Tu mi hai ricordato cosa vuol dire, avere una famiglia

di LaReginaDiCuori
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Nulla ormai aveva più senso per il giovane ragazzo da quel fatidico giorno in cui, erano morti i suoi genitori.

Da quel giorno non era più lo stesso e se ne accorse immediatamente, sia dai suoi modi di fare e di parlare.

Non era più scherzoso come una volta e le sue risposte alle domande o tentativi di conversazione, si limitavano a essere risposte schiette come a voler stroncare immediatamente la conversazione sul nascere.

Come se non gli importasse nulla ed infatti in realtà, era proprio così.

Al ragazzo non gli importava nulla di quello che gli succedeva intorno, non gli importava nulla delle persone che in quel momento, stavano solo cercando di aiutarlo ad attraversare quel momento per lui traumatico … A lui non importava proprio nulla, perché aveva la testa e i pensieri da tutta un’altra parte.

Perché la sua mente era immersa nel buio più pesto dove al suo interno, vedeva solo i corpi dei suoi genitori stesi a terra con il sangue che scorreva e andava a coprire quel buio che ormai, era diventata la sua mente.

Quel buio che aveva all’interno della sua mente era sofferenza, perché non riusciva a capacitarsi della morte dei suoi genitori, era sofferenza perché non era ancora riuscito a esternare la sua frustrazione, la sua tristezza ed era anche rabbia verso sé stesso, perché non aveva potuto fare nulla, per salvare i suoi genitori.

Non aveva fatto nulla per salvare la sua famiglia e questo per lui, era un grande dolore, dolore che non riusciva a sopportare, dolore che lo schiacciava, che lo attanagliava, che lo faceva sentire inutile.

Inutile come una nocciolina e a lui questo, dava un enorme fastidio.

Non sopportava sentirsi in quel modo ma allo stesso tempo, sapeva che non sarebbe tornato il vecchio Richard, perché quel vecchio Richard era morto nello stesso giorno in cui i suoi genitori avevano esalato, il loro ultimo respiro.

E da quel giorno il ragazzo, aveva solo un pensiero in testa ovvero: vendetta.  




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