Ciò che resta

di pampa98
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I prompt usati, nell'ordine, sono: (Non M'ama) Morte; (M'ama) Eternità; (Non M'ama) Fotografia sfocata.

Ciò che resta


 

I. Totsuka

Totsuka osserva le stelle sopra di sé. Non è riuscito a filmare nessuna delle luci rosse che splendono sulla città e se ne rattrista, perché avrebbe davvero voluto fare un regalo speciale ad Anna – soprattutto adesso, che sa che non festeggerà mai più un suo compleanno. 

Sorride ancora una volta. Non dovrebbe preoccuparsi dei regali, in un momento come quello; ma i suoi pensieri non fermeranno il sangue che sgorga dal suo petto e vuole tenere vicino a sé le persone che ama, fino al suo ultimo respiro.

Chiude gli occhi, rincuorato da un’unica speranza: l’Homra è forte, i suoi amici staranno bene anche senza di lui. 

«Re… Non arrabbiarti.»

[110 parole]

 
II. Mikoto

Non sente dolore mentre la spada di Munakata gli trapassa il petto. Sorride per l’ultima volta mentre una farfalla rossa vola intorno a lui, calda e familiare, accompagnandolo verso la meta che insegue da dodici giorni.

«Ciao, Re.»

Totsuka sorride – lo ha fatto sempre, fino alla fine –, ma i suoi occhi celano tristezza e rimprovero. Mikoto non intende ascoltarlo; è stato lui il primo ad abbandonarli.

Lo stringe a sé, come tante volte avrebbe voluto fare, ma senza mai trovarne il coraggio. Abbiamo tempo, si ripeteva; finché il tempo non c’è stato più. 

Adesso hanno l’eternità e, mentre Totsuka ricambia l’abbraccio, Mikoto giura di non sprecarne un singolo istante.

[110 parole]

 

III. Kusanagi

Apre una scatola di fotografie, cercando due volti in particolare. Sono difficili da trovare: uno era sempre dietro l’obiettivo, l’altro non voleva mai essere immortalato. 

Kusanagi aggrotta le sopracciglia quando si imbatte in una foto sfocata, ma scoppia a ridere appena capisce cosa raffigura: Mikoto sta sistemando qualcosa sotto la testa di Totsuka, addormentato sul divano.

Il suo sguardo si sposta su quel mobile, per vagare poi su tutte le cianfrusaglie con cui Totsuka aveva riempito il suo locale. 

«Non credevo che mi sareste mancati tanto.» 

Si augura che adesso siano insieme, felici. E inizia a pensare alla ramanzina con cui li avrebbe salutati una volta riunitosi a loro.

[110 parole]





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