La fuga

di Baudelaire
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Il guado, o la fuga - Paul Gauguin
olio su tela
Mosca - Museo Puskin
 
 
 
 
Perché non posso essere me stessa
Dinanzi a questi uomini giudiziosi
Perché mi fan sentir come una fessa
Sotto i loro sguardi maliziosi?

Violata moltitudine
Bramata solitudine
Identità repressa
Non vedi più te stessa.


Non chiedo che d'esser io, e poi nient' altro
La vita è un viaggio breve ed affannato
Sa viver bene sol chi ha un cuore scaltro
Per non esser dal suo simile giudicato.

Scaltro vuol dir furbastro
Come questo poetastro
Che il cuore suo di feltro
Nasconde dentro un peltro.


Eppure io non trovo che infelici
Sull'aspro cammin di nostra vita
Anime come vuote meretrici
Lunghi artigli al posto delle dita.

Di nuovo a dir di soldi
Dorati manigoldi
Li ficco e li allontano
Su per il deretano.


Sprezzanti ti additano beffardi
La tua diversità è per loro gran vergogna
Parole dure volan come petardi
Capaci sol di metterti alla gogna.

Tacendo e sol fuggendo
Scordando e non vedendo
Fingendo d'esser sordo
Se vuoi sarò il tuo tordo.


Ed è allora ch'io rifuggo umana gente
Percorro il mio sentiero, silenziosa
Ove di quelle urla resta niente
E pace sul cuore mio si posa.
 
 
 




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