Sulla soglia di un addio

di Fiore di Giada
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− Non lasciarmi solo… Non lasciarmi solo… − mormori.
Le lacrime, implacabili, cadono dai tuoi occhi, mentre il tuo sorriso fasullo si distorce in una smorfia.
Le tue braccia, Nino, si stringono attorno al corpo di Goffredo e tu affondi il capo sul suo petto.
Quasi ti pare di sentire il battito irregolare del suo cuore.
Le lacrime, implacabili, bagnano le tue guance, mentre singhiozzi dolorosi straziano il tuo petto.
Goffredo ti è diventato caro, Nino. Quel ragazzo, così sentimentale, ha saputo oltrepassare le difese del tuo cuore, indurito da un'infanzia priva di amore.
E ora di lui resta solo un corpo sofferente, divorato dalla cancrena.
Il calore della febbre quasi ti avvolge, ma non ti allontani.
Daresti la tua vita per ridare salute a quel corpo straziato, vero Nino?
Goffredo deve vedere il compimento del sogno dell'Italia libera, a cui ha offerto la sua splendida giovinezza.
A lei, ha donato le sue parole di poeta e sognatore.
Ma non è possibile, Nino.
La sua vita fugge tra le tue dita.
La sua mano, leggera, si appoggia sul tuo braccio, sfregiato dalla cicatrice.
Alzi un poco il capo e i tuoi occhi, umidi di lacrime, si rifletterono nelle iridi del tuo amico.
− Non è colpa tua… − sussurra.
Lo stringi con ancora più forza contro di te. La sua situazione è priva di speranza, ne sei consapevole.
Eppure, ha compreso la tua sofferenza e ha provato a confortare il tuo cuore.
Piangi ancora, stretto a lui. La sorte sembrava averti benedetto, donandoti un simile, splendido amico.
La sua comparsa è stata un dono meraviglioso, ne sei cosciente.
E ora perché te lo porta via?




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