Sulla tua scia

di alessandroago_94
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Tempesta di neve

TEMPESTA DI NEVE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tempesta di neve sei per me.

 

E cosa resta di me, sotto questo manto bianco?

E il tuo vento impetuoso, cosa lascerà dietro di sé?

Da quando ho iniziato ad amarti

hai portato via tutto,

hai strappato parte del mio animo, e che fine ha fatto?

Sono stato costretto a rattopparmi da solo,

a clonare la parte mancante del mio cuore

con l’unica metà rimasta nel mio petto.

 

E non ti basta aver reso la mia anima

un mucchio di macerie!

Hai bruciato tutto, questa estate,

rogo estivo,

e adesso diventi tempesta di neve

e torni a ricoprire tutto;

prima mi hai bruciato con il fuoco

e adesso con il ghiaccio;

tu mi fai morire!

Mi fai morire, non te ne accorgi?

 

Ed io che prometto di detestarti

poi ti vedo tra la folla e mi sorridi;

e quale resistenza potrei opporti, a questo punto?

Sono tuo, il Destino mi ha legato a te.

 

E chi se ne frega

quando mi dici tira fuori il coraggio;

io non sono come te,

tu ruggisci, io miagolo;

quando mi dici che le catene me le metto da solo,

che faccio la parte della vittima

e che credo di averla sempre vinta;

ed io ti dico che ti amo,

anzi no, non posso proprio dirtelo, sai?

Ma lo scrivo.

 

Nel mio teatro in fondo sto così bene,

anche quando sto male;

basta adesso con questo vento

o andrà via la luce nel mio brandello di cuore.

 

Hai ragione, il mio non è un teatro

ma un circo, sì,

guarda la mia maschera, ti piace?

Mi dici che non ho fiducia, non ho speranza,

tu che credi in me,

tu che mi difenderesti da ogni cosa

ma poi mi abbandoni così, in bilico,

ed io che sono reso tremendamente fragile

da questo amore maledetto;

 

ho provato a levarmi l’amore di dosso

ma è rimasto lì,

perché al cuor non si comanda,

certe frecce colpiscono nel segno

e toglierle è come dilaniarsi da soli,

ancora più in profondità.

 

Non importa il freddo che mi lasci dentro

tutte le volte che poi te ne vai,

quando dopo avermi trattato da re

poi mi tratti da zerbino;

io a te mi sono donato

e per te sono stato anche pellegrino,

per te ogni cosa,

solo per te.

 

E adesso che la geografia ci divide,

ancora per un po’,

ancora e ancora,

io sento quel freddo dentro

e la tua mancanza diventa tempesta

di neve bianca

che tutto copre

che il mio cuore congela e sopisce,

perché se solo tu mi mandassi un segnale

correrei da te, fossi anche in capo al mondo,

ma tu stai meglio senza di me,

la tua storia te la stai scrivendo,

io invece m’incateno ancora di più

e mi amareggio,

ma anche mi crogiolo;

hai ragione,

sto proprio bene nei panni della vittima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

Non so se è venuta bene, come poesia. Però spero che sia stata una lettura in grado di donare qualche secondo di intrattenimento.





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