Le stagioni del Cuore - PRIMAVERA
LE STAGIONI DEL CUORE
PRIMA SEQUENZA
LA PRIMAVERA
Firenze, Inizio Primavera 1975
Una
giovane donna di 20 anni frequenta l'Università degli Studi di
Firenze, il suo percorso accademico è presso la Facoltà
di Storia Medievale e Moderna.
È
arrivata da qualche mese in questa grande città ricca di storia,
culla della lingua italiana che diede i natali al Sommo Poeta Dante
Alighieri che lei adora, come tutto quello che riguarda la storia
d'Italia.
Abita
in un piccolo borgo immerso nelle campagne tra le province di Firenze e
Siena, dove la vita tranquilla è stata scandita dagli studi
superati brillantemente con il massimo dei voti, intervallati da lunghe
cavalcate solitarie per le stradine di campagna e qualche volta con le
uscite insieme alle sue sorelle e alle amiche d'infanzia.
Erano tutti innamorati di lei in paese...e chi non lo sarebbe stato?
Bellissima,
la più bella tra le sorelle, alta, fisico atletico, dovuto agli
allenamenti per le gare di equitazione che disputa durante le feste di
paese come ce ne sono tanti, soprattutto nel periodo estivo, adesso
doveva rinunciarvi.
Con
grandi occhi azzurri come il mare, capelli lunghi molto mossi e
talmente biondi da brillare alla luce del sole come il grano maturo che
cresceva in quelle campagne tutt'intorno.
Con un carattere indomito, forte e deciso.
Nasce
a Badesse piccola frazione di Monteriggioni abitata da poche anime, la
fredda notte di Natale del 1955 ultima figlia femmina preceduta da ben
5 sorelle, la madre si chiama Emilia e il padre Augusto Giorgini.
Sono
proprietari terrieri, hanno diverse aziende agricole che danno in
gestione a chi vuole intraprendere il difficile lavoro dei campi.
Verrà
battezzata con il nome di Francesca Oscar, questo insolito nome
maschile voluto dal padre per il capriccio di avere qualcuno della sua
prole con un nome maschile considerando che ormai la coppia non
potrà avere altri figli, sconsigliati dal medico, data
l'età ormai non più giovane della moglie ed i numerosi
parti avuti.
La
chiamavano tutti Francesca finché trascorsi pochi anni, visto il
suo carattere da maschiaccio e le continue marachelle tipicamente di
natura maschile, tutti, compresa la madre, iniziano a chiamarla Oscar
per la gioia del padre.
A lei non dispiace, anzi ne va fiera, perché insolito per una ragazza.
Si è fatta un bel giro di amicizie anche fuori dai suoi corsi.
É
sempre circondata da tanti ragazzi che, le cascano letteralmente ai
piedi, ma a cui lei non mostra alcun interesse e tante ragazze che
l'adorano per la sua intraprendenza.
Anche se molto giovane è molto matura, dispensa buoni consigli aiutando anche chi è in difficoltà.
Per il suo senso di giustizia in molte le chiedono come mai non ha scelto la Facoltà di Legge invece che Storia.
Ma
a lei piace tanto il tempo che fu, com'erano nate le varie
civiltà, l'hanno sempre affascinata, sarà perchè
vive tra quei territori dove si respira molto l'aria medievale che a
lei piace molto e che l'hanno sempre affascinata anche da bambina,
assetata di sapere tutto, in primis della storia della sua terra non ha
mai pensato di studiare altro.
Una
mattina era di corsa, era arrivata in ritardo in Facoltà, doveva
assolutamente assistere ad una Conferenza che teneva un' importante
Professore che parlava di alcuni testi antichi scoperti per caso in una
stanza nascosta e scoperta, grazie a dei restauri dentro a Palazzo
Vecchio proprio lì a Firenze molti anni prima.
Ne aveva sentito parlare al tempo di quella scoperta e non voleva farsi sfuggire quell'occasione.
Entrata nell'enorme Aula Magna si accorse che era gremita di gente.
"Diamine" disse a bassa voce
"Ora mi toccherà stare in piedi tutto il tempo."
Un
ragazzo che stava seduto nell'ultima fila si girò verso di lei e
la invitò a sedersi accanto a lui dove era rimasto l'ultimo
posto disponibile.
Dopo
averlo ringraziato si sedette e seguì in religioso silenzio
tutta la Conferenza senza mai staccare gli occhi dalla cattedra dove il
Professor Grassi Mariani era posto.
Ogni tanto il ragazzo accanto a lei volgeva lo sguardo nella sua direzione e sorrideva per poi tornare a seguire il Professore.
Poco più di due ore dopo la conferenza si concluse e piano piano tutti iniziarono a defluire verso le due uscite.
Sia
Oscar che il ragazzo rimasero seduti finché quasi tutti non
furono usciti, ne approfittò per ringraziarlo di averle mostrato
il posto e si presentò
"Ciao,
io mi chiamo Oscar. Grazie ancora, se non fosse stato per te sarei
dovuta rimanere in piedi tutto il tempo e non avrei potuto prendere
tutti gli appunti."
"Non
ringraziarmi. Non ho fatto niente, era libero e te l'ho fatto notare.
Hai detto che ti chiami Oscar? Che nome insolito per una ragazza. Io mi
chiamo Andrea, come mai questo nome maschile?"
"È una lunga storia. Anche tu frequenti l'Università? Non ti ho mai visto...che Facoltà frequenti?"
"Mi piacciono le storie lunghe. Sì, sono al secondo anno. Frequento i corsi di Archivistica e Biblioteconomia, e tu?"
"Io
faccio Storia Medievale e Moderna. Mi dispiace ma adesso non posso devo
correre o farò tardi ad una lezione. Magari un'altra volta, ok?
E comunque mi chiamo Francesca Oscar Giorgini, ma tutti mi chiamano
Oscar."
"Molto lieto di fare la tua conoscenza Francesca Oscar Giorgini, io sono Andrea Grandieri.
Chiedi di me in segreteria ti diranno dove mi trovo in quel momento."
"Ok Andrea Grandieri. A presto allora."
"Ci conto." gli disse mentre lei si allontanava correndo lungo il corridoio.
Andrea Grandieri è un bellissimo ragazzo nato a Firenze il 26 Agosto 1954.
Alto, muscoloso con una cascata di ricci neri che gl'incorniciano il viso e dove brillano due bellissimi occhi verdi.
I
genitori Maurizio ed Eleonora, hanno avuto solo lui, in quanto la
madre, aveva avuto non pochi problemi quando era in gravidanza e il
marito, non volendo rischiare di perdere la sua adorata moglie in
comune accordo decisero di non avere un'altro figlio e di crescere
insieme quel batuffolino che era arrivato ad allietare le loro vite.
Erano
di umili origini, il padre ha una bottega di falegnameria nella via
degli artigiani dell'Oltrarno, un tempo era il quartiere povero di
Firenze ma poi si era trasformato nel quartiere dove molti mastri
artigiani aprivano le loro attività e da quando alcuni turisti e
signori della Firenze più facoltosa avevano iniziato ad
acquistare in queste botteghe rivalutando il loro lavoro, i tanti
sacrifici avevano iniziato a dare i loro frutti consentendo loro di
vivere più che dignitosamente.
Per
questo Andrea potè continuare a studiare e frequentare
l'università, per realizzare il suo sogno di fare un giorno il
bibliotecario o l'archivista o ancor meglio lo studioso di vecchi
manoscritti.
Durante
la lezione, Oscar non era per niente concentrata la sua mente era
altrove, non faceva altro che pensare a quel ragazzo, si sentiva tutta
scombussolata..."Che mi sta succedendo?" Si chiese.
Anche Andrea pensava a lei seduto al tavolino del bar poco fuori la Facoltà
"Devo rivederla assolutamente"
Andò
via dal bar e s'incamminò verso l'atrio della Facolta di storia,
dove al secondo piano era situato il dipartimento di archivistica.
Non
vi erano molti studenti che avevano fatto proprio quel genere di
disciplina, la maggior parte la ritenevano noiosa e pesante come anche
le lezioni del professor Grassi Mariani, sempre di solito poco
affollate, ma quella Conferenza era andata meglio del previsto data
l'affluenza di studenti che avevano preso d'assalto l'aula Magna per
assistervi.
Dopo
quell'incontro fortuito con Oscar non si pentì, come fece in un
primo momento, di aver lasciato le sue amate carte per assistere
all'ennesima Conferenza del suo Professore.
A
lui piaceva immergersi tra le carte ingiallite dal tempo, i manoscritti
del passato, ed era per questo che sebbene non fosse che soltanto al
secondo anno era già un brillante studente, forse il migliore
che il professor Grassi Mariani avesse avuto in tutta la sua ormai
pluridecennale carriera.
Apri
lentamente la porta della piccola biblioteca, dove sugli scaffali erano
ammucchiati cataloghi e pergamene alla rinfusa, si avvicinò ad
un tavolo dove appoggiò il suo blocco per gli appunti, sebbene
il silenzio del luogo, conciliasse lo studio, quel giorno la sua mente
non era minimamente concentrata, il suo pensiero era costantemente
rivolto a lei, quella bellissima ragazza bionda con un nome insolito
che aveva appena conosciuto.
Prese
distrattamente il fascicolo che, appoggiato su una mensola era parte
integrante del tema del corso che il professore aveva spiegato a
lezione, dopo aver letto due righe appena, non riuscendo minimamente a
concentrarsi, decise di andare in segreteria dove prestava servizio
come volontario, aiutando i vari impiegati nelle pratiche.
Oscar
gli aveva detto che studiava storia, quindi avrebbe potuto sapere
esattamente quali corsi frequentava dal piano di studio e magari
cercarla alla fine di una lezione.
Arrivato
in segreteria fu la prima cosa che fece, inizio a cercare tra tutti i
fascicoli delle matricole della Facoltà di Storia il suo nome e
trovò alcune informazioni che la riguardavano.
"Dunque...eccola qui.
Francesca
Oscar Giorgini, frequenta spesso il seminario di storia locale, non
sarebbe male attenderla fuori della sala di lettura ed invitarla per
una passeggiata? " pensò.
Oscar dopo quell'incontro con Andrea sentiva il cuore in subbuglio, una marea di emozioni l'avevano invasa senza darle tregua.
Neanche
lei riusciva a concentrarsi sulla lezione che stava seguendo
“Poco male” – pensò –
“Recupererò”
Uscì
dall'aula e si diresse verso la segreteria, voleva rivederlo, perdersi
in quello sguardo di giada che le erano entrati nel cuore《Cosa mi sta
succedendo? Non mi sono mai sentita così prima d'ora!》
Il
cuore le balzò in petto quando si accorse che a metà
corridoio che portava alla segreteria lo vide che le veniva
incontro...anche lui stava andando a cercarla.
"Ciao Oscar, venivi in segreteria? Hai bisogno di qualcosa? Se posso aiutarti dimmi pure"
"Ciao
Andrea, a dire la verità stavo venendo a cercare te. Oggi a
lezione c'era più gente del solito e con tutta quella gente non
riuscivo a concentrarmi, quindi se per te non è un problema
possiamo prendere un caffè. Sempre che tu non abbia altri
impegni s'intende."
Andrea sorrise.
Aveva
capito che era una scusa, perché durante la Conferenza in Aula
Magna l'aveva vista concentratissima a prendere appunti, non si era
persa neanche una parola del Professore.
《A
lezione non ci sarà stata certo tutta quella gente come alla
Conferenza che stava seguendo prima?》disse tra sè...ma
lasciò correre.
"Nessun impegno, sono libero. Così mi racconterai la storia lunga del tuo insolito nome...sono curioso."
Seduti
al tavolino dopo aver ordinato delle buonissime cioccolate calde con la
panna, invece che il banale caffè, Oscar raccontò in
breve da dove veniva e del perché avesse un nome maschile.
Andrea l'ascoltò con molto interesse e alla fine disse
"Sai
Oscar, questo nome particolare mi piace molto di più che quello
femminile, ci conosciamo solo da qualche ora ma vorrei che ci
conoscessimo meglio se ti va."
"Anche a me piacerebbe molto conoscerti meglio, sai?"
"Ne sono felice Oscar, quindi amici?"
"Certo che sì"
Trascorsero
un paio di settimane, Andrea e Oscar ormai erano diventati più
che inseparabili, un sentimento molto profondo li legava già dal
loro primo incontro e ora stava diventando qualcosa di più che
una semplice conoscenza, erano entrambi consapevoli dei loro sentimenti
ma nessuno dei due si avvicinava più di tanto per paura di
perdere quello che si era instaurato tra loro.
Un
tiepido pomeriggio d'aprile, dopo le lezioni, si erano concessi una
passeggiata verso il centro di Firenze per ammirare le bellezze della
città.
Lei non l'aveva mai visitata quindi Andrea si offrì di farle da Cicerone,
la
portò a farle visitare il centro ma nel mentre stavano
dirigendosi verso Palazzo Pitti il cielo si fece scuro e minaccioso e
in lontananza si sentiva il rombo dei tuoni che si stavano
avvicinando...un' improvviso acquazzone lì sorprese. Corsero
verso il Ponte Vecchio dove al centro tra le botteghe dei gioiellieri
con l'affaccio sull'Arno trovarono riparo sotto l'unica parte coperta
di tutto il ponte...ormai erano grondanti di pioggia, i loro abiti
leggeri erano diventati come una seconda pelle.
Andrea
notò che Oscar iniziava ad avere brividi di freddo, l'accolse
tra le sua braccia stringendola a sé per darle un po' di calore.
Oscar
era emozionata, i suoi grandi occhi azzurri brillavano di una nuova
luce, non si era mai trovata così vicina ad Andrea, a nessun
ragazzo in realtà, il cuore le batteva all'impazzata.
Alzò
lo sguardo verso di lui perdendosi in quel verde meraviglioso che
l'avevano conquistata dal primo istante in cui li aveva incrociati.
"Ecco
il primo temporale di primavera" riuscì a dire prima che Andrea
con lo stesso sbrilluccichio negli occhi le catturasse la bocca in un
bacio che la lasciò senza fiato.
Erano persi l'uno nell'altra, in cuor loro aspettavano ormai da un po' quel momento e finalmente era arrivato.
Non
erano servite le parole per dirsi quello che provavano, quel bacio
parlò per loro...si erano piaciuti e innamorati da subito.
Il temporale si placò e un bellissimo arcobaleno fece da cornice al loro primo bacio.
Con
i cuori colmi di gioia per quell'inaspettato ma tanto atteso momento da
entrambi, mano nella mano ripresero la loro visita come da programma.
Il
sole, anche se tiepido tornò a splendere e a riscaldarli, era
anche dentro di loro quel sole, avevano una luce nuova negli occhi in
cui ogni tanto fermandosi ci si perdevano dentro, gli occhi verdi di
lui persi in quelle pozze blu di lei che si perdevano a sua volta in
quelle due gemme verdi.
Trascorsero
i giorni, era diventato di dominio pubblico all'università che
il bell'Andrea stava con la non meno popolare Oscar, con somma gioia
degli amici di entrambi, ma meno da parte dei maschietti che avevano
sperato di poter avere una storia con lei e di altrettante ragazze che
morivano dietro a lui.
Ora
era tempo di dedicarsi al loro studio e ai loro progetti accademici,
cosi si buttarono a capofitto sugli studi non mancando di ritagliarsi
un po' di tempo da dedicare a loro stessi e al loro amore.
Andrea
e Francesca avevano entrambi il medesimo obiettivo, una volta
conseguita la laurea, si sarebbero dedicati alla carriera di
ricercatori accademici, una città come Firenze offriva molte
opportunità a riguardo, per questo i due giovani avendo corsi e
materie molto simili trascorrendo molto tempo insieme potevano aiutarsi
a vicenda nel sostenere gli esami.
Gli
anni trascorsero e i due studenti erano ormai giunti al loro ambito
traguardo, Andrea fu il primo a laurearsi in una limpida giornata di
maggio, Oscar lo avrebbe seguito un paio di sessioni dopo.
La
discussione della tesi per Andrea fu molto brillante e la commissione
fu entusiasta dell'argomento che venne presentato ottenendo il massimo
dei voti...fu una grande festa sia per la famiglia Grandieri che per
Oscar.
Una
sera Andrea decise di portare Oscar in uno dei luoghi più
suggestivi di Firenze, il Forte del Belvedere, aveva deciso di
chiederle di sposarlo e quello per lui era il posto giusto dove farlo.
Giunsero
al Belvedere che ormai calava la sera, mentre passeggiavano tra i
bastioni mano nella mano, ammiravano l'immenso e vasto panorama della
Firenze notturna che si stagliava in lontananza in una miriade di
luminarie, rendendo quel luogo spettacolare e denso di romanticismo.
Oscar si fermò in una una piccola rientranza, rimase estasiata
da quello scorcio, Andrea dietro di lei le cingeva la vita, restarono
così fermi per pochi istanti persi nella contemplazione della
pittoresca distesa di luci, quando Andrea ruppe il silenzio e
sussurrò all'orecchio di Oscar "Vorresti diventare mia moglie,
Francesca Oscar Giorgini?"
Oscar
rimase ferma un attimo, il cuore le balzò in petto, poi
annuì con la testa, si voltò verso Andrea, che dopo un
bacio appassionato e struggente tirò fuori dalla tasca una
scatolina verde contenente una riviera d'oro, ponendola al dito di
Oscar.
"Andrea...è bellissimo questo anello...amore mio."
"Sapevo che ti sarebbe piaciuto. Ti conosco abbastanza per capire i tuoi gusti futura Signora Grandieri."
"Ti amo Andrea" mormorò Oscar emozionata per la proposta di nozze e per quel luogo da sogno che li circondava.
"Ti amo anch'io, non sai quanto Oscar."
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