Taci.
(Dentro di me)
Taci, Duncan, amico mio.
(avevo implorato Dio)
Leggo negli occhi il rispetto per il
tuo sacrificio, quel
rispetto che però non ti frena dal tradurre parole che lo
stanno mandando a
morire.
(di far morire)
Taci.
(qualcun altro,)
Prendilo per pazzo come facesti al
forte. Deridilo,
insultalo. Trova il modo per farlo ricredere.
(qualunque altro)
Non può farlo. Non per
Alice, non per te. Nemmeno per me.
(al posto suo).
Guardami, ti prego. Desisti dal
parlare. Non avremo mai
potuto vivere insieme: ora possiamo morire insieme. E sarai libero da
lui. Lui
non potrà seguirci.
(Poi ti guardai,)
Taci.
(Duncan,)
Sento i tuoi occhi scontrarsi coi
miei con l’impeto della
disperazione. So che puoi capirmi. So che sai quello voglio.
(e capii)
E allora taci.
(che come hai sempre
fatto)
Ma no, no, continui a parlare,
codardo. I tuoi vizi hanno
sempre saputo offuscare ogni parvenza di virtù
(avresti ascoltato)
Ma dove ti portano, ora? E
perché mi lasciano libera? Perché
lui mi stringe le spalle e mi trascina lontano, lontano da te, lontano
da
Alice?
(ogni mia richiesta).
Che cosa gli hai
detto?
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