Pensieri sparsi

di Briaellae
(/viewuser.php?uid=1242752)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


A volte alla mente piace viaggiare, andare oltre i confini, uscire da quell’involucro di carne e ossa che la racchiude. A volte alla mente piace fuggire, scappare dai quei pensieri sterili e angoscianti che la inseguono disperati, in cerca di nutrimento, in cerca di un appiglio a cui aggrapparsi, anche solo per un secondo.
La mente è proprio strana a volte, molto taciturna in quelle giornate in cui vorresti conquistare il mondo con una parola, fin troppo loquace quelle sere in cui vorresti solamente startene in silenzio. La mente è un continuo divenire, un continuo crescere e cambiare –evolvere, la parola giusta. Ma perché quando meno lo si aspetta, riesce a ferirci più di ogni altra cosa al mondo?

È tanto profonda quanto terribilmente sottile, sempre in bilico tra momenti di estrema distensione e momenti di imperturbabile vuoto e ristrettezza. È così la mente, un filo sottile a cui i pensieri si agganciano e rimangono lì, appesi e sospesi, fin quando qualcuno non li strappa via, lasciando quel filo nuovamente vuoto, ma pronto per essere riempito di nuovo.

A volte regna la confusione, il caos, l’irrequietezza di un mare in tempesta, dove nemmeno il marinaio più abile riuscirebbe ad attraversare incolume, senza riceverne danni e afflizioni temporanee. È in situazioni come queste che si dovrebbe porre un limite, un veto alla mente e chiederci dunque –perché farsi assoggettare quando basterebbe semplicemente estraniarsi per qualche momento?
Difficile accettare l’incapacità di avere perennemente il controllo della propria mente, ma ancora più difficile è rendersi conto di quanto, ogni volta, ne siamo profondamente innamorati e resi schiavi.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4044182