Atto primo:
L’ombra
Le tende si spostarono con un leggero frusciare,accarezzate di un vento
caldo.
Ascoltò in silenzio quel suono leggero che prepotentemente le soffiava
nel suo orecchio. Teneva gli occhi spalancati,attenti ad ogni minimo movimento
nell’oscurità di quella stanza,che oramai le sembrava così vuota…a dir poco
opprimente.
-Perché?- chiese con un filo di voce,non sapeva neanche lei con chi
stesse parlando,non sapeva se quell’ombra dietro di lei esistesse o se fosse
solo un macabro scherzo della sua mente confusa. –E tu perché me lo chiedi?-
rispose lui,il suo interlocutore misterioso…l’ombra. Lei non riuscì a farsi
venire in mente una risposta adeguata. In quanto lei stessa non aveva idea del
perché continuasse a chiederselo,a chiedere agli altri una spiegazione…l’ombra
stessa non ne sapeva il perché,troppo presa a crogiolarsi nel suo egocentrismo
per poter pensare ai sentimenti altrui.
O almeno questa era l’opinione che si era fatta lei vedendolo sempre così
distaccato di fronte alle sue domande,come perso in un mondo di sue
elucubrazioni,lontano dalla realtà circostante.
Era strana l’ombra,decisamente un tipo inquietante…ma del resto lei
stessa si era resa conto della sua ormai pazzia latente. Non era più la donna di
un tempo,stava diventando a sua volta un ombra…ormai la sua figura non era che
il riflesso oscurato e opaco della persona che era stata.
Si riscosse dai suoi pensieri sentendo le mani di lui farsi più audaci.
Le stava accarezzando la coscia,risalendo fino all’inguine,per poi fermarsi nel
punto che più gli interessava. Lei si limitò a chiudere gli occhi e a pensare
che quell’ombra aveva un tocco fin troppo reale per essere un
illusione.
Atto secondo:
Come nasce
un’ombra
Kurenai poteva essere definita una donna solare e intelligente. Era
riuscita a ricoprire una carica che alle donne di solito era preclusa,un po’ per
una reale debolezza congenita nel fisico femminile,un po’ per il sessismo di chi
era al potere. Certo,adesso le cose erano cambiate,l’Hokage era una donna e
quindi tutti gli iniziali luoghi comuni e dubbi erano stati leniti alquanto. Ora
stavano iniziando ad esserci decisamente più ragazze arruolate nelle file dei
ninja che non uomini.
Da un lato Kurenai amava vedere come le cose stessero velocemente
cambiando,ormai le donne non erano viste solo come ninja medici ma anche come
combattenti eccellenti,e questo portava molte delle giovani kunoichi al volersi
migliorare sempre di più,lottando con un vigore sempre maggiore per poter
portare avverare le proprie aspirazioni. D’altro canto era arrabbiata,non capiva
perché si era sempre ridotta al dover lottare contro continui scherni e un
continuo sminuire delle sue capacità,tutto questo solo perché all’apparenza il
suo corpo sembrava più fragile di quello di un uomo. E purtroppo tali sgradevoli
derisioni non erano perpetrate solo dai maschi,ma anche dalle poche donne come
lei,che un po’ per l’invidia quasi congenita del gentil sesso (che in tal caso
di gentile dimostrava di avere ben poco) un po’ per la paura di essere
spodestate dalle loro posizioni (raggiunte con così tanta fatica),continuavano
ad escluderla a loro volta. Così,per tutta l’accademia ninja,Kurenai si ritrovò
completamente da sola,senza una sola persona che la incoraggiasse ad andare
avanti per raggiungere gli obiettivi che si era prefissa.
Quindi non riusciva ad accettare appieno di vedere come alle nuove
generazioni fosse tutto dovuto,ormai le kunoichi abbondavano,la loro forza era
apprezzata e stimata di continuo. Non capiva perché la vita le avesse precluso
così tante cose mentre a molte altre persone non faceva che donare.
Nell’ultimo periodo questo suo rancore si era fatto sempre maggiore,nel
sapere come il suo corpo sarebbe cambiato a causa della gravidanza. Nel sapere
che dentro di lei c’era una vita che si stava nutrendo di lei,che viveva per
lei,si sentiva oppressa da un peso che sentiva gravare sulla schiena.
Spesso,durante la notte,questo peso non le permetteva di addormentarsi,cosa per
lei diventava fonte di ulteriori frustrazioni. Difatti durante le notti insonni
si ritrovava a pensare a molte cose che di solito non le passavano neanche per
la testa. Innanzi tutto il suicidio.
La morte di Asuma era stata un duro colpo,e per quanto ci fossero molte
persone attorno a lei che cercavano di aiutarla,sentiva nelle attenzioni degli
altri una compassione così grande da urtarla. Tutti la trattavano come una
povera vittima,tutti non facevano altro che andare da lei per sussurrare frasi
fatte ed esprimere rancori che molto spesso non riguardavano neanche la sua
situazione.
Tutto questo insieme di situazioni aveva portato la creazione
dell’ombra.
Inizialmente la luce scontrandosi contro un ostacolo ne riflette la
fisionomia nell’ambiente circostante,spesso deformandola di poco.
Ecco,la luce inizialmente c’era,ma era ritenuta così scontata che lei
neanche si era accorta di quella presenza oscura creata dall’esteriorità della
sua persona. Di conseguenza,quando la luce arrivò a mancare a causa delle
numerose circostanze spiacevoli,Kurenai si ritrovò da sola con quel riflesso
misterioso che la proiettava su mura e pavimenti.
Stava diventando l’ombra di se stessa solo a causa di un insieme di
eventi sfortunati che continuavano ad abbattersi impietosamente su di
lei.
Ma era anche vero che molte persone divenivano ombre solo per propria
mano.
Una di queste era quella che le stava facendo visita da due giorni
all’incirca. Non si era presentato,non aveva detto una parola. Era arrivato con
un soffio di vento.
E come un soffio di vento le si era insinuato dentro,continuando a
rimbombarle all’interno.
Atto terzo:
Come nascondere la propria
ombra
In realtà l’ombra non è una cosa che si possa occultare così facilmente.
E’ difficile mostrare agli altri solo la facciata luminosa di noi stessi. Molti
non riuscendoci si arrendono,si chiudono in se stessi e pretendono che gli altri
si dimentichino di loro. E il restare soli non fa che acuire la loro
sofferenza,e non provoca altro che un ingrossamento della loro ombra che
lentamente inizia a divorarli.
Kurenai andava spesso al cimitero,onorava l’uomo che aveva amato con
costanza. Parlava alla lapide con una sincerità disarmante,probabilmente se
l’incenso su quella tomba avesse potuto parlare avrebbe potuto raccontare cose
insospettabili ad occhi ed orecchie di tutti.
Le spirali d’incenso sapevano dell’ombra,e come a voler rincuorare la
donna le si avvolgevano attorno,le impregnavano vestiti e capelli con il loro
profumo inebriante. E quando Kurenai usciva dal cimitero e si dirigeva a fare
altre commissioni,notava come molti si girassero nel sentire quell’odore. Chi la
conosceva sorrideva amaramente non sapendo bene come reagire a quel presagio di
una morte così semplice da ottenere,così difficile da accettare.
L’unico che non reagiva in tal modo a quel profumo era l’ombra. La prima
volta che l’aveva sentito lo aveva respirato a fondo,direttamente dai suoi
capelli per poi sussurrarle nelle orecchie parole che mai si sarebbe aspettata
di sentire. L’ombra non aveva il minimo pudore,al contrario contrastava ogni
possibile resistenza da parte di lei. La sua voce riusciva a risvegliare in lei
sentimenti che dopo la morte di Asuma si era ripromessa di dimenticare almeno
per un determinato periodo.
Strano a dirsi,ma in un certo senso l’ombra la stava aiutando in qualche
modo a cancellare la propria frustrazione. Con la sua presenza quel nuovo
elemento di avvilimento ne scacciava altri. Un ombra che ne scacciava
un’altra.
Kurenai non smise comunque di andare al
cimitero,neanche nel periodo in cui quell’ombra violenta e blasfema l’andava a
trovare durante la notte. Alcuni potrebbero pensare che lo facesse per la consolazione dell’incenso o per scusarsi con il fidanzato,ma in realtà lo faceva per mostrarsi
sempre uguale agli occhi degli altri. Non voleva che nessuno sospettasse quello
che stava accadendo.
Kurenai sapeva che era stata l’ombra ad uccidere il padre di suo figlio.
Però non si espresse mai in proposito con essa,preferiva che il loro rapporto
rimanesse uguale.
Provocazione,insinuazione,consolazione,scaccia-ombre.
Nessuno sospettò mai di nulla.
Atto quarto:
Cosa piace alle
ombre
Kurenai stava iniziando ad apprezzare molte cose che prima non immaginava
di poter arrivare a conoscere.
Innanzi tutto le piaceva la solitudine,in quel periodo più che
mai,tollerava solo due compagnie. Shikamaru e l’ombra. Il primo (come anche il
secondo) si mostrava restio al parlare di Asuma,preferiva tirarla su con
racconti,aneddoti e distrazioni di vario tipo. La maturità di quel ragazzo
inoltre lo faceva sembrare assai più grande,e ciò le permetteva di parlare con
lui senza remore di alcun tipo. Lui ascoltava pazientemente introducendo nel
discorso molte delle sue opinioni,e questo le faceva molto piacere.
Le dispiacque venire a conoscenza che lui e l’ombra non erano in buoni
rapporti.
L’ombra invece non ci metteva impegno,non pretendeva di darle alcun tipo
di conforto,ne desiderava compiacerla in alcun modo. I loro discorsi si
limitavano a poche frasi sussurrate a mezza bocca,di cui la maggior parte
riguardavano un dio carnefice che l’ombra tentava in ogni modo di farle
apprezzare.
Kurenai avrebbe anche potuto apprezzare i precetti di una religione
assurda come quella dell’ombra,ma c’era qualcosa,probabilmente la sua
coscienza,il sapere che quello che l’ombra predicava era definito sbagliato dai
più. Lei sentiva che dentro di lei avrebbe anche potuto accettare quella sete di
sangue,quel desiderio di rivalsa celato dietro atti violenti e all’apparenza
ingiustificati,ma il pensiero di ciò che avrebbero potuto pensare gli altri,di
quella pulce nell’orecchio che ti si infiltra dentro quando sei piccola e gli
altri tentano di spiegarti il concetto di bene e male. Il pensiero dei mille
rimproveri che le avrebbero fatto la sua coscienza dilaniata dai rimorsi e gli
altri,disgustati per la sua debolezza…tutto questo la faceva desistere
dall’ascoltare le parole dell’ombra.
Si limitava a farlo azzittire cercando solo il suo corpo.
Quello che più amava dell’ombra erano le labbra. Calde,umide e
ammorbidite dalla saliva procurata dalla miriade di baci che si scambiavano (e
che probabilmente lui scambiava con molte altre donne oltre a lei). Le amava
anche quando non erano direttamente a contatto con il suo corpo,le amava per
quella loro capacità di far fuoriuscire parole sussurrate con una cadenza che
aveva sempre un che di seducente. Quando lo sentiva parlare a bassa voce,sullo
stipite della porta o sul davanzale della finestra,le sembrava di poter
analizzare ogni parte del suo essere,dal fisico fino allo spirito.
Le corde vocali vibranti,la
lingua che lentamente scivolava sul palato,batteva contro i denti,umettava le
labbra e che infine la cercava. Sul
collo,sulla bocca,sui seni. Il respiro che inizialmente era appena affannato per
un evidente corsa,che si calmava dopo poche parole,che si tramutava in sospiro
di fronte alle sue domande poste in mezzo alle lacrime,che ritornava affannoso
quando finiva di rispondere alle domande per passare a quello per cui era
venuto. Le mani che inizialmente si accingevano a bussare a porte o finestre che
però venivano aperte ancora prima che lui potesse sfiorarle,che gesticolavano di
tanto in tanto per esprimere concetti infervoranti e che alla fine,come ogni
altra parte del suo corpo,andavano a fondersi con lei. Due ombre fuse per
crearne una sola distorta.
L’unica cosa dell’ombra che turbava Kurenai era una: il suo animo
torbido,che ad ogni contatto sembrava avvelenarla sempre di più.
Atto quinto
La maturità di un’ombra già
formata
Probabilmente anche l’ombra stessa aveva dei
gusti particolari. Era una persona sola,più sola di lei probabilmente,una
creatura che aveva preferito buttarsi dietro la propria vita per costruirsene
una senza legami. Un essere meschino,senza pudori e senza il minimo rispetto per
la vita altrui. L’ombra poteva vantare di aver raggiunto una cosa che si chiama
indipendenza affettiva. All’ombra non importava di essere disprezzato da tutti,in quanto lui
stesso disprezzava gli altri ritenendoli insulsi alla stregua di meri riti
sacrificali. Lui riusciva a compiacersi da solo,era in grado di godere della
benedizione del suo dio,poteva vivere anche solo pensando al meraviglioso dono
che gli era stato concesso.
L’immortalità ti rendeva in grado di rinunciare all’affetto per gli
altri. Del resto che senso avrebbe stabilire un legame con qualcuno che presto o
tardi sarai costretto a lasciare?
Lui non avrebbe mai avuto pace,quando gli altri avrebbero abbandonato le
loro spoglie mortali per ottenere qualcosa di diverso una volta morti,lui
avrebbe potuto solamente restare sulla terra e predicare per il dio che lo aveva
graziato (o forse maledetto?) con quell’incredibile dono. Se lui era un’ombra
era solo perché aveva deciso lui stesso di diventarlo,non c’era stato nessuno a
dirgli di vivere a quel modo. Nessuno lo aveva obbligato a rinunciare a tutti i
suoi rapporti umani per intraprenderne uno solo nei confronti di se stesso e di
un dio che (forse) neanche esisteva!
C’è anche da dire,però,che non c’era stato nessuno a tentare di farlo
desistere dai suoi propositi.
Era nato e vissuto come in seguito sarebbe morto…in solitudine. Una
solitudine che nei primi anni della sua vita era stata camuffata con numerose
attenzioni da parte di chi gli viveva attorno,in realtà erano stati in pochi a
costruire con lui qualcosa di più profondo,per poi abbandonarlo una volta
trovato qualcosa di più proficuo su cui investire attenzioni. In un certo senso
anche l’ombra aveva fatto la stessa cosa,finendo per essere fagocitato
dall’essenza stessa del suo disagio.
Atto sesto
Conversazioni tra un ombra che inizia a divorare ed una
che è già sazia
Provocazione:
-Buonasera.-
-Salve…-
-Mi aspettavi,vero?-
-Vorrei poterti dire di no,ma sarebbe stupido negare.-
-Ebbene,posso entrare o devo restare qui fuori?-
-Se ti dicessi che non puoi?-
-Me ne andrei,ma dubito che lo farai!-
-Credi di conoscermi così bene?-
-Quante domande…allora me ne devo andare?-
-No,entra.-
-Come stai?-
-Credevo di stare bene,ma adesso che ti vedo mi sento molto
peggio…-
-Dovrei esserne lusingato? O dovrei sentirmi in colpa?-
-…nessuna delle due cose,dipende solo da me,tu non sei che uno dei tanti
motivi per i quali mi sento così…-
-Stasera sei più giù del solito,è dovuto ad un qualche evento
particolare?-
-…Non credo,comunque non trovi odioso tutto questo insieme di domande?
Stiamo riempiendo l’aria con parole così stupide da risultare
irritanti!-
-Già! Perché cazzo stiamo perdendo tempo in questo modo,cercando di
riempire il silenzio con curiosità sui nostri reciproci stati d’animo? Perché
non andiamo sul letto e la facciamo finita?!-
-…Il tuo sarcasmo è fastidioso.-
-E tu sei solo un’acida! Come caspita faceva quel tizio a
sopportarti?-
-Sta zitto…-
-Perché dovrei? Cosa fai se non la smetto di parlare? Mi tappi la bocca
usando la lingua eh?-
-…fuori da qui…-
-Oh,un kunai,che paura!-
-Vattene,subito.-
-Come desidera…ma tanto tornerò domani.-
-Non mi interessa,non ti aprirò!-
-Sai benissimo che non potrai resistere.-
-…-
[…]
Insinuazione:
-Buonasera!-
-…-
-Siamo proprio euforici oggi! Come mai mi tieni il broncio?-
-…-
-Ah,ho capito! Ti senti in imbarazzo per l’avermi aperto nonostante
l’altro giorno avessi detto che non l’avresti fatto!-
-…-
-…Non è così?-
-Perché ieri non sei venuto?-
-Ahn,è per questo allora! Non sarai mica gelosa?-
-Non è gelosia la mia,sono solo stufa di questo tuo atteggiamento,credi
di poter arrivare qui a dettare legge e parlarmi con quel tono da stronzo come
se niente fosse?-
-Oh,sei arrabbiata…ah beh,allora penso che dovrò farmi
perdonare…-
-…-
-…-
-Hai mai pensato all’aborto?-
- …-
-Ok…meglio per me,non devo usare alcuna precauzione,tanto il danno è già
fatto…-
-Chi ti dice che stasera sarà come le altre volte?-
-Il semplice fatto di averti baciata e dell’averti vista rabbrividire
quando sono arrivato…-
-E se fossi rabbrividita dalla paura?-
-Tu non hai paura di me Kurenai. Tu hai paura di pochissime cose,una di
queste è l’essere sola…quindi io sono qui per farti passare questo
timore.-
-No,tu sei qui solo perché altrimenti non avresti niente di meglio da
fare!-
-Dammi retta,ho più impegni di quanto tu non creda. Il primo è
l’andarmene il più lontano possibile da qui…-
-Eppure continui a tornare...-
-…Non ti ho ancora detto qual è il mio secondo interesse…-
-…?-
-Correre avanti e indietro dal mio nascondiglio fino a questo villaggio
pidocchioso per fare sesso con te.-
[…]
Consolazione:
-Oggi piangi.-
-Sì!-
-Perché?-
-Mi fa male la schiena…-
-…Vuoi un massaggio?-
-Non sorridere in quel modo,mi da fastidio la tua
espressione.-
-Ti inquieto!-
-In parte…I tuoi occhi soprattutto…-
-Detto da una con gli occhi rosso sangue non è obiettiva come
cosa!-
-…-
-Che c’è? Perché mi guardi così?-
-Hai una strana risata.-
-E’ la risata di chi ride per finta.-
-per finta?-
-Ho dimenticato come si ride per davvero…-
[…]
Scaccia-ombre
-‘Sera!-
-Come mai quello squarcio sul petto?-
-Ho avuto problemi con il mio compagno di squadra…ha scoperto dove vado
tutte le notti…-
-Il tuo compagno di squadra ha spesso reazioni di questo
tipo?-
-Spesso…è peggio! Ah,ma non preoccuparti per lui…non potendo uccidermi
può solo limitarsi alla tortura…e di certo non mi dispiace come
cosa…-
-Sei un deviato…-
-Lo so!-
-…-
-Sono lieto di constatare quanto tu stia diventando simile a
me.-
-Io invece ne sono spaventata.-
-Non è tanto male in fondo…-
-Inizio a sentirmi diversa dopo ogni volta che ci vediamo…-
-E’ la paura di diventare come me che ti sta facendo cambiare-
[…]
Improvvisazione:
-Sei un assassino…-
-E tu sei una vedova…siamo fatti l’uno per l’altra! Siamo legati dalla
morte in maniera estremamente salda non trovi?-
-…la morte ci lega adesso come ci separerà in futuro…-
-Perché? Credi che in futuro il nostro “rapporto” potrebbe
continuare?-
-…non ho detto questo…-
[…]
-…come ti chiami?-
-Ah,dimmi tu un nome!-
-Ombra.-
-…!-
-Hai proprio un modo odioso di ridere…-
Atto quinto
Dove questo breve spettacolo si accinge a
concludersi
La notizia della loro scomparsa era arrivata come un fulmine a ciel
sereno.
Solo che nel caso di Asuma era stata una cosa del tutto inaspettata.
L’ombra sapeva di averla mandata a morire senza avvertirla. Probabilmente lo
aveva fatto come una sorta di vendetta,senza però premeditare la cosa o essere
realmente convinta delle proprie azioni. Aveva sofferto per la morte del suo
compagno,sapeva di essere stata solo il debole giocattolo sfruttato da quel
entità maligna,. Però tutti gli avvenimenti accadutile fino a quel momento erano
stati così effimeri,impalpabili e irreali da sembrarle solo un sogno. Forse era
stato in quello stesso stato di cose che aveva visto l’ombra andarsene via per
non tornare più.
Non ci aveva pensato neanche tanto,era una di quegli avvenimenti che
dovevano succedere con leggerezza,così come il rimanere incinta e il venire ad
apprendere della morte dell’uomo che amava. Doveva succedere,le cose andavano
lasciate così come erano. Lei avrebbe continuato a piangere per tutto il giorno
pur sapendo che nulla sarebbe potuto cambiare,e che in effetti le sue lacrime
erano ingiustificate.
L’ombra aveva ucciso una persona importante. Meritava di
morire.
Però pianse lo stesso.
Madre
Terra
La conclusione di questo
spettacolo
Mentre nel suo corpo si stava sviluppando una vita (o forse solo un’altra
ombra?) la terra ne stava custodendo due che ormai non potevano più definirsi
tali.
La sensazione di calpestare il suolo,contenente migliaia di cadaveri in
composizione,prima non l’aveva mai toccata,ma ora ad ogni passo cercava di
percepire l’energia contenuta sotto i suoi piedi,nel terreno sapeva che
ristagnava qualcosa. Qualcosa di putrido e sgradevole. La terra era un simbolo
di fertilità,più di una volta da bambina Kurenai si era soffermata a guardare i
campi attorno a Konoha,spesso li aveva anche attraversati a piedi,godendo
l’energia vibrante contenuta nel terreno e nelle piante che crescevano
direttamente da essa.
Ora invece sapeva come la terra potesse essere un presagio di morte,il
simbolo di quello che iniziava e finiva.
Dopo aver appreso della scomparsa dell’ombra aveva iniziato a dormire sul
pavimento,di tanto in tanto sussurrava contro di esso,parlava dei suoi pensieri
e delle sue sensazioni. Poggiava con forza i palmi delle mani al suolo,quasi
come a voler captare qualche segnale,qualche vibrazione che non c’era,e si
addormentava così,con una guancia premuta sul terreno.
Non sapeva dove fosse stata sepolta l’ombra. Sapeva solo che non sarebbe
morta,avrebbe continuato a stare lì,sotto di lei,senza poter sentire ne vedere
nulla,in una condizione di morte cosciente. Kurenai capì dopo molto tempo che in
realtà la terra dove stavano i morti era priva di energia,non trasmetteva nulla.
Rabbrividì al pensiero di poter finire anche lei là sotto. Dopo che ebbe pensato
così a lungo all’ombra,all’incenso,alla massa che si formava dentro di lei e
alla terra,decise di smetterla. Di smettere di pensare a tutto quello,come ombra
adesso aveva bisogno anche lei di scomparire in qualche modo,doveva diventare
una figura esistente solo per se stessa.
Kurenai si alzò dal pavimento,e in piena notte,scalza,si mise a camminare
per Konoha. Non sapeva neanche dove stesse andando. Sotto i suoi piedi la terra
aveva ricominciato ad emanare un fetore di morte.
A notte inoltrata,senza meta,aveva (ri)cominciato a vivere.
-Sto iniziando a vivere di
notte…-
-Colpa mia?-
-Direi di sì!-
-Mi piace pensare a te di notte,con la luna che ti
illumina appena il viso,il seno e l’inguine,mi piace ricordarti
così.-
-Quindi pensi solo a me nel
letto.-
-Ti dispiace?-
-Stranamente no. E comunque smettila di sogghignare in
quel modo!-
-Kurenai…?-
-Mhn?-
-Ti capita di pensare a
me?-
-Sì,come ad una massa
scura…-
-Allora vorrei che se mai dovessi ricordarti di me,oltre
che come massa scura,o per il mio possente pene…No,non guardarmi così…è un
discorso serio…-
-Questa sera stai parlando fin
troppo…-
-Ti eri abituata allo stare zitta con
me,vero?-
-…Continua il discorso di
prima.-
-…ricordati di me come Hidan,stampati questo nome in
mente e pensa a me solo per il suono che gli
dai…-
-Hidan.-
-Non so se mi piace il modo in cui lo
dici.-
-Non piace neanche a
me.-
-Allora sarò solo un brutto
ricordo!-
Tobichan dice:
Oh oh oh,babbo natale è arrivato con tanti bei
regali!
Sto pubblicando parecchie fanfic,le sforno come se
fossero pagnotte! Mi faccio paura da sola…dopo un periodo di totale disinteresse
per lo scrivere ho ripreso (forse perché ho più tempo
libero?)
Boh?
Comunque questa one-shot era in cantiere da così tanto
tempo da essere diventata irritante,pensate che inizialmente avevo scritto solo
la frase iniziale e poi l’avevo lasciata nei documenti per mesi,poi intorno ad
agosto scorso ho scribacchiato qualche altra riga…e solo a partire da questo
febbraio ho costruito la storia vera e propria.
Non è un granchè,però mi piace moltissimo! Probabilmente
proprio per questo motivo sarà ignorata da molti…oh povera me! Sola ed
incompresa!
Per favore,vi scongiuro e vi prego,se non avete davvero
niente da dire non commentate! Non scrivetemi cose tipo: “No,cioèèèèèè che
beeeeellaaaaaa,scrivi troppo bene CIAU!” Vi prego,ve lo chiedo proprio in
ginocchio,preferisco che la leggiate solamente per poi fare un piccolo sorriso a
fine lettura,so che non potrò vedervi mentre (e se) lo farete,ma mi renderete
felice con questo piccolo gesto.
Grazie di cuore.
Ah,ovviamente la fanfic ha anche una dedica tutta
speciale alla mia senpai,ElderClaud!
Spero che le piaccia la fanfic,spero che abbia passato un
buon compleanno e le auguro come sempre tante care
cose!
Un bacione anche a tutti i lettori,sappiate che la vostra
tobichan è veramente felice dopo tanto tempo!
Tobichan,che sta ascoltanto “Getting away with murder” di
Papa Roach e che si sta chiedendo perché non si è messa la crema domenica al
mare e che adesso sta cercando di non pensare alla sua schiena
ustionata.
Un momento…in questo modo ci penso ancora di più!
Wah!
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