Little
White Lies - Piccole bugie innocenti
Un
ringraziamento speciale a Chiara, Rebecca, Edoardo e Laura per il loro
prezioso lavoro di Beta reading.
Disclaimer: Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente
accaduti non è puramente casuale.
Alla mia famiglia.
Vi voglio bene.
Siete troppo forti!
Venerdì
L’appartamento
era un completo disastro. Il pavimento si vedeva a
stento, sotto pile di vestiti e immondizia. Sembrava quasi che un
uragano fosse passato di là pochi istanti prima.
Donna accese un’altra sigaretta e aprì
un’altra finestra, nel tentativo di eliminare la puzza di
fumo,
ma non servì a molto. Guardò la grande valigia
rossa
aperta sul letto e il caos che regnava nel resto
dell’appartamento, come se cercasse una soluzione a un
problema
che non poteva risolvere.
Qualcuno bussò alla porta e la ragazza si
precipitò ad aprire: era una giovane hostess con i capelli
rossi, ancora in uniforme.
«Qual è l’emergenza?» chiese
la hostess.
«Karen, finalmente sei arrivata!»
esclamò Donna. «Ci hai messo un secolo!»
Donna afferrò l’amica per una spalla e
la fece entrare nell’appartamento, dopodiché
chiuse la
porta dietro di lei. Karen si guardò intorno per capire dove
mettere i piedi senza calpestare qualcosa.
«Cos’è successo qui?» chiese
Karen.
«È un disastro!» disse Donna.
«Lo vedo benissimo che è un
disastro… Non si riesce a vedere più nemmeno il
pavimento…»
«No, non sto parlando dell’appartamento!»
Donna prese il suo cellulare, che aveva appoggiato su un tavolo, e lo
porse a Karen.
«”Spero
che sia tutto pronto per il viaggio! Ci vediamo a casa, per poi andare
dai nonni tutti insieme. Un bacio. Mamma,”»
lesse Karen. «Non capisco quale sia il
problema…»
«Mio nonno vuole festeggiare i suoi
settant’anni, e ha organizzato una mega festa con tutta la
famiglia,» spiegò Donna.
«Beh, è una bella occasione per rivedere tutti
quanti, no?»
«Non torno in Inghilterra da cinque anni! Un
bel po’ di cose sono cambiate durante tutto questo
tempo…»
«Beh, ma magari ai tuoi parenti farebbe piacere
rivederti…»
«Certo che sarebbero felici di rivedermi, ma non
così!»
Ci volle un po’, ma finalmente Karen capì cosa
intendeva l’amica.
«I tuoi parenti non sanno che sei stata licenziata, non
è vero?» disse Karen.
Donna scosse la testa e aspirò un’altra boccata di
fumo.
«E non sanno nemmeno che poi ti sei messa a
fare la spogliarellista con il nome di Britney?» chiese Karen.
«Niente di niente,» confermò Donna.
«Donna,
ma è successo tre anni fa! Come fanno i tuoi a non saperlo?
Nemmeno tuo padre?»
«Metà della mia famiglia è in
Inghilterra, l’altra metà in New Jersey. Ho
cercato di
incontrarli il meno possibile, evitare qualsiasi contatto e omettere
qualche verità piuttosto scomoda…»
«Ma tuo padre non si segna tutti i tuoi orari,
per sapere sempre in che parte del mondo ti trovi?»
«Da quando sono stata licenziata, ho iniziato a mandargli i
tuoi.»
«E quindi i tuoi parenti non sanno che
più o meno ogni tre settimane ti ritrovi con un nuovo lavoro
sottopagato e non hai la più pallida idea di come pagare
l’affitto?»
«Non ci avevo pensato… Credevo che
sarei riuscita a risolvere il problema prima di arrivare a una
situazione del genere, ma le cose sono andate
diversamente…»
«Beh, tanto per cominciare avresti potuto
evitare di trovarti in una situazione del genere raccontando la
verità fin dal principio.»
«Sì, e come? Confermando che sono la
buona a nulla della famiglia? Erano tutti così contenti
quando
ero stata assunta… Come avrei potuto deludere tutti quanti
ancora una volta? Specie con mio fratello in giro…»
«Perché? Che ha tuo fratello?»
«Thomas è sempre stato il genio della
famiglia: ha sempre preso il massimo dei voti in tutte le materie e
adesso sta per andare a Oxford, non come me, che non ho neanche finito
le superiori… Lui è sempre stato il figlio
perfetto, e io
non voglio essere da meno.»
«Se fossi stata onesta tre anni fa, ora non
saresti in questa situazione… Quante sigarette hai fumato,
piuttosto?»
«Credo di aver appena finito il secondo pacchetto di
oggi…»
«Visto? Ti sta stressando talmente tanto che hai ricominciato
a fumare!»
«Cosa posso fare, allora? Questa situazione
è un completo disastro, e non posso tornare in Inghilterra e
rovinare la festa a tutti soltanto perché non so tenermi un
lavoro!»
«Cosa intendi fare, continuare a mentire a tutti?»
«Perché no? Ha funzionato fino ad
ora…»
«E se prima o poi ti scoprissero? Che succederebbe
allora?»
«Entrerai in gioco tu e confermerai la mia storia! Siamo
state colleghe, fino a tre anni fa, no?»
Fu una decisione difficile per Karen. Voleva
incoraggiare la sua amica ad essere onesta con la sua famiglia, ma
sapeva quanto Donna teneva all’apparire perfetta agli occhi
dei
suoi parenti.
«D’accordo,» disse Karen.
«Tu sei mia amica e io ti appoggerò sempre, ma
sappi che
prima o poi la verità viene a galla comunque.»
«Oh, grazie, Karen!» disse Donna, abbracciando
l’amica.
***
Non appena suonò la campanella, Thomas
uscì dall’aula in fretta e tentò di
sistemare
rapidamente il foglio incriminato tra i libri che aveva nello zaino,
mentre si avviava verso l’uscita. Lo mimetizzò per
bene
tra le pagine di un libro con la copertina rigida per impedire che si
rovinasse, ma proprio mentre stava riponendo il libro nel suo zaino uno
spintone improvviso lo mandò a sbattere contro un muro. Il
suo
zaino era ancora aperto e tutto il suo contenuto finì
sparpagliato a terra, mentre Thomas cercava di capire cosa fosse appena
successo. Sentì le risate sguaiate di tre ragazzi che si
stavano
allontanando, e purtroppo le riconobbe all’istante. Scuotendo
la
testa, si chinò a raccogliere le sue cose, e si sorprese nel
vedere un altro paio di mani che lo aiutavano.
«Stanno davvero esagerando!»
Luke era nella stessa classe di Thomas. Erano sempre
stati buoni amici, ma durante gli ultimi mesi non erano riusciti a
passare molto tempo insieme a causa delle continue verifiche.
«Non puoi continuare a subire e basta,»
continuò Luke. «Dovrai pur reagire in qualche
modo, prima
o poi!»
«A che servirebbe? La scuola è quasi finita
ormai.»
«Ma perché ce l’hanno così
tanto con te?»
Luke porse a Thomas l’ultimo libro e i due
ragazzi si alzarono da terra. Thomas afferrò il libro e lo
infilò nello zaino, ma il foglio che ci aveva nascosto
dentro
scivolò fuori dalle pagine.
«Attento,» disse Luke, afferrandolo prontamente.
«Grazie.»
Thomas non voleva che Luke vedesse il contenuto del
foglio, ma quando notò lo sguardo dell’amico
abbassarsi
involontariamente sul documento che gli aveva raccolto, capì
che
ormai era troppo tardi. Mise di nuovo il foglio al sicuro nel libro con
la copertina rigida, mentre si ritrovò a fare i conti con
l’espressione interrogativa di Luke.
«Thomas, va tutto bene?»
«Sì, sto bene. Perché me lo
chiedi?»
«Perché tentavi di nascondere la tua
pagella?»
Thomas si guardò intorno, alla ricerca di una
via di fuga da quella situazione. Alla fine decise che sarebbe stato
meglio affrontare la discussione.
«Quei voti… non sono da me,» disse,
abbassando lo sguardo.
«È tutto l’anno che prendi voti
mediocri… Non credevo che la tua situazione fosse
così
grave! Che ti è successo?»
Thomas alzò le spalle. «Non lo so
nemmeno io. Credevo che se avessi iniziato a prendere voti
più
bassi avrei cominciato a stare più simpatico alla
gente…»
«Ma che stai dicendo? Cosa c’entrano i voti con
l’essere simpatici?»
«Pensavo che se avessi cominciato ad andare
male a scuola come gli altri, avrebbero smesso di vedermi soltanto come
un secchione rompiscatole.»
«Nessuno ha mai pensato questo di te, Thomas.»
«Quel cretino di Alexander e i suoi amici non sono della
stessa opinione.»
«Lasciali perdere! Si credono chissà chi soltanto
perché sono pieni di soldi!»
«Forse, se quella volta, all’inizio
dell’anno, non gli avessi detto di stare zitti durante la
lezione, non mi avrebbero preso così di mira.»
«Ma dai, non è mica colpa tua se hanno iniziato a
comportarsi così con te…»
«Credevo che avrebbero smesso, se gli avessi
dimostrato di non essere il ragazzo perfetto, il primo della classe! E
invece la situazione mi è solo sfuggita di
mano…»
«E hai preso voti così bassi in tutti gli esami
finali?»
«Alcune materie non le ho proprio passate… Mi
toccherà ripeterli.»
«Che dirà tua madre?»
«Niente, come al solito! Modificherò i
miei voti al computer, come ho sempre fatto quest’anno, e
continuerò a intercettare le lettere che manda la scuola per
impedire che lei le legga prima di me.»
«Ma dovrai pur dirle che forse non riuscirai ad andare a
Oxford il prossimo autunno…»
«Lo so, dovrò inventarmi
qualcosa… E anche in fretta, dato che molto probabilmente se
ne
vanterà con tutti i parenti durante la festa di compleanno
di
mio nonno!»
«Non potresti raccontarle semplicemente la
verità? Magari lei potrebbe aiutarti in qualche
modo…»
«No, posso risolvere la situazione anche senza
il suo aiuto! Certo, però sarà difficile mentire
a tutti
quanti… E a mia sorella anche…»
«Anche lei è stata invitata alla festa?»
Thomas annuì. «Sì, aveva dei
giorni liberi dal lavoro. Donna è una hostess per la
American
SkyLines e vive a New York. Sono anni che non ci vediamo, e non voglio
che lei pensi che non sono più il fratello geniale che lei
ricorda. È sempre stata così fiera di
me.»
«Capisco, non vuoi deludere le aspettative
della tua famiglia. Spero davvero che tu riesca a risolvere la tua
situazione prima che i tuoi parenti scoprano la
verità.»
«Ci riuscirò. In fondo, si tratta solo
di fingere che vada tutto bene per qualche giorno…»
L'angolo
dell'autrice:
Ho
avuto la prima idea per questo romanzo nel 2016, mentre ero ancora in
pieno blocco dello scrittore. Stavo tornando a casa in treno dal lavoro
(facevo ancora la guida turistica) e per caso mi è venuta in
mente quest'immagine di una hostess che accorreva ad aiutare un'amica
in difficoltà. Piano piano ho iniziato a buttare
giù
qualche scenetta abbozzata, ci ho lavorato durante diverse edizioni del
NaNoWriMo, finché non sono riuscita a completare questa
storia.
Sono partita da un presupposto: e se tutti i personaggi stessero
mentendo su qualcosa? E da questo ho cominciato a sviluppare una storia
piena di elementi che non avrei mai avuto il coraggio di inserire prima
del blocco, quando mi preoccupavo sempre di far piacere le mie storie a
mia zia (che non ci ha mai capito niente di romanzi e letteratura) che
le leggeva sempre.
Spero
che questa storia vi piaccia! Non esitate a farmi sapere la vostra
opinione lasciandomi una recensione, contattandomi con un messaggio
privato, oppure venite a trovarmi sui miei profili social!
A
presto!
~Arkytior
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