Nous

di Janet Mourfaaill
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Otho

Otho

 

 

 

 

Il libro era tra le sue mani bianche, come carbone tra cotone bagnato.

Era un peso minimo, eppure sembrava gravare su quelle dita pallide, come debilitate da una lettura troppo intensa.

Lui aveva la mano poggiata sul pomello della porta, poteva sentire l'ottone freddo bruciare sotto il suo palmo.

Era stato come mangiare fuoco e riempirsi i polmoni di braci.

La prima volta che l'aveva vista.

 

Stava per morire ai piedi del proprio assassino.

Non importava.

Naomi.

Se nell'infinitesimale istante che precedeva la morte il pensiero sfiorava quanto di più puro conservava la mente, allora forse aveva un senso morire.

 

 

 

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Spazio dell'autore:

 

AngelVirtues: Grazie della lunga e graditissima recensione. Allora, innanzitutto l'alba è, per dirla in termini spicci, 'na cagata; nel senso che so perfettamente quale sia la scena finale nell'anime e nel manga, e no, l'alba non c'è.

Peeeeeeeerò visto che avevo taaaanta voglia di scrivere una cosettina simile e l'unica parola a mia disposizione era “alba”, ho ritenuto cosa buona e giusta far finta di niente e andar per la mia strada.

Che poi, in fin dei conti, a me piace anche così.

Per quanto riguarda l'interpretazione, ahimè, debbo purtroppo dare per vera la prima ipotesi, sebbene quella su Elle sia sicuramente più particolare; l'alba in bianco e nero sta ad indicare, come hai detto tu, un paesaggio di cui lui non può godere fino in fondo in quanto emblema di purezza, serenità, tutte cose che Raito ha ripudiato sin dall'inizio.

Tranquilla, comunque, la tua teoria è molto bella. *Annuisce col capoccione*

Grazie ancora e alla prossima.

 

 

 

 

 

 





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