Sere di fumo

di Rosette_Carillon
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                                                Sere di fumo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il freddo di quella nebbiosa notte autunnale entra dalla finestra lasciata socchiusa.
È una sera nera come il fondo di un calderone, e l’aria profuma di fumo e caldarroste, cenere dei camini accesi trasportata dal vento e dolci alle mele appena usciti da un forno.
La stanza è illuminata dalla calda luce di una lampada da terra, immersa nel silenzio di una giornata che sta volgendo al suo termine.
Vespertine si è sdraiata con la testa poggiata su un morbido cuscino di un caldo arancione, gli occhi chiusi, e immagina foglie d’oro e rubino danzare al ritmo di un vento gentile, che porta con sé il freddo dell’inverno che verrà.
Si immagina per strada, a volteggiare assieme a quelle foglie, e quasi sente il freddo morderle le mani, penetrarle sotto il cardigan.
È tardi per uscire a quell’ora.
Chi l’ha deciso? Bè, nessuno, in effetti… forse…in realtà non ha davvero voglia di uscire, avrebbe preferito andare a dormire, ma il suo cuore ha deciso di danzare seguendo un ritmo tutto suo quella sera, un ritmo che non le piace, che è troppo rapido per lei.
Si è sdraiata, allora, le cuffie blu scuro ad avvolgerle la testa, e ascolta la sua playlist della calma.
L’aveva creata anni fa, quando era ancora una studentessa universitaria, e negli anni ha aggiunto nuovi brai e ne ha tolti di vecchi.
Ogni volta che si mette le cuffie per ascoltarla e chiude gli occhi, però, passato e presente si intrecciano fra di loro nella sua mente.
Basta poco per tornare nel vecchio studentato e percepire dei movimenti: la porta della camera aprirsi per lasciar entrare Mariam, che entra nel suo campo visivo appena apre gli occhi.
<< Scusa, non rispondevi e mi stavo preoccupando, >> sussurra la voce nei suoi ricordi. E lei sorride. << Va tutto bene? >>
Percepisce dei movimenti attorno a lei ma, aprendo gli occhi, è lo sguardo gentile di Alain che incontra.
<< Scusa, >> mormora l’uomo << non volevo svegliarti, ma avevo paura che prendessi freddo, >> si scusa mentre le sistema addosso una coperta.
Nel suo presente la finestra aperta è quella del salotto, e lei è morbidamente sdraiata sul divano dei quel confortevole appartamento che condivide con l’uomo.
<< Non stavo dormendo, >> sussurra lei, le cuffie ora poggiate sul seno. Non ce bisogno di parlare a voce bassa, ma le piace: crea un’atmosfera ancora più intima e confortevole.
<< Cosa stavi ascoltando? >>
<< Musica. Un’accurata selezione di brani musicali cantati da bassi, >> spiega << le vibrazioni così basse mi calmano, mi rallentano il battito del cuore. >>
Alain si siede accanto a lei, e le rivolge un silenzioso e indagatore sguardo preoccupato.
<< Sto bene, tranquillo, >> sorride serena.
Lui annuisce, e allunga una mano verso il suo volto. Le accarezza piano una guancia, la fronte. Le sue dita sono morbide e calde. << Posso sentire? >>
Vespertine annuisce, e gli allunga le cuffie per fargli sentire la playlist ancora in riproduzione.
<< Wow, >> parla a voce bassa anche lui << non pensavo nemmeno che certi suoni potessero essere riprodotti da un essere umano. >>
Lei ride piano e lo guarda sorridendo felice, intorpidita dai bassi della musica e dalla calma di quella sera di fine novembre.
 



 




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