Per Ilaria1993:
Ciao bella, che piacere mi ha fatto leggere la tua recensione e sapere
che hai gradito molto la prima storia, aspettando con ansia il seguito!
I tuoi dubbi mi pare di averli già chiariti via msn, eccetto
mi pare sul fatto che l’Enigmista starebbe con Ivy xD! A
questa domanda provvederà questo capitolo a rispondere per
bene! Comunque, Crane sicuro di sé non può
esistere… sul campo di battagli a forse, ma resta comunque
il ragazzetto indeciso, confuso e goffo che tutti amiamo *_*! Se questa
storia è secondo te “praticamente
perfetta”, è tutto merito di
‘rinnie’, la mia beta e consigliera! Spero che
questa continuerà a piacerti, davvero, nonostante i bruschi
colpi di scena che ho inserito più in
là… e a proposito non so se te l’ho
detto, ma Joker comparirà nel terzo capitolo, come sempre in
maniera esplosiva xD! Ora ti lascio alla lettura, ci sentiamo presto,
un abbraccio!
Per LadyBlack: Ciao,
ben trovata xD! Ahah! Sì so di aver creato un casino senza
spiegare bene ciò che è accaduto per arrivare a
questo ma durante i capitoli della storia tornerà tutto a
galla, le ragioni che hanno spinto Crane e Harvey a lasciarsi,
perché si odiano tanto, come abbia fatto Nigma a seguire Ivy
(si scoprirà proprio in questo capitolo) e tutto si
risolverà come si può dedurre dal mio stile xD!
Non ti anticiperò assolutamente la conclusione
però alla fine nulla resterà sospeso ;)! Nella
trama intendevo proprio Harley Quinn e so che anche a proposito di
Freeze sono stata enigmatica ma posso giurarti che tra loro non
c'è ne ci sarà mai nulla, Crane per lui prova
solo una stima che sconfina nell'adorazione ^^. Ora ti lascio al
capitolo sperando che ti piaccia e di leggere altre tue recensioni ^^!
Un abbraccio, alla prossima.
Per Sychophantwhore: Ciao,
bentornata xD! Beh sì lo stile, come ho spiegato nelle note
è il chaos più totale ^^"... spero
risulterà sempre comprensibile comunque! Ammetto, seppure a
malincuore che anche io scrivendo continuavo ad immaginare
Schwarzenegger -_-. Ma va bene in fondo si prestava almeno fisicamente
no ;)? Già però la faccia mica tanto, ma! Andiamo
avanti che è meglio xD... per quanto riguarda i pensieri che
Joker ha a proposito di Nigma ed Ivy li riservo per i prossimi capitoli
e sì, il clown tornerà presto, nel prossimo!
Ebbene no, tra Crane e Joker non c'è stato niente di troppo
fisico anche se per come l'avevo progettata io, al pagliaccio avrebbe
fatto piacere 'convertire' Crane alla sua follia (un po' ciò
che ha fatto con Harley), strapparlo alle braccia di Dent e creare un
bel threesome con lui ed Eddie xD! Ma diciamo che si è
trattenuto :P! Duefacce normale mica tanto, come puoi vedere ormai non
ha altro che rabbia e amarezza dentro di sè...! Per quanto
riguarda Dick no, lui per come l'ho giostrata durante la prima storia
era a San Francisco, a fare 'il terrorista' con la sua ex ragazza xD!
Beh Dick da grande è diventato un tipetto poco
raccomandabile davvero ed infatti sono sicura che ti piacerà
alla fine di tutto xD! Anche io odio tutti i Robin quindi no, nessun
altro mocciosetto in calzamaglia O_ò! Sia Joker
che Harley spunteranno insieme, in modo esplosivo, tranquilla! Ho
grandi progetti per loro, alcuni molto... sanguinari *_*! Ora ti lascio
al capitolo, scusami se la recensione è corta e poco chiara
però vado troppo di fretta, ci sentiamo meglio molto presto
però ^^! Un abbraccio, spero davvero ti piacerà
questa storia :P! Bacioni!
Per Boopsie: Ciao
sono contenta ti piaccia l'inizio di questa nuova storia ;)! Spero
continuerai a seguirla, ho inserito più di qualche colpo di
scena ma alla fine tutto si risolverà! Yay! Il clown
arriverà con la sua pazza compagna nel prossimo capitolo,
facendo, come suo solito, il botto! Ti ringrazio per tutti i
complimenti e gli incoraggiamenti e scusa se sono poco in vena di
dialogo, vado di fretta ma parleremo meglio molto presto ^^! Un
abbraccio, ti lascio al capitolo, a presto!
XxX.SilverLexxy.XxX
PRETEND THE WORLD HAS ENDED:
La canzone usata per
questo capitolo è “Someone must get
hurt” di “She wants revenge”.
Capitolo 2: Someone must get hurt.
Intro.
Che cos’è la vita di un uomo se non andare avanti,
giorno dopo giorno sforzandosi sempre di seguire se stesso senza mai
piegarsi a compiere azioni contro la sua volontà o natura?
Un farsi rispettare, camminando a testa alta e gridando alle sorde
orecchie del mondo ‘Io
sono così, ci sono e provate solo a buttarmi giù!’?
Questo Nigma lo sapeva benissimo, lo aveva sempre saputo sebbene ormai
riusciva a ricordarsene solo nei brevi e preziosi momenti di
lucidità prima che Poison Ivy stringesse
nuovamente le sue catene attorno a lui grazie al vergognoso potere dei
suoi feromoni, gettandolo continuamente in quel mondo surreale ed
ovattato dove le uniche cose che contavano erano proprio la bellezza ed
i desideri di lei; l’Enigmista, in quello squarcio irreale
nella sua mente, era poco più di una pianta che
l’Edera coltivava costantemente.
Era diventato il suo schiavo, la aiutava, la proteggeva, la scopava, ma
ogni volta che l’effetto dei suoi feromoni scompariva, prima
che lei potesse rinnovare il suo ‘sortilegio’,
Nigma tentava con tutte le sue forze di ribellarsi e riprovare ad
essere se stesso, si aggrappava ad un unico ricordo: Joker.
Un paio di volte era addirittura riuscito ad attaccarla ma poi,
improvvisamente, tornava il vuoto ed il corpo di lei ridiventava la
cosa più bella che avesse mai visto e per la quale sarebbe
morto senza battere ciglio.
**
Still Intro.
Ivy era su tutte le furie e non le bastava avere Nigma ai suoi piedi
stavolta, per tirarsi su. Lei era potente, possedeva una bellezza
infinita che nessuno le avrebbe mai potuto portare via, qualsiasi
ferita per quanto grave si sarebbe rimarginata, non avrebbe mai
conosciuto l’umiliazione di una cicatrice, ne le offese di
una ruga, ne l’imbarazzo di un qualsiasi problema di pelle,
non una malattia.
Allungò le braccia sopra la testa, stirandosi ed avvolgendo
le gambe attorno alla schiena dell’Enigmista, che si
impegnava per darle piacere; allungò una mano, affondandola
tra i lunghi capelli scuri del suo schiavo e serrò la presa,
costringendolo ad alzare lo sguardo, si era stufata di
quell’azione, non sarebbe comunque riuscita a provare piacere
in quel modo quella sera, era troppo nervosa! Lo attirò a
sé, in modo che salisse sopra di lei e stringendo poi le
mani sull’ultima parte della sua schiena, gli fece capire
cos’altro voleva.
Nonostante tutti i problemi che Nigma gli procurava, a mano a mano che
il suo corpo si abituava al veleno, Ivy non poteva lasciarlo andare per
nessun motivo, sia per la sua abilità come hacker, che per
quella come amante – davvero da non buttare via, era forse il
più bravo che avesse mai avuto – ed infine per
evitare che diventasse un suo nemico mortale; Edward, per quello che
sapeva, se libero ed assetato di vendetta poteva diventare un
avversario addirittura mortale.
Please don’t touch me,
I’ve come too
far to let you bring me down.
(Per favore non
toccarmi,)
(Sono arrivato troppo
lontano per lasciare che mi trascini giù)
Per questo aveva dovuto allontanare Joker da lui all’inizio,
alla sola vista del clown, il suo bel fiore diventava improvvisamente
difficile da comandare, continuava a ribellarsi e rivoltarsi contro di
lei, mentre il pagliaccio insisteva continuamente nel non voler
rinunciare al suo ex; non importava quanto si impegnasse per
sconfiggerlo, imbrogliarlo o ipnotizzarlo, quel saltimbanco aveva
sempre un asso nella manica, riusciva sempre a vincere contro di lei e
ciò non le piaceva.
A lei non piaceva essere sconfitta, odiava venire umiliata e non
c’era nulla che le avesse mai bruciato più delle
risate di quel clown mentre la derideva e sembrava riuscire a gettarla
nel fango con uno schiocco di dita, con una sola parola. Joker aveva
toccato tutte le sue corde sensibili come nulla fosse, non avrebbe mai
potuto perdonarlo, figurarsi restituirgli Nigma.
Lei si lasciò andare ad un gemito, adorando la sensazione
che le dava essere penetrata, no lei non sarebbe mai stata inferiore a
nessuno, quel clown non l’aveva neppure toccata con le sue
parole, erano solo bugie, vili insinuazioni campate in aria, lei era
bella, lei aveva tutto, Nigma era suo e lo sarebbe stato
finché non si fosse stufata di lui o fosse morto, il che era
la stessa cosa.
Tu pensi davvero che ti
lascerò tenere Eddie? A te che per conquistare un
po’ di fiducia in te stessa hai dovuto aspettare di diventare
una pianta? Tu bella, eh? Oh oh oh ah ah oh! Per te non sprecherei
neppure il coltello.
Al ricordo delle parole denigratorie di Joker, sentì
l’irritazione montare in lei e, con una mano sulla schiena
del suo amante, affondò le sue unghie affilate nella carne
del suo schiavo, lasciando una serie di graffi, e riuscendo senza
fatica a passare la barriera della pelle aprendo delle piccole ferite,
che iniziarono a sanguinare.
He thinks that I’m easy,
But try as you might, you
can’t have me now.
(Lui pensa che io sia
facile)
(Ma provaci come vuoi,
non mi avrai adesso.)
Non era vero, quelle parole erano solo menzogne, lei era bella, lei era
perfetta e quello sciocco clown era solo invidioso perché
ora Edward era nelle sue mani e non l’avrebbe mai tradita,
non sarebbe mai più tornato da lui, era suo, suo, suo!
Tornò con la mente invece al confortante ricordo della sua
faccia deturpata e dipinta, mentre veniva catturato e spedito diretto
ad Arkham proprio per opera del suo adorato Enigmista… era
impagabile ed in quell’occasione fu lei a ridere per ultima.
Il clown non poteva ancora sapere che i suoi feromoni avevano e come
erano stati facilmente capaci di soggiogare il suo – ormai ex
– fidanzato, perciò Joker sembrò
essersi rassegnato, seppure con dolore e si era trovato una compagna
per lui ideale, un’altra pazza come lui, la sua
‘Arlecchina’, la dottoressa Harleen Quinzell, che
poteva ricordare dai tempi dell’università, mentre
lei studiava psichiatria, Pamela si impegnava in botanica.
Ora quella streghetta bionda si faceva chiamare Harley Quinn.
Ma Pamela sapeva benissimo cosa si provava ad essere innamorati,
arrivare a sacrificare se stessa, il proprio orgoglio e la propria
dignità per qualcuno che probabilmente non faceva che
usarti; ma ora non voleva pensare al dottor Woodrue, lui non
c’era più adesso, aveva avuto la fine che meritava
per il suo tradimento, aveva abbracciato la morte ed era sparito con un
bacio.
Il primo bacio della neonata Poison Ivy, subito dopo la morte
spirituale di Pamela Lillian Isley, che non esisteva forse
già più, lei non era umana, si era lasciata alle
spalle tutte quelle imperfezioni e debolezze, ora era potente,
imbattibile ed impenetrabile, non avrebbe mai più sofferto,
non si sarebbe mai più lasciata usare, perché
l’Edera velenosa era perfetta.
Sentiva il suo schiavo muoversi dentro di lei ed il piacere
iniziò a salire, sempre più, cancellando ogni suo
dubbio o pensiero per qualche secondo, si lasciò andare ad
un grido di giubilo una volta raggiunto l’orgasmo,
immediatamente seguita dall’Enigmista che però non
sembrò trarne altrettanto piacere ma di questo a lei non
importava, era sufficiente che fosse lì con lei e che fosse suo, nonostante
tutti i problemi che le causava e tutto sempre in nome di quel
desiderio, il più importante, di spazzare via
l’umanità e riportare il mondo allo stato
originale, dominato solo dalla natura, finché non sarebbe
stata inghiottita lei stessa dalle sue amate piante.
Those tedious dances we run
through,
But I’ve
memorized them now.
(Queste noiose danze che
continuiamo a ballare)
(Ma ricordo i passi a
memoria adesso.)
A tutto questo pensava, e soffiò un bacio sul viso
dell’Enigmista, incatenandolo ulteriormente a sé e
cancellando quella scintilla nei suoi occhi; per quanto ancora sarebbe
stato in grado di combatterla? Erano molti mesi ormai che insisteva
nell’uscire dalla sua ipnosi, presto o tardi avrebbe
annullato completamente questa sua volontà ed il clown che
sembrava dargli tanta forza sarebbe per sempre scomparso dal suo cuore
e dalla sua mente. Ci sarebbe stata solo lei e gli sarebbe bastata!
Perché lei era bellissima.
**
Jonathan Crane era furibondo ma non ce l’aveva col dottore:
lui aveva avuto, in fondo, tutte le ragioni per arrabbiarsi; no, ce
l’aveva con se stesso.
Tutte le volte si riprometteva di non uscire di testa, eppure bastava
anche solo il pensiero di Duefacce ad attraversargli la mente per
mandarlo su tutte le furie; avrebbe dovuto prendere i diamanti e
lasciare che Harvey ammazzasse Poison Ivy, l’eliminazione
dell’inopportuna presenza dell’Edera sarebbe stata
un vantaggio enorme per loro.
I quietly melt down,
And consent to you, if
only just to bawl.
(Silenziosamente mi
sciolgo)
(E ti consento, anche se
solo di gridare.)
Invece per colpa sua avevano perso sia le – per Freeze
preziosissime – pietre, che l’occasione di
eliminare l’unica loro rivale attualmente
‘pericolosa’. L’uomo di ghiaccio aveva
avuto ragione ad urlargli contro, quella sera lo aveva visto per la
prima volta arrabbiato; si era sentito una nullità vedendolo
letteralmente fiondarsi fuori dalla porta, diretto probabilmente nella
stanza dove teneva custodita sua moglie, aveva preferito quello
piuttosto che mettere le mani addosso al suo alleato.
La refurtiva presa agli ospiti comprendeva ben pochi diamanti e per lo
più di piccola taglia, quindi a causa sua ora dovevano
sbrigarsi ad agire nuovamente o il dottore sarebbe morto, la sua
armatura avrebbe presto cessato di funzionare e lui non avrebbe mai
potuto sopravvivere al di fuori di essa.
Non era molto la prospettiva della morte a torturare Freeze, Crane lo
sapeva, piuttosto era il non poter più trovare la cura per
le sindrome di McGregor e salvare la vita di Nora Fries, sua moglie.
Le loro ricerche però, ormai da molti mesi, erano ferme e
non riuscivano a fare nessun passo avanti nonostante disponessero di
un’intera troupe e delle più avanzate
attrezzature, anche le risorse economiche non erano mai state un
problema.
Spaventapasseri posò sul tavolo il tabulato che aveva in
mano, non riusciva a concentrarsi quella sera, quindi si diresse fuori
dal laboratorio e lasciò che le gambe lo guidassero fino
alla stanza dove Nora Fries riposava nel ghiaccio, ignara di tutte le
nefandezze di cui si stava macchiando suo marito pur di curarla.
Lui non era come il dottore, lui aveva scelto quella strada per il suo
egoistico bene, non gli era mai interessato nulla degli altri o dei
loro sentimenti, eccetto per quello della paura. Lentamente
camminò fino a fermarsi davanti alla teca, trovandosi faccia
a faccia col corpo congelato della donna; ogni volta che passava
davanti quella camera criogenica si sentiva freddo anche lui, a sua
insaputa la signora Fries era diventata l’insostenibile
simbolo di un amore impossibile, di un ricordo irraggiungibile che
può smuovere le montagne, del sacrificio e di molte altre
cose troppo pesanti perché Crane avesse anche solo voglia di
pensarci.
I call for the witness,
Present the facts right
down to little things.
(Chiamo i testimoni)
(Espongo i fatti fino
all’ultimo dettaglio.)
Quelle erano cose che Jonathan non aveva mai conosciuto e che avrebbe
fatto di tutto per non arrivare mai ad entrarvi in
confidenza… a volte odiava quella figura a malapena
distinguibile nel ghiaccio perché lo faceva sempre pensare a
Duefacce, a tutte le volte che lo aveva tradito macchinando alle sue
spalle, che gli aveva raccontato bugie o taciuto importanti
verità, lui ad Harvey non aveva mai dato neppure una
briciola di se stesso ed odiava quanto questo bruciasse questa
realizzazione – sopraggiunta tardi – ed il ricordo
di Harvey che glielo rinfacciava.
Ma d’altronde lui e Duefacce si erano resi conto fin troppo
presto che il loro rapporto non avrebbe funzionato affatto, che erano
troppo diversi da Joker e Nigma, loro non riuscivano ad essere anche
alleati oltre che amanti e, nell’ultimo periodo della loro
storia, l’unico momento in cui si ritrovavano davvero era a
letto quando, dopo una notte di sesso arrabbiato e violento, riuscivano
a restare calmi l’uno tra le braccia dell’altro ma
sapevano che non sarebbe mai bastato, che stavano raggiungendo una
fine.
Rendendosi conto di questo, Harvey aveva tentato il tutto per tutto, lo
aveva pregato, si era messo ad urlare, prendere a pugni i muri, aveva
fatto promesse, pensando che loro potevano entrambi cambiare se lo
avessero voluto, così lo aveva trascinato in un viaggio,
loro due da soli.
Quei quindici giorni a Cayo Largo per Crane erano stati davvero
stupendi e Harvey aveva dato fondo al suo conto in Svizzera per
comprare lì una casa con spiaggia privata ma in fondo, non
potevano pretendere di risolvere i loro problemi in quel modo, come una
qualsiasi coppia normale avrebbe fatto, loro erano tutto
fuorché persone normali.
Al loro ritorno si erano accorti fin troppo presto che tutti i problemi
li stavano aspettando con impazienza a Gotham, non erano riusciti a
risolvere proprio nulla, non sarebbero passati sopra alla loro natura
così facilmente, neppure per difendere quel
‘noi’ di cui amavano ingenuamente riempirsi la
bocca i primi tempi.
They say the heart is resilient,
in black and white,
You swore
there’d be no strings.
(Loro dicono che il
cuore è elastico, in bianco e nero)
(Tu giuri che non ci
sarebbe nessun legame.)
Spaventapasseri aveva ragione, se lo ripeteva di continuo e la signora
Fries poteva stare nella sua teca gelida anche per sempre, esposta agli
occhi degli altri come un animale raro allo zoo; perché un
amore come quello che rappresentava a suo parere era come una chimera,
un’utopia, fantascienza, pura invenzione dei sensi.
Eppure Jonathan restava lì, la schiena appoggiata contro il
muro a fissarla negli occhi chiusi come se potesse parlargli, rivelando
chissà quale segreto per raggiungere la felicità
di cui lei non poteva più godere. Illusione? Freeze era
davvero così affezionato e dedito a lei come stava mostrando
ora, che non poteva più averla?
Tutto arrivava ad una fine, tutto.
Lui e Duefacce erano finiti, il suo mondo era crollato, Batman stesso
sembrava essersi chiuso in un guscio di insoddisfacente pigrizia
– se fosse stato in sé, li avrebbe già
sgominati tutti, ghiaccio o no – e perfino Joker e Nigma
– ai suoi occhi, loro erano la coppia perfetta, non avrebbe
mai creduto di veder cadere anche loro, forse il vero colpo
all’amore era stato quello – ora erano finiti.
Perché? Eppure all’inizio sembrava tutto
così facile, si era abituato subito al clima famigliare
della loro casa, era arrivato a guardare a loro come se fossero stati
in un certo senso i suoi genitori o fratelli più grandi, col
loro esempio sembrava tutto così facile, veniva
così naturale a Crane svegliarsi ogni mattina tra le braccia
di Duefacce, scambiarsi sorrisi e passione, convincerlo nonostante i
suoi continui rifiuti ad andare a trovarli, guardare Edward smanettare
sul computer mentre Joker provocava Harvey, che in risposta lo
minacciava di morte ogni volta e tutto questo lo divertiva!
I sneak out the back door,
But the gavel strikes
(Sguscio fuori dalla
porta dul retro)
(Ma come un martello,
colpisce)
Sì, lui rideva
allora, non importava quanto la situazione fosse seria o dissacrante,
non importava delle insicurezze né dei dubbi, riusciva ad
amare Harvey con una facilità estrema quando stava vicino a
Joker e Nigma perché loro, ai suoi occhi, erano la prova
vivente del fatto che nulla era impossibile, che l’amore
esisteva e che non c’era nulla di cui aver paura, in quel
sentimento chiamato ‘amore’ non c’era
nulla di spaventoso. Col loro esempio davanti agli occhi, riusciva a
calmarsi quel tanto che bastava per lasciarsi andare e fidarsi di
Harvey. Com’era possibile? Come poteva il rapporto tra lui e
Duefacce dipendere dal loro in questo modo?
Sembravano passati secoli dall’ultima volta che si era
concesso una risata…
“Tutto bene?”
La voce improvvisa dall’ombra lo spaventò e
portando istintivamente la mano al petto, si voltò,
trovandosi davanti la figura argentea del suo collega che lentamente
avanzava nella stanza, mettendosi anche lui di fronte la camera
criogenica ma senza bloccare la visuale di Jonathan, restarono in
silenzio per un po’, il dottore non si aspettava davvero una
risposta alla sua domanda, era ovvio che Crane non stesse bene, visto
che aveva scelto di chiudersi in quella stanza da solo e lo conosceva
fin troppo per pensare che si sarebbe aperto con lui, in fondo,
Spaventapasseri lo sapeva, non gli interessava neppure ciò
che lo stava tormentando.
Freeze sembrava una statua di ghiaccio in quel momento, immobile a
guardare sua moglie, davanti a sé, ad appena pochi metri da
lui eppure così irraggiungibile, doveva sembrargli una presa
in giro.
“Certe cose sono inevitabili. I perché raramente
servono e ci tengono inchiodati, l’ho capito io che ormai ho
ben pochi sentimenti da provare, credo che farebbe bene anche a te
lasciare un po’ di analisi nel cassetto.”
Lo irritava.
A non finire.
Perché Freeze improvvisamente gli stava dicendo quelle cose?
Non ci riusciva, nonostante i mille tentativi di seguire ‘il
cuore’ e tutte quelle scempiaggini simili, lui restava
comunque ‘il dottore della mente’ e doveva
controllarsi, non doveva lasciarsi andare, non dopo Harvey,
l’assenza del suo ex lo aveva fatto ripiombare in quel
labirinto che era la sua mente, una volta, ricordava che era proprio
Duefacce a tirarlo fuori dai vicoli ciechi in cui si infilava, come se
Crane fosse una trottola e lui il bambino che la fermava.
Lo aveva amato davvero e tanto, di questo ne era sicuro, nonostante
tentasse spesso di convincersi del contrario.
Che bisogno aveva il suo alleato di dirgli una cosa simile,
perché? Non voleva sentire quelle cose, non voleva essere
costretto a rifletterci sopra, non bastava a Freeze che si fosse
mostrato con lui molto più leale di quanto avesse mai fatto
con Harvey? Ancora non gli era sufficiente? Sì, aveva
sbagliato, ma che diavolo pretendeva da lui?!
And I can hear you cry under the
sound of my footsteps.
(Ed io posso sentirti
piangere sotto il suono dei miei passi.)
“Devo andare a finire un esperimento.”
Rispose semplicemente e lo lasciò solo con sua moglie,
seguito dai suoi occhi gelidi, ma il dottore non tentò
neppure di trattenerlo, non si sarebbe voltato; no, non stava
scappando, lui non aveva paura di niente, anzi lui la dominava, la
paura! Cristo, non voleva più pensare, aveva bisogno delle
sue formule e dei suoi macchinari, ora voleva solo tornare nel
laboratorio e sperimentare nuove applicazioni per il suo gas. Solo
quello contava, lui era
il signore della paura. Questo non glielo avrebbe potuto
togliere nessuno e solo Spaventapasseri non lo avrebbe mai abbandonato.
**
Un cuore ormai fermo, sepolto sotto una calotta gelida, eppure quel
muscolo ormai inutile si ostinava a causare ancora dolore a Mr Freeze.
In piedi davanti alla camera criogenica in cui riposava sua moglie,
ripensava a lei, alla sua voce quando, con dolcezza, lo chiamava per
nome.
“Victor…!”
Gli diceva con tono di avvertimento, guardandolo di sbieco ma senza mai
perdere quel sorriso dolcissimo e furbo che lui adorava tanto.
Pensava a lei di continuo, qualsiasi cosa facesse era per lei, anche
quelle che non avrebbe mai approvato, che neppure lui avrebbe mai
accettato in passato ed a volte pensava che se – no non
‘se’ ma quando
– fosse guarita, lei non lo avrebbe certamente più
voluto, non avrebbe mai amato il mostro che era diventato.
Abbassò lo sguardo sul pavimento, si allontanò a
passi lenti, seguendo il tragitto che aveva fatto Crane appena qualche
minuto prima, non riusciva a pensare molto bene quella sera, neppure
nella pace che gli dava la presenza silenziosa di Nora.
Crane riusciva a diventare un’idiota quando si arrivava a
Duefacce ma nonostante questa sua pericolosa debolezza, Freeze non
riusciva a liberarsi di lui e non perché gli fosse poi così indispensabile.
Certo era utile ma non sempre quel gioco valeva la candela
come gli aveva ampiamente dimostrato la sera precedente.
This time there will be no long
goodbye.
(Stavolta non ci
sarà nessun lungo addio.)
L’assurda verità era che lui riusciva a
rispecchiarsi nello Spaventapasseri, per certi versi, gli ricordava
molto - forse troppo - se stesso, quindi poteva capire molto bene i
sentimenti dell’ex psichiatra, probabilmente meglio di quanto
egli stesso sarebbe mai in grado di fare, perché
l’amore rende inevitabilmente ciechi e sordi e Jonathan non
riusciva a capire che, la passione con cui lui e Duefacce si odiavano,
non poteva essere altro che amore.
Tutto questo però non andava assolutamente bene per i loro
piani, non poteva perdonare Crane per ciò che aveva fatto,
era praticamente colpa sua se quella rapina era risultata un totale
fiasco; aveva ingaggiato una lotta con Batman, esaurendo quasi
completamente la sua energia solo perché fiducioso che del
resto si sarebbe occupato Spaventapasseri e la sua delusione era stata
totale quando invece lo aveva trovato impegnato nel tentativo di far
fuori l’idiota del suo ex.
Freeze portava per Duefacce quel tanto di rispetto che poteva meritare
un avversario della sua imponenza, lo ammirava per la battaglia che
riusciva a sostenere nonostante non disponesse di particolari mezzi o
poteri come i suoi, ma ciò non toglieva che il suo scarso
autocontrollo lo collocava, nella sua ottica, più al livello
di un animale, che di una persona e non capiva come avesse fatto
Spaventapasseri a sceglierlo come suo compagno e restargli vicino per
oltre un anno.
As I stare through you and I
stand quite still
(Mentre ti guardo e
resto in piedi, fermo)
Quando Crane lo guardava, aveva sempre gli occhi pieni di una vera e
propria adorazione nei suoi confronti, cosa che era sempre rimasta
invariata dai tempi dell’università senza cambiare
neanche dopo il loro ultimo incontro appena pochi mesi fa, quando
Freeze era tornato ad approcciarlo appena dopo il suo fiasco con
Duefacce; lo psichiatra lo aveva riconosciuto immediatamente nonostante
il ghiaccio che lo invadeva dentro e fuori, sul suo viso
c’erano diversi lividi ed il suo braccio destro era rotto,
non ci voleva un genio per capire che era tutta opera di Dent.
And a alarm sounds just up the
road
(Ed un allarme suona, giusto in
fondo alla strada.)
Non aveva accettato subito di allearsi con lui, evidentemente in preda
ad una più che totale sfiducia nei confronti del prossimo ma
alla fine lo ricontattò con una – seppure
all’inizio poco convinta – risposta affermativa ed
era arrivato a stimarlo in modo quasi reverenziale quando aveva appreso
che Freeze non provava più nessun sentimento, una cosa che,
per quanto ci provasse, Crane non avrebbe mai potuto emulare.
I can tell you’d like
come sympathy
(Capisco che ti
piacerebbe un po’ di comprensione)
Lui non provava nulla, non poteva affezionarsi a nessuno, tantomeno a
Crane; no, non si trattava di quello perché anche volendo,
non sarebbe riuscito sentire,
non lui, non l’uomo di ghiaccio, non il criminale insensibile
che era diventato, ma era curioso, avrebbe voluto sapere come sarebbe
andata a finire tutta quella storia e forse era inevitabile che un
giorno lui e Duefacce sarebbero arrivati a risolvere questa stupida
lotta con loro stessi, che li spingeva irrimediabilmente verso la morte
che però, non necessariamente era l’unica
soluzione possibile.
But I can’t fix you and
you don’t want me
(Ma io non posso
aggiustarti e tu non mi vuoi)
Aspettava e intanto decideva cosa fare di Jonathan, non poteva
più rischiare di portarselo appresso ora che Duefacce era
entrato nelle danze, non poteva permettere un altro colossale fiasco
come quello della sera precedente, gli avrebbe chiesto di restare
indietro, continuando i suoi studi nel laboratorio, l’unico
posto ormai in cui si sentisse al sicuro in mezzo a tutte quelle
macchine fredde ed inanimate.
**
Batman si era sempre sentito a suo agio nella batcaverna, luogo oscuro
vuoto, umido e dal sapore antico, pareva racchiudere splendori ormai
passati ed irraggiungibili, proprio come il suo cuore; poteva lavorare
bene lì, riuscendo il più delle volte a non
pensare a nulla e grazie a Dio, questa era una di quelle.
Aveva appena finito di catalogare le misteriosa figura incontrata la
sera precedente, la donna gatto che si era impossessata della refurtiva
abbandonata da Ivy e Freeze, facendogli letteralmente fare la figura
del cretino.
Improvvisamente si ritrovò a pensare.
All’inizio, a quando tutto era molto più facile ed
i folli a Gotham non erano poi così tanti, né
altrettanto pericolosi; ripensò a Crane, a Duefacce
– l’ormai deambulante tomba di Harvey Dent
– che era stato l’unica vera speranza di Gotham, il
suo più grande fallimento… gli tornò
in mente Joker, quanto lo aveva odiato e quanto alla fine fosse invece
arrivato ad amarlo, completamente e stupidamente.
Il suo sorriso di Glasgow era ancora una volta tornato a tormentarlo,
il clown era sparito, perso nella grandi strade illuminate di
Metropolis, dove lui non poteva arrivare, dov’era il
territorio di Superman e del suo avversario, Lex Luthor.
How can I trust you? How could
you need me now?
(Come posso crederti?
Come puoi aver bisogno di me adesso?)
Cristo, cosa gli era rimasto? Come poteva non sentirsi piccolo di
fronte a tutto questo? Ai suoi sentimenti, allo sfacelo che stava
invadendo Gotham, avanzando come una nuvola di pestilenza, come
ghiaccio, come una giungla incolta e pericolosa, tutto stava diventando
sempre più buio e lui da tempo non riusciva più a
sentirsi il signore della notte. Allora Bruce Wayne si
voltò, come sempre verso il costume vuoto
dell’uomo pipistrello; sapeva che non poteva lasciarsi
andare, che comunque era destinato a restare per sempre
un’ombra e nulla più, solitaria, misteriosa e
violenta.
Neppure il ricordo di Joker riusciva ad aiutarlo in momenti come
quelli, aveva dimenticato tutto ciò che il clown gli aveva
lasciato, gli pareva quasi di stare mancando di rispetto ai loro
sentimenti – seppure impossibili, erano sinceri –
ed a tutto ciò che avevano rappresentato l’uno per
l’altro.
Come se non bastasse aveva avuto la sua ennesima lite con Nightwing; il
piccolo Dick era cresciuto e, come spesso accade, in un modo che Bruce
non avrebbe mai immaginato, a partire dalla sua collaborazione coi
Titans – di cui poi era diventato il leader –, un
gruppo di sedicenti eroi, che si vantano di poter far meglio della JLA,
ma che - solamente - impegnavano il proprio tempo nel risolvere vicende
personali.
Bruce faticava a credere che quegli ‘eroi’ avessero
degli ideali o regole etiche ben definite e si domandava se ora le cose
sarebbero state diverse, fosse lui stato in grado di capire, di essere
per Dick la figura paterna di cui sembrava aver avuto – e
sentire ancora – un disperato bisogno. Era davvero tutta
colpa sua, allora.
La caduta libera – che ancora andava avanti – di
Dick, la comparsa a Gotham di tutti questi nuovi bagagli di follie,
quegli ‘scherzi della natura’, come ormai venivano
definiti da tutti… per lui era impossibile offrire alla
città un simbolo che potesse essere davvero di esempio, la
città aveva bisogno di qualcosa che il vigilante oscuro non
poteva diventare, era un posto che Batman non meritava neppure, che non
sarebbe mai riuscito ad occupare.
It’s getting to be so
cold, old.
(Sta per diventare
così freddo, vecchio.)
L’uomo pipistrello era solo un palliativo, un vuoto placebo,
lui non avrebbe mai potuto essere ciò che, seppur per breve
tempo, era stato Harvey Dent nella sua fulgida lotta, solo contro
tutti, contro il male. Dent era una supernova, mentre lui non era altro
che un buco nero che risucchiava nella sua spirale oscura ogni cosa gli
si avvicinasse quanto bastava e l’esempio vivente di
ciò era proprio Nightwing.
Ed ora, Batman non riusciva più a sentire, dentro di
sé, la speranza che…
Che esista davvero l’amore, che davvero la giustizia possa
trionfare, che non sarebbe mai arrivato il giorno in cui davvero
sarebbe finito tutto.
Gotham era sull’orlo dell’abisso.
**
Harvey Dent era addirittura troppo stanco per essere furioso come
dovrebbe, come non riusciva a non essere da due anni, ormai.
Quella era stata la prima volta in cui si fosse mai trovato davanti a
Mr Freeze, gli era arrivato così vicino e non poteva credere
di aver davvero. Avuto. Paura.
Aveva capito solo in quel momento perché Crane avesse scelto
lui come alleato, cosa avesse visto, cosa lo avesse incantato di
quell’uomo di ghiaccio ovvero la sua potenza e carisma
sconfinati.
Quando il bicchiere si spaccò improvvisamente nella sua
mano, senza che si fosse neppure accorto di stare stringendolo, Harvey
sembrò risvegliarsi da quel torpore che lo aveva invaso da
quando si era risvegliato, dopo che i suoi uomini lo avevano portato in
salvo, svenuto, da quel maledetto party.
Ora la rabbia era tornata, di nuovo, sua compagna fedele e
sentì i denti stridere mentre fissava la sua stessa mano ora
coperta di sangue.
The decision is here that I
won’t break
(La decisione
è presa ed io non mi tirerò indietro)
“Che stronzo!”
Parole senza una vittima, come una pallottola sparata nel buio o verso
il cielo, avrebbe potuto centrare se stesso o Crane o Mr Freeze
indifferentemente.
Crane, perché nonostante tutto il loro impegno adesso
sembrava riuscire a fare con l’uomo di ghiaccio tutto
ciò di cui con lui non era stato capace: essere fedele.
Freeze, perché era riuscito a conquistarlo e tenerselo senza
fare praticamente nulla, senza il minimo sforzo, senza meritarlo, senza
forse neppure accorgersene.
Ed infine lui stesso, Harvey Duefacce, lo stronzo per eccellenza che
ancora adesso, nonostante tutta la furia omicida che lo invadeva, non
riusciva a distruggere definitivamente l’amore che provava
per Jonathan e si sarebbe preso a pugni da solo per questo.
And you cut, ancd you run
With our lives at stake.
(E tu ci dai un taglio e
tu scappi)
(Con le nostre vite in
gioco.)
Era ancora incatenato da questo sentimento, da quelle sensazioni che
gli amplificavano tutto, che gli facevano vedere rosso,
perché continuava ad infuriarsi, a scalciare ed isterizzare,
eppure non serviva a nulla perché quella mente –
fragile nonostante le apparenze – e quel corpo piatto e goffo
lo tormentavano ancora, giorno e notte ed ogni scusa era buona per
prendere a pugni i muri, per ammazzare qualcuno a calci, per urlare,
per rompere gli specchi, e sbam!
Well, someone might get hurt and
it won’t be me.
(Bene, qualcuno potrebbe
farsi male e non sarò io.)
L’ennesima crepa si aprì, sottile, camminando
lungo il muro per qualche centimetro, fece tremare il fuoco nel camino
per un secondo, fece rovesciare il vino e Duefacce sentiva che non.
Poteva. Farci. Niente.
“Quanta forza, se solo sapessi dove indirizzarla.”
Una voce di donna attirò la sua attenzione su un corpo
vestito di pelle, su una maschera a coprire un viso delicato ma sicuro,
quella vista non fece che farlo incazzare ancora di più ma
si ricompose, raddrizzò la schiena e mascherò
l’ira per quel tanto che bastava da permettergli di scoprire
cosa volesse quest’altra folle.
“Chi ti ha fatta entrare?”
Chiese, purtroppo conscio che solo nel suo occhio sano la furia fosse
impossibile da celare – come solo le sue spalle mostravano
quanto si stava divertendo mentre rideva – e che se la donna
fosse stata una brava osservatrice, avrebbe indovinato in un attimo.
“Io entro dove voglio, signor Dent.”
“Attenta ragazza, potresti lasciarci lo zampino,
stavolta.”
“Miaou…”
**
Catwoman sembrava offesa dalle risposte scorbutiche e
minacciose di Duefacce, quello che probabilmente sarebbe stato il
criminale più potente e pericoloso di tutta Gotham City se
non fossero improvvisamente esplose le potenze sovrannaturali
dell’Edera e del signore dei ghiacci.
Catwoman non era tipa da tirarsi indietro di fronte ad una battaglia di
forze di volontà.
Non più almeno, non da quando finalmente Selina aveva tirato
le cuoia cedendo il suo posto alla meraviglia felina che ora stava di
fronte ad Harvey Dent.
La donna gatto non cedeva terreno, non arretrava mai di un passo, lei
credeva in se stessa perché si era trasformata in una
persona nuova.
“Peccato. Io volevo solo aiutare.”
“Aiutare?”
The decision is in there will be
no fight
(La decisione
è presa e non ci sarà nessuna lotta)
Il sorriso di Catwoman era qualcosa di straorinario, carico di fascino
e malizia, ovviamente entrambi sprecati da usare su un tipo come
Duefacce e lei lo sapeva, lo aveva capito dal primo momento che aveva
posato gli occhi su quella furia resa in forma umana ed era esattamente
per questo che aveva scelto di parlare proprio con lui.
Lei era bella di una bellezza del tutto differente da quella di Ivy,
era un fascino più maturo, felino ed imbevuto di quel
qualcosa di indefinito ma inarrestabile, indipendente e vivo.
Non era assolutamente paragonabile alla bellezza di un fiore. Lei era
lei. Selina, risorta dalle sue ceneri ora era solo se stessa e solo per
se stessa.
It might sound cold but I know
it’s right.
(Potrebbe suonare freddo
ma so che è giusto.)
“Io ho un piano, Harvey Duefacce. Ho denaro ed ho bisogno del
tuo aiuto! Non possiamo lasciare che quei due, con un potere
impossibile da definire umano abbiano la meglio. Non vorrai mica essere
soppiantato da quella Ivy o peggio… da Freeze?”
‘cause someone must get
hurt and it won’t be me.
(Perché
qualcuno dovrà restare ferito e non sarò io.)
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