Non stava dormendo

di pampa98
(/viewuser.php?uid=194522)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Prompt: "Respiro"
 


Non stava dormendo




 

Ha il respiro leggero, Totsuka. Sonnecchia sdraiato sull’erba accanto a te: si è seduto senza chiederti il permesso, come se fosse suo diritto stare al tuo fianco.
Il vassallo del re, diceva di essere. Tu sei re di niente e quel fuoco che brucia nelle tue vene sembra più una maledizione che un dono.

Ti volti a guardarlo. Sorride sempre, Totsuka; dubiti che conosca altre espressioni. Il suo petto si alza e si abbassa ritmicamente mentre il vento gli scompiglia i capelli. Hai sempre sospettato che fossero morbidi e decidi di verificarlo.
Quando gli sfiori la fronte, il suo sorriso si amplia: non stava dormendo.
Ritrai la mano.

~

Ha il respiro leggero, Totsuka. Non ti saresti accorto della sua presenza se quella coperta non avesse iniziato a muoversi.
Il vassallo del re, diceva di essere. Tu non ti senti re e quel fuoco che brucia nelle tue vene è solo una maledizione; ma Totsuka possiede la fune in grado di domarlo e in cuor tuo sei grato che sia ancora al tuo fianco.
Ti alzi dal tuo divano e sollevi la coperta. Sorride ancora, Totsuka; forse sta facendo un bel sogno o forse è solo felice di sonnecchiare. Gli accarezzi i capelli, più lunghi ma sempre morbidi, e il suo sorriso si amplia: non stava dormendo.
Continui ad accarezzarlo.

~

Ha il respiro leggero, Totsuka. Troppo leggero. È sdraiato supino con le mani congiunte in grembo e una chiazza rossa sulla camicia altrimenti bianca.
Il vassallo del re, diceva di essere. Tu sei il suo re; lo chiami, ma in risposta c’è solo silenzio. Il fuoco nelle tue vene scalpita per esternare la sua furia e tu devi imparare a contenerlo da solo, perché non c’è più nessuno in grado di domarlo.
Sorride, Totsuka, del sorriso dei morti. Allunghi una mano a sfiorargli i capelli, morbidi come la prima volta, ma la sua espressione non muta: non stava dormendo.
Lo accarezzi finché non diventa cenere tra le tue mani.


 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4034847