Prigionieri degli errori

di Fiore di Giada
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A passo rapido, Guido colma la distanza tra lui e Lina. Lei, tanto simile a Luisa nel viso e nel corpo, è tanto differente nell’animo.
E quella discrepanza si confonde ai suoi occhi, rendendola assai desiderabile.
Posa le proprie mani sui suoi avambracci, mentre i suoi occhi cerulei si riflettono nelle iridi nere di lei. 
− No… − mormora la ballerina. Ne è cosciente, Guido la cerca per placare il ricordo dell’altra.
E lei non vuole questo.
D’istinto, lei arretra, ma l’uomo aumenta un poco la sua presa. I movimenti di lei sono ritrosi, ma i suoi occhi scuri non lo ingannano.
Le sue iridi ardono di desiderio.
La donna, ad un tratto, posa le mani sulle spalle ampie dell’uomo. Quello sguardo azzurro, così serio, la costringe a fare i conti con la realtà.
Lei è attratta da quell’uomo silenzioso, eppure così ardente nei suoi sentimenti.
Un debole sospiro sgorga dalle labbra di lui. Quel tocco, così leggero ed esperto, gli riporta alla mente piaceri sepolti in un tempo lontano.
E il pensiero di Luisa, così lontana, è dilaniante e doloroso.
Lina, senza alcuna esitazione, avvicina il suo viso a quello di lui. Ormai le sue barriere sono cadute.
L’uomo, comprendendo il suo desiderio, la stringe a sé e posa le proprie labbra sulle sue. Il calore del suo corpo è inebriante, come un vino dolce.
 Forse, va bene così.
Per un lungo, eterno istanti possono fingere un sentimento inesistente.





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