Sogni
«
- Io voglio giocare a Basket!
- Ah si? E vuoi
dirmi perché?
- Beh… perché sono un campione
di Basket...»
(Hanamichi
Sakuragi)
Dopo
quella sera, sarebbe già stata una grande fortuna
se si fossero svegliati. E non tanto per la sconfitta contro quella
banda di
tossici smielati o per le minacce di morte dei vari allenatori, ma per
la
quantità decisamente schifosa di alcol che avevano ingerito
e per il fatto che,
ad un certo punto, avevano deciso di giocare a palla con la testa del
Capitano,
rischiando la morte per decapitazione.
Inoltre nessuno di loro aveva avuto la benché minima
forza di alzare dito e trascinare la propria carcassa a letto, visto
che erano
tutti disseminati in giro per casa come tranciati da una bomba
nucleare.
Quando Hanamichi si mosse, sentì una caterva di spilli
acuminati conficcati in ogni loculo del corpo, compresi cranio e
sedere. Provò
un paio di spostamenti poi si arrese, rendendosi conto che quello dove
si
trovava spalmato non era decisamente il suo comodo e morbido materasso.
- Cazzo… - proclamò a mo’ di buongiorno
e si ritrovò a
sbattere le palpebre su una testa che gli sbavava sul petto. Ovviamente
era
quel deficiente del Tappetto che anche nel sonno mugugnava le solite
stronzate
sulla loro manager.
- E che palle… - brontolò la Scimmia, con la voce
impastata, prima di mandarlo a schiantarsi di naso sul parquet; quello
non fece
tra l’altro la minima piega.
Sbuffando come una teiera si alzò, schiantandosi il
secondo successivo come un bufalo morente, mentre la
buon’anima di Sendo
spuntava a chiedersi chi diavolo fosse resuscitato dalla tomba.
- Hana, guarda che dormono – annunciò, manco gli
avesse
rivelato chissà che grande verità, e lui lo
fissò come se fosse stato scemo,
più del solito almeno.
- Lo so – borbottò, mantenendosi il coccige che
neanche
suo nonno novantenne aveva così spappolato.
- Bene, vieni a morire di qua, allora! – Esclamò
quello, scomparendo in cucina.
Resistendo all’impulso di tirargli il Tappetto dietro,
partì per il suo percorso ad ostacoli, spiaccicando un paio
di persone nel
frattempo. Quando riuscì a raggiungere
‘incolume’ la salvezza della cucina, si
ritrovò il Porcospino spalmato beatamente su una sedia e il
caos intorno. A
parte le varie vittime di vetro sparse per il tavolo, nei cassetti
probabilmente non c’era una forchetta viva e il pavimento
sembrava una pista di
pattinaggio, tanto che rischiò di rompersi l’osso
del collo sbattendo contro il
frigo.
- Bell’entrata – commentò ridacchiando
Sendo, prima di
schivare una bottiglia di birra vuota.
Hanamichi si lanciò su una sedia, afferrando una tazza
a caso e sbadigliò – C-ci sono altri sopravvissuti?
Il solito Drogato arrischiò un’occhiata fuori, poi
tossì – Diciamo di sì… Kaede
è là fuori, ma dubito che sia esattamente
vivo…
In effetti, vivo era
una parola grossa: quella volpe-bradipo era in catalessi, con la testa
che
ciondolava da un lato; da bravo imbecille, rischiava di ruzzolare
giù ad un
alito di vento. Ma perché cazzo continuava a svegliarsi, se
poi si andava a
rintanare nei posti più assurdi? Tanto valeva dargli il
sonno eterno.
Abbatterlo. Porre fine a quell’insulsa esistenza da morto che
camminava.
- Volpe… - borbottò la Scimmia, mollandogli un
calcio.
Niente, coma totale.
- Ah, lascialo in pace! – Sbottò da dentro Sendo,
facendogli venire un colpo: e tutta quella bontà di cuore,
da dove gli
spuntava? Lo fissò perplesso e quello si limitò a
scrollare le spalle – Già
l’ho trascinato giù, se lo svegli pure potrebbe
uccidermi…
La Scimmia sbuffò, buttandosi sulla prima sedia –
Fammi
capire, se avete avuto tanta immensa sorte da raggiungere i letti,
perché vi
siete trascinati giù a quest’ora?
Sendo sospirò – Beh, pensavo dovessimo finire di
sistemare ma a quanto pare sono tutti in stato
semivegetativo…
- Che anima bella che sei – lo prese per il culo
Hanamichi, prima di ritrovarsi un grugno spaventoso sotto la naso e un
principio d’infarto.
- Dannazione, Gori! Non essere così maledettamente
allegro che mi fai venire un colpo! – Ironizzò,
mentre Akagi si strascicava
verso la salvezza di una sedia, con l’aria da Apocalisse.
– ‘giorno – si limitò a
brontolare, aprendogli un
giornale in faccia.
La Scimmia alzò gli occhi al cielo, miracolosamente
chiudendosi il forno, quando li raggiunse una specie di barrito da
elefante
morente.
- Cazzo, che dolore! – Si lamentò il Signor
Raffinatezza,
facendo il suo ingresso con una mano incollata alla schiena. Tempo tre
secondi
e fregò la sedia alla Scimmia, il giornale al Gorilla e la
tazza a Sendo; in
meno di qualche istante, erano seriamente tentati di fucilarlo.
- Senti un po’, ho trovato i cadaveri di un paio di
vasi, in camera tua. Ne sai qualcosa? – Sbottò
Akagi, mentre il Teppista
fingeva di aver imparato a leggere il giornale.
- Mi hai sentito? – brontolò, pericolosamente
vicino al
ringhio.
Il Teppista alzò gli occhi al soffitto, con uno sbuffo
che gli avrebbe valso la pena di morte, e un gestaccio dei suoi
– No, Gori. Non
sono responsabile di ogni oggetto della casa che decide di
suicidarsi…
- Se, infatti. I cocci hanno deciso di trascinarsi
nella vostra camera di loro spontanea volontà!
- Ma cazzo, c’è anche il Tappetto mica solo io! E,
per
tua informazione, ci sono come minimo altri tre rompipalle a cui puoi
dare al
colpa! – Belò quello, mentre Hanamichi
già alzava le sue innocenti manine al
cielo.
- Io non ho fatto niente.
- Io questa la chiamo coda di paglia, tesoro… –
gli
fece dolcemente quel bastardo, battendo le palpebre.
- Va al diavolo!
- Sì ti amo anch’io – replicò
il Teppista e giù a
menarsi di primo mattino, che poi era mezzogiorno ma era un dettaglio.
- Buongiorno! – Trillò felice e pimpante, e
probabilmente drogata, la manager della compagnia, menando i primi
calci a quei
due che si rotolavano sul pavimento. – Che bello, sono
già tutti pronti a
lavorare! – Esclamò, fiondandosi sul
tè.
– Oh, non credo proprio! – Sbottò Sendo,
quasi
scandalizzato, mentre Akagi mormorava qualcosa come “oggi li
stermino tutti”.
Che poi non serviva la sua radiosa presenza, visto che
quelli erano capacissimi di mandarsi giù come birilli da
soli: i due
nanerottoli del giardino pensarono bene di unirsi alla mischia,
cosicché ce n’erano
quattro di idioti da spartire.
Dopo una settimana con quel manicomio, il Porcospino
non chiedeva manco più se fosse il caso di dividerli e alla
fine pensò bene di
scavalcarli e avviarsi allegro e felice verso il piano di sopra. Tutto
mentre
Ayako chiedeva la grazia per la duecentesima volta alla santa Pazienza
e Akagi
si rituffava nel giornale, come se non fosse scoppiata la terza guerra
mondiale
sotto al suo naso.
- Ah, bastardo! Guarda che sono un povero convalescente
io! – Sbottò ad un certo punto il Teppista tra le
imprecazioni degli altri.
- Aha! Certo, quando ti pare te lo ricordi, eh? –
Mugugnò Miyagi, in ‘time out’.
Ecco, ora ricominciava come una moglie petulante.
- Tappetto, cominci ad essere rompicoglioni…
- E tu mi stai regredendo allo stadio di imbecille
cronico! – Rimbeccò lui.
Si guardarono in cagnesco fino a quando Ayako non
decise di averne pieno il cranio e li spedì a cianciare
fuori, sperando che
l’aria rinfrescasse i neuroni.
- Abbiamo la cerimonia di premiazione oggi… - fece poi
al Capitano che sbuffò – Ohcchebello.
La ragazza ghignò – Dai, solo perché
hai perso con Isao
non puoi fare quella faccia da omicida…
Per tutta risposta, Akagi le grugnì qualcosa – sai
che
voglia di rivedere tutti quegli altri mentecatti…
- Sì – lo liquidò lei – ma
ricorda che poi torniamo a
caaaasa! Non dovrai sorbirteli più… almeno nelle
poche ore di pace casalinga…
- Alleluia. Attualmente è la cosa che più mi
rende
felice proprio.
Nel frattempo, l’allegra brigata si ritrovò fuori
con il campetto di
basket a intonare dolci melodie e la palla di basket a fare
l’occhiolino; pessima
combinazione.
Detto fatto, la Volpe dormiente si ritrovò a svegliarsi non
con un
dolce e sonoro cinguettio di usignoli, ma con le imprecazioni da
camionisti di
quei quattro esagitati. Batté le palpebre un paio di volte,
giusto per
ricordarsi dov’era, e si arrischiò ad aprire
occhio: in quell’istante, la
Scimmia era spiaccicata a terra mentre lo scorfano si spanciava,
rischiando di
perdere la dentiera. Richiuse gli occhi e sbuffò; non era
proprio il massimo
risvegliarsi con una visione talmente orripilante.
- Ehi Volpe, bentornato nel mondo dei vivi! – Lo prese per il
culo il
Tappetto, mentre lui tentava di muovere la schiena dolorante.
- Hn, preferivo morire a questo punto.
- Se vuoi siamo ancora in tempo… - alluse la Scimmia Rossa,
con il
solito ghigno sadico.
Rukawa nientemeno gli sbadigliò in faccia – Ho
troppa poca voglia per
darti retta, Idiota.
E via a smadonnare per il campo, mentre quello rientrava in casa
sommamente impassibile, salvo ritrovarsi a sbuffare alla vista del
Capitano
seduto in trono. Ecco, lo diceva lui che era meglio dormire e basta. Se
il
risveglio era quello!
- Hn, ‘giorno – mugugnò, lanciando una
vaga occhiata ad Ayako che,
giuda come poche, se la svignò alla velocità di
una lepre.
Akagi gli lanciò la solita occhiata di morte, poi
ritornò a dedicarsi
a quel dannato giornale.
Beh, se lui voleva fare il gioco del silenzio non si disperava di
certo, pensò la Volpe, mentre cercava di attraversare
indenne la zona di guerra
per raggiungere la pace del salotto.
- Mi ha richiamato quel Sarutobi – mugugnò
all’improvviso Akagi.
E amen. A quanto pareva, doveva proprio rovinarsi la giornata con
quella storia.
- Bene – bofonchiò nella speranza che capisse di
non dovergli rompere
il cranio.
- Mi ha chiesto di dirti di deciderti - continuò ancora
Akagi,
sbattendosene allegramente a quanto pareva.
E fortuna delle fortune, fu proprio fu proprio il rompipalle
honoris causa a venirgli incontro con un diavolo per
capello e con l’aria di voler trucidare qualcuno. Quello
doveva avere un radar
per gli affari decisamente non suoi, altro che orecchie.
Rukawa sospirò, lanciando un’occhiata a quel
mostro che si ritrovava
come Capitano – Grazie – grugnì,
avviandosi in salotto, prima che Hanamichi
partisse in quarta a spaccargli i coglioni.
- Non c’è di che – replicò,
sadico come pochi, ritornando a leggere il
giornale con somma impassibilità.
Sì, e lui doveva sorbirsi l’esagitato. Aveva
più energie lui di un
bambino di sette anni stracarico di zuccheri.
- Idiota, piantala di ballarmi intorno – mugugnò,
mentre cercava di
buttarlo giù dalle scale.
- E no, visto che ne stavate parlando…
com’è finita con quella cosa?
Eh? Eh? – Lo investì, senza manco vedere dove
diavolo metteva i piedi.
Rukawa alzò gli occhi al cielo: la santissima pazienza
doveva aver
raccattato armi e bagagli, soprattutto visti gli extra di quella
settimana.
- Non rompere i coglioni – replicò, mentre gli
mandava la porta sul
naso.
Hanamichi la aprì con un diavolo per capello – Eh
no! – Poi si bloccò
alla vista di Sendo che, povera anima pia, aveva incautamente pensato
di
risposarsi. Segno che ce n’erano di illusi a quel mondo.
Rukawa si bloccò un
millesimo di secondo, poi tirò per la sua strada,
raccattando la divisa di
Kanagawa.
- Volpe, non ignorarmi! – Sbottò la Scimmia,
mentre quasi gli finiva
addosso. – Andiamo, parla!
- Ma la pianti di starmi tra i piedi? Mi devo cambiare –
ribatté
quello, sventolandogli la divisa sotto al naso. Magari al suo cervello
bacato
serviva un supporto audio-visivo, per cominciare ad ingranare.
- Aha, usa una scusa migliore!
- Ma che cazzo di scusa… - cominciò, reprimendo
davvero l’istinto di
mollargli un calcio. Come a dargli una mano, la voce di Ayako scese
dall’alto
dei cieli a gridare un “alzate i candidi culi e muovetevi a
prepararvi”. A quel
punto lo guardò come se avesse tutta la ragione del mondo e
Hanamichi sbuffò –
Tanto ti seguo – assicurò.
A quel punto Sendo si alzò tipo leviatano che risorge dalle
acque e
sospirò – Che volete, un po’
d’intimità?
A quell’uscita lo guardarono manco avesse proferito la
più grande
stronzata dell’Universo e cominciarono a maledirsi
all’unisono.
- Mi sono già spaccato la testa due volte per darti retta,
Idiota… -
se ne uscì Mister ho sempre una parolina giusta, mentre se
infilava la porta
del bagno.
La Scimmia sbuffò – Se tu fai cretinate non
è colpa mia!
- Beh, tanto la cosa sta per risolversi, no? –
Replicò lui,
sbattendogli la porta sul naso.
E vaffanculo. Quando la Volpe ricominciava con la storia di andarsene,
gli veniva la voglia di spaccargliela in due quella testa vuota che si
ritrovava.
- Dannatissima Volpe… - brontolò, mentre gli
veniva la mezza idea di
tirargli dietro la valigia.
Sendo sospirò per l’ennesima volta, mentre si
infilava la maglia del
Kanagawa – Ma la pianti una volta tanto?
- Porcospino, tu non puoi capire – belò la
Scimmia, lanciandosi a mo’
di sacco sul letto della Volpe.
- Oh, capisco benissimo. Se tu continui a fracassargli il cranio
è
normale che ti risponde così – replicò
invece quello, calmissimo e limpido come
il sole.
- Chissenefrega di come risponde! – Scattò lui, ma
Sendo sorrise – Sì,
sì. Se non ti fregava non avresti provveduto a spaccargli
così allegramente la
testa per ben due volte… - insinuò, mentre se la
svignava. Alla fine, lo lasciò
a sbraitare alla porta come uno psicotico allo stadio terminale.
Al
piano di sotto, intanto, i vari casi cronici della casa
trascinavano gli arti in cucina, dopo aver sistemato le loro camere. Sistemato.
Un eufemismo per dire che, molto probabilmente, le minacce di Eiko
Hisae
avrebbero raggiunto Kanagawa provocando un incidente diplomatico di
proporzioni
gigantesche.
- La volete mollare, razza di deficienti? – Sbottò
il Capitano, quando
l’ennesimo coltello gli volò a pochi centimetri
dal grugno.
Il Teppista sospirò – Potresti anche spostarti,
Gori… - replicò, come
se fosse normale starsene in una cucina a tirarsi posate, dopo aver
sudato come
alla maratona di New York.
- Che dici se te lo ficco in gola, invece? –
Grugnì in risposta
quello. Mentre cominciavano a mandarsi maledizioni, Fujima
entrò vestito di
tutto punto, con l’aria di chi doveva fare un discorso alla
nazione.
Miyagi gli lanciò un’occhiata scocciata
– Dove devi andartene?
Quell’altro lo fissò un attimino come se avesse
battuto la testa –
Abbiamo la cerimonia di premiazione…
- Assì? – replicò il Tappetto con
l’aria da ebete.
- Tanto noi che centriamo? – Se ne uscì il
Teppista, facendo venire un
colpo al povero martire accanto a lui.
- Che centrate? Mi avete afflitto l’anima fino ad ora, quindi
vi
sorbirete pure la cerimonia e non voglio sentire lamentele, intesi?
– Sbottò il
Gorilla tanto minaccioso che quei due non provarono nemmeno a
contestarlo. –
Bene. Vado a prepararmi – annunciò, come se avesse
avuto l’inferno alle
calcagna.
- E muoviti, che non vogliamo aspettare troppo alla tortura!
– Gli gridò
dietro Mitsui, rischiando la decapitazione due istanti dopo. Al coro di
lamentele seguente si aggiunse anche un altro decerebrato che aveva la
faccia
di chi ha scoperto che Natale viene una sola volta l’anno.
- Che palle – annunciò, accasciandosi accanto al
Teppista.
- Benvenuto nel Club, Scimmia – sbuffò Miyagi.
– Il Gorilla ci ha
appena caldamente ricordato che o andiamo alla cerimonia o
probabilmente ce ne
torniamo a casa a piedi.
- Idem per Maki – grugnì Kiyota.
- Ah, piantatela. Almeno poi si torna a casa – fece Fujima,
con un’
espressione che ‘sollevata’ era dire poco.
La Scimmia si illuminò come una lampadina –
Possiamo ritornare a
giocare! – Esclamò, ma una voce intervenne
allegramente a smontarlo – Forse –
gufò Jin entrando già tutto preparato.
Tre paia di occhi lo fissarono assassini – E cioè?
- Beh, Akagi dice che se non ti controlli il ginocchio puoi anche dire
addio ai sogni di gloria…
Il Teppista sbuffò – Sì, sì.
Sono tre anni che lo dice… si sta
rincitrullendo…
- E noi che centriamo? – Cominciarono gli altri due sfigati.
- Beh, il Capitano non mi sembra tanto convinto a farti rigiocare Nobu
e tu, mi sa che morirai prima del ritorno a casa.
Altro che angelico, quello era l’angelo della Morte,
pensarono
praticamente all’unisono. E se Kiyota partì in
quarta alla ricerca del suo caro Capitano,
pronto allo scontro
all’ultimo sangue, Miyagi pensò bene di non
muovere muscolo: aveva una vaga
orribile sensazione.
Sensazione che divenne fatto quando la voce melodiosa della sua cara
Ayakuccia penetrò le pareti, svegliando i morti.
Teppista e Tappetto si guardarono con la mezza idea di fare
testamento, poi Hanagata spuntò con la maglia del Kanagawa
in spalla – Aehm,
ragazzi… Ayako dice che dovete sistemare la
camera… - disse, con aria
scioccata; a giudicare dalle urla, aveva capito che quella donna era la
rincarnazione del Dio della Guerra, altro che pover’anima del
gruppo.
Sbuffando e maledicendo il mondo, si strascicarono al piano di sopra
con la velocità di tartarughe zoppe, pronti alla
sfacchinata. Alla fine si
resero conto che c’erano davvero dei cocci sparsi per il
pavimento ma, sorprendentemente,
il Teppista davvero non aveva fatto nulla, quella volta.
Dieci secondi dopo, Miyagi ebbe l’infausta idea di accusare
la
Scimmia, già scazzata per il round di boxe con suo Capitano,
e partirono tutti
allegramente per la scarpata della deficienza; probabilmente, andando
avanti
così la camera ne sarebbe uscita totalmente distrutta.
E la cosa non migliorava nella stanza accanto, dove la camera era
linda e splendente causa ‘casalinga perfetta alias Porcospino
drogato’, ma nel
suo destino stava per abbattersi un bell’uragano forza dieci
dall’aria
decisamente scazzata.
Rukawa finì di infilarsi la felpa col suo bello e splendente
numero
undici, poi si girò per la dodicesima volta a sbuffare
contro quel cretino
immane – Ecco fatto, mi sono anche cambiato con un Idiota in
camera, può
bastare?
Hanamichi ghignò – Ti piacerebbe. Ora che sei
tutto strigliato, hai
anche il tempo di parlare.
La Volpe alzò gli occhi al cielo – Che rottura di
coglioni.
- Devo menarti di nuovo? – Minacciò la Scimmia e
quella volta
l’androide quasi ebbe una reazione – Hn, ci sei
riuscito giusto perché non
volevo sporcarmi le mani.
- Ma vaffanculo, Volpe! Sono più forte di te e lo sai!
– Se ne uscì
quello, scattando in piedi.
- Sei fortunato, Idiota, nient’altro –
ribatté quello.
Ecco, ora gli risaliva la voglia di dargli una testata, ma dovette
risparmiarsi
per tempi migliori visto che un improvviso terremoto li
mandò tutti al creatore
nell’arco di dieci secondi. Ok, più che un
terremoto era un ruggito tipo re
della foresta che li portò a sfracellarsi dalle scale a
tempi record.
- Gorilla, ma che diavolo ti è preso? –
Sbottò il Teppista, che quasi si
era visto perdere la gamba in volo.
- Io lo dico che sei stressato, hai bisogno di una casa di cura!
– Gli
andò dietro Hanamichi.
- Mi è preso, razza di parassiti a tradimento, che siamo in ritardo! Come sempre dannazione!
–
Spiegò lui, senza manco darsi la pena di fermarsi un attimo;
praticamente volò
per e scale del Tempio e li spalmò tutti nei taxi tipo
sottilette. Ancora una
volta i poveri tassisti di Chiba furono costretti a macinare mezza
città
causando mezza dozzina di incidenti, per poi mollarli allo stadio con
un
sospiro collettivo di liberazione dal male.
Con un po’ di fatica data la tarda età e
l’Alzheimer, riuscirono ad
alzarsi e a raccattare la propria roba sparsa in giro per il mondo, per
poi
entrare correndo come dannati.
- Ragazziii! – La voce melodiosa della padrona di casa, li
richiamò
dall’alto dei cieli in mezzo alla baraonda della sua squadra;
fece un paio di
gesti, facendosi prendere allegramente per psicotica, indicando gli
spogliatoi
dove buttare le borse. Alla fine della corsa riuscirono ad abbandonare
i
borsoni, a risalire il fiume di gente, controcorrente giusto per fare
un po’ di
allenamento in più, e a ritrovarsi dietro quelli dello
Shiroi a tempo record.
- Ma è mai possibile che non siate mai puntuali voi altri?
– Li salutò
Heiji, mentre quelli perdevano amenamente un polmone dalla fatica.
- Sai com’è, dobbiamo distinguerci noi…
- riuscì a fare con un filo di
voce Maki.
Eiko scosse la testa, guardandoli disgustata, poi annunciò
– Oh,
dobbiamo metterci nello spiazzato lì. Siamo in ordine
alfabetico, quindi voi siete
terzi tra Ichihara e Nara.
Con un gesto che ricordava tanto il nuoto sincronizzato, Sendo e Akagi
alzarono contemporaneamente gli occhi al cielo con un “Che
bello” che fece
sbellicare dalle risate una ventina di persone. Tra le stronzate delle
tre Scimmie
e la sopportazione di tutti gli altri, riuscirono a muovere qualche
passo e si
ritrovarono nell’enorme spiazzato da dove era iniziata tutta
quella cosa.
- Ora che ci penso, questo posto è più grande
dello Stadio di Kanagawa
vero? – Fece Jin, dietro a tutti col naso
all’insù.
- Già… - rispose Maki, ma quell’altro
imbecille dello Shiroi cominciò
a imbrodarsi tanto che Mitsui ebbe la mezza idea di fargli uno
sgambetto e
lasciarlo lì a marcire.
- Beh, è vero! – Belò Kiyuwa.
– Volete mettere Kanagawa con Chiba? –
Fece, in via puramente ipotetica visto che lo guardarono tutti come se
fosse
imbecille.
- Dobbiamo risponderti? – Grugnì Miyagi, pronto
alla battaglia
patriottica.
- A Kanagawa ci sono meno idioti – proclamò
Hanamichi, mentre Eiko e
Ayako cominciavano a sghignazzare.
- Se vogliamo proprio andare a scavare, penso siamo pari in quando ad
idiozia… - cominciò la loro manager, pensando a
tutta la banda di mentecatti
che aveva conosciuto e con cui si era ritrovata a vivere.
- Sono d’accordo – replicò Eiko, mentre,
guarda caso, passavano da
quelle parti proprio quelli dell’Ichihara in nero/rosso.
- Oh, Eiko! – Fece Isao, col solito sorrisone a tremila denti.
Occhei, l’allenatrice pareva avere più che altro
una paresi facciale e
rispose con una specie di “’ao”.
- Su, non fare quell’espressione! Sarà per la
prossima volta! –
Proclamò allora allegro e bastardo lui, visto che lo Shiroi
era l’eterno
secondo da almeno duecento anni.
- Mmh, prima vi conviene riprendervi il vostro caro secondo
posto… -
fece Seiji Morita, sempre pronto a rompere i coglioni.
Kiyuwa si trattenne un attimo dal staccargli la testa, poi
ghignò –
Aspetta che torniamo ai regionali
senza
questi di Kanagawa…
- Come se la cosa fosse minacciosa! – Lo prese per il culo
Kita.
Ovviamente le quattro mascotte di Kanagawa pensarono che tutto
volevano fare, tranne che stare a sentire il loro affari do condominio
e, come
era prevedibile, cominciarono a rompere le righe e a rotolare un
po’ ovunque.
Isao da brava anima qual’era, mandò un segnale di
morte ai suoi
dementi compagni di squadra e sorrise – Spesso è
solo fortuna – come se la cosa
dovesse consolare qualcuno.
Heiji Hisae sorrise – Già – fece
neutrale, poi si affrettò a
svignarsela prima della rissa.
Quando quelli dello Shiroi si avviarono, ameni come zombie, nella
postazione in fondo allo stadio, Isao si ritrovò davanti
tutto il branco di
Kanagawa più sparpagliato che mai – Beh, tra
quattro anni c’è una nuova sfida!
Akagi ghignò – Ma la prossima volta sarete voi ad
essere ospiti.
Kaoru Hiroya sorrise – Tremò all’idea di
come sarà composta la nostra
squadra dei Best!
Il Teppista lo fissò – Però ci saranno
tre Guardie di Kanagawa, non
una – fece, mentre Jin annuiva.
Kaoru, come al solito, scrollò le spalle – Meglio.
Cominciarono a cianciare di maledizioni e minacce varie, tipo
“sta
volta ci sarà anche il Genio” e amenità
del genere, quando Rukawa perse dieci
vite ritrovandosi quel dannato di un Fantasma alle spalle.
- Dio Santo, vuoi accopparci un’Ala per caso? –
Sbottò Miyagi, mentre
la Volpe si riprendeva dall’infarto multiplo.
Aki, pacioso e impassibile come sempre, batté le palpebre
– Ero a
mangiare.
Ovvio. Figurati se quello si preoccupava di una cosuccia come quella
manifestazione.
Isao sbuffò – Meglio tardi che mai!
- Ci vediamo a Kanagawa – annunciò invece lui,
soprattutto a Rukawa
che poi meno di così non poteva fregarsene.
- Hn – grugnì, felice come una pasqua,
evidentemente.
Sendo lo fissò come se non fosse tanto convinto che Isao
l’avrebbe
lasciato vivo per allora, poi ebbe altro a cui pensare. Tipo guardare
il suo
omonimo che arrancava sulle stampelle come un granchio, con appresso
tutti
quelli del Nara.
Ora, lui era tanto una persona pacifica, ma quella scena gli riempiva
tanto il cuore di “lo sapevo” o “ben gli
sta”.
- Stai sbavando… - gli arrivò la voce della Volpe
e lui sorrise – Non
sono così bastardo.
- Hn, certo – grugnì quello, ma tanto gli leggeva
nel pensiero.
A passo di morte, arrivarono fino da loro, bloccando ulteriormente il
passaggio.
- Akira! Come va la gamba? – Fece tutto amorevole Isao,
mentre quello
si fulminava alla vista di Aki – Bene –
brontolò.
- C’eravamo anche noi, brutto volo… -
commentò Maki, seguito a ruota
da Fujima, Akagi e Ayako. Tutti dolci, carini e da carie.
Hanamichi si trattenne miracolosamente da dire scempiaggini,
soprattutto per l’armadio di due metri che aveva spiaccicato
la Volpe in
partita un paio di volte.
- Volpe, è quello che ti ha mandato culo all’aria,
vero?
- Va al diavolo – rispose, prima di spostarsi verso luoghi
più felici.
Intanto anche gli altri cominciarono a spostarsi, soprattutto per la
fiumana di gente che cominciava a mollare calci.
- Ci vediamo a Kanagawa – grugnì Miasami a nessuno
in particolare,
guardando però Sendo che scrollò le spalle
– Sì, vedremo.
Dall’altra parte, c’erano i due Gorilla che si
guardavano in cagnesco;
o meglio, Akagi aveva l’aria di uno che aveva ingoiato un
limone e Isao l’aria
di un drogato particolarmente allegro.
- Beh, Take. Sono in vantaggio io!
Akagi sbuffò – Se, per poco!
- Tanto ci rivediamo quest’estate e vediamo di riprendere
quella cosa
dell’uno contro uno….
- Ma tanto lo sai che da solo contro di me non hai speranze!
– Esclamò
il Gorilla, spostandosi dietro alla sua squadra, verso destra.
- Sì, lo dici tutti gli anni! – Replicò
Isao, andando invece verso
sinistra.
Impiegarono una grande quantità di energia per mettersi
buoni in fila,
soprattutto per far capire a quei rammolliti che loro, al massimo,
erano
riserve quindi dovevano andare dietro.
- Ma che palle! – Sbottò il solito Idiota, quando
la Volpe lo rispedì
in fondo con una gomitata.
- Ma la pianti? Stattene buono una volta tanto.
- Volpe, tu non parlare che per come hai giocato in questa settimana
non potresti nemmeno fare la riserva! – Andò in
escandescenze lui,
mentre
Rukawa manco lo stava a sentire.
- Ehi Sakuragi! – Chiamò lì a fianco
Isao.
- Che vuoi?
- Giocherai anche tu la prossima volta, vero?
- Ohoho certo! Con il Genio sarà tutta un’altra
musica! – Si imbrodò
mentre praticamente mezza squadra lo mandava a quel paese.
- Che incubo… - mormorò invece Rukawa, pronto a
suicidarsi prima della
fatidica data.
- Ma tanto tu non ci sarai no? Di che t’impicci?! –
Ribeccò
aggressivamente la Scimmia Rossa, stranamente zittendolo.
Sendo, davanti alla Volpe, sospirò – La pianti di
dire queste
cretinate?
Hanamichi sbuffò – Beh, Porcospino, meglio anche
per te che non te lo
ritrovi contro il Ryonan!
Il Drogato li fissò un attimino, poi scrollò le
spalle – Mah, forse un
po’ di dispiacere lo proverei.
A quel punto lo guardarono manco avesse fatto una dichiarazione
d’amore.
Hanamichi cominciò a ridere, facendo girare mezzo stadio.
- Che diavolo ti salta in mente? – mugugnò invece
la Volpe.
- Dai che mancheresti a tutti, persino a questi trogloditi! –
Esclamò
Sendo, mentre la Scimmia Rossa si faceva andare qualcosa per traverso
– Aha! A
me no di sicuro, farei una festa come minimo.
- Non sai la sofferenza che sto provando… - gli
sibilò dietro la Volpe
poi, fortunatamente, una voce dall’altro dei cieli rese tutti
sordi proclamando
l’inizio della cerimonia di chiusura, che non fu meno folle
dell’intera
settimana.
L’Ichihara venne ovviamente premiata come vincitrice del
torneo con
una coppa che poteva tranquillamente illuminare la Nazione, lo Shiroi
fu
premiata come terza classificata e, a sorpresa, portarono a casa anche
il
premio come “migliore allenatrice” per quella
strega di Eiko; il Nara si
accontentò del quarto posto, una gamba rotta e
l’ennesima sparizione del loro
pseudo-allenatore psicopatico.
Poi toccò a loro e lì furono risate.
Ci fu il momento toccante in cui il Gorilla alzò la coppa
del secondo
posto, poi andarono a rompere le palle al vecchio Anzai con un
riconoscimento
alla carriera o qualche menata simile, portando alle lacrime il duro e
puro
Teppista del gruppo. Ad un certo punto, proclamarono la sospensione del
premio
come “migliore matricola” visto che non sapevano
decidersi tra la Volpe
congelata e il Fantasma sociopatico ed ebbero la splendida visione di
un Idiota
che difendeva a spada tratta il suo compagno di squadra, strappando non
poche
prese per il culo.
- E meno male che la odiavi la Volpe! – Esclamò il
Teppista,
trattenendolo per la maglia.
- Ehmbé? Vuoi mettere lui con quel cosetto lì?
– Sbottò la Scimmia,
mentre dal palco il Gorilla gli prometteva indicibili torture.
Dopo averlo imbavagliato, riuscirono ad andare avanti con due ciance
degli organizzatori, chiacchiere degli allenatori e amenità
per un’intera,
noiosa ora.
Verso le cinque ci fu “l’amen, andate in
pace” che sentenziò la fuga
generale, come se stesse andando al fuoco il palazzetto.
Fortunatamente, o
sfortunatamente dipendeva dai punti di vista, il loro caro autista con
l’autobus più folle del mondo arrivò a
prenderli proprio lì fuori, ripieno di
bagagli e borse varie.
- Ohcchebello, non dobbiamo farci la strada del Tempio! –
Esclamò
Kiyota il bradipo, illuminandosi.
- E neanche le scale! – Gli andò dietro il
Tappetto, cominciando a
saltellare.
- Figo l’autobus! – Esclamò Kiyuwa, alle
loro spalle, l’unico
abbastanza non sano di mente che poteva trovarlo bello.
Eiko sorrise – Sembra passata solo un’ora da quando
sono venuta a
prendervi!
- Fortunatamente no! Sai che vuol dire rivivere una cosa simile?!
–
Sbottò Akagi, mentre già afferrava i vari cretini
per spedirli a calci dentro.
L’allenatrice ghignò – Oddio se questo
era un assaggio, comincio a
capire… beh, buon viaggio! – Fece, abbracciando
Ayako. – E fatevi sentire!
I soliti bavosi approfittarono per stritolarla un attimo, sotto lo
sguardo omicida del fratello, poi si arrivò al cyborg in
persona e la ragazza
sorrise – Beh, Kaede, vedi di dormire meno!
- Hn – fece come al solito lui, miracolosamente stringendole
la mano,
poi si girò verso Heiji
– Allora, gemello, ci
vediamo tra un paio di anni!
Rukawa lo mandò mentalmente al diavolo poi sentì
un freddo gelido
passargli per la schiena, quando Eiko disse qualcosa come “ma
forse anche
prima”.
- Ma anche no – brontolò lui, salendo velocemente
sull’autobus.
- Rompiscatole! – Gridò lei, prima di salutare gli
altri.
Dopo tante e varie smielature, si ritrovarono di nuovo su
quell’autobus con la sensazione che fosse passata una vita,
altro che
settimana.
Quando poi la porta si chiuse e si lasciarono dietro lo stadio,
qualcuno si sentì quasi vagamente commosso.
- Stiamo tornando a casa – fece Ayako, mentre si sedeva
accanto al
Capitano.
- Già.
- Poi abbiamo una bella vacanza e potremo non vederli per un
po’ –
continuò ancora lei, fissandolo.
- Già.
- Contento?
Akagi le spedì un’occhiata – Forse
no.
[][][][]
-
Potremmo pensare tipo a cosa è servita la trasferta!
– Fece ad un
certo punto del viaggio la solita Scimmia Idiota dal fondo
dell’autobus.
Mitsui, addossato al finestrino, sbuffò –
E’ roba da alcolisti
anonimi, Hana!
- E poi non credo che avete avuto tutta questa importanza voi altri
–
ribatté Hanagata, rischiando un paio di bottiglie vuote sul
cranio, mentre sia
Sendo che Fujima ridevano.
- Beh, la Volpe non è più in un altro mondo ed
è già un passo avanti –
fece il Teppetto, indicando Rukawa che, nientedimeno, se ne stava nel
penultimo
sedile, tra loro.
- Sì, il Dio è sceso tra gli uomini…
cazzo ci frega a noi della Volpe!
– Sbottò invece il Teppista.
Jin, accanto a Rukawa, sembrava prendere la cosa sul serio e
cominciò
– Beh, magari c’è maggiore amicizia tra
le squadre di Kanagawa…
E boom. I soliti tre di Shohoku, Scimmia del Kainan e persino Sendo
cominciarono a sbellicarsi alla faccia del Santone dolce e carino;
avevano
scoperto che anche il Porcospino possedeva una sua vena sadica,
però Jin
restava il caro, tenero e angelico Jin. Niente da fare.
Ovviamente il suo caro Capitano arrivò in soccorso da
lontano con un “Beh
è possibile.”
- Io di certo la prossima volta non ci vengo manco morto! –
Proclamò
Kiyota.
- Alleluia allora! – Sgrugnì il Teppista.
- Razza di scorfano, se ti sei autoinvitato pure tu!
E giù a morsi e calci, mentre l’idea degli
alcolisti anonimi
cominciava a piacere alle mamme del gruppo.
- Si potrebbe fare qualcosa ora che torniamo in vacanza… -
cominciò
infatti Fujima che, evidentemente, aveva coraggiosamente ignorato le
loro espressioni
schifate.
Maki scrollò le spalle – Per me va bene.
- Non contate su di me! – Si sgolò il Gorilla, che
non ci teneva certo
a rivederli molto presto.
- Oh, non dire stronzate Gori, certo che vieni! –
Sbottò Mitsui.
Per tutta risposta Akagi lo illuminò col suo migliore ghigno
da sadico
– Oh, è ovvio che
io e te ci vedremo,
Teppista… spero per caso che ti lasci andare amenamente da
solo dal
fisioterapista?
Ecco, giusto per non far sapere niente a nessuno.
Mitsui sbuffò – Questa si chiama mancanza di
fiducia, Gori.
- Io la chiamo “conoscere i propri polli”, invece.
- Ti odio – affermò con sicurezza il Teppista,
mentre quell’altro gli
dava le spalle, segno che meno di così non poteva fregarsene.
Aspettarono giusto qualche istante, poi Sendo riprese
l’argomento che
stava proprio a cuore a tutti – Io comunque ci verrei ad una
riunione.
Jin annuì – Anch’io. E anche Nobu.
- Preferirei suicidarmi – rimbrottò quello, mentre
Jin lo liquidava
serenamente. - E tu Kaede? - Domandò invece a Rukawa che
sospirò – Io non ho
comunque niente da fare.
La solita Scimmia dal tatto di un vichingo si alzò, quasi
saltandogli
in braccio – Non devi trasferirti?
- E perdermi le tue dolci parole romantiche? –
Ribatté la Volpe
ironica, buttandolo a terra.
Hanamichi si illuminò per un istante, poi fece una smorfia -
peccato,
speravo proprio di non vedere più quel tuo brutto muso, dal
prossimo anno in
poi…
Rukawa sbuffò – Sì, lo dici tutti gli
anni.
- Ma c’ero andato vicino così sta volta...
– si lamentò quell’altro,
mentre al Volpe si sfiorava la fasciatura alla testa – Almeno
mi evito altre
testate inutili.
Hanamichi si buttò in orizzontale sui sedili dietro a lui e
Jin e
mormorò – Ecco, ricordatelo quel dolore quanto ti
salta in mente da fare
un’altra stronzata del genere.
Rukawa alzò gli occhi al cielo – Sì,
moglie rompicoglioni.
Ci fu un attimo di silenzio quasi romantico, che venne rotto
ovviamente dal solito imbecille che saltò su cinguettando un
“che cariiiiini”
che fece perdere la milza a tutti e gli guadagnò un paio di
pugni in testa per
uno.
- Ho solo detto quello che pensavano tutti. Non è che ci
nascondete
qualcosa voi due? – Sbottò Kiyota, massaggiandosi
la testa.
Hanamichi sbuffò – Certo, non lo sapevi che io e
la Volpe stavamo
segretamente insieme?
Rukawa sospirò – Ovviamente ero in punto di morte
quando ho accettato…
Continuarono a lanciarsi idiozie e stronzate ambigue tipo pollaio fino
al cartello con la scritta a lettere cubitali
“Kanagawa” che li spedi in brodo
di giuggiole. Solo la sovraumana pazienza di Akagi convinse
l’autista a non
mollarli in mezzo al nulla e a raggiungere almeno le prime case del
centro.
Manco a dirlo, appena si vide la prima finestra li piantò
con un paio di
maledizioni e portandosi le valige dietro.
- Ma povero vecchio, l’avete esaurito! –
Sbottò Ayako.
- Andiamo Aya, ha avuto una settimana per riposarsi… -
mugugnò il
Teppista come se non fosse neanche lontanamente possibile che qualcuno
potesse
stancarsi di loro.
- See. Ora ci tocca farci venire a prendere –
brontolò Akagi, ma
qualcuno aveva un’ idea migliore.
- Io so cosa fare, se i guastafeste delle altre squadre
vogliono… -
saltò su Hanamichi, facendo tremare tutti per riflesso
incondizionato.
Ci furono un paio di mormorii di assenso e quello squinternato si
avviò velocemente verso la metropolitana, senza essere
peraltro seguito da
nessuno.
Si girò con l’aria del capo rivoluzionario e
gridò – Allora?!
Akagi sospirò – Tanto ormai peggio di
così…
E si avviarono a seguire quel cretino come un ameno branco di
kamikaze.
- Menomale che l’autista si è portato via anche le
valige… - grugnì il
Tappetto, con tutti gli altri sollevati quanto lui.
Come da copione, si ritrovarono spalmati in metropolitana sotto lo
sguardo preoccupato dei poveri ignari cittadini, a guardare perplessi
dai
finestrini.
- Idiota, dove diavolo ci stai portando? – Grugnì
il Teppista, ma
quello si limitò a ghignare.
Uno, però, lo sapeva.
Rukawa vide la campagna sfrecciare sotto agli occhi, i palazzi che
diminuivano e i campi che si moltiplicavano, poi si girò
verso la Scimmia,
spiaccicata a qualche centimetro di distanza.
Si guardarono per un attimo e, mostruosamente parlando,
riuscì a
leggergli il pensiero e a capire che diavolo volesse fare; gli
mimò un
amorevole insulto, invece quello gli sorrise.
Arrivarono in meno di dieci minuti e camminarono a strattoni e
maledizioni fino ad una casa di campagna molto tradizionale, con un
cortile e
uno stagno.
La targa all’ingresso aveva la scritta “Famiglia
Anzai” e, accanto ad
una pianta, c’era una signora in kimono.
- Non ci posso credere, Hanamichi – fece, quando
alzò il capo verso di
loro.
- Salve Signora, come sta? – Cominciò lui, ridendo
come un idiota ed
entrando senza nemmeno aspettare l’invito.
- Il solito deficiente… - mugugnò Akagi, prima di
salutare la signora
Anzai. Uno ad uno la salutarono, entrando in casa e guardandosi attorno
con
curiosità.
- Oh, ciao Kaede – fece poi alla Volpe ultima arrivata.
- Signora…
- Contento di essere rimasto? – Chiese lei. Si riferiva
naturalmente
alla sua vecchia decisione di andare in America, ma a lui pareva che
gli
leggesse nel pensiero.
- Sì – rispose lui, netto e sicuro per una volta.
Trovarono il signor Anzai che si leggeva paciosamente il giornale, per
poi essere raggiunto da una valanga di abbracci e saluti vari. Quelli
di
Kainan, Shoyo e Ryonan rimasero un pelo perplessi, poi si presentarono
con
tutta l’educazione che potevano, visto come ululavano quegli
altri deficienti.
Riuscirono a stiparsi con non poche difficoltà nella sala
più grande
della casa e cominciarono quasi a belare tutti insieme.
Raccontarono delle partite, dei vari problemi con le altre squadre,
del comportamento da scellerati delle riserve rompicoglioni,
dell’allenatore-mostro, del buon lavoro di Fujima, di Eiko
Hisae e di tutto il
resto. Anzai si beveva i racconti in silenzio, con qualche risata delle
sue,
poi ogni tanto li guardava come per imprimersi qualcosa nella testa.
- Allora, che ne dite del prossimo torneo? – Chiese, quando
finalmente
si fermarono a prendere aria.
- Oh, sarà divertente – fece Maki, ghignando.
- Certo, perché vinceremo noi… -
replicò Hanamichi, mentre Kiyota
cominciava a menarsela.
- Riuscirete a giocare, amici come siete? –
Domandò ancora Anzai,
mentre Jin aveva l’aria di chi aveva capito tutto prima.
Mitsui sbuffò – Certo! Chi diavolo se ne frega di
loro!
- Mitsui, un minimo di gentilezza! – Lo richiamò
Ayako, con un pugno
in testa.
Anzai rise – Ohohoh, non preoccuparti cara. Sono convinto che
quest’anno giocherete tutti meglio.
- Anche perché dobbiamo finire tutti alle Nazionali!
– Esclamò
Hanamichi, mentre tanto per cambiare erano tutti d’accordo.
- Già, sarebbe bello finirci tutti insieme –
considerò a tradimento
Miyagi.
- Il resto della Nazione non può nulla contro Kanagawa!
– Butto lì
Kiyota.
- Vero! – Aggiunse la Scimmia e giù a ridere come
due indemoniati.
- Dobbiamo arrivarci, per molti è l’ultimo
anno… - fece Hanagata,
riferendosi a tutti quelli del terzo.
Jin annuì – E come facciamo senza il
Capitano…
- … E il Gorilla…
- … e il Teppista…
- … e la riserva e il
Quattrocchi…
Akagi sbuffò – Piantatela!
- E’ vero, siamo un po’ squadre a metà,
poi – fece Sendo, che
nonostante centrasse meno di tutti, era quello che aveva beccato il
nocciolo. A
vivere con loro, aveva capito che erano tutti indispensabili,
più o meno. Ogni
squadra senza quei cinque, i cinque, non
erano più loro. E se lui perdeva solo Uozumi, e il Kainan il
loro pilastro, lo
Shohoku perdeva ben due membri importanti e anche lo Shoyo. Un
po’ una strage.
- Vorrà dire che vinceremo – emerse Rukawa dai
meandri del silenzio
tombale, senza manco prendere in esame l’idea di perdere.
- Appunto – assicurò Hanamichi, afferrando la
tazza di tè come se il
discorso fosse chiuso.
- Dovremmo andare… - aggiunse Ayako, mentre già
tutti si alzavano con
un inchino all’allenatore.
Quando furono tutti fuori, tranne i due idioti ritardatari che
cianciavano con la Signora Anzai, Akagi guardò il gruppo
– Giochiamo?
Maki lo fissò – Dici domani?
- Dico domani e dopodomani e l’intero mese –
replicò il Gorilla, che
intanto pensava di starsi buttando da solo nelle fiamme
dell’inferno.
Sendo approvò – Facciamo un torneo casalingo.
- A patto che le squadre siano miste – provò a
dire Fujima e,
stranamente, gli altri annuirono.
- Che si fa? – Volle sapere Hanamichi, finalmente uscito.
- Si gioca, Scimmia. Tutti insieme! – Ghignò
Kiyota, che poi non
sembrava tanto dispiaciuto.
- Dio, un’altra giornata intera con voi? –
Sbottò Mitsui, ma Hanagata
scrollò il capo – un intero mese,
vorrai
dire…
- Volete proprio morire prima del torneo ufficiale? –
Grugnì il
Teppista, mentre si muovevano per
tornare alla metropolitana.
- Se, ci siamo sempre noi che vi teniamo buoni… -
grugnì Akagi.
- Non è che ti è riuscito benissimo questa
settimana, Gori… - replicò
lui, con una pacca sulla spalla.
- Già, hai dei capelli bianchi a ben guardare… -
si mise in mezzo pure
Maki.
- E tu da che parte stai? – Sbottò Akagi, mentre
ovviamente
cominciavano a menarsela per strada.
- Volpe non rimanere indietro che tanto non ti veniamo a recuperare
–
brontolò Hanamichi, notando che quello era più
lento del solito.
- Hn, magari riesco a saltare il prossimo mese…
- Ma tanto ti veniamo a prendere per quel cespuglio che ti ritrovi in
testa… - rimbeccò la Scimmia.
Qualche divinità doveva proprio avercela con lui,
quell’ anno – Che
palle, non ti lamenti sempre che non mi vuoi tra i piedi?
Quell’altro alzò gli occhi al cielo come per
spiegare una cosa molto
semplice ad un bambino di tre anni – Sì,
vorrei… ma ormai fai parte della famiglia…
- mugugnò, come se la cosa gli
desse fastidio.
- Oh mio Dio… - sospirò la Volpe, chiudendo un
attimino gli occhi.
- Sì, lo so che ci vuoi taaaanto bene! –
Sentì cinguettare quell’Idiota.
Provò anche a mandargli qualche imprecazione, ma era
già andato avanti
con tutti gli altri a cianciare di tornei e partite.
Dopotutto forse non era stato un male rimanere lì allo
Shohoku, anche
se ora doveva sorbirsi non solo quei quattro, ma anche tutto il resto
della nuova famigliola felice.
Note
autrice:
Beh,
che dire. E’ finita.
La prima long di un numero decente di capitoli, sono quasi commossa!
XD
Ok, la trama non aveva tutta questa difficoltà, è
partita da sola e si
è retta sulle proprie gambe. Dopotutto, io ho fatto ben poco.
Mi dispiace che questo capitolo sia così in ritardo e non
sia questo
granché, ma ormai è fatta. Credo che sia un
capitolo significativo, ma molto tra le righe. Ok,
è anche melodrammatico sorry.
Oh, ad un certo punto dialogano tutti quelli della altre squadre quindi
mettetevi uno schemino con i nomi per ricordarli che sennò
è un casino. XD
Volevo ringraziare tutte quelle persone che l’hanno seguita
fin
dall’inizio, commentando ogni singola parola di quegli
squinternati, e poi
l’hanno lasciata per vari motivi; chi invece, l’ha
conosciuta dopo e ha voluto
lasciare almeno un piccolo commento; i lettori che l’hanno
giudicata meritevole
di finire tra i “preferiti”; i semplici lettori
anonimi che spero si siano
almeno un po’ divertiti. Tutti,
insomma. Sono felice e grata a tutti voi, che avete trascorso un
po’ del vostro
tempo con me. Vi ringrazio (_ _).
Volevo
rispondere prima a chi ha recensito l’ultimo capitolo:
-
Trilla:
Sì che piangeva! Il finale ad effetto ci voleva donna
ù.ù Sono contenta che ti
sia piaciuta, perché mi ci vuole un po’ di
risollevamento morale! Ti aspetto
per il commento finale. Sono proprio curiosa. XD
-
xx_Dreamer_xx:
Sì, decisamente mi aspettavo il commento per il
succo d’uva! Pensavo all’unica fan di SenRu, quando
l’ho scritta! XD Dovevano
vincere gli smielati, suvvia. Loro sono troppo teppisti maniaci!
Sì, Akagi ama
i suoi ragazzi alla fine; in fondo… molto, molto in fondo.
Certo che scrivo
altre fiction, ormai che ho iniziato con Slam chi mi ferma
più! Argh non ti
troverò anche lì? XD Fammi sapere che dici
dell’ultimo capitolo!
E
poi, come non ringraziare voi recensori?
Aka_z
e Lucilla_bella che hanno letto e
scritto ad orari improponibili (ricordo le 3 e 5 di mattina!) e che
spero
leggeranno prima o poi il resto dei capitoli, pur essendo
momentaneamente
scomparse; 20jp90, che ha un nick
alquanto folle (XD) ed ha commentato molto spesso; Scorpyon,
per i suoi commenti; Gaaea4ever,
che adora Gaara come me e verrà punito per i
ritardi XD; Sole88 che ha fatto un
salto dal SF e mi
ha raccomandato di non maltrattarle il Teppista (che se lo meriterebbe
pure).
Beh, Trilla che ha
commentato tutti i capitoli, e Dream/xx_Dreamer_xx,
che intanto ha cambiato pure identità!
E a Yuki Kushinada, ultima
arrivata ma non d’importanza che mi ha riempito di
complimenti, anche se non
sono tanto sicura di meritarmeli. Spero di non sbagliarmi, ma la mail
era tua
vero? Non so se ti sia arrivata la risposta, ma sappi che ce
l’ho salvata e la
leggo, spesso.
Grazie, grazie, grazie.
Voi,
che l’avete inserita tra i preferiti:
20jp90
AllePanda
antote
asthenia
Bella07
gaara4ever
HPalessandra
kenjina
klikka
lilli84
lucilla_bella
MissChroma
Norahchan
RobydelNov
Scorpyon
Trilla
war
xx_dreamer_xx
_Babii_
Vorrei
conoscervi tutti, ma anche così spero di avervi fatto
sorridere
qualche volta <3
Ringrazierei anche mia mamma che deve combattere contro la
lontananza
di ben o.t.t.o.o.r.e e
o.t.t.o.c.e.n.t.o
chilometri (Napoli/Genova per dirla breve) della sottoscritta.
Essì, la mamma è
sempre la mamma. <3
Che non capisce un cacchio di scrittura, fan fiction, manga e anime,
ma che ogni giorno - prima ancora di chiedermi come sto - mi chiede
come vanno
le storie.
E mio fratello, che mi chiede quando mi decido a pubblicare qualcosa e
a fare soldi a palate come la Rowling. Come direbbe Miyagi:
“Che anima bella
che è”.
A tutti voi che, immagino eh, seguite Slam Dunk, spero di
ritrovarvi
alla prossima.
Ho pubblicato da poco anche Centro
sportivo Hikerashi.
E’ un’altra long fiction che avrà molti
più capitoli di questa.
Lascerà un po’ da parte le partite, per dedicarsi
ai disastri amorosi degli
psicotici; disastri amorosi che saranno molti, ve lo assicuro.
I pairing non ho nessuna intenzione di svelarveli, però ce
ne saranno
alcuni tra i più conosciuti, yaoi ovviamente, un personaggio
nuovo, più due o
tre coppie etero. E saranno queste a sorprendervi (qualcuno mi
taglierà la
testa, me lo sento).
Sarà una long divertente, ma anche angst, triste alle volte.
Com’è nel
mio stile.
Quindi vi dico arrivederci.
Ora,
andate e moltiplicatevi! XD
Grazie
(L).
|