Challenge: “Spring Bingo” organizzata dal
gruppo Facebook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”
Prompt:
1. X subisce un infortunio durante una
partita, finisce per incontrare Y mentre va a fare riabilitazione di Valentina
Baschetti
2. False speranze di Elena Altamura
3. Corvo, continua a volare! di Chiara
Tiozzo
4. Stava tornando in un posto che
sperava di non rivedere mai più di musa07
5. Naufragio di Trachemys LeggereQueer
Genere: introspettivo
Tipo: one shot
Raccolta: Spring Bingo!
Personaggi: Tooru Oikawa, Shoyo Hinata
Rating: PG, verde
Avvertimenti: slice of life
PoV: terza persona
Spoiler: sì, post time skip
Disclaimers: i personaggi non sono
miei, ma di Haruichi Furudate.
I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Paure
Faceva ancora freddino, lì a Los Angeles per
essere primavera inoltrata, si strinse nella giacca nascondendo il naso nella
sciarpa, con un sospiro mesto camminando lentamente verso l’imponente edificio.
Stava
tornando in un posto che sperava di non rivedere mai più, invece il destino ce
lo stava facendo tornare ancora e di sua spontanea volontà questa volta, se si
tralasciava il fatto delle minacce che gli aveva gettato addosso Iwaizumi, se
non si decideva una buona volta a farsi operare, ma non poteva più rimandare,
lo aveva fatto per troppo tempo, anche camminare lentamente come in quel
momento gli procurava dolore e alla sera zoppicava visibilmente, se voleva avere
una chance di essere convocato alle prossime Olimpiadi doveva farlo ora o mai
più, e Tooru Oikawa, pluricampione di pallavolo maschile era terrorizzato all’idea,
che quella potesse essere la svolta definitiva per la sua carriera.
Le porte scorrevoli della clinica privata si
aprirono ed entrò nell’androne, sospirando grato del lieve tepore, si guardò
intorno per orientarsi e recarsi al reparto che gli interessava e fu allora che
lo vide e lo riconobbe.
Oikawa corrugò la fronte camminando nella
direzione dell’altro uomo, cosa ci faceva lui lì? Mano a mano che si avvicinava
vide la stampella accanto al giovane e gli venne in mente una notizia di
parecchi mesi prima, di come Shoyo Hinata si fosse infortunato gravemente ad
una caviglia, durante la finale del campionato della lega brasiliana, poi non
aveva saputo più niente, nemmeno Hajime si era sbilanciato a dirgli nulla.
Doveva essere stato un colpo durissimo per Hinata, nessuno meglio di lui lo
poteva comprendere.
“Dobbiamo smetterla di vederci così?” esordì Oikawa
quando fu abbastanza vicino e Hinata sollevò lo sguardo dallo schermo del
cellulare, dopo un’istante sul suo viso di allargò un sorriso radioso.
“Tooru!” esclamò tendendogli la mano che l’altro
afferrò e lo aiutò a mettersi in piedi, per potersi abbracciare quindi si
sedettero entrambi.
“Cosa ci fai qui?” domandò Shoyo anche se probabilmente
conosceva già la risposta ed infatti Oikawa indicò il proprio ginocchio destro.
“Devo operarmi, non posso più rimandare”
mormorò tristemente guardando un punto lontano davanti a sé.
“Tu invece?”
“Sono in riabilitazione, qui ci sono i
migliori medici e specialisti in grado di rimettermi in sesto” spiegò, ma il
suo sorriso si era spento mentre parlava doveva essere stato difficile e molto.
“Da quanto non giochi?” domandò pentendosi
immediatamente di aver pronunciato quelle parole, nel vedere Hinata stringere forte
tra le dita il tessuto dei pantaloni della tuta.
“Un anno, tre mesi, una settimana e due
giorni”
Tooru trattene il respiro per un lungo
momento e poi lo esalò lentamente, provando il desiderio impellente di fuggire
da lì, il più lontano possibile.
“Oramai sono alla fine della riabilitazione,
il mio fisioterapista è fiducioso, per le prossime Olimpiadi sarò sicuramente
in campo” esclamò con il suo solito ottimismo e nuovamente il sorriso tornò ad
irradiargli il viso.
Rimasero in silenzio per alcuni momenti
osservando il via vai di pazienti, medici ed infermieri.
“Sono terrorizzato” ammise Oikawa all’improvviso,
sistemandosi gli occhiali sul naso e tirandosi indietro i capelli.
“Lo ero anche io…” confessò “È normale… siamo
esseri umani”
“Già, avrei dovuto ascoltare Iwaizumi e operarmi
quando avevo vent’anni, non quasi quindici anni dopo”
Hinata gli posò una mano sulla spalla “Ehi,
andrà tutto bene, sarà difficile, sarà lunga ma ce la farai Tooru, ne sono certo,
come ce l’ho fatta io”
L’alzatore scosse la testa “Non voglio
crearmi false speranze”
“Sei il Grande Re, non ti farai abbattere da
questo” gli disse alzandosi in piedi perché una infermiera aveva chiamato il
suo nome.
Tooru lo fissava ancora incerto incapace di
tranquillizzarsi, non riusciva a vederla come Hinata.
“Questo avrebbe potuto essere il naufragio
della mia carriera” iniziò Shoyo bilanciandosi sulla gamba sana e la stampella
“Ma ho lottato ogni giorno e sono giunto fino a qui. Non arrenderti Tooru, non
ancora”
L’alzatore argentino annuì alzandosi e
tendendogli una mano “Facciamo un patto” propose “Ci troveremo qui a Los
Angeles, per le prossime Olimpiadi, quindi corvo, continua a volare”
“Contaci, Grande Re, contaci”
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Note dell’autrice
Quarta storia della challenge, grazie a
chi è arrivato fino a qui e ha voglia di dire la sua.
A presto
Bombay