Gruvia
SHOW ME THE SUNLIGHT
Juvia
non aveva mai conosciuto il calore del sole sulla pelle, non aveva mai
provato quella sensazione magnifica che solo i raggi del sole possono
offrire.
La pioggia, invece, la conosceva bene. Il freddo, la purificazione...
Trovava ironico che, proprio quel giorno, splendesse un sole
così caldo e avvolgente.
Non sapeva spiegarselo bene ma non ci era ancora abituata, sentire quel tepore sulla pelle era ancora una sorpresa.
La prima volta che vide il sole non poté fare a meno di
commuoversi, dopo aver passato anni sotto alla pioggia non seppe
nemmeno riconoscerlo e, quando capì, si sentì finalmente
come gli altri.
Quel giorno, però, quel calore si stava prendendo gioco di lei.
Quel giorno il sole si era mostrato crudelmente per ciò che era:
la luce ti inganna con il suo tepore, fa brillare tutto ciò che
hai attorno e lo rende bello ma la luce non fa solo questo.
Ti aiuta a vedere tutto ciò che solitamente è nascosto nelle tenebre.
Quella mattina il sole beffardo l'aveva messa di fronte ad una
realtà che per troppo tempo si era rifiutata di accettare,
sapeva che non poteva prendersela interamente con lui perché,
per quanto odiasse ammetterlo, era evidente da tempo ormai ma Juvia non
voleva ammettere quella possibilità.
Era lì, la persona che le aveva mostrato il sole per la prima volta: Gray Fullbuster.
Non era solo, era con una ragazza che Juvia aveva imparato a conoscere estremamente bene.
I lunghi capelli dorati di lei scorrevano dolcemente fra le dita
affusolate del ragazzo, erano così vicini, così intimi.
-Lucy... Gray-sama...- mormorò fra sé.
Le bruciavano gli occhi, non era pronta a venire a conoscenza di quella
verità: Gray non l'amava e non l'avrebbe mai amata.
Si sentì come se il mondo le fosse appena crollato addosso
mentre la terra la risucchiava lasciando di lei solo un guscio vuoto,
un guscio vuoto che si sarebbe presto riempito di polvere e detriti.
Non riuscì a controllare le lacrime, i suoi piedi erano ancorati
a terra pesantemente e non riusciva a correre via come avrebbe voluto.
Doveva muoversi da lì, doveva andarsene o l'avrebbero vista ma non ce la faceva, non poteva.
Il respiro le si bloccò in gola quando vide le loro labbra unirsi in un bacio appassionato.
Juvia sgranò gli occhi, provava un dolore strano... No, non era
un dolore, non faceva male ma al tempo stesso era come se un pugnale le
avesse penetrato il petto facendola sanguinare.
Scivolò a terra sulle ginocchia, portò le mani al cuore
che sembrava essersi arrestato nella cassa toracica; l'ossigeno la
stava abbandonando e le mancava l'aria.
Avrebbe potuto definire quella sensazione come affogamento, era così, si sentiva affogare lentamente verso il fondo del mare risucchiata in un vortice che non le lasciava scampo.
-Alzati-.
Era una voce profonda ma non in modo eccessivo e, comunque, era
così presa dal proprio dolore che nemmeno ne riconobbe il
proprietario.
Non riusciva ad alzarsi, il proprietario della voce la sollevò di peso allontanandola da quella scena.
Il sole lasciò spazio ad una pioggia furente, le gocce picchiavano violentemente sull'asfalto e sulla pelle.
Era semplice acqua eppure sembrava una pioggia di macigni, faceva male.
Juvia si abbandonò tra le braccia del ragazzo che la stava
trascinando via, si lasciò confortare dal calore della sua pelle
e del suo corpo.
Non sentiva più la pioggia caderle addosso, era al riparo anche se non sapeva dove.
Aveva gli occhi aperti ma era come se non vedesse sul serio, come se
una patina nera le coprisse la vista per impedirle di star male.
-Juvia, ti senti bene?-.
-N...Natsu-san?- bofonchiò lei.
Fu in quel momento che le sentì, le lacrime che le solcavano il
viso pallido e le illuminavano gli occhi blu di gocce cristalline.
-Siediti se ci riesci- borbottò l'altro.
Juvia rimase stesa a terra, probabilmente era il pavimento
dell'infermeria. Iniziò a riconoscere i contorni degli interni
della Gilda.
Silenzio.
Non era un silenzio pesante, era più che altro uno di quei
silenzi consapevoli e che cerca di tenerti compagnia, di confortarti.
I singhiozzi incontrollabili di Juvia interrompevano quella pace lasciando spazio ad un ambiente pesante, carico di amarezza.
Natsu sospirò e la prese per le spalle mettendola a sedere, erano entrambi lì.
Natsu era accovacciato a terra e la reggeva saldamente, Juvia non
poté non pensare che forse anche lui si stava aggrappando a lei
con ogni forza, forse anche lui si stava tenendo stretto l'unico pezzo
di realtà che ancora riusciva a distinguere attorno a sé.
-Fa sempre così male?- chiese lei con la voce rotta dal pianto.
-Non lo so, è la prima volta che mi succede...- mormorò lui.
Il ragazzo dai capelli rosa le cinse la vita con il braccio mentre, con
l'altro, si appoggiava ancora alla spalla di lei. Fu un gesto
silenzioso, quasi disperato, Natsu l'abbracciò e Juvia non si
ritrasse, nascose invece il viso nell'incavo del suo collo e smise di
piangere.
-Natsu-san... Juvia può farti una domanda?- chiese dolcemente.
-Dimmi-.
-Quando hai capito di provare qualcosa per Lucy?-.
Natsu rimase in silenzio a lungo, Juvia poteva sentire il suo cuore battere forte ma con ritmo cadenzato.
-L'ho saputo subito, appena l'ho vista. Mi piace far finta di niente
perché... Bè, in realtà credo che sia
perché non sono bravo in queste cose. So combattere, so come far
crollare un avversario ma non so come comportarmi con Lucy- rispose.
Juvia si scostò da lui per guardarlo negli occhi.
-Anche tu lo hai capito subito con Gray, vero?- incalzò il ragazzo.
-Sì, Juvia ha saputo sin da subito che Gray-sama era il ragazzo
dei suoi sogni- rispose lei, una ciocca di capelli azzurri le ricadeva
sul viso bagnato.
-Forse se fossi stato più chiaro con lei...- mormorò Natsu.
Juvia rimase in silenzio, non sapeva che cosa dire e, forse, non voleva dire nulla.
Non era sicura di chi stesse soffrendo di più in quel momento,
il dolore che lei provava era qualcosa di nuovo che l'aveva colta
impreparata. Era così anche per il suo amico?
Le era già successo di sentirsi triste, messa da parte, non
capita ma niente era paragonabile alla sensazione che provava in quel
momento.
Si sentiva come se non potesse più essere felice, mai più.
-Oh! Piove, hai visto? Che strano... Fino a poco fa c'era il sole- cinguettò Lucy.
Gray alzò lo sguardo verso il cielo annerito da pesanti
nuvoloni, le gocce di pioggia gli laceravano il volto con violenza.
-Accidenti- ringhiò a denti stretti.
-Che succede?- chiese la ragazza.
-Ah, niente... Io... Lucy, mi scuseresti solo un momento?-.
La ragazza annuì e, scostandosi una ciocca di folti capelli
biondi dal viso, andò a ripararsi nella sala comune della Gilda.
Gray lanciò di nuovo una rapida occhiata al cielo, la sua mente
virò immediatamente verso un paio di occhi dello stesso colore
del mare a mezzanotte e si sentì improvvisamente schiacciato,
era come se cercasse di sollevare un enorme masso sulla schiena senza
però riuscirci del tutto.
Doveva trovarla e doveva farlo in fretta ma, anche ammesso che lei
avesse accettato di parlare con lui, che cosa le avrebbe detto?
Come si sarebbe giustificato?
E poi, doveva davvero giustificarsi? Lui e Juvia non erano una coppia
certo, lui sapeva di piacerle ma Gray non provava nulla per quella
ragazza.
Non provava nulla eppure...
Le sue gambe agirono prima di lui, come se l'impulso non fosse arrivato
in tempo al cervello si ritrovò a correre in direzione
dell'infermeria, dove le nuvole erano più nere.
Era una corsa frenetica, angosciata, il respiro gli si bloccava in gola.
La pioggia si scontrava furiosamente con il suo viso mentre cercava di
correrle incontro spingendo via il dolore, il freddo, il disagio, il
senso di colpa.
Beyond the oceansize, I'm unaware
Locked out the other side
Like I was never there
Like I was never there
They said the boat had sailed
I'd left them bare
Oh how the wind would wail
Like I was never there
Like I was never there
Juvia era immobile, seduta a terra a fissare il vuoto da almeno
dieci minuti, anche Natsu alla fine aveva rinunciato a farla sentire
meglio e si era messo fuori ad aspettare che uscisse.
Lei non voleva uscire di lì, si sentiva al sicuro come se niente
potesse nuocerle. Era tutto inutile, per quanto si sforzasse non
riusciva a capire perché il fato l'avesse tradita di nuovo,
perché l 'avesse illusa mettendole di fronte un ragazzo che non
poteva amare?
Ripensò al bacio che aveva visto fra lui e Lucy, al modo in cui
lui sembrava appagato... Lei avrebbe mai potuto farlo sentire
così?
Si costrinse a pensare alle mille fantasie che aveva avuto durante
quegli anni, alle mille volte in cui aveva pensato a come sarebbe stata
la vita con Gray al suo fianco ma in quel momento lo vedeva
chiaramente. Nel suo futuro Gray era presente ma nel futuro di Gray non
era presente Juvia.
Quel pensiero la fece soffrire più di qualsiasi altra cosa fosse avvenuta quel giorno.
Oh my friends
I am heavy
Can I beat within your heart?
Can I bleed within your love?
Oh my friends
Beyond the oceansize, I'm unware
Locked out the other side
Like I was never there
Like I was never there
I lost my only space
To empty stares
Oh how the light would change
Like I was never there
Like I was never there
Oh my friends
I am heavy
Can I beat within your heart?
Can I bleed within your love?
Oh my friends
Juvia fu destata dalla sua trance da un ringhio furibondo.
-Fammi passare Natsu! Fammi passare immediatamente!-.
-Gray-sama?- mormorò la giovane, era rannicchiata in un angolo
dell'infermeria con le lacrime che le bagnavano tutto il volto.
-Perché vuoi vederla? Non ti pare di aver già fatto abbastanza?- era la voce di Natsu, era arrabbiatissimo.
-No, non è colpa di Gray-sama... E' Juvia che non doveva illudersi- mormorò lei con un filo di voce.
Era ovvio che nessuno dei due ragazzi potesse sentirla e lei non riusciva a gridare, avrebbe voluto ma non ci riusciva.
-Baciare Lucy così, davanti a tutti... Non hai proprio vergogna.
Eppure, lo sai cosa prova per te Juvia. Non hai pensato che potesse
vederti?- incalzò il mago del fuoco.
-Non sono affari tuoi! Se ti rode così tanto perché non vai a parlarne con Lucy?- lo sfidò Gray.
Juvia si portò le mani alle orecchie e portò le ginocchia al mento, non voleva ascoltare.
Il nome di Lucy detto da Gray aveva un altro significato ora.
Ripensò a qualche mese prima, se avesse visto una cosa del
genere sarebbe entrata in modalità "assassina" e avrebbe sfidato
chiunque si fosse frapposto tra lei e il suo amato Gray ma, quel
giorno, qualcosa si ruppe dentro di lei.
La scena che aveva visto era una scena di amore, non era un amore non corrisposto... Juvia non riusciva ancora a crederci.
Non voleva ascoltare.
Non voleva sentire.
Non più.
Mai più.
La porta dell'infermeria si spalancò.
And oh my friends
I am ready
Can I beat within your heart?
Can I bleed within your love?
Oh my friends
And I can't forget it
All of the love
All of the love
As we stood tall together
All of the love
All of the love
And I can't forget it
All of the love
All of the love
As we stood tall together
All of the love
All of the love
And oh my friends
I am heavy
Can I beat within your heart?
Can I bleed within your love?
Oh my friends
And oh my friends
I am ready
Can I beat within your heart?
Can I bleed within your love?
Oh my friends
-Juvia- era la voce di Gray.
Il modo in cui lui diceva il suo nome era dolce, soave, non era infastidito come al solito era... Era diverso.
-Gray- sama, non ti avvicinare. Juvia non vuole parlare con te ora...- non sapeva perché gli aveva detto così.
Non voleva la sua pietà però, di questo era certa.
-Juvia ti prego ascoltami...-.
Juvia alzò lo sguardo per vedergli il viso, i suoi occhi blu
così grandi ed espressivi erano ormai vuoti e colmi di lacrime.
Gray fu immediatamente portato di fronte alla realtà dei fatti,
l'ossessione di Juvia nei suoi confronti era sincero amore e lui non
era riuscito a capirlo.
Se solo lei fosse stata meno invadente, se solo lei fosse stata più sicura di sé...
-Non volevo baciarla...- ammise.
I piccoli diamanti che si erano creati fra le ciglia lunghe di Juvia
iniziarono a dissiparsi lentamente, scivolando in modo sinuoso lungo le
sue guance pallide e imporporando il suo naso.
-Non devi mentire per far sentire meglio Juvia, Juvia ha capito che
Gray-sama non è innamorato di lei...- lo disse con la voce
spezzata.
Gray si inginocchiò dinanzi a lei, le sollevò il viso posandole delicatamente un indice sotto al mento.
-Non sto mentendo- le disse serio.
-Se Gray- sama non sta mentendo allora... Juvia non capisce,
perché Gray-sama ha baciato Lucy allora?- la maga dell'acqua era
confusa.
-Me lo ha chiesto Lucy, è stufa di aspettare che Natsu si decida
a chiederle di uscire e ha pensato bene di dargli una spintarella...-
spiegò rapidamente lui.
Ci fu silenzio per un breve attimo prima che Gray riprese a parlare
:-Credimi Juvia, non era mia intenzione farti stare male... Non sapevo
che tu fossi lì ma l'ho capito appena ho visto la pioggia-.
-Gray-sama...-.
-L'ho capito e mi sono preoccupato, ho avuto paura. Immaginavo di trovarti in questo stato...- mormorò.
Il rumore della pioggia svanì ma il cielo rimase grigio e annuvolato.
-Juvia, ascoltami, io non amo Lucy-.
Juvia posò una mano sulla spalla di Gray e lo tirò leggermente verso sé, erano così vicini...
-Gray-sama ha già mostrato a Juvia il sole, vorrei rivederlo- disse dolcemente la ragazza.
Gray non ebbe bisogno di sentire nient'altro, con un rapido gesto della
mano cinse la vita di Juvia e la trascinò verso sé con
fermezza.
Si bloccò solo un attimo per guardarla dritto negli occhi, non
riusciva a dire quelle parole ma gliele avrebbe dimostrate come poteva.
Le sue labbra si posarono dolcemente su quelle di lei, era un bacio
timido e casto, innocente proprio come la ragazza a cui era destinato.
Il sole tornò a splendere più luminoso che mai su Fairy
Tail e rimase a splendere per molti, moltissimi anni a venire.
The end.
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