Riversi parti di me su un filo del telefono.
Vorresti nutrirmi e disperatamente mi copri con parole che fanno la parte
di un lenzuolo per avvolgere il cadavere che pensi di avere davanti.
La frustrazione di cui sento parlare diventa più reale ad ogni tuo
tentativo di nutrirmi con il significato dell’esistenza.
Vivere nel dolore porta ad una crescita necessaria al lottare contro se
stessi.
Vengo controllata dalle cose,sono impotente quanto un vecchio di
settant’anni accanto ad una donna di quaranta che lo sfrutta per denaro a
discapito del proprio piacere.
Sono frustrata a discapito della mia età,vengo squartata da te e dal
talento,mi gettate un po’ sul filo del telefono con conversazioni attuate al
primo piano del grattacielo costruito di obiettivi,desideri e
sacrifici.
Sono affaticata non so più cosa dire,sono al buio perché la luce va via
nel sentirvi parlare di me. Siamo creature contraddittorie,chiediamo
comprensione non ne diamo,siamo bambini attaccati al capezzolo della madre,siamo
affamati.
Hai paura di invecchiare,ti ascolto e continuiamo a dondolare su un palo
del telefono scosso dal desiderio
di non gettare via la propria vita. Il mio pensiero si sofferma su quello che mi
colpisce maggiormente,il malessere e il silenzio diventano come lo sperma
gettato su un terreno giovane,crescono dentro di me prendendo il posto di quella
bambina su cui era stato gettato il seme del sapere e del desiderio.
Sono ancora la bambina a cui leggevano “Cipì”.
Dondolo sul filo immaginario del telefono,l’affetto entra nella mia
saliva dandogli un sapore dolce e piccante.
Ti bei del denotare come siamo legati dalla nostra comune profondità di
pensieri e sentimenti. Non siamo superficiali.
Non mi amo,ho carisma,ma come persona faccio schifo. Troppe volte vi ho
detto che non vi amo. Discutiamo sulla mancanza di volontà che porta la mia
intelligenza e il mio talento a bruciare in quello che abbiamo in comune
rimanendo persone distanti tra loro.
Non ci sono verità assolute da insegnare agli altri.
Vorrei avere esperienza.
Mi fa male qualcosa,dorme nei miei occhi. Sembra che io non ti
ascolti,sembro bearmi nel mio nichilismo,ma poi tanto vero non è.
Dondolo ancora.
Ci vorrebbe sintesi di cose vecchie dette troppe volte e già dimenticate.
Basta,non mi sento amata neanche da me stessa. Questo discorso è finito
qui.
Basta,smetto di scrivere.
Sono arida di affetti.
Ci sei riuscito,sventrandomi e gettandomi sul filo parlandomi,sei
riuscito a trasmettere segnali vocali e non. Leggerei quello che ti ho
scritto,mi avvicinerei a te se potessi,o se lo volessi.
Lo so.
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