Giada e stoffa

di Rosette_Carillon
(/viewuser.php?uid=248379)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.





Giada e stoffa
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



 
Le dita che slegano il lungo nastro rosso, e lo adagiano accanto a sé, sono attente e delicate.
I lunghi capelli di Wei WuXian, liberi, gli ricadono lungo la schiena in onde nere. Gli coprono le spalle, scivolando morbidamente lungo i suoi fianchi, e terminando fra le soffici coperte del letto.
Una mano affonda fra i capelli. Scivola giù seguendo tutta la loro lunghezza, badando a non tirare e a non sciogliere i nodi con troppa forza.
Wei WuXian socchiude gli occhi, si gode il tocco leggere di quelle dita, e i brividi che gli attraversano la schiena.
Il Jingshi è immerso nella pacifica quiete di un pomeriggio di pioggia.
Le gocce battono ritmicamente sul tetto, creando una pacata melodia di sottofondo. Il cielo è grigio, coperto da quelle nubi che hanno spento i colori del mondo.
L’aria profuma di terra bagnata, e del delicato aroma dell’incenso al sandalo che ancora brucia e si disperde in volute di fumo.
Sembra che il ritmo della vita abbia rallentato, che ogni suono sia ovattato, i Meandri delle Nuvole sono avvolti da una confortevole quiete,
Lan Zhan gli prende i capelli fra le mani, vi passa le dita lungo tutta la lunghezza, fino alle punte, poi li tiene raccolti con una mano, e prende un pettine.
Un piccolo pettine in giada verde, dai denti larghi. Con infinita lentezza, lo passa fra i capelli di Wei WuXian, sciogliendo i nodi.
<< Ah, Lan Zhan…non è- >> ‘necessario’ vorrebbe dire, e tuttavia non vuole che l’altro si fermi.
<< Mn? >>
<< Non serve che- >> riprova. In quei giorni si sente particolarmente stanco, e abbassare le sue difese fra le braccia di Lan Zhan è fin troppo facile. Tutto quell’amore, che ancora non riesce a comprendere e contenere, lo calma e lo fa sentire protetto facendolo sprofondare in un piacevole torpore da cui non vorrebbe mai riemergere.
Una mano di Lan Zhan affonda fra i suoi capelli, e si chiude lentamente stringendo ciocche di capelli nel pugno e tirando con fermezza. Quella mano è forte, ma non violenta, mai violenta.
L’uomo si piega su di lui, sul suo collo e morde.
Wei WuXian è scosso da un brivido. << Lan Zhan, Lan Zhan! >> geme, << Han Guang Jun- >> ma non cerca di divincolarsi dalla sua presa.
L’altro uomo lo bacia dove poco prima lo aveva morso, e scioglie la presa in cui stringeva i capelli. Wei WuXian si accoccola fra le sue braccia, e l'uomo lo stringe a sé. << Lan Zhan, Lan Zhan, possiamo restare così per un po’? >> chiede speranzoso. Si sente improvvisamente stremato, e fra quelle braccia forti si è sempre sentito protetto: è il posto migliore in cui potersi abbandonare, mostrare vulnerabile.
L’altro annuisce, << mn. >>
E il volto di Wei WuXian si illumina, mentre le labbra si allargano in un sorriso stanco.





 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4054397