Challenge: “Me la
scrivi?” - organizzata dal gruppo Facebook “Hurt/Comfort Italia - Fanart and
Fanfiction - Gruppo nuovo”
Genere: hurt/comfort, comico
Tipo: one shot
Personaggi: Osamu e Atsumu Miya
Rating: PG, verde
Avvertimenti: fluff, culofic
PoV: terza persona
Spoiler: sì, post time skip
Disclaimers: i personaggi non sono
miei, ma di Haruichi Furudate.
I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di
lucro.
Secchio e iniezione
Odiava stare male, odiava essere bloccato a
letto, odiava tutti: il dottore e quella dannata lombo sciatalgia che gli impediva
di allenarsi e probabilmente non avrebbe nemmeno potuto scendere in campo nel
fine settimana e lui odiava mancare alle partite.
Aveva dormito poco e male era arrabbiato,
stanco e affamato.
Kiyoomi era uscito presto lasciandogli la
colazione pronta, ma non riusciva nemmeno ad alzarsi dal letto, l’effetto dell’antiinfiammatorio
che gli aveva iniettato il medico, aveva esaurito la sua efficacia, sospirò
tentando di cambiare posizione, ma imprecò a denti stetti nell’avvertire una
fitta violenta.
Sospirò affranto, quando sentì la porta dell’appartamento
aprirsi e chiudersi, che Sakusa fosse già rincasato? Lanciò una occhiata all’orologio:
era troppo presto.
Osamu entrò nella camera approssimandosi al
letto preoccupato, il fratello lo aveva chiamato la sera prima dal pronto
soccorso e al mattino Kiyoomi gli aveva chiesto di passare.
“Come stai?”
“Di merda” rispose brusco “Non posso alzarmi
nemmeno per andare a pisciare” sbuffò ora che ci pensava gli scappava davvero un
sacco.
Osamu uscì dalla stanza e tornò dopo poco con
un secchio.
“Non esiste”
“Fattela addosso allora, ma non ti cambio e
non pulisco” gli disse incrociando le braccia sul petto.
“Va bene, ma vattene” sussurrò aveva ancora
una dignità, tentando nuovamente di alzarsi.
“Falla finita, ti ho visto nudo una infinità
di volte”
“Non è questo e che…”
“Tsumu è una emergenza, ficcatelo in testa,
si fa quello che serve, sono tuo fratello, non mi scandalizzo per una cosa del
genere e, se le parti fossero invertite, faresti lo stesso” brontolò mentre
Atsumu abbassava i pantaloni del pigiama, come lui aveva l’abitudine di non
indossare i boxer sotto.
“Guarda quello che fai che non mi pisci sulle
mani, coglione!” lo rimproverò e quando finì gli diede una salvietta per pulirsi.
“Grazie” mormorò mentre il gemello spariva in
bagno.
“Sakusa mi ha detto che devi fare una iniezione
di antinfiammatorio” iniziò aveva recuperato l’occorrente nel bagno.
“Dove avresti imparato a fare le punture?” chiese dubbioso.
“Ho visto mamma farle a papà”
“Chiama mamma allora” tentò, odiava le iniezioni sul sedere, non
sapeva bene perché, ma potevano fargliele ovunque, ma non sul culo.
“Voglio la mamma” piagnucolò con la lacrima sul ciglio.
“Per l’amore del cielo Tsumu, hai ventisei anni, finiscila di
frignare” sbottò infastidito.
“Nessuno tocca il mio culo a parte Omi” protestò tentando di farsi
indietro, ma il dolore era davvero intenso.
“Tsumu… mi stai stancando, devi fare queste iniezioni per i prossimi
giorni per due volte al giorno, non farai questo teatrino ogni santa volta?”
L’alzatore nascose il viso nel cuscino.
“Vedi di fare uscirà l’aria che non mi fai venite un embolo” bofonchiò
la voce attutita.
“È la volta buona che divento figlio unico!” esclamò roteando gli
occhi al cielo preparando con cura la siringa.
Atsumu sgranò gli occhi sollevando il capo “Sei cattivo”
Il moro scosse il capo abbassando i pantaloni del pigiama
scoprendogli il gluteo, passò il batuffolo di cotone sulla pelle chiara.
“Rilassati” lo invitò “Sei pronto?”
“No…” aveva fatto una fatica tremenda anche con il medico al pronto
soccorso, ma aveva cercato di mantenere un contegno.
“Contiamo insieme fino a tre” propose suo fratello che con la mano
libera gli accarezzava la schiena.
“Va bene… Uno… due… tre… ahia!”
“Fermo!” lo ammonì spingendo lo stantuffo ed estraendo l’ago,
premendo il cotone sulla pelle.
Atsumu aveva trattenuto il fiato per un lungo momento e lo esalò
piano rilassandosi.
Suo fratello gli accarezzava piano i capelli “Passerà anche questa
Atsumu, tornerai presto in forma” tentò di rassicurarlo.
L’alzatore voltò la testa verso di lui, lo sguardo infinitamente
triste, ma annuì piano.
“Ti porto la colazione” aggiunse sparendo nella stanza accanto.
Atsumu ascoltò i rumori che il gemello produceva nella stanza
attigua, non poteva farci nulla, doveva avere solo pazienza.
Avere Osamu e Kiyoomi al suo fianco gli dava sicurezza e serenità,
tutto sarebbe presto passato.