[Contesto:
“La ragazza drago- I gemelli di Kuma”, capitolo 8,
quando
Sofia chiede cosa era successo tra Fabio e Lidja, e l’amica
risponde dicendo
che il ragazzo era nervoso e che aveva inveito contro Ewan.]
Essere
Draconiani fa proprio schifo, ft Fabio
Capitolo
I- Edimburgo, ricerche e nervosismo
Se fosse rimasto
il Fabio del passato e gli avessero detto che sarebbe
stato geloso di una ragazza, avrebbe preso tale persona e
l’avrebbe minacciata
di pestarla se avesse provato a dire una cosa del genere una seconda
volta, e
con termini molto meno cortesi.
Eppure,
stravaccato sul sedile posteriore di uno squallido taxi, seduto
accanto a Lidja, il giovane Draconiano dal neo dorato non riusciva a
dare un altro
nome a quella sensazione di fastidio che lo tormentava da quando
avevano
varcato la porta della guest house dei MacAllister. Sapere Sofia da
sola con
quel Ewan, il probabile custode dello spirito di Kuma, lo rendeva
inquieto,
nervoso, profondamente irritato.
Era geloso,
geloso marcio, perché lui era stato costretto a passare del
tempo con la migliore amica della rossa -che non sopportava tanto
quanto lei soffriva
la sua presenza-, mentre lei era rimasta a proteggere Gillian e suo
figlio, il
quale gli aveva dato subito l’impressione di essere uno
sciupafemmine. Era un
bel ragazzo, ed oggettivamente aveva capito perché Lidja
avesse sospirato
quando lui si era tolto la maglietta, ma aveva dovuto trattenere un
ringhio di
frustrazione quando aveva notato lo sguardo curioso ed attratto di
Sofia
puntato sul suo ventre.
In quel momento,
aveva desiderato che lei lo guardasse di nuovo così.
C’era
stato un momento solo per loro, in cui Sofia gli aveva rivolto la sua
attenzione a quel modo, e lui nel profondo si era sentito come se il
mondo grigio
e nero in cui era vissuto fosse tornato a splendere di colori vivaci.
Anche se
sopra le loro teste c’era la lontana volta celeste a
proteggerli, a Fabio
sembrò quasi che le stelle fossero più luminose,
però non tanto quanto lo erano
gli smeraldi che la riccia aveva al posto degli occhi.
Ma la colpa era
solo sua, se lei aveva rivolto lo sguardo altrove. Dopo il
loro primo bacio -il primo bacio in tutta la sua esistenza-,
l’aveva ignorata,
e non sapeva neanche spiegarsi il perché. Forse era per la
paura, quella che
costantemente gli ricordava che chiunque avesse amato gli era e sarebbe
stato
portato via. Provare il dolore che lo aveva mangiato dentro quando
aveva perso
sua madre era l’ultima cosa che avrebbe voluto, e forse
tradiva le sue stesse
convinzioni nel volere Sofia tutta per sé.
Ma non riusciva
a fare altrimenti.
«Noi
cerchiamo e cerchiamo ininterrottamente, mentre lui se ne sta comodo
a casa, al caldo.» borbottò, incrociando le
braccia al petto, mentre dal
finestrino vedeva le case alternarsi.
«Cosa
hai detto?» la castana si voltò a fissarlo, anche
se dalla sua espressione
sospettava che avesse sentito ogni parola che gli era scappata di bocca.
Fabio scosse la
testa, i riccioli che si muovevano in sincronia.
«Niente.»
Il viaggio
continuò nel silenzio più totale, e Fabio non
sapeva che ben
presto avrebbe riversato tutta la sua rabbia e gelosia sulla persona
che non
meritava nessuno dei sentimenti negativi che occupavano il suo cuore spezzato.
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