prologo
Un
sole corrotto dalle tenebre
Neil era riuscito a
stento a star dietro alla sua principessa in quel galoppo selvaggio ed
improvviso: che diavolo le era saltato in mente?
Oh, certo, era stato fantastico ammirare i suoi lunghi capelli biondi
agitarsi al vento come una cascata dorata, ma per lei poteva essere
pericoloso allontanarsi dallo sguardo vigile della sua guardia. Non si
era minimamente preoccupata di camuffarsi per passare inosservata e lui
era tutto ciò che si frapponeva tra la sua persona e le
minacce che poteva incontrare.
Erano arrivati al mare; il soldato stava ancora riprendendosi dalla
corsa, quando la notò avvicinarsi a qualcuno: quella ragazza
non si fermava mai, non gli concedeva neppure un istante di respiro.
Sospirò, smontando da cavallo e stringendo la sua spada,
pronto ad intervenire.
-Hai l'aria di uno a cui è appena caduto sulle spalle il
mondo intero.
-Non sono affari tuoi- ribattè Stephan bruscamente, mentre
Boomo si nascondeva velocemente sotto una falda della giacca.
La ragazza non si arrese: avrebbe portato un po' di gioia ai suoi
sudditi, anche a quelli più scorbutici.
-Io mi chiamo Rika.
Rika...
Quel nome non gli era sconosciuto, ma era troppo sconvolto per
ricordare a chi appartenesse. Al contrario, il folletto aveva
riconosciuto l'erede al trono di Wonder e sperava con tutto
sè stesso che Bright non fosse nei paraggi.
-Stephan- borbottò il ragazzo, senza degnarla di
un'occhiata. Aveva altro a cui pensare che a una mocciosa impicciona:
era appena stato tradito da una persona che aveva sempre considerato un
amico e fare conversazione era l'ultima delle cose che desiderava fare.
-Di dove sei?
-Non sono di Wonder. Lo erano... i miei genitori. Io sono qui da poco-
affermò. -O
da troppo- riflettè subito dopo.
-Erano? Vuol dire che non li hai più?- domandò
Rika dispiaciuta.
-Ma non hai nient'altro da fare che stare qui?!- scattò
esasperato, alzandosi di scatto... e ritrovandosi l'acciaio di una
spada davanti al viso.
-Neil!- esclamò la ragazzina. -Non c'era bisogno...
-State indietro, principessa- replicò la guardia, senza
staccare gli occhi da Stephan.
Quindi la ragazzetta petulante era la figlia di Bright... Sua cugina.
-Non avevo intenzione di attaccarla. Ero solo stufo delle sue
chiacchiere.
-Porta più rispetto alla futura sovrana di Wonder.
La frusta fu tanto rapida che nessuno la vide: si udì solo
lo schiocco e l'arma di Neil finì a terra. La guardia
sgranò gli occhi, stupito dalla facilità con cui
era stato disarmato: chi era quel tipo dalle iridi color del sangue,
inquietanti come una porta aperta sull'ignoto?
-Te lo ripeto, non avevo cattive intenzioni.
-Allora cosa vuoi?
-Da voi nulla. Sono qui per vendicarmi dell'assassino di mio padre.
Vendetta. Ecco cos'era quell'ombra che pareva avvolgerlo come un
mantello.
Ma era la violenza la soluzione alla violenza? Era con il sangue che si
rispondeva ad altro sangue? In quel mondo devastato pareva proprio di
sì.
-E quando l'avrai ottenuta riabbraccerai tuo padre?- intervenne la
principessa, seria. -No, sarai un omicida, proprio come la persona che
vuoi uccidere.
-Stai zitta- la freddò il quindicenne. -Tu non sai niente di
me, non puoi giudicarmi. Non sai cos'ho passato, cosa significhi
crescere senza i propri genitori, lontano dalla propria casa! Wonder mi
ringrazierà quando quel demonio di tuo padre sarà
sottoterra! Andiamo, Boomo.
Stephan svanì nel nulla, lasciandosi alle spalle solo lo
shock delle sue rivelazioni. Ora Rika aveva le prove che cercava. Aveva
un morto. E un assassino.
Il suo papà.
-Non badate alle sue parole, principessa. Sono sicuro che è
solo uno sbandato o uno di quei ribelli che...
-No, ha detto il vero- mormorò a testa bassa. Si
guardò le mani, quasi si aspettasse che fossero macchiate
del sangue versato dal genitore. -Lui... è stato lui...
-Sì, Rika.
La biondina alzò gli occhi, vedendo Tio venirle incontro
accompagnato da uno strano esserino bianco molto simile a quello
scomparso con il ragazzo di poco prima.
-Immagino tu abbia molte domande da pormi- proseguì
l'ex-principe di Mera-Mera. -Ma le risposte potrebbero non piacerti:
sicura di poterle affrontare?
-Sì, voglio sapere cos'è accaduto e chi
è davvero mio padre.
-Allora venite: faremo una passeggiata.
-Non vi fiderete di lui?- chiese Neil, inquieto.
-Voglio la verità. Nient'altro.
°°°
-Avevo pensato di tutto, ma non che fosse stato Tio- ammise Altessa a
mezza voce.
In fondo, anche quello era colpa di Bright, come ogni cosa da
diciassette anni a quella parte: suo fratello aveva costruito intorno a
sè un gioco cattivo, costringendo poi gli altri a prendervi
parte e sottostare alle sue regole. E chi non era d'accordo veniva
eliminato dalla partita definitivamente.
Il gioco li aveva cambiati: da ragazzini pieni di sogni e speranze, si
erano trasformati in adulti che forse non sapevano più cosa
significasse avere un desiderio. La vita li aveva fatti crescere nella
maniera peggiore, troppo in fretta e con troppo dolore: si erano
accorti a loro spese che in quel mondo non c'era posto per sognare.
-Perchè combattiamo ancora? Non ha più senso...
-Per il futuro- affermò Perla. -Anche se non possiamo
vederlo, il sole continua a brillare dietro le nubi nere di una
tempesta. E il giorno in cui quella luce squarcerà le
tenebre, sapremo che è la valsa la pena lottare.
-Forse anche il sole è stato corrotto
dall'oscurità, come tutto il resto. Anche Stephan doveva
essere una speranza, ma è pieno d'odio e di rabbia.
-Stephan è confuso, crede che eliminare colui che gli ha
tolto il passato sia l'unico modo per avere un futuro. Ma il suo cuore
è buono... e ha chi veglia sempre su di lui.
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