452 giorni

di JeanGenie
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L’erba sotto i piedi è gonfia di rugiada. È sempre più alta e fitta e a volte sembra volersi avvinghiare alle sue caviglie. I rampicanti sulle rovine divorano tutto ciò  che resta dell’antica civiltà di Yura. Ma Meeme non ha ancora smesso di contare  i giorni.

452.

E lei è ancora viva.

Vorrebbe trovare la forza di smettere di alimentarsi ma resta aggrappata al suo istinto di sopravvivenza. È ironico, perché una delle cose che hanno scatenato quella guerra fratricida è stato proprio il  segreto genetico che rende longevi quelli della sua specie.

E lei non ha il coraggio di estinguersi.

Arranca e resiste senza un motivo. Ha smesso di credere che ci siano altri sopravvissuti. Ha solo  il vuoto intorno. Un vuoto fatto di vegetazione mortale e macerie. E di un’aria tossica dalla quale sembra essere crudelmente immune.

Ha pensato di fuggire,  di trovare una nave interplanetaria e lasciare il pianeta. A volte ci pensa ancora. Ma i suoi tentativi sono andati a vuoto. Ogni meccanismo sul pianeta si è corroso a una velocità inspiegabile.

Meeme ha cominciato a pensare a vecchie e sciocche superstizioni. Maledizioni. Stregoneria. Altri elementi che hanno scatenato il conflitto e che lei ha sempre rifiutato. Non permetterà che la prendano ora.

Forse morirà su quel pianeta che è tutto ciò che conosce e che ora è cambiato in modo radicale per trasformarsi in una trappola velenosa. Ma non cederà alla pazzia.

Si guarda le mani rovinate, i piedi laceri, gli stracci che la ricoprono. Presto sarà l’alba e le piante attaccheranno di nuovo. E la sua fuga senza senso ricomincerà. Si concede di piangere ancora qualche istante;  è dunque quella la sua vita, ora? Sopravvivere, giorno dopo giorno,  completamente sola. Forse dovrebbe restare lì, in quello spiazzo circondato da viticci letali ancora addormentati. E attendere. Attendere e poi lasciarsi uccidere. Perché non c’è più nessuno.

Non sa quanto tempo sia passato quando arriva quel rumore. L’aria si è fatta più tiepida e il cielo più rosso quando Meeme solleva gli occhi e vede la nave con il teschio sulla fiancata passare sopra di lei e prepararsi all’atterraggio. Il suo cuore batte più forte,  il suo corpo si illumina. Deve avvertirli, di chiunque si tratti. Non possono restare lì. Yura ormai porta solo morte.

Meeme arranca tra il fogliame che comincia a vibrare. Deve salvarli. Deve dire loro che devono fuggire. E poi… la voglia di vivere si fa più tenace. Deve fare in fretta. Prima che sorga il sole deve raggiungere quello strano vascello. È stanca. E forse sta impazzendo. Ma un barlume di speranza è appena arrivato dal cielo per lei. 





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