Capitolo
9
Sabato
“Urca
che mangiata ragazzi!”
“Era
tutto squisitissimo, mamma!”
A
migliaia e migliaia di chilometri di distanza dal mio appartamento,
in una piccola casetta nei pressi di un bosco, un forzuto uomo dalla
strana capigliatura si massaggiava la pancia soddisfatto della grande
abbuffata, seguito a ruota da un dolce bambino, incredibilmente a lui
somigliante, accasciato scompostamente sullo schienale della sedia,
anch’esso sopraffatto dai postumi della grandiosa
impresa.
“Vero,
ti sei superata, cara!”
Chichi
sorrise e incrociò le braccia al petto soddisfatta, niente era
più bello di vedere appagati i suoi uomini! Si avvicinò
al figlio, posandogli amorevolmente una mano sulla spalla. “Adesso,
forza tesoro, vai a lavarti i denti.”
“Sì,
mamma.”
Lo
seguì con occhi dolci fino a quando la sua immagine scomparve
nel corridoio che portava alla zona notte. Come ogni sera, era giunto
il momento della pulizia delle stoviglie. Per chiunque altro, sarebbe
stata una routine sfiancante, ma per una come lei, rappresentava
tutt’altro. Amava occuparsi della sua famiglia, cercare ogni
giorno di migliorare i suoi ruoli di madre e di moglie, e quella
sensazione di stanchezza che la sera non tardava ad arrivare, la
reputava un sintomo
del risultato del suo buon operato.
Arrotolò
le maniche e iniziò a riporre pentole e i piatti sporchi nella
grande vasca insaponata del lavabo.
Goku
era ancora seduto, l’abbuffata era stata talmente importante
che
serviva del tempo per prendere il coraggio di alzarsi e fare
qualche passo per aiutare la digestione. Sospirò profondamente
e diede due belle pacche sulle cosce muscolose, issandosi
rumorosamente. “Tesoro, faccio una passeggiata e torno.”
“Va
bene, caro.” Rispose con le braccia totalmente immerse nella
schiuma. “Ah, un momento!” Goku si fermò con la
mano sulla maniglia della porta d’ingresso. Piegò appena
il capo nella direzione della moglie. “Domani sarò
assente per tutto il giorno, ricordi, vero?”
Sbatté
le palpebre confuso, cercando di rammentare.
“Devo
occuparmi di tua nipote. Te lo sei scordato?”
“M-ma
no! Cosa vai a pensare, eheheheh!” Ovviamente.
“Goku,
ma sarà possibile che ti dimentichi sempre di tutto?! Gohan ha
un convegno molto importante e Videl è impegnata con i corsi
in palestra*… Staranno fuori per tutta la giornata.”
“Posso
passare a prendere Pan con il teletrasp-“
“NO!”
Goku abbassò le spalle intimorito. “Andrò io. Qui
ha pochissimi giochi e si annoierebbe.”
“V-va
bene.” Ammiccò un sorriso nervoso. “Ah, ma…”
“Ma
cosa?!”
“Avevi
detto che avrei dovuto lavorare domani mattina.”
“E
da quando in qua, ti interessa farlo?! Tanto non ti avrei fatto
venire comunque, non vorrei che combinassi qualche casino in casa
loro… Devi solo accompagnarmi, tutto qua.”
………………
Finalmente
sabato! Abituata ormai a svegliarmi molto presto, aprii gli occhi
inconsciamente all’abituale ora, ma rimasi beatamente rilassata
sotto le leggere lenzuola, per svariati e appaganti minuti. Il clima
della città dell’Ovest era piacevolmente temperato e
nonostante fosse autunno inoltrato, il freddo non sembrava affatto
voler arrivare. Tenevo lo sguardo fisso sul soffitto e la mente persa
tra i mille pensieri. Era così ingarbugliata che potrei
giurare di aver sentito gli ingranaggi in funzione cigolare!
Perché,
nonostante stessi mancando
da
casa da diverso tempo, la preoccupazione e l’ansia sembravano
scemare? Soprattutto, erano un paio di giorni che una strana
sensazione mi scaturiva dall’interno. Avevo lo stomaco
subbuglio, un perenne batticuore e un’inspiegabile inappetenza…
Per una come me, che mangerebbe in continuazione, era incredibile.
Cosa mi stava accadendo? Da cosa era dipeso?
La
vescica in procinto di esplodere aveva vinto sulla pigrizia, e tra un
ragionamento e l’altro mi ero recata in bagno.
Lo
spazzolino pregno di dentifricio strofinava sui denti e i miei occhi
si fissavano allo specchio.
Che
sia lui la causa?
“E
te lo domandi, pure?” Con un sorriso, risposi al mio inconscio
ad alta voce. Vi ricordate quella latente paura che mi affliggeva
alcuni giorni prima? I miei sentimenti non stavano cambiando, erano
già dannatamente evoluti. Goku non era più una figura
immaginaria,
platonica…
Era
realtà, la
mia
realtà.
Ma
dove volevo arrivare? Cosa mi avrebbe portato questa situazione? Se
questa vita
fosse
continuata, sapevo già che quella felicità apparente si
sarebbe trasformata in sofferenza.
Dovevo
accontentarmi di essergli amica?
Sì,
lo dovevo.
Per
lui, per me… Per tutti.
……………….
“Yawn!”
Tre sbadigli in un solo minuto, come non fosse caduto in un burrone
ancora non riusciva a spiegarselo! La vita di campagna era una noia
mortale, soprattutto il sabato, il giorno prima del tanto agognato
riposo sembrava che il tempo non trascorresse mai! Teneva stancamente
il volante tra le mani, la testa leggermente inclinata verso il basso
e lo sguardo assonnato assente verso l’orizzonte. Avrebbe di
gran lunga mollato tutto per qualcosa
di
più intrigante e soddisfacente. Beh, non che non potesse
farlo, Chichi non l’avrebbe di certo scoperto, sarebbe rimasta
fuori casa almeno fino all’ora di cena… Allora, perché
continuare ad annoiarsi così tanto?
Spense
il motore e aprì la portiera. “Urca, che arietta
piacevole… Mmm, sa proprio di libertà!” Ridacchiò
e scese dal grande veicolo.
Dopo
una bella stiracchiata e una goduriosa grattata alla nuca, portò
incerto una mano al mento. “Che posso fare? Potrei andare a
sciogliere i muscoli da Vegeta… Ah, no, è sabato e il
sabato
deve dedicarlo a Bulma!” Sfotté l’amico, alzando
le mani al cielo, solo lei
era
in grado di impartire ordini a quel testone!
Cosa
poteva fare allora?
Un
ricordo improvvisò lo illuminò. “Urca, che idea!”
Sgranò gli occhi entusiasta. “Non ci avevo pensato!
Forza Goku, datti una cambiata e vola dritto alla Capsule
Corporation!” E un potente razzo
schizzò via felice tra i cieli.
………..
Poggiai
i piedi umidi sul tappeto e infilai l’accappatoio rosa.
Abbassai la testa, presi l’asciugamano e avvolsi i capelli nel
turbante.
Ci
voleva proprio una bella doccia!
Scalza,
mi diressi in cucina, presi una cialda di caffè e la infilai
nella fessura della macchina bollente, pronta per essere utilizzata.
E
con la mia dose di droga, questo noiosissimo sabato può avere
inizio!
Portai
la mia fumante tazza di cappuccino sulle labbra, ma mi arrestai di
colpo. Avevano bussato alla porta, chi diavolo era a quell’ora!?
Il corriere? Beh, lo shopping online era molto soddisfacente anche da
queste
parti…
Quindi, perché privarsene? Avevo ordinato un bellissimo
specchio da appendere in camera da letto, incredibile fosse già
in consegna. Caspita che celerità!
“ARRIVO!”
Diedi
una stretta alla cintura dell’accappatoio e senza timore, aprii
la porta.
“Buong-“
“Urca,
non chiedi mai chi è prima di aprire? E’ rischioso per
una fanciulla, sai?”
Allora,
analizziamo bene i fatti: ero nuda, coperta solamente da un tessuto
di spugna e, senza alcun preavviso, mi ero ritrovata Goku davanti a
me, con tutto il suo splendore e un disarmante sorriso. Voi, cosa
avreste fatto?
Avremmo
aperto l’accappatoio, idiota!
No,
inconscio, stai zitto.
“PERCHE’
MI HAI SBATTUTO LA PORTA IN FACCIA?!”
Ecco,
esattamente. Scontata, non trovate?
“SERENA?!”
Quel
poveruomo era rimasto nuovamente impalato come un ebete… Che
terribile dejavu!
“E-ECCOMI!”
Cercai il più possibile di assumere un tono dignitoso, mi
ricomposi e riaprii. “C-ciao!” Mi guardava sbigottito,
sbattendo più volte le palpebre. Corrucciò per un breve
istante le sopracciglia e poi scrollò le spalle. Ormai ci
aveva fatto il callo! “Forza, vestiti, ci aspetta una bella
missione!” Ridacchiò, mettendosi sull’attenti.
“M-missione?”
“Te
ne sei forse dimenticata? Dobbiamo andare a cercare le sfere del
drago!”
Ero
impietrita, letteralmente di sasso. Allora, l’ultima volta, non
stava scherzando, era serio! S-saremmo andati in giro per il mondo,
insieme?!
La
temperatura percepita arrivò alle stelle e le mie guance
avvamparono all’istante.
“Indossa
qualcosa di comodo, dai! Ti aspetto.”
Avevo
letteralmente rivoltato l’armadio. Possibile non riuscissi a
trovare nulla di consono? Per carità, un paio di tute le avevo
comprate, ma con addosso quella roba
facevo
pena, pietà e compassione! Per l’amor di Dio, avrei
preferito soffrire un po’, pur di non metterle!
Cerca
e ricerca, esausta avevo optato per una camicia fucsia, lunga fino al
fondoschiena con una graziosa cintura scura in vita, dei leggins neri
e snickers bianche… Altre scarpe comode non ne avevo!
Finalmente,
dopo circa una mezz’ora, eccomi sbucare in salotto e mi fermai
qualche istante sullo stipite della porta. Goku era visibilmente
annoiato e, seduto scompostamente, era impegnato a saltare da un
canale all’altro della televisione. Mi risultava ancora strano
vederlo coinvolto nelle scene di vita quotidiana. Sorrisi e, forse,
lo feci rumorosamente, tant’è che alzò lo sguardo
nella mia direzione. Rimase fisso su di me per alcuni secondi e ciò
mi procurò del lieve imbarazzo.
Si
schiarì la voce e si alzò. “Sicura di essere
abbastanza comoda, così?”
Ecco
perché mi stava guardando, molto probabilmente ero vestita
come una stupida… “C-certo. Comunque, giusto il tempo di
legarmi i capelli e possiamo andare.” Dissi così, mentre
ero diretta con una spazzola e un elastico verso lo specchio di
fianco alla porta.
Coda
alta, trucco decente, vestiti di merda. Pronta. “Andiamo.”
“Dopo
di lei, signorina!” Aprì cavallerescamente la porta e la
richiuse alle mie spalle. “NOVOLA KINTO!!” Urlò
improvvisamente a pieni polmoni, provocandomi un sussulto.
Una
piccola e soffice nuvoletta dorata frenò davanti ai miei
occhi. Mi emozionai come una bambina. Saremmo andati alla ricerca
delle sette sfere del drago sulla nuvola?! Sarei stata appoggiata
alla sua
schiena, avrei sentito il calore del suo corpo… Avrei sentito
lui!
Stavo
per avere un mancamento.
Fortunatamente,
un piccolo dettaglio
stonato mi fece rinvenire. Era incredibilmente meraviglioso, ma
mancava una cosa.
Quella
voce aveva gridato il nome sbagliato.
“A-aspetta!”
Lo fermai, prima che balzasse sul soffice mezzo. Mi guardò
confuso. “Non chiedermi spiegazioni, ma se le
dicessi
di tornare in dietro e la chiamassi con un altro nome, arriverebbe lo
stesso?”
“Dovrei
chiamarla in un altro modo? Perché?”
“Dimmi
solo se si può fare.”
“Beh…”
Si grattò la testa e guardò scettico la fidata amica di
lunghi viaggi. “Potresti farlo?”
Non
riuscii a trattenere una risata. La piccola nuvoletta scodinzolò
come un cagnolino ubbidiente e, sotto lo sguardo orgoglioso del
padrone,
schizzò via come un fulmine. Incredibile quanto fosse
intelligente!
“Ora?”
“Ah,
sì, scusami… D-dovresti gridare Nuvola
Speedy…”
Che imbarazzo! Ma cosa mi era saltato in mente?!
“Speedy?!
Sbaglio o è il nome con cui l’hai chiamata giorni fa?”
Caspita che memoria! Anuii. “Va bene, non ci sto capendo un
fico secco, ma farò come desideri. Pronta?” Il suo
sorriso mi illuminò. “NOVOLA SPEEDY!!”
Oh,
ora, sì!
Ora
tutto inizia a essere meravigliosamente perfetto!
Il
tuo vero sogno, cara Serena, sta per diventare realtà…
Buona
domenica!
Non
riesco ancora a crederci, sono riuscita ad aggiornare e neanche io so
come l’abbia fatto! Nell’ultimo periodo sono sopraffatta
dagli impegni, ma in questa domenica di calma, ho voluto approfittare
con la scrittura!
Innanzitutto, preciso quel piccolo asterisco: nell’ultimo film di Dragon Ball Super, Dragon Ball Super Super Hero, è stato menzionato il lavoro di Videl, ha una palestra di arti marziali. Tutto qua! Bene, ora torniamo alla storia... Goku è passato a prendermi, come andrà il
viaggio? Più che altro, potrò farlo o cadrò
dalla nuvola? Ahahahahah
Vi
siete chiesti il perché Goku sia passato prima alla Capsule
Corporation? So per certo che non vi sfugge nulla! :p
Comunque,
diciamo che siamo agli inizi di questa storia, pian piano entreremo
nel vivo… Cosa accadrà? Mmm… Io lo so!
Ahahahahahah
Come
al solito un grazie di cuore a tutti coloro che mi stanno seguendo e,
in particolar modo, alla mia adorata LadyYuna94 <3
A
presto con “Lost in Space”,
Serena
<3
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