Così il leone si mutò in gatto

di Lan Shuihua
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COSÌ IL LEONE SI MUTÒ IN GATTO

 
Dopo molti appuntamenti, dai quali era emerso che i due si piacevano parecchio, era arrivato il momento di guardarsi in faccia per la prima volta.

Non che Marin non si fosse rifatta gli occhi a dovere contemplando il bel volto da statua greca (letteralmente) di lui. Per evitare malintesi e ritrovarsi a doverlo uccidere suo malgrado, infatti, lei aveva sempre tenuto la maschera fin quando aveva capito che c’era amore nell’aria. L’ultima volta gli aveva anche concesso di baciare quelle labbra metalliche, ma lui non l’aveva trovato soddisfacente.

Aiolia era quello che più bramava il nuovo incontro, in cui lei aveva promesso di togliersi la maschera, per poter finalmente vedere in volto la sacerdotessa che custodiva il suo cuore. Su invito di lei aveva già posato le labbra sul suo volto artificiale ed ora contava i secondi per l’impazienza di poter ‘assaggiare’ anche il suo vero viso. Non aveva idea delle sue fattezze, e ammise a se stesso che sarebbe rimasto un po’ male se fosse stata meno carina di come se l’era immaginata, ma in fondo a lui piaceva ciò che lei era dentro e questo l’aspetto esteriore non avrebbe potuto cambiarlo.
 


Il fatidico giorno, mentre erano seduti su una roccia che sovrastava la spiaggia, Marin invitò il Leone a levarle la maschera, sempre che fosse certo dei suoi sentimenti per lei.
Il cavaliere dorato non si fece pregare: le tolse il freddo metallo e sgranò gli occhi nel constatare che l’Aquila non aveva nulla da invidiare ad Athena stessa, in quanto a bellezza. Si riebbe in pochi secondi e, per dimostrarle ciò che provava, si chinò a baciarla.
La sacerdotessa doveva essersi aspettata una reazione simile perché fu lesta a porgli una mano sulla bocca prima che le catturasse le labbra. Arrossì, sia per l’intimità del proprio gesto che per la felicità di veder ricambiati i propri sentimenti.
Aiolia allora mandò al diavolo l’autocontrollo lasciando libero il gatto che era in lui. Le leccò il palmo della mano e si mise a fare le fusa per la contentezza. Se fosse stato possibile si sarebbe fatto spuntare una bella coda, ma si accontentò di poter stringere fra le braccia la sua sorridente aquilotta.

 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO ORCHIDEA
Che ne pensate di questi due piccioncini? A me piacciono, li trovo tanto teneri e quindi a volte mi cimento a scrivere cosine su di loro.
Questa in particolare mi è stata ispirata da questo prompt di otpprompts su tumblr:
Imagine Person A leaning in to kiss Person B, who becomes flustered and quickly covers A’s mouth with their hand. Bonus: A then licks the palm of B’s hand.
Col nuovo aggiornamento, scopriremo che anche i goldini più anziani hanno ancora le energie dei più giovani, se si tratta d’amore…
Alla prossima!
                                                                                                                                                                  Lan Shuihua




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