Le buone maniere

di emmeniro
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“Vostra Altezza! Vi prego, Vostra Altezza, vi prego, controllatevi.”
Il povero precettore guardò sconsolato il principe, all’ora non ancora dodicenne, immergere le dita nella ciotola della zuppa e mangiarne a piene mani.
“No, no, no! Su le spalle, gomiti stretti e, per l’amor del cielo, via le mani dal piatto. Usi il cucchiaio!”
Per tutta risposta Sua Altezza grugnì seccato e si pulì la bocca con una manica.
Il precettore si lasciò cadere affranto sulla sua sedia. Quello non era un principe, era un selvaggio! Tentava di insegnargli le buone maniere da quasi due mesi e non si era visto nessun miglioramento: il principe rischiava di diventare l’unico fallimento nella sua lunga e prestigiosa carriera.
“Insomma, Vostra Maestà: non dico tutto il Protocollo Reale a memoria, ma almeno le basi del galateo, i limiti della decenza! Non capite che in questo modo nessuno vorrà mai avvicinarsi a voi? Non oso immaginare la reazione dell’aristocrazia!”
E del Re quando scoprirà che suo figlio è ancora un bruto. Cielo, lo avrebbero sicuramente decapitato.
Il giovane scrollò le spalle. “Rimarrò comunque il Re.”
“Non capite che in questo modo non potrete mai essere accettato dai nobili? Che non potrete mai fare vita di società?”
“Non mi interessa che cosa pensano gli altri.”
Il precettore si massaggiò le tempie, affranto. Che cos’altro poteva fare evitare la decapitazione?
Decise di giocarsi la carta del romanticismo. “E non pensate alla vostra futura sposa? Una dama di certo non apprezzerebbe queste maniere.”
Il Principe lo guardò con un ghigno sfrontato. “La costringerò a vivere come me.”
“Ma nessuna vi vorrà in marito con queste premesse!”
Il ragazzo, stufo di tutta quella petulanza, balzò in piedi e corse fuori dalla stanza, dicendo: “E allora non mi sposerò mai!”

Buffo come poi sia andata a finire, si ritrovò a pensare lo stesso principe, ora Bestia, a un pranzo di molti anni dopo, mentre Belle sollevava il piatto di zuppa alle labbra e iniziava a sorseggiarla come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“A cosa stai pensando?” Gli chiese la ragazza.
“Nulla." Le sorrise. "Nulla di importante."





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