Autore:Ben Huznestova
Titolo: Kràsnyi
Serie: Bakuten Shoot Beyblade
Trama: "Non
chiudi gli occhi donandomi il mio ultimo bacio, non lo faccio nemmeno
io. Così la posso vedere. Quella brutta maschera cadere dai
tuoi
occhi.. e posarsi sui miei." Chi immaginerebbe mai che, da qualche
parte,persino Bellezza può piangere?
Rating: Arancione
Avvertimenti:Yaoi,OOC
Note autore:Premetto
che la fanfic presenta di per sé una struttura abbastanza
confusa.. purtroppo (?) la struttura è adattata allo stile
della
narrazione che si divide in momenti dettati dal ragionamento ed altri
in cui sono i sentimenti e le emozioni a farla da padrone. La
narrazione è affidata principalmente a due personaggi dei
quali
uno presenta una sorta di preambolo iniziale e sei strofe della poesia
di Baudelaire, mentre l'altro conclude con la settima che funge anche
da epilogo; sono inoltre presenti due strofe di mia invenzione. Faccio
presente infine che durante la lettura sarà possibile
trovare
terminologie maschili e femminili riferite ad uno stesso personaggio.
Non si tratta d’errori di battitura o di distrazione (sempre
sperando non ce ne siano di veri!), ma una caratteristica voluta per
ragioni che appariranno più chiare (sempre sperando!)
andando
avanti. La fanfic si è classificata al primo posto nel
contest multifandom "Inno alla Bellezza" indetto da Iria,incentrato per
l'appunto sull'omonima poesia di C.Baudelaire ricevendo
inoltre il premio "Inno alla Bellezza" per la trattazione
della poesia.Qui di seguito pubblico il risultato assieme ai
punteggi,in più il link della sezione del contest dove
potrete visualizzare il resto delle autrici classificate e
-prossimamente,spero- i link delle rispettive fanfic.
Prima Classificata "Kràsnyi" di Ben Huznestova
Trama: 4.5/5
Stile: 5/5
Grammatica e sintassi: 9/10
Originalità: 5/5
Caratterizzazione Personaggi: 4.5/5
Totale: 28/30
Risultati
Contest
Un grandissimo ringraziamento ad Iria (che ringrazio ancora per il
bellissimo giudizio),Meg89-Rota23,Sybelle,Kurenai88 e a Yu Kanda.
Vi auguro una buona lettura.
Nella mia vita
ho avuto spesso occasione di riflettere su un milione di cose: ho
meditato sul senso della vita, talvolta ho riflettuto sul futuro, mi
sono posto i quesiti più disparati e sono andato alla
ricerca
delle più svariate risposte.
Spesso mi sono
interrogato sul
senso dell'esistenza,la mia personalità riflessiva
naturalmente
predisposta al ragionamento aveva più e più
volte,nei
rari momenti di quiete,tentato di discernere quelle verità
fondamentali che caratterizzano la vita di un uomo,seppur rimanendo
spesso incognite astratte agli occhi di quest'ultimo.. bene e male,per
esempio. Morte e vita. Chi da la vita e chi la morte?Il giudizio?E chi
è quest'ultimo?Dio o demonio?E,appurato che
esista,può
egli stesso autodeterminarsi?Egli,Giudizio,basta da sé a
giudicarsi?
Vuoi per
sfinimento, vuoi per
impazienza.. vuoi per incapacità.. non sono mai stato in
grado
di rispondere ad alcuna di queste domande o forse,più
semplicemente,non l'ho mai realmente desiderato o ritenuto
fondamentale.. non ne sono nemmeno mai andato alla ricerca diretta,mai
mi sono immerso nel Bene assoluto per poi posare le labbra sull'orlo
dell'intarsiato calice maligno.. la vita mi è sempre
scivolata
addosso noiosamente indifferente e così anche la morte che
non
mi ha mai toccato se non nella malinconia di qualche sconfortante
plenilunio solitario.-
E il Giudizio?
Apatico e
indifferente, me ne
sono sempre curato quel poco che bastava, alle volte rifiutandolo
banalmente come avrebbe fatto un qualsiasi insignificante individuo.
Cos'ero io,vi
chiederete?
Il nulla.
Niente di
più. Niente di meno.
Niente di più patetico.
Si, ero.. e volete
sapere il perchè?
Semplicemente, un
bel giorno
sono stato scaraventato in pasto alle mie stesse domande. Non potete
neanche lontanamente immaginare che marasma confuso e pazzesco esse
siano. E’ Dedalo vibrante di suoni, forme, colori,
sensazioni..
castello di specchi dove dietro ogni deformato riflesso una voce
sussurrando rimandava ad un'altra e l'altra spasimando ripercorreva a
ritroso tutta l'odissea di quei quesiti:questo e
quello,Giudizio,l'Amore brutalmente stuprato dall’Odio,la
Vita
che gracile si rannicchiava nel ventre d'ebano della Morte,Bene e Male
lì a fottersi a vicenda mentre altre voci,altri sospiri
smorzati
ripetevano "non loro","non è qui la nostra Signora,non
è
questa la domanda che devi porre,non è tra queste la
risposta
che devi cercare".
Ed infine,nel
segreto di uno specchio,gli zaffiri dietro la maschera di raso.
"Non
cercarmi"diceva"non io che sono risposta e guida. E origine."
E così
feci. Fu lei, la
Domanda, quella vera a cercarmi, a guidarmi, ad istruirmi. A mostrarmi
la vita e la morte,il giusto e l'ingiusto,il bene e il male,il sangue
dorato degli angeli e le lacrime d'argento degli arcidiavoli. Fu lei
che, lentamente, si rivelò a me.
Bellezza.
Lei era questo e
molto di
più. Era la domanda, l'unica domanda degna d'esser posta e
la
risposta più adeguata ad ogni quesito. Era lei che con la
sua
sola presenza metteva a tacere la ragione dell'uomo liquidando ogni
altro possibile interrogativo. Lei di cui tutto induceva a domandarsi
quale fosse la sua natura,quale la sua origine,se nel bene o nel male.
Ed ecco,liquidava tutto per l'ennesima volta.
"Che
importa?"sembrava
dicessero quegli occhi deliziosamente lussuriosi"Poiché io
sono
origine e fine,madre della Vita stessa,padrona del Destino,che importa?"
Ecco la domanda a
cui non v'era risposta, ciò che metteva a tacere la contorta
filosofia umana.
Cos'è
la Bellezza?
Non puoi saperlo.
Non puoi
riferirlo.,
Puoi solo
provarlo.
E sperare che non ti annienti.
26 Settembre 2008.Amsterdam.
Non
dimenticherò mai questa data.
L'ennesima
delusione,l'ennesima sconfitta,l'ultima fallimentare speranza andata a
farsi fottere.
Una delle tante.
Fu
così che mi ritrovai
ancora una volta a riflettere e ad arrovellarmi sui già
citati
interrogativi, a chiedermi senza sosta "perchè?"
Ma quel
"perchè" poteva
essere traducibile solo con una rinata volontà di trovare
quel
qualcosa d'indefinibile,il Senso,la tanto sospirata entità
di
fronte alla quale ogni problema o sofferenza diveniva banale,inutile.
"Cercala"mi
sussurrò Brooklyn sparendo oltre la mia soglia.
"Amsterdam"soffiò
Mystel lascivo strofinandosi contro il mio ventre.
Chissà
perchè, mi fidai subito di lui.
Forse
perchè, se c'era
qualcosa capace di saziare l'umana curiosità, di mettere a
tacere il complesso ragionamento ed annebbiarlo e soffocarlo come una
dolce e subdola droga,bhe.. sicuramente il biondo era la persona
più adatta ad indicarmela.
Lo ammetto, mi
stupii di non
riuscire a trovarla immediatamente in lui:avevo sempre considerato quel
fascinoso saltimbanco come la cosa più sconvolgente in
assoluto,dal punto di vista psicofisico. Evidentemente però
anche il mio bisogno era più forte di quanto immaginassi.
Amsterdam.Facile,
direte voi. Da dove cominciare a cercare?
Vi ricordo che
stiamo parlando di Mystel.
Così,
quando sulla cartina mi sono imbattuto in quelli che lì
chiamano "Rosse Buurt", non ho avuto dubbi.
Sapevo bene che
ad Amsterdam
vi sono principalmente tre importanti distretti a luci rosse:area in
Singel,tra Raaidhuistraat e la stazione centrale e l'area del quartiere
Pijp,vicino il Rijksmuseum sono le prime due.. ma,conoscendo la
personalità del mio informatore,ero abbastanza sicuro che il
luogo della mia ricerca non potesse che essere la terza.
Area Walletjes,la
più famosa e frequentata,tra la stazione centrale e
Nieuwmarkt.
Prenotai una
stanza in uno dei
tanti e ambigui "hotel" del distretto e mi concessi un primo giorno di
visita. Inutile dire che rimasi totalmente affascinato da quei
quartieri:le case costruite sui canali,un'architettura che richiamava
il XIV secolo.. per non parlare della "Oudexer",letteralmente "chiesa
vecchia",splendida nel suo stile gotico.
Inutile anche
riferire la
scandalosa bellezza di quei luoghi al calar delle tenebre. Non appena
la languida luce dei lampioni faceva la sua comparsa, ecco che
l'abituale clientela del distretto si moltiplicava, centinaia
d’affamati si riversavano per i viali ansiosi di saziarsi dei
corpi scellerati d'altrettante prostitute.
Durante la mia
prima sera lì, in quel diabolico lunedì sera,io
decisi d'iniziare a cercarLa.
Camminai a lungo
per le strade
della Walletjes, accanto a me la calca sembrava scivolarmi addosso
senza far rumore; dalle vetrine, uomini e donne d'ogni
nazionalità ed età, invitavano con occhi
infuocati i
passanti, una mano scivolava languida a definire il contorno di un
seno, una lingua accarezzava lasciva delle belle labbra carminie, un
giovane angelo di non più di tredici anni illudeva un
rispettabile padre di famiglia che l'amore, un amore divino,si sarebbe
concesso per lui e per lui solo quella sera.
"Venite.Ammirate.Entrate.Usate."
Questo sembrava
dicessero
quelle anime perdute ammiccando da dietro i loro vetri. Me le lasciai
alle spalle, in mostra per gli occhi di tutti, al pari di bambole o
carne da macello.
Superai molti
locali, bordelli
dalle scintillanti insegne, teatri del piacere; ignorai molti richiami
tentatori dai lampioni o dai vicoli, scavalcai drogati e mendicanti ed
evitai ubriaconi ed amanti.. mi iniettai quell'inebriante e orripilante
atmosfera fin nelle viscere,assaporai la consapevolezza d'essere
terribilmente vicino al mio obiettivo e l'irritazione di non riuscire
tuttavia a raggiungerlo. Mi ubriacai di tutto questo e solo quando fui
troppo stanco per continuare a camminare mi lasciai scivolare contro il
freddo mattonato di un muretto.
Forse la sinfonia
di suoni di quei dannati, forse il fiume che scorreva veloce sotto di
me.. fatto sta che non mi accorsi del suo arrivo.
Lui. Il mio secondo
messaggero.
-Ciao bellezza,
mi posso
sedere accanto a te?-ero troppo stanco per guardarlo in volto,troppo
stanco anche solo per riuscire a decifrare il timbro
assurdamente
androgino di quella voce. Mi limitai a sbuffare.
-Intendi qui, in
mezzo alla
spazzatura e al vomito, in compagnia di topi e di qualche liquido di
natura tutto fuorché rispettabile?Prego.. -risposi
sarcastico.
-Meglio di quanto
sperassi,insomma!-ridacchiò per poi stendersi accanto a
me-vuoi?-fece poi porgendomi quella che,di sottecchi,riconobbi essere
una birra. La afferrai senza dire nulla, come non disse nulla neanche
lui quando la scolai tutta,nervosamente. Lanciai il bicchiere
plastificato in mezzo alla strada, sospirando.
-Perchè
sei qui,Garland Von Cetwald?-sussurrò impercettibilmente.
Buttai la testa all'indietro, gemendo.
-Come lo
sai?-dissi solamente.
-Lo so. Sei
diventato parecchio famoso nelle ultime due settimane. -sospirai di
nuovo-Allora,perchè sei qui?-
-Cerco
risposte-mormorai-e domande-.
-Risposte alle
tue domande o domande a delle possibili risposte?-
-Cerco qualcosa
da chiedere e
qualcosa con cui rispondere. Anzi,no,cerco qualcosa che elimini la
necessità stessa di cercarle.-
Vi fu un lungo
silenzio, alla
fine del quale lo sentii alzarsi in piedi sui suoi tacchi a spillo. Un
fruscio leggero e un cartoncino planò sul mio grembo.
-"Si suicida impiccandosi nel suo
appartamento. Tragica fine per il fenomeno del Beyblade
Brooklyn’O Bryan"-recita.
Si volta con eleganza in procinto di andarsene, per poi
aggiungere-forse lì troverai quel "qualcosa" che cerchi,
Garland
Von Cetwald. -ancora il silenzio, unico sottofondo la brezza leggera.
Mi decisi finalmente ad alzare gli occhi, ma ormai Lui era
già
sparito. Mi alzai in piedi rigirando il cartoncino tra le dita. Pallide
lettere risaltavano sui petali quantomai insoliti di un sanguinoso
giglio."Liliéia"
v'era scritto ed un indirizzo sul retro assieme ad un frettoloso
appunto a penna.
Kràsnyi.
Sempre tenendolo
in mano, ripresi a camminare verso quella nuova meta. Sorrisi
intimamente, ripensando a quell'incontro.
Spesse volte mie
ero definito "una puttana del destino".. come potevo immaginare che
Destino stesso fosse una puttana?
Liliéia.
Semplicemente
"giglio", lo stesso che campeggia sinistramente seducente sull'insegna
dell'edificio.
Giglio.. strano
nome per un bordello. Per niente spiritoso.
Noto che
v'è poca gente
nei dintorni, al contrario d’altri locali.
All’entrata
faccio per mostrare il retro del biglietto sperando in informazioni, ma
l'usciere, un imponente quanto affascinante uomo dell'est, mi
accompagna all'interno, senza dir nulla. E’ così,
scortato
da questa pallida guida che faccio il mio ingresso nel giardino delle
Esperidi.
Non so dire a
cosa somigliasse
quel luogo,se a un girone infernale,se a un banchetto di folli
cannibali,se ad una divina giostra o se semplicemente fosse la casa di
Tentazione stessa:ovunque mi girassi,armonie di corpi colpivano i miei
sensi,carni fasciate da null'altro che brandelli si strofinavano a
quelle rivestite di seta di distintissimi individui. Creature
mitologiche dall'indefinibile sessualità danzavano in gabbie
dorate mentre facoltosi signori ne leccavano le sbarre,come se queste
fossero davvero state irraggiungibili per loro. Un ricco gentiluomo in
nero beveva dal calice portogli da una bella ondina mentre un
giovinetto bruno beveva anch'esso,amorevolmente chino tra le gambe
dell'uomo. A sostenere ed eccitare quel groviglio indistinto di corpi,
aromi preziosi e sconosciuti s’intrecciavano ad una musica
ipnotizzante, favorita dall'atmosfera subdola e tentatrice di soffuse
luci carminie.
E di nuovo,la
sensazione di
essere terribilmente vicino al termine della mia ricerca ma il non
riuscire a percepirlo.. istintivamente mi volto verso la mia guida
improvvisata e noto che sta fissando intensamente qualcosa nel marasma
generale. Lo imito, seguendo l'ipotetica linea del suo sguardo fino ad
una minuscola balconata che non avevo notato appena entrato: lontano da
tutti ma in ogni caso in una condizione tale da poterli controllare,
finalmente li vedo.
Gli zaffiri dietro la maschera
di raso.
"Vieni
dal ciel profondo o l'abisso t'esprime, Bellezza?
Dal
tuo sguardo infernale e divino
Piovono
senza scelta il beneficio e il crimine,
e
in questo ti si può apparentare al vino."
"Kràsnyi"
avverto
appena il mormorio dell'uomo al mio orecchio, troppo occupato a
sopportare tutto il peso di quel che è rimasto del mio mondo
crollarmi addosso: quei due abissi turchesi, quei baratri celati dal
mistero si piantano con crudele bellezza nei miei occhi,si avventano
sul mio cuore avvincendolo e torturandolo.."Eccomi" sembrano
sussurrare"tanto mi hai bramata ed ora mi hai alfine trovata. Lascia
ora ch'io ti confonda".
Confondere.. ed
era davvero
una creatura sconvolgente,nella sua natura come nel suo aspetto:il raso
cinereo offendeva la malata purezza di una guancia marmorea,splendente
e candida come la tunica di un santo;fili di vermiglia seta scendevano
lungo il suo viso,capelli di cortigiana splendenti nel bagliore di
fiamme demoniache. Sfioravano esitanti il collo perfetto,quasi
ritrosi,come a non aver abbastanza coraggio da dannare quella
pelle,quella freschezza con la maledizione delle loro fiamme.
Nell'insieme,non
riuscivo a
capacitarmi dell'essere che avevo di fronte:purezza e delitto si
fondevano davanti ai miei occhi,persi nel mistero di quello sguardo
disarmante,una presenza inquietante e tuttavia irresistibile,bellissima
nella sua inebriante confusione e nella sua natura duplice ed
inscindibile.
"Vieni."giurai
d'aver udito
quel richiamo,eppure le sue labbra-oh,le sue stupende labbra!-non
s'eran mosse,serrate in un' ambigua espressione di cui bramavo
sciogliere l'intrigo.
La presa del mio
Cicerone
sulla mia spalla mi strappò ai miei vaneggiamenti;mi
condusse
fino ad una minuscola porta lontano dalla bolgia e scostò la
tenda damascata che la celava:una lunga serie di gradini si rivelarono
ai miei occhi;l'uomo non disse nulla ma mi fece cenno di salire. E
così feci.
Docile
mostro,implacabile ninfa..
"Hai
dentro gli occhi l'alba e l'occaso,ed esali
profumi
come a sera un nembo repentino;
sono
un filtro i tuoi baci, e la tua bocca è un calice
che
disanima il prode e rincuora il bambino."
Non so dire
quanto mi parve
lunga quella dannatissima scala:so solo che quando ne giunsi
all'improbabile fine,riavvertii quella forza sconosciuta strapparmi
ancora una volta al disperato abbraccio della ragione;alzai lo sguardo
e li rividi. Magnifici e terribili.
Non riuscii a
muovere un atro
passo,tanto ne ero estasiato;rimasi fermo sull'ultimo gradino mentre
quei turchesi,quegli spaventosi specchi di ghiaccio lentamente
s'appressavano a me,un qualcosa d'indefinibile a guidarli.
Origine e termine.
Alba e tramonto.
Redenzione e
perdizione.
Questo vi lessi
quando furono a pochi centimetri dai miei,scrutatori brucianti e
seducenti.
Bellezza.
Principio e
fine,tripudio di
sensi,aroma dolcissimo e letale.. anfora che da il poco di
sé
solo attraverso il filtro di dolci baci d'amanti,baci stregati capaci
di mutar natura e sembianza dell'uomo,di far impallidire un virtuoso
eroe e render bramoso l'ingenuo infante..
Probabilmente fu
proprio uno
di quei baci disperati a trascinarmi nelle sue stanze,ad imprigionarmi
in quei perduti abissi,a spalancare le porte di un vibrante ignoto in
cui io,completamente soggiogato,mi gettai.
..amabile marionettista,lascia
ch'io beva ancora dal calice maledetto delle tue labbra.. nutrimi e
saziami del tuo nettare proibito..
"Sorgi
dal nero baratro o discendi dagli astri?
Segue
il Destino, docile come un cane, i tuoi panni;
tu
semini a casaccio le fortune e i disastri;
e
governi su tutto, e di nulla t'affanni."
Nera seta
scorreva sotto i
nostri corpi mentre,possedute da non so quale furia,le nostre mani,le
nostre bocche saettavano folli e crudeli verso i nostri abiti.
Nudi.
Vederla.. vederlo..
in quello stato fu semplicemente.. sconvolgente?
No..
Fu una visione.
Il suo corpo
provocantemente
adagiato su quell'oscura distesa sembrava addirittura emanare un tenue
bagliore tant'era candido. Il sesso,proporzionato ed eccitato,non
intaccava la delicatezza e la fragilità dell'intera
fisionomia,esile e femminea. A proteggerne ancora il mistero,quella
plumbea maschera di raso dietro la quale gli occhi sembravano
sprigionare letalissime scariche azzurrine ed attorno alla quale quei
peccaminosi fili carmini sembravano muoversi impercettibilmente,come
sospinti da una sadicissima brezza,per nulla dissimili a bellissimi
carnefici di fuoco.
Quei capelli..
desideravo
ardentemente stringerli tra le mie dita, come desideravo sfiorare tutto
di quell'essere eccezionale.. ma ancora ,un barlume di ragione tornava
a tormentarmi.
Cos'era?
Benefica
creatura, infernale tentatore, qual era la sua natura?
Un'incognita che
credei di poter svelare, ancora attraverso l'ombra di quella sua
maschera.
Non fui
abbastanza abile da togliergliela; abbandonato sulla sua
nudità, le dita intrecciate alle sue, sottilissime e.. familiari?
Avvertii il mio
respiro
fondersi con il suo mentre i suoi occhi, ancora una volta, si univano
ai miei in uno sguardo indefinibile.
-Io ti conosco,
Garland Von
Cetwald. -sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra. Una
voce
già sentita,forse in un sogno lontano o in un incubo.. non
esitai a rispondere di fronte a quegli incantevoli laghi.
-Lo so.-
Lo vidi
sorridere. .o forse ero solo io a sorridere attraverso le sue pupille?
Destino.. anche
tu ne sei
rimasto affascinato,vero?Tanto da farti soggiogare ai suoi capricciosi
voleri?Sei tu che mi hai portato fin qui,sei tu che ora intrecci
coincidenze ed avvenimenti,tu,guidato dal guinzaglio d'ambra della
Dea,o patetico Destino,schiavo di Bellezza..
Inconsapevole o incurante
la sua potenza?Padrona di un potere così grande da muovere e
mutare le sorti degli uomini,influenzarli,complici subdoli le loro
passioni e i loro desideri.. regnante bambina,non si cura dei danni che
causa,delle grazie che elargisce.. pur essendo fulcro e motore del
mondo,nessuna responsabilità o colpa può
toccarla..
-E tu?-
Con sensuale
delicatezza ed
inimmaginabile velocità,lo vidi ribaltare le posizioni ed
adagiarsi sul mio corpo. La sua lingua carezzò le mie
labbra,vogliosa.
-Tu.. mi conosci?-
Psicopatica e
innocente..
..senza
colpe,inizia a banchettare col mio corpo..
"Bellezza,
tu cammini sui morti che deridi;
leggiadro
fra i tuoi vezzi spicca l'Orrore, mentre,
pendulo
fra i più cari ciondoli, l'Omicidio
ti
ballonzola allegro sull'orgoglioso ventre."
La sua
pericolosità,il sottile fascino che questa mi provocava..
Passione
rapì ancora
una volta le nostre labbra e Follia guidò le nostre mani sui
rispettivi corpi toccandoli,carezzandoli,graffiandoli,eccitandoli.. ci
tirammo a sedere,l'uno ancora tra le braccia dell'altro.. ancora,quelle
dita diafane corsero a sfiorare il mio torace mentre il capo superbo si
chinava indietro,offrendomi così in dono la purezza sublime
del
suo collo:lo morsi con ferocia,avidità,desiderio,istinti
sconosciuti si risvegliavano in me al suono dei suoi meravigliosi
gemiti,delle sue carezze dannate..
Mi
stava trasformando.
Ma cos'aveva
realmente in serbo per me?
In tanti muoiono
per amore della bellezza o per paura d'essa.
Gelosia,Odio,Invidia,Timore,Venerazione,Amore,Lussuria,tanti
sono i sentimenti e le sensazioni ch'essa suscita e che trovano i loro
perversi fautori in Orrore,sensuale e pericoloso baratro entro i cui
confini mi stavo fatalmente addentrando,e in Omicidio,rosso scorrere di
devastanti passioni,torbido gioiello di cui tutto
di quel corpo angelico e scellerato mi stava parlando.. ed allo stesso
modo,di tutto Bellezza s'adorna,rivestendosi e beandosi del loro
pericoloso fascino,calpestando con la solita candida incuranza
l'ennesimo cadavere dei suoi amanti.
Percorrendo il
suo ventre
latteo con le mie labbra,mi chiesi se mai anch'io mi sarei lasciato
morire nella rosea droga di quel beato piacere..
Morire..
..oh
Bellezza splendida e immortale..
"Torcia,
vola al tuo lume la falena accecata,
crepita,
arde e loda il fuoco onde soccombe!
Quando
si china e spasima l'amante sull'amata,
pare
un morente che carezzi la sua tomba."
-Chi
sei..?-quesito roco nel
buio,figlio di Passione e Inconsapevolezza.. le sue mani tese
nell'ombra afferrarono il mio viso,riconducendo ancora una volta le mie
labbra alle sue mentre le mie dita,mai così
impazienti,avevano
già iniziato a muoversi dentro il suo corpo.
Un bacio.
Uno dei tanti.
Non il primo,non l'ultimo.
Eppure.. ogni
volta che le
nostre bocche si sfioravano,ogni volta che il tocco di lingue si
trasformava ora in un gioco,ora in una danza,ora in una lotta.. ogni
volta che l'uno soffocava parole e gemiti sulle labbra dell'altro..
ogni volta era.. indescrvibile.
Ancora.
-Chi sei?-si
allontanò
dal mio viso per stendersi,immane capolavoro,sul suo giaciglio di
seta;le sue mani sfioravano le mie,assecondandole,incitandole fino in
fondo,fino al limite,finché non fui scaraventato ancora una
volta all'indietro,supino.
Così,innocentemente
sollevato sulla mia erezione,i palmi aperti sul mio torace. Ancora una
volta,quello sguardo indagatore.
-Chi vuoi che io
sia?-soffiò solamente,una strana inflessione nella
voce,quasi.. timore?
Chi volevo che
fosse.. sarebbe stata una risposta anche del perchè ero
lì.
Eppure..
Di certo potevo immaginare cosa
egli.. cosa ella
ancora fosse..
Bellezza e Morte.
Bellezza e Vita.
Un duplice
connubio,una letale certezza che pendeva con sfacciata
onestà sulla mia testa.
Non lo nego,non
lo negai,avevo paura di questo connubio.
E fu proprio in
virtù
di questa mia codardia che Ragione,affranta e
indebolita,rialzò
la testa dalle ceneri della mia follia..
Bellezza.
Vita e
morte,principio di una
pericolosa quanto irresistibile attrazione.. ti diletti,o
capricciosa,ad osservare quei curiosi insetti chiamati uomini che,pari
a stolte efemere vanno a suicidarsi bruciando nel fuoco della tua
passione con gioia e piacere,quei folli,come tu sola sai esser folle,si
abbandonano a quella scintilla vitale,quel senso che vanno cercando che
reca inevitabilmente con sé anche la loro morte..
Dunque,ancora..
mi chiedevo se..
..mortale
concubina.. dunque mi ucciderai?.. ti temo,è vero
ma.. tuttavia,non riesco a non desiderarti..
"Venga
tu dall'inferno o dal cielo, che importa,
Bellezza,
mostro immane, mostro candido e fosco,
se
il tuo piede, il tuo sguardo, il tuo riso la porta
m'aprono
a un Infinito che amo e non conosco?"
Ma infine.. cosa
importa?
Bellezza..
mostruosa nella tua
crudeltà,nella tua completa mancanza di scrupoli,spaventosa
nel
tuo sinistro potere ma al contempo ingenua ed
incompresa,poiché
non operi nulla che sia contrario alla tua natura.. per quanto fatale
tu possa essere,come non abbandonarsi completamente a te quando proprio
tu sei la sola,l'unica a spalancare di fronte alla penosa creatura
chiamata "uomo" le porte di un mondo infinito,meraviglioso e misterioso?
......
Si,è
questo ciò che desidero.. la ragione per cui sono qui..
"Chi
vuoi che io sia?"
-La mia fuga.
-dichiaro,guardandolo negli occhi. Occhi che so di conoscere,i soli
occhi degni di tenere in scacco il mio destino.
E' forse una
lacrima quella che muore dietro la tua maschera,mia fulva Bellezza?
Lo so.. potevo
scegliere..
Ma in fondo non
sono che un patetico uomo fra tanti,no?
Ti chini su di
me,lasciando scivolare il mio corpo nel tuo.
-Allora questo io
sono. -sussurri sulle mie labbra,distrutto.
Non chiudi gli
occhi donandomi il mio ultimo bacio,non lo faccio nemmeno io.
Così
la posso vedere.
Quella brutta
maschera cadere dai tuoi occhi.. e posarsi sui miei.
..che
sciocco.. pensare che saresti stata tu ad uccidermi..
Smetto di
riflettere,di pensare..
..la
mia fuga.. per mano del mietitore più bello..
-Kràsnyi..-
..cosa
diavolo vuol dire alla fine?
..tu
lo sai?
-..Yuriy..?-
************************************************************************************************************
"Arcangelo o Sirena, da
Satana o da Dio,
che importa, se
tu, o fata dagli occhi di velluto,
luce, profumo,
musica, unico bene mio,
rendi
più dolce il mondo, meno triste il minuto?"
"Bellezza,
o folle dea,
tutto
ciò che di splendido e letale v'è al mondo!
Conta
forse la tua natura?
Poiché
tu sola fai fuggire l'uomo dal meschino mondo,
tu
sola lo salvi,
non
da te stessa -o dolcissima sofferenza!-
ma
dal dolore di un mondo banale e indegno!"
-Un pessimo poeta..
-spasima espirando grigio fumo dalle labbra.. sorrido a quella vista
tormentata,così dannatamente
umana.
-Destino non
è certo famoso
per le sue canzonette.. allo stesso modo,so per certo di una dea cui
ogni parola è poesia per l'uomo.. o mortale
sentenza,all'occasione!-concludo allegramente sedendomi accanto a lui.
Lo vedo spegnere la sigaretta sul cemento,una smorfia contratta sul bel
viso d'angelo.. mi sporgo quanto basta per schioccargli un bacio su
quella fredda guancia di marmo lasciando che un leggero odore di sale
colga la mia attenzione;finalmente mi guarda,frustrato.
-Risparmiami Destino,non
è il caso.. -ringhia causandomi un infinita tenerezza.
-No,mia signora?Eppure
cos'avrà mai avuto di diverso quest'ennesimo essere umano da
sconvolgervi a tal punto?-un risolino mi costringe ad interrompermi-Non
che Bellezza non sia già eccessivamente sensibile,sia
chiaro!-
Mi rivolge un'occhiata
indecifrabile.. ah,il mistero del sublime sguardo di Bellezza!.. solo
gli uomini possono essere così stolti da trovarlo
incantevole..
chiunque si accorgerebbe del triste tormento di quegli
occhi.Ma,chissà.. è anche risaputa l'estrema
sadicità dell'essere umano..
-Lo sai
benissimo,padrone delle
circostanze,lo sai bene poiché l'hai portato tu da
me!-è
la risposta leggermente irritata della ninfa alla quale mi appresto a
ribattere:
-Se l'ho portato da voi
è
stato sempre e comunque per vostro volere-dico insinuante-non ho
dimenticato l'espressione sul vostro viso quando veniste a conoscenza
della morte di 'O Bryan,del sospetto interesse per l'anima colpevole di
Von Cetwald.. -faccio per riflettere un attimo..
-Destino..-
-Nulla,mia
signora,effettivamente quello svedese non era niente male..-
-Destino!-
-Si,mia signora,conosco
il mio nome.-
-Smetti di prenderti
gioco di me.-
Recupero la mia
serietà,carezzandogli una ciocca di capelli vermigli.
-Non potrei mai
poiché,per
definizione,siete voi a prendervi gioco degli uomini ed io a
servirvi-abbandona il capo sulla mia spalla-per quanto infelice questo
compito possa essere. -concludo mestamente.
-Non lo nego,la sua
vicenda mi ha
appassionato più di altre-mormora più a
sé stesso
che a me-forse perchè appartiene ad un capitolo confuso e
passato della mia vita,forse perchè speravo,desideravo
veramente che ce la facesse,che scegliesse la salvezza.. -un velo di
tristezza copre le stupende iridi,un battito di ciglia ed eccolo in
piedi,malinconico e sublime.
-Buffo che Bellezza
offra salvezza
con tanta insistenza e che infine gli uomini da lei ammaliati la
rifiutino con altrettanta ostinazione.. -soffia.
-Buffo piuttosto che
quel Garland sia
andato a chieder consiglio proprio a quel giovane che a Destino
è così caro-mi alzo con un sorrisetto-Mystel ha
rappresentato la carta decisiva nel vostro gioco.-
-E' una coincidenza che
persino il
tuo diletto rientrasse nel giro delle mie conoscenze passate?-domanda
alterato-a volte mi viene il dubbio che sia tu a servirti di me e non
il contrario!-
-Cos'è la
bellezza in fondo se
non un dono del destino?E se il destino di Destino è quello
di
seguire Bellezza,bhe.. sia fatta questa volontà!-
-Avrei preferito non
ricevere mai questo dono.. -sussurra malinconico.
L'alba sta spargendo i
suoi primi
colori sulla Walletjes,un bagliore aranciato inonda romanticamente i
nostri profili.. ma non c'è dolcezza in quest'ennesima
alba,ne
in tutte le altre.
C'è sempre e
solo lei. Solo lei.
-Andiamo,D. -mi
chiama,proprio come
si fa con un cucciolo disobbediente. Mi porto velocemente al suo
fianco,ma ancora una volta mi ritrovo a perdermi nei miei
vaneggiamenti..
Penso a quanto sia
triste tutto
questo.. l’essere umano,la sua natura.. alla sua
disperazione,Ella è stata posta come rimedio,fautrice del
vero
destino dell'uomo.
Si,anch'io sono convinto
che Bellezza
sia l'unica vera speranza di riscatto per il mondo.. una speranza
incompresa e calpestata da tutti costoro che,in cerca di un riscatto ed
al limite delle loro possibilità si abbandonano
completamente
alla dolce signora trovando pace in essa,come dovrebbe essere;ma ella
giunge infine al punto in cui deve metterli davanti ad una scelta:o
quella bellezza passionale,fugace,un istante solitario di pace senza
più futuro alcuno o la ricerca della bellezza nascosta,quel
vivere nel suo nome,la rinascita,la salvezza,la speranza.
Così bella
appare questa seconda opzione,eppure..
Cosa provi,magnifica
dea,quando ti
pregano di morire nel tuo nome?Quando si accontentano di quella
bellezza breve e superficiale rifiutando così quella seconda
opportunità per cui tu esisti?
Ti giudicano vanesia e
suscettibile..
e a torto?Chi ti vuole conoscere veramente,chi vuole vivere ancora dopo
aver assaggiato il tuo frutto proibito?Troppa la paura di non poter
più bearsi del dolce enigma dei tuoi occhi..
Speravi,angelo caduto..
speravi che
questo giovane,un giovane che pensavi di conoscere, fosse diverso.. che
chiedesse il riscatto anziché l'abbandono,che chiedesse la
vita
anziché la fuga.. troppo grande la sua colpa o troppo
potente la
tua malia,sta di fatto che,nell'ennesima notte, un nuovo sacrificio ha
ricevuto la sepoltura delle tue lacrime.
Bellezza.. o Krasatà,
come
ti chiamai io nella tua lingua madre,la prima volta che
t'incontrai,l'ennesima volta che Destino si riuniva alla sua sventurata
padrona..
Kràsnyi..
anche questa è stata una mia idea,un indizio che volevo dare
a quell'anima sfortunata.
Kràsnyi in
russo è un
aggettivo derivante da Krasatà,con una
particolarità;ovviamente vuol dire "bello" o "bella".. ma
vuol
dire anche "rosso".
Rosso.. come le labbra
di una
donna,come una rosa,come l'amore,la passione,come l'alba,come il
tramonto.. come il fuoco e il sangue,fautori di morte e
vita,così simili a Bellezza.. come i tuoi
capelli,così
serici da apparire irreali.. come i tuoi occhi che,alla luce
dell'ennesimo giorno,nuovamente si rinnovano nel pianto..
Poiché a
nessuno interessa la
natura di Bellezza,egoisticamente a tutti preme la sua dolce
illusione.. eppure ella vorrebbe essere compresa.. eppure ella vorrebbe
essere capita.
E
intimamente,credo,vorrebbe anche essere amata.
Tante
odi,superficialissimi esseri umani,per una creatura che non conoscete.
Che non volete conoscere.
-Kràsnyi?-
Sussulta a quel nome.
Evidentemente ha compreso a causa di chi Garland lo avesse chiamato a
quel modo.
-Dimmi.. -risponde
esitante. Lo prendo sottobraccio e stavolta sono io a chinare il capo
sulla sua spalla.
-Che sensazione hai
provato quando ti
ha chiamato per nome?-lo vedo impallidire,per un attimo sembra dover
scoppiare nuovamente in lacrime. Invece subito dopo ridistende le
labbra in un raro sorriso.
Volevi essere
riconosciuta e lui l'ha
fatto sull'orlo del baratro. L’ho visto mentre lo stregavi;ho
visto la sua lotta per la ragione,il suo voler trovare una
consapevolezza più profonda,più assoluta.
Hai scommesso su di
lui,hai puntato
sulla sua anima,sulla certezza che,seppure nel tuo trasfigurato
aspetto,egli ti avrebbe trovato.
Ci avevi azzeccato per
metà.
Non è una
vittoria,no.. ma è comunque un inizio,non credi..
-..Yuriy..?-
-E' stato.. bello-sussurri
piano socchiudendo gli occhi-veramente
bello.-
"Bellezza,
o triste regina,
tutto
ciò che di meraviglioso ed incomprensibile v'è al
mondo!
A
chi importa la tua natura?
Poiché
l'uomo che fugge dal meschino mondo
ha
in cuore una salvezza che tu non saresti disposta a donargli,
una
salvezza che non è per te stessa -o dolcissima sofferente!-
amata
vittima,padrona di un mondo banale e indegno!"
Fine
|