Irrimediabilmente
mio
Senza sorridere, avvicinai il volto
al foglio.
“Bentornato”
mormorai.
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Non avevo il coraggio di fare una
mossa. Ebbene si… avevo
risvegliato il Demone, il nobile Hyoutsuki, il mio
demone dagli occhi d’oro.
Mio. Che parolone… non
avevo il diritto di mettere questo
aggettivo davanti al suo prezioso e inarrivabile nome, al suo essere.
Avevo letto della morte della Sensei
nel forum e
sinceramente me ne rallegrai: quella donna era completamente impazzita
e morire
per mano di un fan travestito dal Demone che aveva ucciso nel manga
è stato
davvero una bella morte, quasi uno schiaffo morale e una vendetta per
tutti i
fan rimasti delusi e per Lui.
Ogni volta che lo pensavo, era come
se un pugnale entrasse
in profondità nel mio cuore, spinto da una mano invisibile.
Soffrivo nel mio letto, sperando di
rivederlo entrare dalla
finestra, vedere quella figura stagliarsi nella luce della Luna,
rendendolo
così luminoso e divino, ma allo stesso tempo peccaminoso e
freddo.
Non ero ritornata al mio colore
naturale di capelli, non
potevo, era l’unica cosa che volevo tenere di suo, quel
biondo così chiaro da
sembrare bianco, non paragonabili ai suoi capelli color argento, ma
qualcosa
che lo ricordava vagamente quando mi guardavo allo specchio, che mi
rendesse di
nuovo partecipe dei miei ricordi vissuti con lui, di quei sogni che
ancora
infestavano la mia fantasia.
Sentivo addosso ancora il suo odore,
il suo fiato caldo
nell’orecchio e quei gemiti… quante avevano avuto
l’occasione di perdere la
propria verginità con lui? Credo proprio nessuna.
Riportarlo alla vita forse era
l’unico dono che potevo
fargli: lasciarlo là, in mezzo a quel bosco desolato,
indifeso e fragile…no,
dovevo aiutarlo e donargli ciò che lui mi aveva regalato: la
vita.
Forse fu per questo che ogni notte
sognai di rivederlo alla
mia finestra, che mi guardava con quello strano sorriso stampato in
faccia,
come se dovesse ringhiare o sorridere, indipendentemente da chi tu
fossi.
Guardai per l’ultima volta
la finestra e un leggero
venticello mi sfiorò, come una carezza appena accennata.
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Buon
viaggio…amore.- sussurrai
al
silenzio.
Il mio cuore era suo… e il
suo era mio, irrimediabilmente mio.
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