La cosa grave dell'insonnia forse era proprio internet, quel mondo dove
c'era ogni cosa che si potesse immaginare e che poteva portare a
perdere la cognizione del tempo se abusato.
L'ultimo video sugli alieni che aveva visto su YouTube lo aveva portato
a pensare che potesse esserci di più nel suo mondo rispetto
a ciò che conosceva già e non si sarebbe stupito
davvero nello scoprire di essere solo un personaggio di una storia
molto più grande. Era forse questo che significava sentirsi
parte del mondo? Non ne era certo.
Ad ogni modo la notte era la fascia oraria in cui maggiormente sentiva
il peso di un amore non ricambiato, quello per il suo boss che neanche
poteva immaginare cosa custodisse gelosamente.
Per questa ragione non aveva senso cercare il proprio nome accanto a
quello di Tsuna su Google, perché sapeva già i
risultati che avrebbe trovato. Qualche foto su Instagram, qualche post
su Facebook e qualche articolo di giornale perché loro erano
imprenditori, non di certo mafiosi.
La connessione andava a rilento, ma una volta finito di caricare i
risultati della ricerca decise di non fermarsi solo ai primi
collegamenti e scendendo più giù nella pagina
trovò quello che sembrava a occhio e croce un sito di
scrittura.
Curioso del perché di un tale risultato cliccò
sul collegamento e si aprì una schermata azzurra ricca di
ulteriori collegamenti con il tag Gokudera Hayato/Sawada Tsunayoshi.
Confuso iniziò ad avventurarsi in quel sito cliccando su
tutti quelli che sembravano titoli di un racconto. In effetti non si
sbagliava erano oggettivamente storie su lui e Tsuna, data la
quantità di dettagli privati doveva averle scritte qualcuno
che conosceva loro veramente bene e gli venivano a mente giusto due o
tre nomi.
Le lesse tutte d'un fiato una dietro l'altra e si ritrovò a
sperimentare una vasta gamma di emozioni. Doveva ammetterlo, in alcune
storie il suo comportamento era a dir poco assurdo, non avrebbe mai
fatto o detto nessuna di quelle parole che gli erano state messe in
bocca, ma la maggior parte invece lo denudavano completamente
esponendolo nella sua essenza e no, non si riferiva al fatto che in
alcune storie era effettivamente nudo, ma proprio che lo leggevano nel
profondo e lo ritraevano così come era realmente.
L'orologio del telefono segnava le cinque di mattina quando Gokudera
aveva finito di divorare le prime tre pagine del sito. Ormai aveva
letto circa venti modi diversi con cui dichiararsi a Tsuna e almeno
cinque storie in cui andavano a letto insieme e doveva ammettere che
faceva un bel po' caldo. Le sue storie preferite però erano
quelle in cui si erano sposati e ogni pensiero disturbante era lontano
ormai anni luce.
Per un errore di caricamento o meglio per aver accidentalmente cliccato
su un altro tag si ritrovò a scoprire che Tsuna non era
l'unico con cui lo avevano messo in coppia. C'erano storie con
Yamamoto, con Hibari, persino con Shamal e ancora con Kyoko, Chrome,
Haru, moltissime storie con Haru e quelle che onestamente non capiva
come potessero mai saltare in mente alla gente, quelle con Byakuran. E
Tsuna, cielo, anche Tsuna era accoppiato praticamente con chiunque e la
cosa gli dava molto fastidio.
Quasi lanciò il telefono quando si rese conto che le storie
in cui stava con Yamamoto superavano di gran lunga quelle in cui stava
con Tsuna.
Ad ogni modo non poteva fare a meno di domandarsi se Tsuna, quello
vero, si sarebbe mai comportato come anche solo in una delle storie che
aveva letto. Se covasse silenziosamente il coraggio per dichiararsi, se
sperasse che Gokudera facesse il primo passo, se avesse mai avuto sogni
erotici su di lui o anche solo desiderato baciarlo una volta.
Gli sembravano tutti scenari oltremodo impossibili.
A pensarci bene occasioni sprecate per rivelare a Tsuna i suoi
sentimenti ne aveva collezionate e istintivamente iniziò a
scrivere le sue personali storie, anzi a riscrivere la sua vita come se
le avesse colte, una dietro l'altra. Baci mai dati, parole mai dette,
carezze rimaste nelle proprie mani timide, ogni cosa.
Dal momento che le storie in cui lui faceva sesso e altre cose che al
solo pensiero gli si accapponava la pelle con l'idiota del baseball
superavano in maniera eccessiva quelle in cui si teneva per mano col
Decimo si pose come obiettivo quello di ristabilire l'equilibrio nel
mondo portando il numero di storie prima a parità e poi a
superare quelle disgustose 8059, apparentemente era il codice per
indicare la loro coppia.
Verso le 7 del mattino Gokudera era sfinito, ricco di emozioni e grato
a chiunque gli avesse dato così tante idee e regalato
momenti così profondi e felici.
Presto scoprì in quelle che adesso aveva capito venivano
chiamate "Fanfiction" un modo per combattere l'insonnia. Una 5927,
così era invece il codice per la coppia con Tsuna, a notte
gli garantiva sogni sereni.
Era tutto sotto controllo finché la sua testa non
iniziò a vagare tra quegli scenari ogni volta che i suoi
occhi incontravano quelli di Tsuna. L'imbarazzo che ne traeva non solo
era immenso, ma era anche evidente e aveva portato più volte
Tsuna a domandargli se fosse tutto a posto.
Quando non lavorava Gokudera scriveva, ogni cosa, scriveva ogni
fantasia che avesse anche solo sfiorato la sua mente. Per esempio di
quanto gli sarebbe piaciuto leccare il miele dalle dita di Tsuna mentre
stavano facendo colazione e il suo boss si era appiccicato le dita nel
tentativo di spalmarlo su una fetta biscottata o ancora di quando
mentre stavano leggendo un documento Tsuna gli aveva chiesto
chiarimenti su cosa significasse una frase specifica e le loro labbra
erano state a solo un bacio di distanza.
Qualche mese dopo si decise, creò il suo account e
iniziò a pubblicare tutte le sue storie, senza farsi alcun
problema di chi le avrebbe lette, Tsuna senza dubbio non ne sapeva
niente.
In breve tempo arrivarono commenti, più commenti da
più autori e lettori, le cosiddette recensioni alle quali a
volte Gokudera aveva dato attenzione per altre storie.
Sebbene molti commenti erano apprezzabili e gli scaldavano il cuore uno
lo colpì particolarmente. "Sono bellissimi, il loro
è vero amore, ma non capisco perché ci mettano
tanto a trovarsi, a dichiararsi, a mettersi insieme. Si vede lontano un
miglio cosa c'è tra loro, si muoiono dietro."
E se fosse stato vero? Si domandò? Se davvero fosse bastato
allungare una mano, mandare un bacio, dire una parola in più
perché Tsuna cadesse ai suoi piedi?
Forse si stava solo facendo prendere la mano dall'immaginazione
però sognare almeno era gratuito e non faceva del male a
nessuno.
E se invece davvero Reborn e Yamamoto stessero scommettendo su chi
avrebbe fatto il primo passo? Era così impossibile da
credere?
L'allenamento si era da poco concluso e lui e Yamamoto si erano fermati
in palestra, anzi per la precisione Gokudera lo aveva fermato
perché aveva bisogno di parlargli.
"Takeshi" gli disse timidamente con un'espressione che Yamamoto non gli
aveva mai visto prima in viso, lo aveva preso per un braccio
impedendogli di proseguire verso l'uscita della palestra.
"Hayato?" domandò Yamamoto confuso, aveva la sensazione che
sarebbe seguito qualcosa di molto simile a una bomba e trattandosi di
Gokudera aveva più che senso.
"Non chiedermi perché ti sto facendo questa domanda e
limitati a rispondere. Pensi che io abbia speranze con Tsuna?" gli
chiese.
Yamamoto sorrise, gli scompigliò i capelli con un fare quasi
paterno. "Ce ne è voluto di tempo, eh?" disse.
Gokudera gli rivolse un'occhiata confusa. "Per cosa?" gli chiese.
Yamamoto ridacchiò. "È estenuante vedervi morire
dietro uno all'altro e poi sentirvi dire che la vostra è
solo amicizia."
Gokudera sbatté le palpebre due volte ed elaborò
la frase una decina, poi disse "eh?!" con un tono piatto come se avesse
appena sentito la cosa più assurda al mondo.
"Cavoli, se sarai tu a fare il primo passo dovrò dare una
bella somma a Reborn" aggiunse Yamamoto simulando di essere affranto.
"Eh?!" ripeté Gokudera come se fosse un disco rotto.
"Ti sei dichiarato il più intelligente tra noi eppure non
sei riuscito a capire una cosa così ovvia. Tsuna
è innamorato di te, ma è convinto che tu non lo
sia e non importa quanto io abbia cercato di dirgli il contrario, lui
è convinto che i tuoi sentimenti non vadano oltre la stima e
il rispetto."
Quelle parole lasciarono Gokudera senza nessuna capacità di
articolare la frase, poi di colpo sbottò in un
"perché non me lo hai mai detto?!"
Yamamoto sospirò con aria rassegnata e poi
accennò un sorriso. "Ci ho provato, ma ogni volta che ti ho
fatto un discorso simile hai sempre detto che stavo delirando e dandoti
false speranze."
Gokudera aprì la bocca come se volesse dire qualcosa solo
per richiuderla. Aveva la sensazione di aver perso fin troppo tempo.
Ringraziò Yamamoto con quello che era un cenno del capo che
solo Takeshi avrebbe potuto cogliere e si precipitò
nell'ufficio di Tsuna ancora tutto sudato e in tuta di allenamento.
"Decimo, devo dirvi una cosa" disse ansimando, aveva fatto una bella
corsa. Tsuna alzò i suoi bellissimi occhi dal pezzo di carta
che stava leggendo e sospirò.
"Prima te ne devo dire una io..." mormorò.
Gokudera sospirò, dannazione se il cuore gli batteva forte,
nelle storie che aveva letto era molto più coraggioso
rispetto alla realtà. "Avete ricevuto un'altra proposta di
matrimonio?" chiese con un certo fastidio.
"Sì, sarà la ventesima solo questo mese" rispose
Tsuna. Sapeva che nella sua pozione era normale perché oltre
a essere un bersaglio mobile era anche considerato un buon partito da
praticamente ogni famiglia mafiosa e i boss della maggior parte di
queste cercavano di imparentarsi con il Decimo dei Vongola facendogli
sposare la loro figlia, era una mossa reputazionale molto strategica.
Gokudera sospirò, ingoiò una serie di parolacce
che gli erano venute in mente.
"Questa è particolarmente bella, sembra un angelo" disse
Tsuna mostrandogli la foto che gli era stata inviata, ritraeva una
giovane ragazza bionda dagli occhi celesti e la pelle molto chiara.
"Si chiama Margherita ed è figlia di una famiglia che non ha
mai fatto parte attivamente dell'alleanza" proseguì.
Gokudera si sentì morire, doveva dire qualcosa e alla
svelta. "Ci state pensando seriamente? Sposare una perfetta sconosciuta
che è interessata solo alla ricchezza e allo status sociale
e che non sarebbe mai in grado di amarvi?" chiese.
Tsuna scosse la testa e sospirò. "Non esattamente, ma sono
pur sempre single e dal momento che questa ragazza comunque sembra
interessata a conoscermi ho pensato che almeno potrei darmi
l'opportunità di scoprire se può funzionare."
Gokudera bestemmiò internamente, al diavolo quelle storie di
merda e al diavolo Yamamoto, la realtà era ben diversa,
Tsuna non era innamorato di lui e non lo sarebbe mai stato in ogni caso.
"Cosa è quella faccia?" domandò Tsuna."Pensi che
sia sbagliato?"
Gokudera arrossì leggermente, sapeva di avere un viso che
parlava per lui anche quando cercava di nascondere le cose. "Se penso
che sia sbagliato, Decimo? No, l'idea in sé e per
sé non ha niente di male, ma..."
Rimase a pensare a come concludere la frase mentre nella sua testa si
alternavano gli scenari più disparati ispirati e non dalle
storie lette. 'Ti amo', 'Non iniziare una relazione con una sconosciuta
quando ci sono io che ti conosco perfettamente e muoio per te'
"Meritate qualcuno che sia innamorato di voi per davvero e che vi
conosca" concluse.
"Sì, ma questa persona non c'è, Hayato. Quindi
non ci trovo niente di male nello scoprire se mi posso innamorare di
nuovo e stavolta avere la fortuna di essere ricambiato"
ribatté Tsuna.
"Non è vero" mormorò Gokudera tra i denti. "Cosa
hai detto?" chiese Tsuna incerto di cosa avesse sentito. "Ho detto che
non è vero" disse Gokudera sostenendo maggiormente il
proprio tono.
"Questa persona c'è, ce l'hai davanti."
Gli ci vollero buoni 30 secondi per realizzare cosa aveva detto e
scoprire improvvisamente un grande interesse nel pavimento, nel disegno
delle mattonelle che aveva visto miliardi di volte, ma di cui non aveva
mai notato davvero tutte le forme e i colori.
Tsuna si mise una mano davanti alla bocca come se avesse paura di cosa
potesse uscirne e respirò profondamente.
"D-Decimo, scusatemi, devo anda-" Tsuna lo interruppe immediatamente.
"Tu non vai da nessuna parte, Hayato. Non dopo quello che hai detto."
Si avvicinò dall'altro lato della scrivania lì
dove Gokudera giocava a quanto tempo riusciva a guardare il pavimento
prima di esplodere o qualcosa del genere. "Puoi... guardarmi negli
occhi, per favore?" gli chiese facendogli una carezza sulla schiena
invitandolo a voltarsi.
Gokudera lo fece, il viso in fiamme e le lacrime agli occhi, si
specchiò in Tsuna e vi riconobbe la stessa espressione. "Sei
sicuro di quello che dici?" gli chiese Tsuna prendendolo completamente
alla sprovvista, era l'ultima delle reazioni che potesse aspettarsi.
"Forse è l'unica certezza assoluta nella mia vita" rispose
Gokudera senza esitazione alcuna.
"Perché voglio dire..." mormorò Tsuna. "Non mi
hai mai chiamato per nome e io ho paura che tu sia innamorato del boss
dei Vongola, non di me."
"Cazzate" sentenziò Gokudera, con una freddezza tale che
Tsuna rabbrividì. "Sono grato che tu sia il candidato al
posto di boss dei Vongola perché altrimenti non ho idea di
come avremmo fatto a incontrarci, ma il tuo ruolo non c'entra niente.
Mi sono innamorato di te perché è successo e
basta e sarei stato disposto a seguirti anche se non avessi accettato
di succedere al Nono, anche se avessi voluto tagliare i ponti con la
mafia. Mi piace la persona che sei, in tutti gli aspetti che conosco e
in tutti quelli che non conosco. Semplicemente ti amo e non capisco
come tu possa metterlo in discussione, ce l'ho letteralmente scritto in
faccia. Se è chiamarti per nome tutto ciò che mi
separa dal poterti stringere tra le mie braccia e baciarti allora ti
chiamerò Tsunayoshi o Tsuna se preferisci per il resto della
mia vita."
Tsuna rimase a bocca aperta e per un istante non riuscì a
dire niente, poi appoggiò la testa contro il petto di
Gokudera lasciando andare qualche lacrima di felicità. "Ti
amo anche io, Hayato e in tutta sincerità non pensavo che
questo giorno sarebbe mai arrivato."
Gokudera sorrise molto profondamente sentendo il cuore a mille e lo
strinse forte tra le braccia. Timidamente si ricercarono
finché le loro labbra non riuscirono a scambiarsi un tenero
bacio.
Fuori la porta Yamamoto sganciò una serie di banconote a
Reborn che era fin troppo allegro per la cosa.
"Come fai a vincere sempre?" gli domandò Yamamoto.
Reborn rise appena e si sistemò il Fedora in testa. "Conosco
il mio pollo, Tsuna è davvero lento ed era troppo spaventato
per farsi avanti. Gokudera per quanto terrorizzato a sua volta
è una bomba a tempo e sapevo che mancava poco
perché esplodesse" spiegò.
Yamamoto rimase a osservare i suoi amici ancora un po' facendo un cuore
con le dita e usandolo come una cornice per una bella foto. Quando
questi si voltarono verso di lui rossi in viso Yamamoto non
poté fare a meno di ridere a crepapelle mentre Gokudera lo
riempiva di insulti.
"Cosa volevi dirmi, comunque?" domandò Tsuna cercando di
calmare la situazione e offrendo a Yamamoto la possibilità
di dileguarsi.
Gokudera sorrise prendendogli il viso tra le mani e appoggiando la
fronte contro la sua. "L'ho già detto, lo abbiamo detto
insieme" mormorò.
Da qualche parte stava pensando che ora poteva scrivere una nuova
storia, una che non sarebbe stato necessario pubblicare,
perché finalmente l'avrebbe semplicemente vissuta.
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