalanca gli occhi e inghiotte un'esclamazione, mentre un fiore rosso
di imbarazzo gli sboccia sul volto:
«
...no! Cioè, non...»
Ridi,
scompigliandogli affettuosamente i capelli mentre ancora lui cerca di
borbottare qualcosa di sensato, senza successo.
«
Vedrai, insieme arriveremo in capo al mondo, amico.» gli
assicuri dopo qualche istante, colpendogli appena la spalla, tornando a
concentrarti sulla strada ancora parca di speranze.
«
Mh.» questa volta la risposta di Cloud è un
sorriso, ed un guizzo di serenità attraversa quei suoi occhi
dal cipiglio cupo.
«Andrà
tutto bene.»
Il
tempo in cui eravate prigionieri sembra lontano milleni e dell'odore
muffito dei sotterranei di Nibelheim non è rimasto altro che
un brutto ricordo.
Indossate
degli abiti anonimi, dei jeans e delle camice che siete riusciti a
procurarvi spendendo poco meno di una dozzina di Gil. Non avete neppure
quelle due divise per cui un tempo avreste dato la vita, e di
ciò che è stato non vi resta altro che il
bagliore inconfondibile dei vostri occhi identici e la tracolla che ti
assicura la Buster sword alle spalle.
Non
sapete dove andare, non sapete dove siete e se avrete un tetto sotto
cui dormire non appena calerà il sole.
Ma
di una cosa siete certi.
Siete
vivi.
[...Accidenti...]
Midgar
non è cambiata affatto. E' sempre grigia, maestosa, nelle
strade si respira quell'effluvio pungente di metallo e catrame che
ricordi così bene. Tuttavia, mentre ti inoltri assieme a
Cloud nella piazza centrale del Settore 8, ti sembra che in qualche
modo questo grande ammasso di ferro e luci non sia più lo
stesso. Ora che sei libero, e le imponenti mura di questa
città senza speranza non rappresentano più le
fredde pareti della prigione da cui non potevi scappare.
«
Fa un certo effetto tornare qui dopo tanto tempo.» Cloud da
voce ai tuoi pensieri, con lo sguardo vuoto ed il tono completamente
privo di espressione. Annuisci brevemente, mormorando un assenso.
Ormai
gli anni in cui entrambi eravate legati a questa città sono
trascorsi, e voi siete degli uomini completamente diversi.
Cloud
Strife ha ventun'anni e lo sguardo fiero. Non china mai il capo e
avanza sempre a testa alta, mantenendo un'andatura composta e altera -
non rimane mai indietro quando correte fianco a fianco, in battaglia ha
la capacità di intuire i tuoi movimenti e di agire di
conseguenza, cosa che lo rende il migliore compagno che tu abbia avuto
fino ad ora. Le sue braccia sono diventate più muscolose, e
ora impugna la spada con la tua stessa destrezza, anche se spesso vi
divertite a scommettere riguardo chi dei due sia più abile.
Tutte le volte che incrociate le lame - tu che impugni la Buster Sword
ormai inevitabilmente graffiata e usurata e lui che solleva la sua
possente nuova e scintillante spada a due mani come se pesasse poco
più di una piuma - la finite sempre a ridere come dei pazzi,
sudati come non vi succede mai dopo un incarico, senza che nessuno dei
due sia riuscito a sopraffare l'altro.
E
ogni tanto ti capita di guardarlo mentre si concentra e ti informa che
può farcela anche da solo, incastonando le Materia nelle
fessure dei suoi accessori; in quei momenti pensi per un solo istante
che con la determinazione di adesso, Cloud Strife avrebbe potuto
scalare le vette della SOLDIER in poco tempo. Non è mai
stato impulsivo, né emotivo, né idiota come eri
tu quando ti impedivano di salire di grado perché ti
giudicavano incapace di ragionare. C'era solo quella sua timidezza a
bloccarlo, la sua fragilità.
Vi
fermate alla stazione, mentre aspettate il treno per i bassifondi. La
gente vi sta alla larga, un po' perché le vostre spade
affiancate metterebbero in soggezione chiunque, un po'
perché la favola dei due spadaccini mercenari dagli occhi
color del cielo ha ormai fatto il giro di molte città del
Pianeta. Osservi divertito mentre Cloud ricambia timidamente il saluto
allegro e curioso di una bambina, cercando di ignorare i commenti
sussurrati e tremanti della madre che cerca in tutti i modi di
trascinarla via "Vieni, amore, non rivolgerti agli
sconosciuti"
E
di colpo, mentre senti che il treno arriva sferragliando, ti rendi
conto che non hai alcuna voglia di andare a parlare con Barrett
Wallace, nei bassifondi del Settore 7.
«
Cloud.» lo fai voltare, mentre le tue parole vengono
soffocate dallo stridere dei binari « Non ti dispiace, vero,
se ti lascio il comando al primo incontro con Wallace?»
Lui
scuote subito il capo, stringendosi appena nelle spalle:
«
Nessun problema, saprò cavarmela.» fa una pausa,
il tempo necessario perché il treno si fermi definitivamente
e dischiuda le porte scorrevoli; ti guarda un istante prima di salire a
bordo « Ti aspetto lì al...» aggrotta
appena la fronte «...Seventh Heaven.» sale sul
treno con un solo, lungo passo e ti rivolge un cenno con la testa un
attimo prima che le porte si richiudano « Prima che tu sia di
ritorno avrò già fatto in modo che questa
AVALANCHE ci paghi il doppio del previsto.» ti rivolge un
ghigno beffardo e aggiunge « Fai con comodo.»
Sorridi
mentre osservi il treno che scompare. Cloud non fa mai domande, anche
se tu al suo posto avresti iniziato a gongolare riguardo cose
imbarazzanti che lo avrebbero di sicuro fatto arrossire.
Attraversi
le rotaie vuote senza fare caso ai divieti ed alla gente che ti guarda
con aria perplessa, alla voce delle donne anziane che ti danno
dell'incosciente; raggiungi il binario cinque senza neppure
accorgertene, senza prestare attenzione a nulla in particolare. E ti
rendi conto di aver pensato ad altro per tutto il tragitto, ritrovando
te stesso solo quando, esitando, ti fermi davanti alle grandi porte
sbarrate di quella chiesa dei bassifondi.
Anche
quell'edificio fatiscente è sempre lo stesso; la solita
strada sterrata, lambita dalla sporcizia e dai rifiuti, le stesse
tegole scolorite e crepate su quel tetto spiovente.
Santissimo
Pianeta, quante volte hai immaginato di tornare qui?
Di
colpo ti prende una sorta di strano panico e il tuo sguardo inizia a
vagare, mentre senza volere inizi a massaggiarti la nuca. Ti chiedi
cosa penserà lei quando ti
vedrà, se ti troverà diverso, se ti
correrà incontro per abbracciarti e dirti "bentornato" -
come tu hai immaginato tante di quelle volte - o
se ti schiaffeggerà, anche se lei non è mai stata
quel tipo di donna. Hai passato molte notti a pensare a lei, senza
riuscire a chiudere occhio, chiedendoti cosa stesse facendo, se avesse
trovato un altro, se i suoi fiori avessero ormai colorato le strade di
Midgar, se ti avesse dimenticato; quelle notti finivi sempre per
chiederti se fosse meglio tentare di dimenticarla o tornare da lei,
cercando di colmare quel vuoto lasciato da quegli impossibili cinque
anni, quel vuoto che la tua anima si rifiutava egoisticamente di
accogliere, visto che solo i ricordi ormai non bastavano.
Ma
tutte queste tue elucubrazioni ormai non servono più. Ora
sei qui...che senso ha voltarti indietro? Tu la ami, non è
così? Hai mai smesso di amarla?
«...Zack...?»
Sentire
quella voce - la sua voce che vibra e ti implora,
lei che ti sfiora incerta alle spalle, lei che non riesce a crederci e
ha tanta tanta paura che tu non sia
lì, che tu sparirai di nuovo - ti fa sentire di nuovo
completamente tè stesso, di nuovo integro dopo cinque anni.
Sei
tornato.
[ Accidenti ]
[ Il prezzo della libertà
è così alto. ]
Percepisci
appena il tocco gelido della pioggia o la durezza del terreno su cui
sei abbandonato. Una pietra appuntita preme dolorosamente fra le
scapole, ma non riesci più a concentrati e capire
esattamente quale sia la parte del tuo corpo che sta soffrendo. Ricordi
vagamente il bruciore insopportabile che fino a qualche istante fa ti
dilaniava il petto, mentre sopportavi quelle piccole assassine
infuocate che l'una dopo l'altra, trafiggendoti come pugnali spietati,
trasformavano tutto il tuo essere in un'unica, lacerante esplosione di
dolore.
Le
palpebre battono appena, ignorando l'acqua ed il sangue che ti scivola
viscoso negli occhi.
Ti
balenano alla mente immagini e luci a cui non riesci a dare un forma,
mentre tutto il resto si fa ovattato e senti le dita lasciare
l'impugnatura scivolosa della tua spada, come in una silenziosa e lenta
resa.
Hai
fatto tanti di quei progetti, quando ancora potevi permetterteli. Hai
sognato di fuggire, di respirare l'aria fredda delle montagne, di
continuare a vivere con tutto tè stesso, godendoti ogni
istante. Hai sognato di portare Cloud in un posto sicuro, di potergli
parlare ancora, di girare il mondo insieme a lui seguendo solo e
soltanto le vostre regole.
Se vuoi essere un eroe, devi avere dei
sogni.
Hai
sognato lei, lei, lei, lei. Hai sognato di
rivederla per dirle che non sei morto, per chiederle di stare con te
per sempre.
E'
così triste che ora ogni cosa stia sfumando.
Come
sarebbe a dire "ultima"?!
Gireremo per il mondo, accettando
qualsiasi incarico.
...che
ne dici di un appuntamento?
Tieni duro!
Tu vivrai, chiaro?
...devo
tornare a Midgar,
Verrai anche tu, vero?
Riempiremo Midgar di fiori!
E
tu, Cloud?
...Nah...sto solo scherzando. Sai che
non ti lascerei mai solo.
Siamo amici, no?
Per
il Pianeta, pensi, mentre i volti di tutte le persone che
hai conosciuto si mescolano al grigio nuvoloso del cielo e poi
svaniscono, lasciando spazio solo al nulla.
Sarebbe
stato fantastico.
Il
fetore del sangue diventa fioco ed insignificante mentre ad ogni
respiro senti il battito del cuore divenire più faticoso ed
i polmoni raggrinzirsi come carta in balia delle fiamme. E ti chiedi
quanto ancora durerà, quest'agonia. Quand'è che
questo corpo si deciderà a lasciarti andare?
Ora sei libero, Zack Fair.
Ma quanto ti è costato?
(xxx)
Nota
dell'autrice:
Cosa sarebbe successo se le cose fossero andate
diversamente? Volevo provare a ricostruire la situazione psicologica -
confusionaria e frammentaria - di un uomo nel suo ultimo attimo di
lucidità, prima che la morte sopraggiunga.
Questa flash è stata scritta nel 2008,
ad Agosto. Fa parte di una raccolta di flash dedicate ai personaggi
deceduti durante e prima Final Fantasy VII.
Riposa in pace, Zack, SOLDIER
di Prima Classe.
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