Il viaggio d'istruzione al terzo e ultimo anno di medie aveva preso
un po' tutti alla sprovvista quella mattina di settembre, non tanto per
l'annuncio in sé e per sé, ma più per il fatto che
era stato niente che poco di meno Hibari Kyoya in persona a farlo. Gli
studenti erano stati radunati nel cortile della Namimori come si soleva
fare il primo giorno di scuola. Nessuno aveva dato loro spiegazioni per
una buona decina di minuti, minuti caratterizzati dalla confusione
più totale, finché il presidente del comitato
disciplinare non aveva fatto il suo ingresso sul palco portando il silenzio.
Hibari si avvicinò al microfono, sentì i suoi
passi rimbombare nelle orecchie e con un certo orgoglio
ammirò i risultati del suo regno del terrore.
"Come sicuramente saprete, quest'anno cade il centenario dell'istituto
che ogni giorno vi ospita permettendovi di formarvi come membri
produttivi della società" iniziò a dire con
un tono pacato.
Alla sua destra schierati tipo soldatini vi erano i suoi sottoposti,
disposti in una struttura piramidale al cui vertice spiccava Kusakabe,
in lacrime, probabilmente per la consapevolezza di un compleanno
importante oppure perché era la primissima volta che
vedeva il presidente così a suo agio a parlare in pubblico
da quando si erano conosciuti alle scuole elementari.
"La nostra scuola" mugolava con una postura fiera.
Tra i ragazzi nel cortile invece c'era evidente confusione e imbarazzo,
nessuno di loro immaginava che si trattasse di una ricorrenza così
importante.
"Per l'occasione, su gentile concessione del nostro stimato Preside e
con la collaborazione di tutto il corpo docenti, vi sarà
permesso un viaggio d'istruzione nella terra del fondatore."
Hibari non aveva ancora concluso il discorso, ma già tra gli
studenti aleggiava un certo entusiasmo. Tuttavia nessuno di loro osava
fiatare.
Seguirono dettagli per il viaggio, quanto sarebbe durato, come si
sarebbe svolto e mentre dava quelle informazioni durante tutta la durata del suo discorso Hibari non riusciva
a smettere di pensare neanche per un istante che quando ancora non ne
era a conoscenza aveva incontrato colui che aveva gettato le fondamenta
per la sua amatissima scuola. Credeva di sapere tutto sulla Namimori,
ma così come il suo passato, anche le storie di chi aveva
contribuito erano avvolte dal mistero. Entrare a fare parte dei Vongola
e avere accesso a un archivio antichissimo aveva finalmente riportato a
galla la verità nascosta: il progetto originale della scuola
apparteneva ad Alaude con il quale Hibari aveva appreso avere anche un legame di sangue anche se ancora non aveva compreso in che modo.
"È tutto."
Solo quando Hibari concluse il discorso e lasciò il palco,
seguito dagli altri membri del comitato disciplinare, gli studenti si permisero di esultare.
"Andremo in viaggio di istruzione!" era il motto più
presente. A Namimori si respirava leggerezza e freschezza giovanile,
nessuno studente precedentemente aveva mai avuto l'onore di visitare la
villa del fondatore.
"Un'intera settimana senza scuola!" era l'altra alternativa
più ricorrente.
Richiamando senza successo il silenzio, i professori
ricondussero le proprie classi nelle aule per proseguire la lezione, ma
ormai era praticamente impossibile gestirle.
La terza A era in fermento come mai prima, il che era tutto dire.
L'insegnante d'inglese dopo i ripetuti tentativi di attirare l'attenzione
sull'argomento della lezione si arrese e aprì il registro.
"D'accordo, visto che di fare inglese non se ne parla, organizziamoci per il viaggio. Partiamo dalle camere" Gokudera
la interruppe prima che potesse iniziare a spiegare come fossero stati
disposti.
"Sawada" disse alzando una mano. "Io e Sawada stiamo in camera insieme."
"Anche io voglio stare in camera con Tsuna!" seguì
immediatamente Yamamoto, era seduto al suo banco e si era voltato per
rivolgere un sorriso a Tsuna.
Gokudera si voltò bruscamente verso Yamamoto. "No, solo io
posso stare in camera con il Decimo" protestò.
L'insegnante d'inglese si mise una mano sulla fronte e
sospirò asciugando qualche goccia di sudore. "Sono camere da
tre, ragazzi. Potete stare entrambi con Tsuna" disse. Prima ancora che
Gokudera potesse ribattere l'insegnante disse "segno Sawada, Gokudera,
Yamamoto. Adesso da bravi, ditemi ognuno di voi con chi vuole stare."
Gokudera continuava a guardare in cagnesco Yamamoto che invece se la rideva allegramente, Tsuna da parte sua era lusingato e felice, i suoi
migliori amici lo facevano sentire davvero amato.
"Dai Gokudera-kun, tutti insieme sarà più divertente" disse cercando di placare l'animo dell'amico.
"Certo, Decimo. Se lo dite voi non ho niente da obiettare" rispose
Gokudera dipingendosi un sorriso smagliante sulle labbra.
"Vi lascio i depliant dell'albergo dove alloggeremo, il presidente non
ha davvero badato a spese questa volta!" disse l'insegnante battendo le mani in adorazione, passò per i banchi per
consegnarli.
Neanche lo avesse evocato, Hibari apparve sulla soglia della porta
dell'aula e fece il suo ingresso accompagnato da un'aura minacciosa.
"Erbivori, sarete ospiti nella dimora del mio antenato. Se dopo la
vostra permanenza troverò una sola cosa fuori posto vi
morderò a morte" disse.
"Hi-Hibari-san!" squittì Tsuna facendosi piccolo piccolo su
se stesso, aveva la netta sensazione che quell'avvertimento fosse
diretto specialmente a lui e ai suoi amici.
"Vuoi essere il primo, animaletto?" lo minacciò Hibari
estraendo un tonfa e portandolo all'altezza della giugulare di Sawada.
Tsuna scosse rapidamente la testa negando con vigore e Hibari
accennò un ghigno soddisfatto.
"Oi Hibari, non ti consento di comportarti in questo modo con il
Decimo!" disse Gokudera, si era alzato di scatto e gli aveva messo una
mano su una spalla costringendolo a girarsi preso alla
sprovvista.
"Capisco, quindi vuoi essere tu il primo?" rinnovò la
minaccia Hibari brandendo un tonfa ad altezza viso di Gokudera.
Le labbra di Hayato si incresparono in un ghigno e il ragazzo fece
schioccare la lingua. "Non vorrai mica sporcare la tua amata scuola con
il mio lurido sangue?" lo provocò.
Nel silenzio terrorizzato che si era creato Tsuna giurò di
aver visto qualcosa di simile a una risata sul viso di Hibari e non ci
fu più posto per i suoi tentativi di fare tacere Gokudera.
"Un punto per te, erbivoro" disse Kyoya.
Gokudera sorrise spavaldo e guardò Kyoya allontanarsi.
"Vedete, Decimo? Hibari non è poi così forte come
vuole farvi credere" disse a voce bassa.
Hibari si voltò nuovamente verso di lui lentamente.
"Gokudera Hayato" disse come se stesse annunciando il nome di un
condannato a morte, il tono fu talmente minaccioso che anche
l'insegnante tremò. "Non farmi cambiare idea, non mi costa
niente una ditta di pulizia."
Gokudera stesso dovette indietreggiare e alzare le mani in segno di
resa.
"Tsunayoshi, impara a tenere a guinzaglio il tuo cagnolino" aggiunse
Hibari posando gli occhi su Sawada come se fosse un inquisitore.
Soddisfatto per aver imposto ancora una volta la sua predominanza
Hibari lasciò la classe con un'ultima indicazione. "La prego
di riprendere la lezione, Fujioka-san."
"C-Certo, Hibari-sama" balbettò la professoressa prima di darsi un contegno e dedicarsi nuovamente ai preparativi per il
viaggio.
Tsuna si abbandonò a un sospiro di sollievo, si chiese cosa
avesse Yamamoto tanto da ridere, non dovette aspettare molto per la
risposta. "Certo che Hibari è davvero troppo teso, gli ci
vorrebbe una vacanza, è un peccato che non venga con noi" lo
sentì dire.
Sospirò nuovamente, un giorno avrebbe capito come ragionava
Yamamoto, ma quel giorno non era di certo quello corrente, adesso aveva una cosa importante da fare.
"Gokudera-kun, ma sei impazzito? Potevi farti male e..."
"Metterci tutti nei guai" intervenne Kurokawa. "Questa testa calda
poteva fare annullare il viaggio" aggiunse.
Gokudera ci mise qualche istante ad elaborare la frase, ma quando gli
fu chiaro il significato si prostrò ai piedi di Tsuna supplicando di essere perdonato. Una settimana intera in vacanza con il Decimo era un sogno che si avverava e per una volta non voleva essere
colui che si metteva i bastoni tra le ruote.
Tsuna agitò le mani rapidamente davanti al suo viso prima
che Gokudera desse un'altra testata contro il pavimento e la sua
espressione gli ricordò davvero quella di un cane bastonato.
Aveva volutamente ignorato il commento di Hibari, ma forse c'era un
fondo di verità in quello che diceva. Anche se aveva fatto
moltissimi progressi Gokudera continuava a comportarsi come se Tsuna
fosse il suo padrone e questa cosa non riusciva più a
reggerla.
Il pensiero passò rapidamente in secondo piano davanti al
sorriso luminoso di Kyoko che gli si parò davanti come un
raggio di sole. "Tsuna-kun, stavo pensando di chiedere a Chrome-chan di
stare in camera con me e Hana, ma oggi non è venuta a
scuola. Sai se domani verrà?" si sentì domandare.
Tsuna rimase imbambolato per una manciata di secondi con il sorriso da ebete del secolo sul volto, poi scosse la testa e annuì.
"Aveva da fare con la Kokuyo, ma domani verrà sicuramente.
Si stanno ancora organizzando per permetterle di frequentare questa
scuola" spiegò cercando di non entrare troppo in dettagli
che per il momento Kyoko poteva benissimo ignorare.
Sorrise portando lo sguardo al pavimento mentre un leggero rossore gli
tinse le guance e allora catturò l'immagine di Gokudera,
ancora a quattro zampe come un antico samurai che chiede anzi implora disperatamente il perdono del suo signore. "Gokudera-kun, hai
intenzione di rimanere qui tutta la giornata?" gli disse. "Su, alzati...
non è successo niente."
Gokudera si mise nuovamente all'impiedi con un'espressione colpevole e
Tsuna sospirò profondamente. Sarebbe stata una lunga
giornata, anche la professoressa d'inglese pensava la stessa cosa
stanca di assistere all'ennesimo teatrino di Tsuna e i suoi amichetti.
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