Questo non è uno
scherzo
Quando Dom si sveglia, il suo cervello subito formula un
pensiero: vuole una birra fresca.
È pomeriggio inoltrato, è estate e fa un caldo bestiale,
gli serve proprio qualcosa di rinfrescante.
Si alza dal divano e si dirige verso la cucina, ma subito
suo cugino Phil lo intercetta e gli posa con calma le mani sulle spalle.
«Cos’è quella faccia?» chiede Dom, notando l’espressione
accigliata dipinta sul volto dell’altro.
«Cuginetto, senti, io e i ragazzi abbiamo qualcosa da
dirti… ma devi prometterci che non darai di matto.»
Il chitarrista aggrotta la fronte. «Che cazzo avete
combinato?»
«Noi niente, è il governo che ha fatto qualcosa che non
ti piacerà…»
Dom sbuffa e incrocia le braccia sul petto: da alcune
settimane ormai le notizie non promettono niente di buono, in Inghilterra si
stanno svolgendo vere e proprie sommosse popolari perché gli abitanti sono
stanchi di un sistema governativo che nel 2020 permette a una Regina di
comandare in solitaria. Ripensa ai cortei che ha intravisto per le strade di
Londra, ai servizi trasmessi al telegiornale in cui venivano intervistati
cittadini con in mano bottiglie di vetro e altri oggetti contundenti, alle
grida che ormai a tutte le ore infestano le strade del quartiere in cui vive
con i suoi compagni di band.
Joe li raggiunge in corridoio e afferra Dom per un polso,
trascinandolo con sé in cucina; attorno al tavolo rettangolare sono già seduti
Conor e Price, intenti a fissare con sguardo perso lo schermo del televisore.
Phil si accosta al cugino e gli fa cenno di accomodarsi,
finché tutti e cinque non si ritrovano appollaiati sulle sedie in legno scuro.
«Ah, no, prima di ascoltare qualunque cosa, mi prendo una
birra: ragiono meglio con un po’ d’alcol in corpo!» esclama Dom, facendo per
rimettersi in piedi.
Tuttavia Conor si schiarisce la gola e intreccia le dita
sul piano del tavolo. «È proprio di questo che volevamo parlarti…»
«Della birra? E c’era bisogno di fare tutte queste
cerimonie?» scherza il chitarrista, passandosi una mano tra i capelli corti e
scompigliati.
«Beh, per farla breve, il governo ha avvelenato tutti gli
alcolici per fermare le sommosse popolari di queste ultime settimane» spiega in
fretta Price, stringendo la mano destra a pugno.
«Che cosa?!»
«È un complotto, Dom. Vogliono tapparci la bocca,
vogliono tenerci lucidi, vogliono impedirci di spaccare bottiglie in giro!»
esclama Conor in tono isterico.
«In realtà hanno deciso di togliere tutti gli alcolici
dal commercio inglese, ma nel frattempo hanno avvelenato quelli che ancora sono
in produzione» aggiunge Joe con uno sbuffo.
«Tutto questo non ha senso! Vi rendete conto cosa
significa per me?!» sbraita il chitarrista moro.
Price si stringe nelle spalle. «Non dirlo a me, fratello!
Già il mio cervello si sveglia sempre un paio d’ore dopo il mio corpo, figurati
se non posso farmi una birretta per attivare i neuroni!»
«Sei un idiota» lo accusa Joe.
«Sono il tuo batterista idiota preferito» replica Price
con un ghigno divertito.
«Sì, ma senza alcol perderai tutta la tua acutezza
mentale…» ribatte il chitarrista biondo.
«Quale acutezza mentale?» interviene Phil, inarcando
appena le sopracciglia.
«Volete stare zitti?» sbotta Dom all’improvviso,
interrompendo la protesta di Price nei confronti del bassista.
«Non farne una tragedia, Craik: sarà la volta buona che
riuscirai a disintossicarti!» osserva Conor, lanciando un’occhiataccia a Dom.
«Guarda che non sono un alcolizzato!» protesta il
chitarrista moro.
«No, macché, figurati…» lo punzecchia Joe, scoccandogli
un sorriso in tralice.
«È proprio vero che le biondine non hanno un
cervello» borbotta Price, rivolto a Joe e Conor.
«Ha parlato il grande intellettuale della band, solo
perché porta gli occhiali da secchione» gracchia Conor in tono stridulo.
Joe ridacchia. «Occhiali da sfigato, vorrai dire: gli
scivolano sempre sul naso quando suona la batteria!»
«E questo cosa dovrebbe significare?» si infervora Price,
sollevando un pugno in aria con fare minaccioso.
Dom si massaggia forte le tempie. «Piantatela di fare
casino, mi scoppia la testa! Mi ci vorrebbe proprio una bella birra
rilassante!» commenta con fare sconsolato.
«Che ne diresti di una tisana alle erbe?» propone Conor.
«Quelle brodaglie le bevete solo voi cantanti, tutti
fissati con la salute delle vostre fottutissime e preziosissime corde vocali…
ma per favore, noi chitarristi sì che sprechiamo energie, di conseguenza
abbiamo bisogno di carburante!»
«E anche noi batteristi!» salta su Price. «Questi stronzi
del governo non hanno capito niente! Ehi, Dom, che ne dici di partire in un
altro continente per farci un paio di birre?»
Il chitarrista moro annuisce con enfasi. «Sai che non è
una cattiva idea?»
«La volete piantare di parlare come due eroinomani in
astinenza?» li rimprovera il chitarrista biondo.
«Taci, Joseph!» gracchia Dom.
«Pensa per te, Kurt Cobain dei senzatetto!» aggiunge
Price.
Joe scambia un’occhiata con Phil, mentre Conor scuote il
capo con fare esasperato.
«Io ci sto, comunque! Dove andiamo? In Italia?» prosegue
Dom, rivolto al suo compagno di bevute.
Price storce il naso. «In Italia il cibo è troppo sano,
ci sono pochi fast food… che te ne pare dell’Irlanda del Sud? Loro sono molto
più aperti mentalmente e non sono sotto il governo di questa megera senza
cuore!» ribatte il batterista.
«Giusto, è vero… ma no, e se ce ne andassimo in Russia?
Lì l’alcol scorre a fiumi…»
«Anche in Finlandia potremmo trovarci bene!»
Gli altri tre li fissano allibiti, faticando a seguire il
loro scambio di battute o a trovare un qualche filo logico nelle parole
sconclusionate che escono dalle bocche di chitarrista e batterista.
«E poi dicono di non essere alcolizzati…» sospira Phil,
grattandosi appena il mento coperto dalla barbetta scura e ben curata.
Conor alza gli occhi al cielo. «Certo che al vostro fegato
questa situazione farà davvero bene, pensateci!»
«Conor, Phil… vi rendete conto che sarà una tragedia
vivere con questi due d’ora in poi?» fa notare Joe.
«Hai ragione…» si dispera il cantante, coprendosi
teatralmente il viso con le mani.
«A questo punto spero solo che se ne vadano in Burundi e
la piantino di rompere le palle» conclude Phil, lanciando l’ennesima occhiata
stranita a Dom e Price.
«Però, Price, fratello… dobbiamo farci l’ultima birra,
non credi? Tanto quelle che abbiamo in frigo mica sono avvelenate!» esclama Dom
all’improvviso.
«Giusto, le abbiamo comprate ieri e il governo ha
cominciato oggi a buttarci quella merda dentro!»
I due si alzano in contemporanea, entusiasti e felici
come due bambini la mattina di Natale. Sotto lo sguardo incredulo dei compagni
di band, si precipitano verso il frigorifero, pronti a far fuori tutte le birre
ancora presenti all’interno dell’elettrodomestico.
Tuttavia, una volta aperto lo sportello, si rendono conto
che l’unica bottiglia superstite è quella del tè alla pesca che Phil beve di
solito.
Si guardano in preda alla disperazione, poi si voltano a
incenerire gli altri con occhi fiammeggianti.
Joe fa spallucce. «Stamattina la Polizia ha fatto il giro
del quartiere per sequestrare tutti gli alcolici presenti nelle abitazioni.
Forse non avete capito che questo non è uno scherzo.»
Dom si prende la testa tra le mani e impreca tra i denti,
mentre Price si lascia andare con la schiena contro lo sportello chiuso del
frigorifero.
«Questi due idioti credevano che fosse una storia
inventata da noi…» li sbeffeggia Conor.
«Io… io… voglio una birra, mi sento debole, non riesco a
pensare…» bofonchia Dom.
«Tranquillo, quello non è dovuto all’assenza di alcol, ma
di neuroni!» esclama il cantante, per poi scoppiare a ridere insieme a Joe.
«Le biondine ci stanno provocando, Price! Fa’
qualcosa!» strepita il chitarrista moro.
«E cosa vuoi che faccia? Vorrei ammazzarli, ma finirei in
prigione!»
Phil si alza e con un cenno calmo invita i due a tornare
a sedersi. «Su, ragazzi, tranquillizzatevi: che ne dite se vi preparo un bel
caffè? Non sarà alcolico, ma almeno vi darà una botta d’energia!»
«Magari fosse corretto…» esala Dom.
«Puoi dirlo forte…» rincara Price.
Conor si batte una mano sulla fronte e sospira
profondamente.
Joe sbuffa. «Sai che ti dico, Phil?»
«Che non sopporti più questi due?»
«No, che io un caffè lo prendo volentieri!»
😊 😊 😊
[Prompt 26: “Il mio cervello si sveglia sempre un paio
d’ore prima del mio corpo.”]
Carissimi lettori, eccomi finalmente di nuovo nel fandom
dei Nothing But Thieves! *-*
Devo assolutamente ringraziare Valeria che, grazie al suo
contest e al fatto che ha deciso di accettare storie su artisti musicali, mi ha
fornito l’occasione perfetta per buttare giù qualcosa di imbecille su questi
cinque ragazzacci XD
Ora, non so se io abbia rispettato appieno il tema, però
ci ho provato e mi sono divertita un mondo a scrivere questa roba demenziale :D
Questa sorta di OS è ambientata in un AU in quanto,
nonostante si collochi temporalmente nel 2020, ho immaginato uno scenario
“apocalittico” in cui l’Inghilterra – luogo da cui provengono e in cui abitano
i NBT – si trova ad affrontare una sorta di rivoluzione popolare nei confronti
della Regina e tutte queste altre robe politiche XD ovviamente non prendetemi
sul serio, non è che io sia esperta di politica, anzi!
In ogni caso, lascio alcune note per la giudice – ma
anche per chi non conosce bene questi ragazzi – in modo da rendere più
comprensibile il testo ^^
La band è formata come segue: Conor Mason – voce; Joe
Langridge-Brown – chitarra; Dom Craik – chitarra, tastiera; Phil Blake – basso;
James Price – batteria.
Quest’ultimo viene chiamato “Price”, quindi per cognome,
perché è l’appellativo con cui i compagni di band (e un po’ tutti in realtà)
gli si rivolgono!
Dom e Phil sono davvero cugini, infatti se li si osserva
nelle foto si nota una certa somiglianza tra i due ^^
Ho fatto chiamare Joe e Conor “le biondine” perché
entrambi sono biondi; per quanto riguarda “Kurt Cobain dei senzatetto” riferito
a Joe, l’ho usato perché spesso è stato paragonato come aspetto fisico allo
storico frontman dei Nirvana :D
L’aver preso Dom e Price come i più disperati per un
eventuale avvelenamento degli alcolici perché è risaputo che Dom ha una fissa
pazzesca per l’alcol, e ho pensato che il compagno perfetto per le sue bevute
fosse quel cretino di Price XD
Infine, quando Price dice che l’Italia non gli va tanto
bene per via del cibo troppo sano, è tratto dalla realtà: il batterista infatti
è molto più propenso al cibo spazzatura, fast food e cose del genere… mentre
l’amante del cibo italiano – specialmente la carbonara – è Phil :P
Anche l’aneddoto degli occhiali che scivolano sul naso di
Price mentre suona è vero: i ragazzi ci hanno scherzato su in una delle ultime
interviste rilasciate a Radio Freccia!
Credo e spero di aver detto tutto, grazie a chiunque sia
giunto fin qui e anche a Soul per avermi ancora una volta ispirato con la sua
formidabile challenge :3
Alla prossima ♥
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