nient'altro che cenere
Nient’altro che cenere
Put on your Sunday clothes,
There's lots of world out there
Get out the brillantine and dime cigars
We're gonna find adventure in the evening air[…]
Put on your Sunday clothes, we're gonna ride through town
In one of those new horsedrawn open cars
La radio risuonava, gioiosa, nelle deserte vie.
Calde note raggiungevano le cime dei palazzi.
Come una dolce illusione pervadevano l’aria, fantasmi di una cultura soffocata e sotterrata.
Chi mai avrebbe immaginato
che un millennio prima, per quelle stesse strade, tale canzone non era
altro che la realtà di una generazione.
Wall-e questo però non lo sapeva.
Lavorava tutto il giorno
rallegrato dalla compagnia di quelle confortevoli note, non si separava
mai da quel nastro così prezioso.
Lo trascinava ovunque, spegnendolo solo quando arrivava il momento di tornare al rifugio.
Senza preoccupazioni, il
piccolo robot scivolava agile fra i cumuli di rifiuti, adocchiando ogni
tanto qualche cianfrusaglia perfetta per la sua collezione.
Una scarpa, una papera di gomma, un cucchiaio. A volte trovava addirittura oggetti preziosi come un mangianastri o un accendino.
Era bello collezionare tutti quegli oggetti così strani per lui.
Non sapeva nulla delle civiltà che avevano abitato quel pianeta così inospitale prima della sua nascita.
Era solo circondato da testimonianze arrugginite e accatastate, abbandonate da proprietari stanchi di loro.
Dei tempi precedenti alla crisi ambientale non era rimasta che cenere.
La polvere regnava
incontrastata su quell’enorme discarica. Era ovunque: per le
strade, nei palazzi, nei deserti, addirittura nell’atmosfera.
Come un telo giallastro calato su quello che un tempo era un mondo pieno di colori.
Ignaro di ciò, Wall-e viveva tranquillamente seguendo la sua direttiva e dilettandosi nel suo hobby.
Rimaneva ore ed ore a guardarsi il suo prezioso nastro, ad ascoltarne più e più volte ogni singola traccia.
Indifferente alla polvere
che ogni giorno lo circondava, indifferente verso i suoi compagni ormai
incapaci di continuare ad adempiere al loro compito.
Viveva nel suo piccolo rifugio in compagnia del suo fedele Hal e della sua fantastica collezione.
Non si accorgeva
certo che attorno a lui non era rimasta nient’altro che cenere di
un mondo abbandonato al suo triste destino.
[310 parole]
***
Flash-fic scritta tempo fa, dopo aver visto il film "Wall-e".
Ciò che mi ha ispirato sono state le prime scene iniziali, in
cui viene presentata la Terra in un possibile futuro. Le ho trovate
intrise di malinconia, e la canzone che le accompagna ricalca questo
aspetto.
La citazione iniziale è presa dal testo della traccia d'apertura
del film, "Put On Your Sunday Clothes" di Michael Crawford.
That's all, folks.
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