Convivere con la depressione è difficile

di crazy lion
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CONVIVERE CON LA DEPRESSIONE È DIFFICILE
 
Negli angoli più profondi della mia anima stanca,
la depressione è in agguato e la sua presenza si fa sentire.
Al di là della mera tristezza, essa inghiotte il mio essere,
lasciandomi esausto, perennemente.
 
La gente dice che è solo tristezza,
che tutto passerà,
ma, quando lo fa,
io mi rendo conto che
c’è tantissima disinformazione.
 
E, purtroppo, tantissime persone
non possono nemmeno immaginare
che cosa sia la depressione
né quanto risulti devastante
e spaventoso conviverci
sempre, tutti i giorni e tutte le notti.
 
Alcuni parenti mi dicono: "Reagisci, tirati su e sii forte.”
Come se la cura fosse semplicemente una canzone magica.
Un click nella mia testa,
il calore di un abbraccio,
la gioia di una conversazione
e tutto passerà in un attimo, giusto?
 
No, maledettamente sbagliato!
Non c’è nulla di più sbagliato di questo.
Non è così che funziona.
Se risultasse tanto semplice,
nessuno di depressione soffrirebbe
e ce ne sono milioni al mondo, invece.
 
Loro non riescono proprio a a capire,
o non vogliono informarsi sul tema,
il che è ancora peggio,
perché significa che se ne fregano.
 
Non si rendono minimamente conto del fatto
che il peso che dentro, ogni giorno porto,
è molto più complesso di una fugace disperazione.
 
"Devi guarire," dichiarano con convinzione,
senza accorgersi della mia continua battaglia, dell'afflizione interna.
La depressione detta ogni mio giorno.
 
I terapeuti mi aiutano molto,
mi danno consigli, mi suppotano,
mi suggeriscono le strade da percorrere,
 
Ma la parola devi, che di solito loro non dicono
e che, secondo la mia psicologa,
e io sono d’accordo,
rende tutto più complicato,
fa gridare di dolore e di frustrazione
la mia mente e il mio spirito.
Perché nel regno delle tenebre in cui risiedo,
il semplice atto di provare è una marea turbolenta.
 
Desidero davvero sentirmi meglio, credere nel mio valore.
Mi dicono che sono forte,
in realtà io credo di essere debole.
 
E lavoro da sempre su tutto questo,
per avere più fiducia in me.
Continuerò a provare.
 
Ma non è una cosa che può accadere dall’oggi al domani.
Il tempo deve tessere il suo arazzo di rinascita.
È passato un decennio da quando la mia diagnosi ha preso piede,
lasciandomi in difficoltà, con il mio spirito che non ha più nulla da dire.
 
I compiti quotidiani diventano montagne troppo ripide da scalare,
anche solo vestirsi è frustrante.
Mi fa piangere, mi mette ansia, sto male quando lo faccio.
Mi sembra sempre di scalare l’Everest.
 
Ma la cosa peggiore è che,
quando ho finito questa semplice attività
e ci ho messo anche dieci minuti a decidermi di infilarmi qualcosa,
non riesco affatto a dirmi:
“Okay, ho raggiunto questo obiettivo.
Sì, ce l’ho fatta da sola.”
 
No, perché questo mi rende ancora
più ansiosa e depressa di prima.
Finché, dopo diverse ore
piene di lacrime e di agitazione,
non arriva il momento di rimettermi
finalmente, in pigiama.
È solo allora che la mia mente
in gran parte si placa.
 
La concentrazione mi sfugge, si allontana,
come un sogno fugace che si rifiuta di restare.
Anche leggere e scrivere
sono attività che mi risultano, a volte,
impossibili da fare, per quanto io le ami.
 
Non vorrei mai uscire di casa,
Stamattina sono andata a messa e mi sentivo bene,
ma una volta al bar, con tutta quella gente,
fra depressione e ansia,
be’, non vedevo l’ora di tornare.
 
La verità è che
non mi va neanche di fare una passeggiata.
Però esco comunque un po’ ogni giorno,
in giardino, perché stare al sole
aiuta a risollevare l’umore.
 
La mia autostima diminuisce, un'ombra gettata in profondità,
A volte è così bassa che nemmeno la sento.
In questo momento è pari a zero.
Ci lavoro sopra, anche in terapia ma più spesso da sola.
 
L'esaurimento mi consuma, una stanchezza eterno.
Avrei solo voglia di dormire tutto il giorno,
anche a causa dei farmaci che sto aumentando.
 
Ma lo psichiatra ha detto
che la stanchezza forte
in questi casi è normale.
Passerà, devo solo resistere e aspettare.
 
Quest’anno, per me, è stato in parte bello,
in parte un altro, vero inferno,
mentre le difficoltà continuano ad affollarsi.
Ma tra le tenebre, un barlume di luce,
un minimo di speranza che mi tiene in lotta.




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