Tempesta di neve
TEMPESTA DI NEVE
Tempesta di neve sei per me.
E cosa resta di me, sotto questo
manto bianco?
E il tuo vento impetuoso, cosa
lascerà dietro di sé?
Da quando ho iniziato ad amarti
hai portato via tutto,
hai strappato parte del mio animo, e
che fine ha fatto?
Sono stato costretto a rattopparmi da
solo,
a clonare la parte mancante del mio
cuore
con l’unica metà rimasta nel mio
petto.
E non ti basta aver reso la mia anima
un mucchio di macerie!
Hai bruciato tutto, questa estate,
rogo estivo,
e adesso diventi tempesta di neve
e torni a ricoprire tutto;
prima mi hai bruciato con il fuoco
e adesso con il ghiaccio;
tu mi fai morire!
Mi fai morire, non te ne accorgi?
Ed io che prometto di detestarti
poi ti vedo tra la folla e mi
sorridi;
e quale resistenza potrei opporti, a
questo punto?
Sono tuo, il Destino mi ha legato a
te.
E chi se ne frega
quando mi dici tira fuori il
coraggio;
io non sono come te,
tu ruggisci, io miagolo;
quando mi dici che le catene me le
metto da solo,
che faccio la parte della vittima
e che credo di averla sempre vinta;
ed io ti dico che ti amo,
anzi no, non posso proprio dirtelo,
sai?
Ma lo scrivo.
Nel mio teatro in fondo sto così
bene,
anche quando sto male;
basta adesso con questo vento
o andrà via la luce nel mio brandello
di cuore.
Hai ragione, il mio non è un teatro
ma un circo, sì,
guarda la mia maschera, ti piace?
Mi dici che non ho fiducia, non ho
speranza,
tu che credi in me,
tu che mi difenderesti da ogni cosa
ma poi mi abbandoni così, in bilico,
ed io che sono reso tremendamente
fragile
da questo amore maledetto;
ho provato a levarmi l’amore di dosso
ma è rimasto lì,
perché al cuor non si comanda,
certe frecce colpiscono nel segno
e toglierle è come dilaniarsi da soli,
ancora più in profondità.
Non importa il freddo che mi lasci
dentro
tutte le volte che poi te ne vai,
quando dopo avermi trattato da re
poi mi tratti da zerbino;
io a te mi sono donato
e per te sono stato anche pellegrino,
per te ogni cosa,
solo per te.
E adesso che la geografia ci divide,
ancora per un po’,
ancora e ancora,
io sento quel freddo dentro
e la tua mancanza diventa tempesta
di neve bianca
che tutto copre
che il mio cuore congela e sopisce,
perché se solo tu mi mandassi un
segnale
correrei da te, fossi anche in capo
al mondo,
ma tu stai meglio senza di me,
la tua storia te la stai scrivendo,
io invece m’incateno ancora di più
e mi amareggio,
ma anche mi crogiolo;
hai ragione,
sto proprio bene nei panni della
vittima.
NOTA DELL’AUTORE
Non so se è venuta bene, come poesia. Però spero che sia
stata una lettura in grado di donare qualche secondo di intrattenimento.
|