Uhh
ecco
una shot
sugli An scritta per il compleanno
di Clara,
cioè tanto tempo fa ≧∀≦
(Auguri
tesoro *w*) La pubblico un
po’ in ritardo
perché non ne ero (e
non ne sono) soddisfatta.
Mi
sono
permessa di evitare le mille faccine che Miku sicuramente utilizzerebbe
in un
blog, perché le trovo oltremodo irritanti!
->
Post-abbandono di Bou,
sigh.
Digi-Memories
OneShot
From
Miku-kun
Ehi, qui è
Miku!
Ultimamente è Kanon che si occupa del blog, però
ora sono io ad aver bisogno di
distrazione!
Era da tanto che non
mi
sentivo così… felice?
Si, molto… “felice”.
Innanzitutto, oggi
abbiamo
presentato ufficialmente i due nuovi membri del gruppo: Takuya e Yuuki.
Sono
due in gamba e sono anche molto carini, anche se non quanto me!
Yuuki e Teruki hanno
portato il sashimi e la salsa wasabi, poi io e Takuya abbiamo iniziato
una vera
e propria lotta con il riso che avevo preparato.
Avete idea di cosa si
provi a ricevere un pugno di riso tiepido in faccia? È
piacevolissimo, come se
tanti vermetti ti stessero massaggiando la pelle!
Poi ho scritto una
nuova
canzone, insieme ai miei collaboratori. Spero di poterla proporre
presto a
tutti voi e che rispecchi come sempre il mio animo Antikk.
La nostra band si sta
finalmente rialzando e siamo riusciti a sventare il
pericolo-scioglimento. Noi
non ci separeremo mai; Bou era una parte importante di noi, ma dobbiamo
rispettare le sue scelte. Per questo non parlerò mai
più di Bou nei miei post,
né credo che resteremo ulteriormente in contatto. La sua
carriera e la nostra
debbono essere protette e devono proseguire su strade parallele, non
perpendicolari.
Parlerò
invece di Miruku,
il mio adoratissimo Miruku! Quanto lo amo, quel cricetino mangione.
Ogni giorno
che passa lui diventa più tondo ed è sempre
più adorabile!
LoveLove
Miku
«No,
cazzo!»
«Va bene, va
bene… ma non
puoi evitare l’argomento in eterno.»
«Mettimi
alla prova!»
strilla Miku, portandosi una mano alla bocca, come se improvvisamente
sentisse
il bisogno di rimettere.
Corre verso il bagno,
si
getta a due mani sull’asse del water e vomita sia il sashimi
che la salsa
wasabi.
Sputando e respirando
a
fatica, si passa una mano tremante sulla fronte per tirare indietro i
capelli,
mentre sente la porta alle sue spalle aprirsi ed una presenza immobile
che lo
osserva.
Un respiro troppo
pesante,
ancora più pesante.
Come
un macigno sullo stomaco che non si lascia
erodere dal trascorrere del tempo.
«Kanon…»
bisbiglia Miku.
«Dimmi.»
«Mi dispiace
di essere
così… volubile.» mentre pronuncia
quella parola, ne può sentire il gusto
morbido e freddo, come quello della neve, qualcosa di provvisorio, che
si possa
sciogliere in un istante.
Kanon muove qualche
passo,
fino a lasciarsi cadere sulle ginocchia, accanto all’amico:
«Non c’è niente di
cui tu ti debba scusare, vorrei solo che riuscissimo a parlarne
normalmente…
lui non è morto, Miku. Non è morto.»
La voce di Kanon
è calda e
rassicurante, come al solito, ma in questo frangente appare come il
sussurro di
un fantasma che mente.
«Lasciami in
pace, non
voglio parlarne.»
Non
è morto…
Come un ectoplasma
appiccicoso che resta attaccato alla tua vita per non separarsi del
tutto dalla
propria.
Più se lo
sente ripetere,
più lo sente lontano. Non riesce a convincersi del fatto che
lui possa
continuare ad esistere anche se non è lì in quel
momento, anche se non ride e
scherza con lui, anche se non può toccarlo.
Si sente un sospiro,
poi
Miku poggia una mano a terra e si alza in piedi a fatica.
Non
è morto?
Si sciacqua
rapidamente la
bocca con un po’ di acqua fresca ed esce, sforzandosi di
sorridere ancora come
ha sempre fatto, mentre Kanon giace carponi sul pavimento di piastrelle
fredde
e dure, domandandosi se rivedrà mai più un
sorriso di Miku. Un sorriso sincero.
From
Miku-kun
Vi scrive Miku,
assonnato
e pericolosamente deambulante per la cucina, in cerca degli avanzi del
delizioso ramen di ieri!
Altra giornata, altra
notte insonne. Stiamo registrando il nuovo singolo, ma sembra sempre
che manchi
qualcosa…
È tutto
così festoso, in
questa casa, tutto così allegro. Yuuki ha deciso che
verrà a vivere con me e
Kanon, così potremo lavorare meglio al suo inserimento a
livello musicale. È
molto dolce ed è un buon amico, per questo tutto appare
così meraviglioso e mi
domando come mai io non riesca a dormire.
Devo essere in forma,
per
il tour!
Quel simpaticone di
Teruky
continua a ricordarmi che dovrei raccontarlo a qualcuno,
così ho deciso di raccontarlo
ai miei Cafekkos preferiti.
Ogni volta che chiudo
gli
occhi, faccio un sogno: Eravamo ad un concerto e suonavamo le nostre
solite
canzoni. Io saltellavo ed ero felice. Poi mi sono voltato e, alle mie
spalle,
ho visto solo un palco vuoto e una chitarra abbandonata in mezzo ad
esso.
Ho provato un grande
freddo,
ma adesso che sono sveglio e posso ragionarci a mente lucida, forse
è stato
solo un incubo dovuto al troppo wasabi. Troppo wasabi tutti i giorni.
Lo stesso
incubo tutti i giorni.
Stiamo componendo
nuovi
pezzi,
Stay tuned
Miku-Miku
«Lo
odio.» bisbiglia,
coprendosi gli occhi con le dita sottili e corte, mentre Kanon butta
via il
pacchetto ammuffito di ramen, ormai scaduti.
Decide di non
rispondere,
preferendo un silenzio discreto ed ambiguo ad una risposta dolorosa
come
pugnali nel petto.
«Lo odio,
Kanon.» il
vocalist serra i pugni con forza, stringendo gli occhi e mordendosi le
labbra.
All’improvviso,
con ira,
scaglia il cappellino di pelliccia leopardata contro il muro, lontano,
scompigliando la frangia abitualmente perfetta.
«Lo
odio!»
Odio
Yuuki, odio i suoi stupidi capelli e odio gli
Antic Cafe.
Kanon, paziente, si
volta
nella sua direzione ed accenna un sorriso, un sorriso amorevole:
«Allora perché
gli hai proposto di venire a vivere con noi, eh?» lascia il
piatto vuoto nel
lavandino e si avvicina di qualche passo al divano, per poi sedersi
accanto a
Miku. «Non vogliono sostituire nessuno, Miku.»
aggiunge, come se stesse
spiegando il mondo ad un bambino.
Il vocalist dischiude
lievemente le labbra rosee, fissando gli occhi spalancati sulla
superficie
liscia e luminosa del tavolino di legno di ciliegio.
Sono
io a volerlo sostituire? Ci sto provando…
From
Miku-kun
Mi scuso con tutti voi
per
non aver scritto su questo blog così a lungo e per il poco
preavviso con cui
abbiamo cancellato quest’ultima data, ma non sono stato bene.
Non è nulla
di
particolarmente grave, sento solo un po’ di stanchezza e
credo sia il caso che
io rinunci agli ultimi concerti: non riesco a stare in mezzo alla
folla, non
sopporto il rumore, la compagnia. Non sopporto più il
calore. Vogliate
perdonarmi, mi scuso dal più profondo del mio cuore.
Ogni biglietto
verrà
rimborsato, le date le recupereremo al prossimo tour, il quale
avrà luogo agli
inizi del prossimo anno.
Non
smetterò mai di
esservi grato e di amarvi tutti, miei adorati Cafekkos.
Vostro Miku
Arranca lungo la
ringhiera
del balcone, strisciando i piedi a terra come un automa. Si affaccia
per
guardare di sotto, ma cambia subito idea e si concentra sul cielo
sconfinato
sopra di sé.
Se lassù ci
sono miliardi
e miliardi di particelle che si evolvono e mutano in continuazione, si
perdono,
esplodono, scompaio e nulla resta uguale, ma nulla si danneggia, Miku,
nel suo
piccolo mondo, vorrebbe che niente dovesse subire il corso del tempo.
Non
vorrebbe che il destino avesse il potere di portargli via
ciò che ama, vorrebbe
poter decidere per sé e per gli altri e far si che ogni cosa
resti al suo
posto.
Per sempre.
Mentre il sole cala,
illuminando il profilo delicato del suo viso, Miku pensa a cosa
accadrà, se non
si sentirà mai meglio.
Vorrebbe chiamarlo,
chiamare lui e farsi consolare, ma Kanon ha accolto con un debole
sorriso il
suo ordine di non disturbarlo. Allora estrae il telefono dalla tasca e
compone
un numero, quello della persona che se ne è andata e che lui
cerca
disperatamente di dimenticare.
Non
è morto… ma non è con me.
Nel suo piccolo mondo,
Miku non accetta che le cose cambino, non accetta la
possibilità di non fare
più parte della vita di una persona per lui così
importante.
Di non farne parte
ogni
minuto.
Ora Miku lo sa, sa di
essere egoista ed un pessimo amico.
Ora Miku sa, non vuole
più
cantare, mai più.
From
Miku-kun
Ci sono accenni di
ricordi, nello sguardo di chi mente senza motivo.
Come il soffio del
vento
tra i capelli di chi se ne sta andando, ore passate davanti ad un
telefono in
attesa della sua chiamata, la scottante resa di chi è stato
abbandonato.
Poi ci sono accenni di
ricordi, nei progetti futuri, nel profumo di un passante che ci ricorda
il suo.
E poi quel vuoto, quel
vuoto nel palco alle mie spalle.
Ogni notte, io lo
vivo. E
c’è solo quella chitarra abbandonata, e ci sono
solo grandi silenzi e un freddo
inenarrabile.
Poi la paura, quella
del
risveglio, del momento in cui aprirò gli occhi e mi
renderò conto che non basta
apparire sereno agli occhi degli altri, che io soffrirò e
piangerò e respirerò
dentro di me in ogni attimo, in ogni caso.
Uno stupido Blog. A
cosa
servirà mai? Ah si, a parlarvi di Milk, a parlarvi del ramen
e del sushi, poi a
raccontarvi di come cinque uomini giochino a fare i bambini tirandosi
addosso
del cibo. Peccato che la mia testa non riesca a scordare dei tempi in
cui
questi cinque uomini erano quattro ragazzi che cercavano di andare
avanti
divertendosi, e che si sono ritrovati mutilati della presenza di uno di
loro.
Il mio.
Oh, se solo potessi
cancellare tutto ciò che sto scrivendo e costringermi a non
fare mai questa
cazzata per cui finirò in un mare di guai, giuro che lo
farei.
Ma non posso.
C’è
tanto freddo e tanto
silenzio in quei sogni, da accompagnarmi poi per tutto il resto della
giornata,
fino alla fine, fino a quando ri-sprofondo nel buio della mia stanza e
desidero
sentire il suo tremito ancora una volta agitarsi tra le mie braccia
come un
bambino solo e che cerca un fratello con cui condividere tutto. Ogni
angoscia
rivelata.
Ed ora, ora sono io
quel
bambino, che si avvolge ogni notte strettamente tra le lenzuola e
stringe gli
occhi sperando di non udire ancora una volta quel mostro agitarsi sotto
al letto,
gemendo e piangendo e sussurrando sempre quel dolce, dolce e spaventoso
ricatto, il suo «Bou!»
Buona notte, miei
Cafekkos.
È ora di
salutarsi.
Miku.
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