L'inganno del vischio

di Legar
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A Futeki,

per un altro anno

di parole scritte e di amicizia.

 

 

L’inganno del vischio

 

 

Ogni passo ha condotto a quel punto esatto, venirsi incontro lungo il corridoio di Hogwarts e a metà di una via lastricata di pregiudizi e indifferenza.

Le palpebre si abbassano perché non è più tempo di vedere simboli del male e divise di un altro schieramento.

Le mani si sfiorano perché al tatto le differenze teoriche sono impalpabili e la solidità non appartiene più alle convinzioni, ma al corpo così reale dell’altro.

Le labbra si trovano per la prima volta ed è immediata la consapevolezza che non sarà l’ultima, perché percezioni così sorprendentemente giuste persistono nel desiderio. Assaporano e imparano a muoversi insieme, avvolgendo ogni sottile mormorio di piacere e inseguendo i respiri sempre più precipitosi. Per la prima volta, di nuovo e ancora.

Non saprebbero dire da quanto tempo immaginano di farlo, da quando hanno iniziato a studiare la strategia più opportuna per approcciare una bocca un tempo foriera d’inimicizia.

Si sono presentati come se non si fossero mai conosciuti, hanno conversato come a scambiarsi le loro prime parole, oltre i preconcetti che intorpidivano l’immagine dell’altro. Per arrivare in questo preciso luogo hanno parlato scherzato riso – in questo momento si stanno toccando stringendo accarezzando.

Di nuovo e ancora. Non si sono separati un istante.

Draco avvolge un riccio attorno all’indice, e forse tira e le fa male, ma deve togliersi dalla testa l’ossessione di sapere quanti giri occorrono per tutta la loro lunghezza, quante ciocche può tenere in un pugno, quanta resistenza oppongono quando lo incastrano nelle loro spire e non lo lasciano andare.

Hermione fa scivolare i palmi lungo le sue guance e la mandibola e il collo, sono freddi e forse lo disturbano, ma deve scoprire con metodo la consistenza della sua pelle dall’aspetto così pallido e fragile, la ruvidità appena accennata della barba, la trama liscia dell’incarnato sotto la cravatta con i colori di Serpeverde, la pulsazione accelerata che le dimostra che condividono la medesima inedita tensione.

Dopo si chiederanno quando tutto è cambiato. Dopo interrogheranno le proprie sensazioni. Dopo escogiteranno un prossimo incontro.

Ora, di nuovo e ancora, si regalano una prossimità ambita e pianificata, perché Natale non è Natale senza regali.

Sopra le loro teste così vicine, una composizione decorata da un fiocco di velluto rosso e tenuta ferma in aria per magia: due rami intrecciati, foglie di un verde rigoglioso e piccole bacche mai così brillanti.

 

«Ci sei riuscito?»

«Ovvio, Blaise. Nemmeno la Granger può resistere al Vischio Incantato.»

«E com’è andata?»

«Ti risponderò quando lo rifaremo.»

 

«Ha davvero creduto di aver stregato il vischio per costringerti a baciarlo?»

«Sì, Ginny. Anche Malfoy ha bisogno di un po’ di incoraggiamento.»

«E com’è stato?»

«Ti risponderò quando lo rifaremo.»

 

 

 

 

Una piccola Dramione natalizia per augurarvi buone feste, spero vi sia piaciuta!

Segnalo che “Natale non è Natale senza regali” richiama l’incipit di Piccole donne di Louisa May Alcott.

Alla prossima!

Legar

 

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