The
way you make me feel
{
Are you playing with me or do you feel the same way? }
Aspett
non è mai stata rumorosa come quella sera, ma non
è a causa del
circo e dell'allegria che esso ha portato tra quelle strade. Quella
notte Aspett si è accesa di chiacchiericci e schiamazzi
perché è
successo qualcosa di terribile. Qualcosa che è stata Julia
stessa a
causare.
Seduta
nel letto ormai asciutto del canale Julia non riesce ancora a
rendersi conto di quello che ha appena combinato, troppo spaventata
di aver distrutto non solo il sigillo che permetteva all'acqua di
riempirlo, ma anche l'ultimo filo che la teneva aggrappata alla sua
vecchia vita, alla vecchia Julia. Spera solo che qualsiasi cosa abbia
fatto, che sia giusta o meno, possa riportarla a casa da suo padre.
Forse la sua vita non sarà davvero più quella di
un tempo, forse
con il suo gesto ha appena tradito la nazione che tanto ha amato e di
cui tanto era fiera, forse... forse se quello che ha fatto venisse
scoperto lei finirebbe in prigione e suo padre sarebbe ancora
più
deluso da lei, ma ormai niente di questo ha più importanza,
vuole
solo andarsene da quel circo insieme a Kamille, vuole solo trovare un
modo per tornare lì dove è nata e ha sempre
creduto di passare il
resto dei suoi giorni. Rivuole quella monotona normalità che
tanto
la faceva sentire al sicuro e in controllo di ogni situazione, dove
la magia era ancora qualcosa di irreale, non aveva fantasmi come
compagni di stanza ed il suo futuro era qualcosa di prevedibile e
già
impostato per lei.
E
se doveva compiere gesti avventati come quello, se doveva voltare le
spalle a tutto ciò in cui aveva creduto fino a quel momento
per
riuscirci, lo avrebbe fatto senza rimpianti.
Improvvisamente
qualcuno la chiama, le chiede se si è fatta male e se ha
bisogno di
aiuto, e Julia si rende conto solo in quel momento che tutti possono
vederla e che ha ancora una parte del piano da portare a termine,
forse la più importante. Ancora sotto shock dall'accaduto si
affretta ad uscire dal canale, incurante del cappello che ha perso e
degli attrezzi lasciati accostati al muro, balbettando un "no,
sto bene" al signore che ha cercato di soccorrerla, e inizia a
correre verso la camera di Sahed, l'unico che le ha teso una mano e
ha cercato di aiutarla ad avverare il suo desiderio. Ancora non
riesce a fidarsi di lui, ma è l'unico su cui può
contare, l'unico
che può darle le risposte che cerca.
Finalmente
potrà mettere un punto a quella storia che non avrebbe
dovuto
nemmeno iniziare.
Sahed
l'accoglie con un sorriso vittorioso non appena Julia bussa alla sua
porta e gli comunica di aver portato a termine la sua missione, poi
la prende per un braccio trascinandola all'interno della stanza.
Julia non può far a meno di arrossire a quel gesto. Non
riesce
ancora a capire il perché Sahed le causi certe reazioni
nonostante
lei si sforzi con tutta se stessa di sopprimerle.
Lui
piace a Kamille.
Lui
è un Ah'kon.
Eppure
ogni volta che le parla, ogni volta che la sfiora, ogni volta che
sente anche solo nominare il suo nome, Julia non riesce a controllare
le sue emozioni. Perfino in un momento delicato come quello, dopo
aver appena commesso un crimine, messo in pericolo la sua reputazione
e tradito Kalgratt, il semplice fatto che la mano di Sahed sia
stretta intorno al suo braccio le fa dimenticare tutto il mondo
intorno a lei per riempirlo solo con il pensiero di lui. Che sia
questo quello che tutti chiamano Amore?
Julia
non crede di volerlo scoprire.
-Allora?
Voglio delle risposte, Sahed. Come faccio a tornare a casa?- gli
chiede non appena la porta si chiude alle loro spalle. Spera davvero
che questa volta Sahed le dia una soluzione che non preveda
l'omicidio di qualcuno. Prima potrà andarsene,
più facile sarà per
lei ricostruire la sua vita, lasciarsi il circo alle spalle e...
dimenticarsi di lui.
Sahed
la guarda in silenzio per un'istante, serio, poi sospira. -Dobbiamo
aspettare che torni Rainah- le risponde avvicinandosi, poi le poggia
entrambe le mani sulle spalle cercando di guardarla negli occhi.
-Stai tremando Julia, dovresti metterti qualcosa di asciutto-
aggiunge iniziando a sfregarle le mani sulle braccia per scaldarla un
po'. Lei arrossisce. Neanche si è resa conto di essere
bagnata
fradicia e di sentire il freddo della notte pungerle la pelle.
-Non
ho portato con me un cambio- dice piano, abbassando lo sguardo
imbarazzata. Sahed le ha parlato con un tono diverso dal solito, come
se fosse preoccupato per lei e questo la confonde ancora di
più.
Sahed
è strano. Il modo in cui si comporta con lei è
strano. Ci sono
istanti in cui le sorride sprezzante e con cattiveria e le parla come
se lei fosse la regina di scacchi nelle sue mani – il pezzo
più
forte ed importante, ma pur sempre una pedina – che gli serve
unicamente per catturare il re avversario. Altre volte invece la
fissa con occhi intrisi di una dolcezza infinita e le sussurra parole
sincere, come se fossero sullo stesso piano, due ribelli innamorati
pronti a proteggersi a vicenda mentre cercano di spodestare il
tiranno che ha commesso crudeltà nei loro confronti e nei
confronti
della loro gente, e Julia proprio non riesce a capire quale delle sue
due facce sia quella vera. Se provare affetto e fidarsi della seconda
potrebbe portarla ad essere ferita dalla prima. Non che sia davvero
importante, Sahed rimane un Ah'kon e oggetto delle attenzioni da
parte della sua migliore amica. Anche se avesse buone intenzioni
Julia non potrebbe comunque cedere alla tentazione di amarlo.
-E
che problema c'è, ti presto qualcosa di mio- afferma Sahed
prima di
andare ad aprire un cassetto e tirando fuori da esso una delle sue
camicie ed un paio di pantaloni.
-Non
è necessario, davvero!- prova a protestare lei non appena si
rende
conto di quello che le ha detto, mentre il leggero rossore sulle sua
guance si propaga su tutto il viso, infiammandola, ma Sahed le mette
tra le mani gli indumenti e incrocia le braccia al petto. -Calmati,
sono solo vestiti. Me li ridarai domani- dice divertito cogliendo il
suo l'imbarazzo. -Forza, cambiati-.
-Potresti
almeno girarti...- borbotta Julia fissando la camicia bianca e il
pantalone nero decisamente troppo larghi per starle bene addosso.
Incredibile come ogni giorno Sahed trovi un modo per lasciarla
interdetta, imbarazzata o sorpresa. Non c'è un momento in
cui lui
faccia qualcosa che Julia si aspetti, qualcosa che Julia abbia
già
predetto. Per non parlare del fatto che offrire i propri vestiti ad
una ragazza che non sia la propria moglie è a dir poco
inappropriato, come lo stare di notte nella stessa camera da letto
d'altronde.
-Non
che ci sia così tanto da vedere- sghignazza voltandosi,
alludendo
alle sue rotondità poco pronunciate per
essere una giovane
donna. Julia decide di ignorare quella provocazione, lasciandosi
solamente scappare uno sbuffo irritato, poi inizia a spogliarsi senza
togliere gli occhi dalla figura voltata di spalle di Sahed, giusto
per controllare che non sbirci di nascosto. Come aveva immaginato i
suoi vestiti le stanno enormi. La camicia le arriva a metà
coscia e
se Julia non fosse così tanto pudica le basterebbe solo
quella per
coprirsi decentemente. I pantaloni, invece, sono fin troppo larghi e
lunghi per le sue gambe minute, perciò è
costretta a stringerne il
più possibile i lacci e a fare loro il risvolto per non
calpestarli.
Tutto sommato però è un abbigliamento comodo e
sicuramente più
confortevole dei suoi vestiti bagnati. L'unica cosa che le
dà alla
testa, a parte il fatto che appartengono a Sahed, è che sono
impregnati del suo profumo dolce e pungente, che sicuramente le
rimarrà addosso per il resto della nottata. L'idea di andare
a
dormire con quell'odore impresso sulla pelle non la fa stare
tranquilla.
Per
scacciare via quel pensiero Julia tossisce, raccoglie tutto
ciò che
si è tolta per riporlo su una sedia e avverte Sahed che
può
voltarsi.
Lui
lo fa e si ferma a guardarla come imbambolato. Julia trema un po'
sotto quello sguardo, si sente nuda e non sa come reagire. Vorrebbe
odiare il fatto che lui la osservi in quel modo, come se fosse una
pietanza appetibile, invece si trova a bramare quegli occhi sul suo
corpo. Si spaventa quasi al pensiero di volere di più, di
desiderare
non solo il suo sguardo ma anche le sua mani.
-Stai
bene così, dovrei prestarti qualcosa di mio più
spesso- sussurra
Sahed avvicinandosi a lei, spezzando il silenzio che si era andato a
creare. La scruta ancora per qualche istante dall'alto della sua
altezza, come se volesse memorizzare ogni suo dettaglio, poi alza una
mano e la poggia sulla sua guancia bollente, spostando una ciocca di
capelli ancora bagnata, incastrandogliela dietro l'orecchio. Sahed
è
così vicino che Julia riesce a sentire il suo fiato sulla
fronte.
Per
non fare pensieri strani – come il fatto che le basterebbe
mettersi
in punta di piedi per baciarlo e mandare al diavolo quel poco di
sanità mentale che le è rimasta –,
Julia abbassa lo sguardo e lo
fissa sui suoi piedi rimasti nudi, concentrandosi poi nel respirare.
Sahed lo ha fatto di nuovo. Ha ricominciato a comportarsi come se lei
gli piacesse davvero, come se la desiderasse. È
davvero questo quello che prova? Anche lui ha il cuore in
scompiglio ogni volta che si trova al suo fianco? Oppure è
solo una
tattica per legarla a sé e fare in modo che lei faccia tutto
quello
che lui vuole? Julia non sa quale delle due opzioni sia la peggiore.
-Sahed,
tu-- prova a dire dopo qualche istante, la mano di Sahed ancora
posata sulla sua guancia. Alza gli occhi e incrocia i suoi, un mare
cristallino in cui Julia pensa di annegare. Non sa cosa vuole
chiedergli di preciso, non sa neanche se ha il coraggio di dirgli
qualcosa mentre lui la guarda in quel modo indecifrabile, ma non ha
bisogno di pronunciare altro perché la porta della stanza si
apre e
una figura femminile li raggiunge.
-Sono
tornata- dice Rainah prima di bloccarsi a fissarli stupefatta.
-Cosa
state combinando voi due? Vi pare questo il momento di amoreggiare?-
chiede con voce seria, mettendo le mani sui fianchi.
Entrambi
fanno immediatamente un passo per allontanarsi l'uno dall'altro e
cominciano a negare le accuse di Rainah. Julia nota che questa volta
lei non è stata l'unica ad arrossire o ad agitarsi e questo
un po'
la rincuora.
Mentre
Sahed spiega la situazione a Rainah, la quale manda qualche occhiata
nella sua direzione non troppo convinta dalle parole del suo compagno
di stanza, Julia la ringrazia mentalmente per aver interrotto
qualsiasi cosa stesse succedendo tra di loro.
Non
importa ciò che si nasconde dietro le azioni e le parole di
Sahed.
Non importa quello che prova lui o i sentimenti che lei ormai si
porta nel cuore. Lei deve solo trovare un modo per tornare a casa, il
resto non ha nessun valore.
Angolo
Autrice
Sto
ancora studiando per gli esami dell'università (il 7 Luglio
ho
l'ultimo per questa sessione estiva, poi sarò libera -solo
fino a
Settembre purtroppo sigh-), ma dovevo scrivere questa fanfiction
prima dell'uscita del nuovo capitolo di Marionetta, perché
è un
headcanon che mi sono fatta leggendo gli scorsi capitoli e parlando
con alcuni amici che mi sono fatta nel fandom, e non volevo essere
influenzata da ciò che Miriam ha in serbo per noi nel
capitolo 31.
Se la seguite su Instagram penso abbiate visto la storia che lei ha
postato ieri dove si vede Julia con indosso una camicia molto larga
mentre è vicino a Sahed, quindi credo che il mio headcanon
si sia
realizzato, ma vedremo come avrà deciso di far andare le
cose la
nostra amata Miriam ;)
Inoltre
c'è anche una bellissima fanart di ikki_doodles basata su
questo
headcanon, vi lascio qui il link: https://twitter.com/ikkiz_rkgk/status/1673925467135516673?s=46&t=KzBm8GppFirUiPRX-z22Yg
Julia
indossa vestiti diversi perché è stata disegnata
prima della storia
postata da Miriam, ma è comunque meravigliosa e io ho urlato
non
appena l'ho vista XD
Spero
di tornare presto a scrivere per la SaheJul, perché li amo e
ho un
sacco di idee.
Se
ci sono errori nel testo o qualcosa non vi quadra non fatevi problemi
a dirmelo! Le critiche costruttive sono sempre ben accette!
A
presto,
EngelDreamer
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