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Charybdis si
rassegnò a tirarsi su dalla cuccetta con un
breve sbuffo carico di frustrazione.
Mandare avanti
l’attività non era facile perché, oltre
a
creare bambole, buona parte di quel che riguardava la
contabilità e il
controllo quaità/quantità delle materie prime
ricadeva su di lei -sebbene
Scylla desse il suo valido contributo e anche Odysseus, per quel che
poteva- e
lo stesso valeva per la gestione dell’ambiente domestico.
In teoria
avrebbe avuto poco di che lamentarsi dato che se le
cose stavano così era anche perché a lei per
prima piaceva avere sotto
controllo quanto più possibile dell'esistenza sua e di chi
le stava attorno, però era stancante lo stesso… e
i suoi
fratelli minori, invece di ringraziarla per l’impegno e la
dedizione che
metteva in tutto, interrompevano la sua meritata ricarica facendo
baccano.
Voleva
loro bene, ma in casi come quelli erano seccanti quanto una scheggia di
metallo
conficcata nel posteriore.
Scese al piano
di sotto riflettendo sul fatto che non sapeva
quale, tra Scylla e Odysseus, fosse peggio. Scylla era fuori controllo
perché, sebbene
fosse disciplinata nel proprio lavoro e nello svolgere i lavori di casa
quando
era il suo turno, non c’era nient’altro in cui le
desse retta e voleva sempre
fare le cose a modo proprio; quanto a Odysseus, la sua
incapacità di trattare
con le persone e di disinnescare le discussioni faceva sì
che tornasse spesso a
casa malmesso, col risultato di dover pagare cure che di solito non
erano gratis.
“E
noi non nuotiamo certo negli shanix. Fosse stato così
avremmo lasciato questo buco e riaperto altrove già da
tempo” pensò.
Nella sfortuna
però erano anche fortunati, almeno a livello
di cure mediche, perché Brushsling aveva una cotta per
Scylla che risultava palese
perfino a Charybdis, per quanto lei si sentisse estranea nei riguardi
di certe
cose e tutto ciò a esse correlato. Grazie a questo
c’erano state alcune volte
in cui avevano pagato un po’meno le cure di Odysseus e certe
in cui non le
avevano pagate affatto -il tutto senza che Scylla avesse connessioni
col medico.
Non che, per quanto ne sapeva Charybdis, a Scylla sarebbe dispiaciuto.
Per quanto
Brushsling in quanto medico avesse prestato certi
giuramenti, anche lui doveva mangiare e aveva spese alle quali fare
fronte.
Curare sempre gratis la gente non era un lusso che ci si potesse
permettere,
non laggiù.
Secondo
Charybdis, alla cotta si aggiungeva anche il fatto
che tutti quelli che finivano col prenderle da Scylla fossero quasi
costretti
ad andare nell’ambulatorio di Brushsling -non era
l’unico dottore, ma era
l’unico decente- e quindi a pagarlo, ma questa contrariamente
alla cotta era solo
una supposizione.
Raggiunse la
porta sul retro e l’aprì senza tante cerimonie.
«…
gli ho detto che poteva restare! Non sa dove andare, è
ferito-»
«Prima
di farlo avresti dovuto ricordarti che non vivi da
solo, Odysseus. E riguardo le ferite cosa pensi di fare? Sei diventato
un
dottore per magia e non ce l’hai detto?»
Un mech
arancio che non aveva mai visto -“Un senza-faccia!”
notò- era seduto a terra,
trattenuto con forza dai capelli di Scylla, lesta a legargli le mani
dietro la
schiena, tenere stretto il busto e avviluppare le gambe in una morsa
dalla
quale il tizio, comunque, non stava nemmeno provando a liberarsi. Era
una massa
di metallo tremolante e visibilmente terrorizzata.
«Lo
porto da Brushsling e lo faccio curare, gliel’ho
promesso-»
«Con
quali
soldi,
di preciso?»
«I
miei risparmi! Posso farci quel che mi pare o no?! Quando
ne avrò abbastanza-»
«Considerata
la tua tendenza a fare a botte con le persone
come se il corpo non fosse tuo direi che “quando ne
avrai abbastanza” li
terrai per non pesare sul bilancio famigliare per l’ennesima
volta, invece di
usarli per un miserabile a caso» si intromise Charybdis,
facendosi avanti in
tutta la propria considerevole stazza.
«Eccallà…
non avrei dovuto parlare di soldi. Quando uno lo fa, zac! Sbuca dal
nulla
come quando si invoca un demone» commentò Scylla.
«Scusami
tanto se presto attenzione ai bilanci. Dimmi chi è
questo tipo e da dove sbuca… anzi no» si corresse
Charybdis «Non voglio nemmeno
saperlo, buttatelo per strada e andiamo tutti a letto. Ne ho avuto
già abbastanza».
«Glitch mi ha aiutato!
C’era un tizio ubriaco-»
«E
tu ci hai discusso finendo col fare a botte»
completò
Charybis «Ovviamente».
Scylla
alzò gli occhi al cielo. «Lui non discute nemmeno,
è
il punching ball preferito del settore, è questo il
problema».
«…
ci è venuto addosso e io l’ho colpito con il
coperchio
del bidone-»
«Momento
-momento -momento: stai dicendo che hai reagito?» si
stupì Scylla «Questa è
da segnare sul calendario».
«Venendo
alle mani, che poi è esattamente quel che non deve
far-»
«Non
farla lunga, Chary. Ha reagito! Potrei anche
commuovermi, avrei davvero voluto vederlo. Sicuramente non è
servito a molto,
ma ci ha provato. Sta crescendo!» esclamò Scylla,
prendendo tra le mani il
volto del fratello.
«Aaah,
‘fanculo!» sbottò Odysseys,
allontanandosi «Sentite, gli
ho promesso che sarebbe potuto rimanere e mi ha dato una mano, quel
tizio è
finito per terra e non si rialzerà mai più, o
comunque non con le proprie
gambe, per cui-»
«Stai
dicendo che il budino di berillio qui presente è riuscito
a fare una cosa del genere? A guardarlo non l’avrei ritenuto
possibile. Forse
ho fatto bene a legarti, “Glitch”»
commentò Scylla, ora molto seria,
trascinando il mech davanti a sé «Come hai fatto
di preciso?»
Da parte del
mech in questione si sentì solo un mormorio
indistinto, che divenne uno strillo spaventato quando i
“capelli” di Scylla si
strinsero di più attorno a lui. Aveva anche iniziato a
piangere, non per il
dolore -per quanto la presa fosse stretta non lo era tanto da fare
così male-
ma per la paura.
«Scylla-»
iniziò a protestare Odysseus, venendo subito
interrotto.
«Hai
aiutato mio fratello, Budino: per questo ti ringrazio. Ora
dimmi in che modo, perché quando faccio una domanda voglio
che mi si risponda».
Charybdis si
limitò a scuotere la testa e sospirare, seccata
sia dall’atteggiamento della sorella sia da quella perdita di
tempo e di sonno.
Tuttavia non disse niente, perché suo malgrado aveva capito
da un pezzo che era
inutile farlo.
«O-outlier»
balbettò Glitch «I-i-io-»
«Un
outlier?» si sorprese la femme, allentando non di poco
la stretta «… immagino che sia sempre per questo
se quei simpaticoni del Senato
ti hanno ridotto in questo modo».
Il mech
annuì.
«Non
cambia niente» disse Charybdis «Non
resterà in casa
mia, non possiamo permetterci di accogliere chiunque Odysseus decida di
raccattare in giro. Buttalo per strada» ripeté
«E finiamola con questa storia».
«Lui
resta!» si intestardì il giovane jetformer
«Qui ci vivo
anche io o sbaglio?! Quel che penso io conterà pure
qualcosa!»
«Solo
in certi ambiti. Questo non è tra essi»
replicò
Charybdis, con aria più seccata che mai. Scylla fuori
controllo bastava e
avanzava, non serviva proprio che anche Odysseus si mettesse a fare
danni.
«Lo
dici tu!» esclamò Odysseus «Scylla, lui
mi ha salvato
dal finire conciato male, l’ha fatto anche se sapeva che
usare la sua abilità
gli avrebbe fatto male alla testa, non possiamo buttarlo per strada e
farlo
finire a stare in discarica un’altra volta!»
«La
sua situazione non ci riguarda» insistette Charybdis
«Scylla, a quanto pare sei l’ago della bilancia.
Conto che per una volta sarai
ragionevole».
La jetformer
disse così, ma qualcosa nell’espressione della
sorella minore le stava suggerendo che la
“ragionevolezza” non sarebbe stata
un’opzione che Scylla avrebbe tenuto da conto.
Vederla
liberare il senza-faccia un paio di secondi dopo
confermò i suoi timori.
«Ti
ho sentita dire spesso e volentieri che un garzone
avrebbe fatto comodo per le commissioni giornaliere da fare qui nelle
vie vicine»
disse Scylla «Ti ho anche sentita sbuffare che la casa,
nonostante i turni, non
è pulita come vorresti proprio perché tra tutti
siamo impegnati col costruire
le bambole e con le commissioni che ho già nominato.
Sbaglio?»
«Non
possiamo permetterci un garzone né tantomeno un
domestico».
«Può
pensarci il qui presente Budino. Gli diamo da mangiare,
lo mettiamo in mansarda insieme a Odysseus, perché lui
l’ha trovato e lui se lo
tiene, lo porto dal dottore perché lo rimetta in sesto e
pago usando tre quarti
dei risparmi di Odysseus e po’di soldi del negozio -essendo
il garzone…- ed
ecco fatto».
«No».
«Non
dobbiamo nemmeno pagarlo, Chary, a meno che non
vogliamo».
«…»
«Un
garzone E
domestico praticamente gratis non ricapiterà tanto
presto».
Charybdis
rimase in silenzio per un po’.
«Se
non lavora, o lo fa in una maniera che non mi piace,
torna nella discarica a forza di calci sul sedere» cedette
infine.
«Contavo
che per una volta fossi ragionevole» sorrise
Scylla, con appena un velo di sarcasmo nell’usare le parole
utilizzate da
Charybdis poco prima.
«Non
tirare la corda. E vedete di non fare ulteriore
baccano, perché vado in ricarica» concluse,
tornando in casa senza aggiungere
altro.
«Demone
degli shanix sistemato. In realtà non ha tutti i
torti a dire che dobbiamo stare attenti alle spese, ma se la crede
già a
sufficienza come Santa Protettrice Dei Bilanci senza che io le dia la
soddisfazione di riconoscerlo apertamente. Nulla da dire, Budino?
Grazie alla
sottoscritta non dovrai necessariamente tornare in discarica».
Glitch, a
testa bassa, mormorò a fatica qualcosa che suonò
come “Non ero sicuro di avere il permesso di
parlare”.
Scylla
sollevò brevemente un sopracciglio. «Hai
già parlato
e non ti ha rimproverato nessuno».
«H-ho
ri-risposto a una domanda… n-non sapevo s-se
potevo…
se potevo p-parlare liberamente o no».
«Non
ho capito bene quel che hai detto, quindi alzati e
ripetilo guardandomi in faccia».
«I-io-»
«In
piedi».
Glitch
obbedì e, a fatica, alzò la testa abbastanza da
guardare negli occhi la femme.
«N-non
sapevo s-s-se potevo parlare liberamente o n-no».
«Finché
non farai danni e ti comporterai da persona e non da
rifiuto robotico, per quanto i simpaticoni che ci governano possano
averti
messo in testa di dover fare proprio questo, potrai parlare
liberamente.
Tenendo conto il fatto di essere il garzone, ma liberamente. Hai
capito?»
«Sissignora»
bisbigliò il mech.
«Non
ho sentito».
«Sissignora»
ripeté Glitch, con un tono di voce più normale
«E… e g-grazie».
«Prego.
Domani mattina lo porto dal medico, Odysseus, quindi
rimandate il pigiama party di benvenuto a un’altra occasione.
A domani»
concluse Scylla, saltando oltre la rete per tornare a perdersi tra i
vicoli
bui.
Per quanto fosse puntuale nell'iniziare a lavorare ogni mattina, era
sua abitudine starsene in giro per il quartiere fino oltre le una, a
volte semplicemente per stare in giro, a volte per trovare
qualche mech di suo gusto o giocare qualcuno degli scherzi atroci con
cui si divertiva a spaventare le persone di proposito, o tutte e tre le
cose insieme; e quella sera, nonostante il pit-stop imprevisto causato
dagli strilli di Odysseus, non faceva eccezione.
«Eeeevvaiiiii,
puoi rimanere!» esultò Odysseus, saltando al collo
del suo nuovo coinquilino
«Oddio scusa! Mi ero dimenticato che tu e il contatto fisico
non andate molto
d’accordo» si dispiacque, sentendo Glitch
sobbalzare come suo solito.
«N-non
è che mi dispiaccia, è solo che non…
n-non sono
abituato a essere toccato. N-non più… e di certo
non i-in questo modo».
«Dai,
magari col tempo ti riabitui! Se lavori bene puoi
restare, hai sentito. Andiamo?»
Glitch non si
oppose né al fatto che Odysseus dopo aver
preso le coperte dal capanno lo trascinasse in casa, né al
suo chiacchiericcio
-a volume contenuto, perché nessuno aveva voglia di trovarsi
davanti Charybdis
un’altra volta.
«Al
piano terra c’è il negozio e un piccolo
bagno» disse
Odysseus mentre salivano le scale «Qui invece ci sono la
stanza di Chary,
quella di Scylla, un altro bagno e la cucina/soggiorno. Sopra,
invece»
continuò, salendo l’ultima rampa di scale che,
stavolta, portava a una botola
«C’è la tana del luponoide!»
«A-avete
un luponoide in casa?!»
«Era
un modo di dire, il luponoide sarebbe… dovrei essere
i…
vabbè, lascia stare. Prego!» esclamò il
jetformer dopo essere salito e aver
acceso la luce.
Bambole dalle
fattezze mostruose.
Bambole dalle
fattezze mostruose ovunque.
«Ecco
le mie creazioni. Non avere paura, non ti fanno niente
nemmeno loro» disse Odysseus, vedendo Glitch guardarsi
intorno un po’intimidito
«Quando ho deciso di volere un po’di privacy e ho
sistemato la mansarda per
stare quassù l’ho resa anche il mio studio.
Staremo bene anche quando
diventerà più freddo, il tetto è
isolato e arriva calore dal piano di
sotto. Ho anche un bagno tutto mio, è piccolo ma
c’è pure la doccia… a
proposito, vai pure».
«C-come?...»
«Eeeh…
la doccia. Puoi usarla. Penso che non ti dispiaccia,
no?»
Il mech color
arancio, dopo qualche istante di immobilità,
scoppiò a piangere.
«Non
è che hai paura dell’olio, vero?...»
Glitch scosse
la testa. «No… è solo… tu sei gentile».
«Faccio
quello che posso… dai, amico, va tutto bene»
cercò
di tranquillizzarlo Odysseus, abbracciandolo.
Stavolta,
Glitch non sobbalzò.
«E
anche le mie sorelle in fondo non sono male… Charybdis
è
un po’… beh. Com’è»
fece una breve smorfia e alzò gli occhi al soffitto
«Ma in
fondo non è una persona cattiva. Scylla nemmeno, anche se
è drastica. Lo vedrai da solo
conoscendole
meglio».
«…
mi fa tanta paura».
«Mh?»
«S-Scylla.
Mi fa tanta paura e n-non so n-nemmeno bene
perché…»
«Sì
beh considerando che ti ha legato come un salame di
cadmio appena ti ha visto non hai tutti i torti».
«N-non
è per quello. I-io non la conosco ma è come
se… è
come se… non lo so, è tipo…
familiare».
«Magari
l’hai vista non so dove qualche tempo fa, non passa
inosservata».
Glitch si
strinse nelle spalle. «N-non lo so. Lo sai che non
mi ricordo granché della mia vita».
A Odysseus
sarebbe piaciuto poter fare qualcosa di più per
il suo nuovo amico nonché coinquilino ma per quella sera,
concluse, liberare un
po’di spazio e cercare di procurarsi dei materiali per una
cuccetta vera nei
giorni a venire era la migliore nonché unica cosa che
potesse fare per lui.
E anche questo
capitolo c’è :D
Rispondo a
domande che probabilmente nessuno si è posto xD:
-
Sì: questa storia non va ad alterare quanto ho
già
scritto, ma è “canonico” rispetto a esso;
-
Sì: se Glitch avesse i ricordi al proprio posto, saprebbe
benissimo chi è Scylla. Lui, come Damus, ha conosciuto la
Scylla futura. Lei
invece, che qui è ancora giovane e sana, non ha idea di chi
egli sia :)
Alla prossima,
_Cthylla_
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