“Quando ami
qualcuno, lo ami così com’è e non come vorresti che fosse”
-Lev Tolstoj
'Cause love comes
slow and it goes so fast
Quando Natalie
Sancouer aveva varcato per la prima volta la soglia
di villa Agreste non era rimasta stupita dalla bellezza e dalla raffinatezza
con cui la casa era arredata o dalla ricchezza che trasudava dalle mura, no. Il
suo sguardo era stato immediatamente rapito da quello dell’uomo dagli occhi di
ghiaccio che si trovava di fronte a lei e che la squadrava con occhio critico e
analitico.
-Sto
cercando una valida assistente che possa gestire la mia Maison e al tempo
stesso le esigenze di famiglia. Lei crede di esserne in grado? - le aveva
chiesto improvvisamente senza preoccuparsi di farla accomodare o di rivolgerle
le solite domande di routine scambiate durante un colloquio. Incapace di distogliere
gli occhi dai suoi, Natalie si era sentita rispondere:-Certo,
signor Agreste. Sono pronta ad iniziare-.
*
Lavorava
presso la Maison Agreste da oltre un anno e ancora Natalie faticava ad
accettare la sorte bella e strana che le aveva concesso di lavorare per uno
degli uomini più importanti e prestigiosi di Parigi. Aveva lasciato il suo
appartamentino in centro per potersi trasferire in una delle stanze vuote della
villa al fine di risultare sempre reperibile per il signor Agreste, in qualsiasi
momento del giorno e della notte. Il signor Agreste non aveva fatto mistero
della sua necessità di lavorare con persone fidate e lei cercava disperatamente
di dimostrarsi degna della sua fiducia. La maggior parte delle assistenti che
lavorano nel mondo della moda avevano l’abitudine di lamentarsi sempre ad alta
voce dei difetti dei loro datori di lavoro, sottolineando la loro stravaganza e
imprevedibilità. Spesso volgevano il loro sguardo verso di lei con quel misto
di invidia e partecipazione che da qualche tempo si vedeva rivolgere aspettando
che anche lei contribuisse alla conversazione. In quei casi lei non sapeva mai
cosa rispondere. Per cercare di toglierla dall’impiccio, una volta, una delle
segretarie presenti aveva cercato di parlare del suo capo. –Tu più di tutte
dovresti sapere cosa significa lavorare per un uomo impossibile! Insomma,
lavori per il signor Agreste! Nonostante sia un genio della moda, dovrai
convenire con noi che è un tipo abbastanza freddo e cupo, no? Quasi come se
nascondesse un lato oscuro-.
Lei tuttavia
non era mai riuscita a trovare alcun difetto nel signor Agreste ed era onorata
di lavorare con lui. Queste cose, però, lei non le diceva più ad alta voce;
quando vi aveva provato una volta si era trovata ad arrossire e a balbettare in
difficoltà. Quella era stata una delle prime volte in cui si era resa conto del
forte fascino che il signor Agreste esercitava su di lei.
*
Natalie
ammirava Emilie Agreste. Non solo per la sua palese bellezza o il suo
portamento raffinato, ma soprattutto per quel sorriso dolce che le incorniciava
il viso e lo faceva risplendere. Non dimenticava neanche una volta di salutarla
gentilmente quando la incontrava in giro per la casa indaffarata con la sua
agenda degli impegni in una mano e il tablet nell’altra o di augurarle una
buona giornata. Il motivo principale per cui Natalie non poteva non ammirare Emilie
nel suo cuore era la straordinaria capacità di addolcire i lineamenti del
signor Agreste interrompendo per qualche secondo il freddo glaciale che i suoi
occhi portavano dentro. Per questo motivo non poteva nutrire nessuna gelosia o
risentimento nei suoi confronti: con i suoi abiti severi, i capelli sempre
stretti in uno chignon perfetto alla base della nuca e la capacità di mascherare
i suoi sentimenti non poteva reggere alcun confronto con la moglie del signor
Agreste.
*
Il giorno in
cui il signor Agreste le aveva chiesto di contattare uno dei più famosi ritrattisti
di Parigi affinchè eseguisse un ritratto della famiglia
Agreste al completo, la fedele assistente aveva eseguito senza battere ciglio e
si era premurata ad affrettare l’appuntamento. Mentre osservava il pittore eseguire
un rapido schizzo dei suoi modelli il suo sguardo si concentrò sulle tre figure
accomodate al centro del salotto: la bella Emilie aveva il suo stupendo sorriso
ad illuminarla mentre teneramente poggiava la testa sul petto del marito e
poneva una mano sulla spalla del loro unico figlio al quale aveva trasmesso la
sua inesauribile gentilezza e bontà; Adrien sfoggiava un sorriso del tutto
simile a quello della madre, sicuramente felice di poter trascorrere un paio di
ore insieme ad entrambi i suoi genitori e infine c’era lui. Gabriel. Natalie
arrossì mentre pronunciava nella sua mente quel nome che la teneva sveglia
durante la notte. Scosse brevemente la testa e uscì dalla sala, pronta ad occuparsi
del prossimo impegno della famiglia Agreste.
*
Natalie avvertiva
la profonda voragine che si era aperta nella villa dalla scomparsa di Emilie.
La avvertiva nei silenzi provenienti dalla stanza di Adrien o dalle mute
richieste grida che rivolgeva al padre seduto dall’altro lato del tavolo da
pranzo, imprigionato nella fortezza che il suo dolore aveva costruito attorno a
lui. Lo avvertiva nella durezza dei tratti del volto di Gabriel Agreste, i
quali non potevano più sperare nella magia dell’amore compiuta da Emilie. Fu in
quel preciso istante che capì di essere disposta a tutto, anche a rinunciare alla
sua stessa vita, affinchè Gabriel e Adrien tornassero
a sorridere come un tempo. Fu in quell’istante che intuì che se avesse potuto
vedere Gabriel e Adrien nuovamente felici non avrebbe mai messo in discussione
il folle progetto che il suo datore di lavoro preparava sin da quando Emilie si
era ammalata.
*
-L’ho capito
nell’istante in cui sei entrata in questa casa che saresti diventata più di una
semplice assistente-. Erano queste le parole che Gabriel le aveva rivolto dopo
averla accompagnata a sedere in seguito ad uno di quei capogiri provocati dalla
trasformazione in Mayura.
-Mi dispiace
per quello che stai passando- aggiunse. Natalie sorrise e gli strinse grata la
mano. Da quando la moglie era scomparsa e Gabriel era sprofondato in quell’abisso
di tenebre e oscurità, Natalie era diventando l’unica persona di cui Gabriel
poteva fidarsi, a cui confidare i suoi piani e con il tempo il loro rapporto
era diventato più profondo e intimo, nonostante entrambi cercassero di mantenere
sempre un certo grado di distacco e professionalità.
-Gliel’ho
già detto, signore, per lei io farei qualsiasi cosa-. Nonostante adesso Gabriel
le stesse sorridendo e non avesse ritratto la mano dalla sua, Natalie sapeva
che quel sorriso non poteva competere con quello evocato dalla moglie. Faceva male
e Natalie si chiese se un giorno avrebbe smesso di farne così tanto.
*
Durante la
notte, mentre il sonno tardava a raggiungerla in quel letto troppo grande e
troppo freddo per lei, Natalie si chiedeva come avesse fatto a ritrovarsi coinvolta
in quella vicenda che sembrava appartenere a un qualcosa di più grande rispetto
a lei. Interrogava i suoi pensieri e i suoi ricordi in quei momenti per riuscire
ad identificare il momento preciso in cui aveva
iniziato a guardare Gabriel con occhi e sentimenti diversi ma non riusciva mai
nel suo intento. Semplicemente quell’amore era arrivato improvvisamente e non l’aveva
più abbandonata. Allora Natalie chiudeva gli occhi e si perdeva nelle fantasie
di quell’amore impossibile.
*
Natalie
percorse il corridoio realizzato in ferro battuto che collegava l’ascensore al giardino
segreto posto al piano inferiore della villa, culla per le akuma
e guardiano di Emilie. Come ogni sera, Gabriel si trovava lì per ricercare lo
scopo che aveva dato vita al suo progetto, alla sua speranza di riportare
indietro la moglie e di salvare la sua famiglia. A nulla valevano i suoi
tentativi di ricordargli che tutto ciò che aveva costruito in quei mesi (l’aver
akumizzato metà della popolazione parigiana, l’aver
scoperto l’identità di molti suoi nemici) lo stava allontanando sempre di più
da suo figlio, da Adrien che aveva così disperatamente bisogno di suo padre. Sapeva
già che la sua risposta sarebbe stata un laconico “Lo sto facendo anche per lui”.
Anche quel pomeriggio Ladybug e Chat Noir avevano sconfitto
uno dei suoi supercattivi e sicuramente ora Gabriel si stava chiedendo se la
scelta di trasformarsi in Papillon fosse stata davvero quella più giusta. Il
rumore dei suoi tacchi riecheggiò per tutto il corridoio avvisandolo del suo
arrivo. Per un po’ rimasero in silenzio mentre Gabriel contemplava la bellezza
immortale della moglie; ad un certo punto con voce tremante le chiese:- Secondo te, Emilie approverebbe ciò che sto facendo
per lei, per noi?-
Natalie rimase
sbalordita dal sentirsi rivolgere una domanda così personale. -Non lo so signore..-
Gabriel
finalmente si voltò e le rivolse uno sguardo a metà tra il beffardo e il rassegnato:- Questo è il problema. Non lo so neanche io.. La prima volta che la vidi rimasi stupito dalla sua
bontà e dolcezza: non pensavo che una sola persona potesse portarne così tanta
dentro di sé. Mi innamorai subito di lei anche se nel profondo sapevo di non
essere la persona che lei meritava, non ero semplicemente alla sua altezza. Eppure anche lei mi amava e insieme stati felici. Mi diceva
sempre che vedeva il buio dietro i miei occhi, ma che mi amava comunque. Lei
era la luce che guidava la mia via e ora che sono rimasto al buio non so più se
sto seguendo la strada giusta o se ho semplicemente perso la rotta. Ora mi amerebbe?-. Natalie sentì la disperazione nella sua voce,
osservò il dolore trasfigurare il suo volto e la rigidità con cui teneva chiusi
i pugni lungo i fianchi davanti a lei. Delicatamente, imponendosi di non versare le
lacrime che premevano per uscire, gli fu accanto e lo prese tra le braccia,
stringendolo forte mentre avvertiva l’uomo tremare come un bambino contro di
lei.
-Sono sicura
di si, Gabriel- mormorò dolcemente senza allentare la presa e accarezzandogli
delicatamente i capelli- Chiunque sarebbe onorato di essere amato con la stessa
intensità con cui lei ama Emilie e del resto sua moglie ha visto il suo cuore e
ciò che si cela al suo interno e non l’ha mai abbandonata. Questo perché quando
ami qualcuno, lo ami così com’è e non come vorresti che fosse- conclude.
*
Natalie avrebbe
voluto potergli dire che lui e Adrien erano tutto il suo mondo e che non
avrebbe mai smesso di amarlo ma, semplicemente, non poteva.
Angolo dell’autrice
Salve a
tutti! Questa è la prima volta che provo a scrivere qualcosa su questo fandom
pur avendo iniziato a nutrire già da tempo una passione smisurata per Miraculous. Tra i personaggi che più mi hanno attratto il primo
posto è sicuramente occupato dalla figura di Natalie spesso sottovalutata e
messa in secondo piano ma che, secondo me, merita grande rispetto per la grande
lealtà e ammirazione (e si, amore. Per me Natalie è profondamente innamorata di
Gabriel) nei confronti del signor Agreste e da buona e inguaribile romantica
non ho potuto non shipparli e provare a combinare
qualche pasticcio che li vedesse raffigurati insieme. Spero che troviate questi
personaggi abbastanza IC e che la storia sia di vostro gradimento. Spero tanto
inoltre che leggerete in tanti e mi lascerete qualche commento.
Buona serata
e a presto,
Hoon21