I
temporali non fanno piangere
Temporale. Era
pomeriggio presto ma il cielo era così
denso di nuvole nere che sembrava sera.
Kaori sfogliava distrattamente l’agenda degli incarichi. Lei e Ryo
erano appena
tornati a casa dopo averne portato a termine uno. Come al solito c’era
di mezzo
una bella donna e Ryo s’era divertito a fare il cascamorto con lei.
Kaori gli aveva scaraventato un martello in testa, per giunta in
versione Gold
da 200 tonnellate, ma era ancora furiosa e soprattutto triste.
Sapeva bene di non avere portamento e femminilità, ma non credeva
d’essere una
ragazza brutta tanto meno un mezzo uomo.
"Ma uffa Kaori! Quella ragazza aveva le tette tre volte le tue, come
potevo stare fermo a guardare?! Se non ci fossi stata tu a quest’ora
avremmo
fatto un bel mokkori...!" aveva protestato Ryo dopo la sua martellata.
"Brutto porco!Non cambierai mai!" aveva urlato lei, inseguendolo col
martello in mano.
Era sempre così, sempre la stessa scena. Le uniche cose che cambiavano
erano la
donna, la misura di reggiseno e il posto. Sì, Ryo desiderava tutte le
donne del
mondo tranne lei! E pianse amaramente come succedeva tutte le volte in
cui ci
pensava.
Improvvisamente si scatenarono tuoni e lampi. Kaori non ne aveva mai
avuto
paura tant’è che continuò "tranquillamente" a piangere. Poi sentì
aprirsi una porta.
"Sapevo che avresti avuto paura dei tuoni." le disse Ryo con le mani
sui fianchi.
Kaori balzò giù dal letto, asciugandosi le lacrime.
"Idiota! Perché dovrei avere paura di un temporale? Vattene!" gli
urlò.
"E allora perché stai piangendo? Non fare l’orgogliosa come sempre!"
le rispose Ryo, sorridendo.
"Piangere per dei temporali è da bambini... Ci sono motivi ben più
importanti per cui farlo!
"Uno di questi?" chiese Ryo sedendosi sul letto accanto a lei con un
sorriso di sfida sulle labbra."
Kaori non rispose.
"Quindi?" incalzò lui.
"Per favore, lasciami sola Ryo" sospirò la giovane donna.
Ad un tratto una striscia di fuoco irruppe dalla finestra, emettendo un
boato.
Ryo, prontamente, buttò Kaori a terra per spostarla dal raggio d'azione
di quel
lampo sconosciuto.
"Cos’è stato?" chiese lei spaventata "è successo tutto in pochi
secondi!"
"Un fulmine … Se non ci fossi stato io saresti tutta arrostita!"
disse lui, pavoneggiandosi.
"Grazie, come al solito ti devo la vita. Odio essere in debito con
te..." sibilò Kaori.
Ryo fece spallucce: "Nella tua stanza ci sono troppe finestre, vieni
nella
mia..."
"Che vuoi fare? Non mi fido!" avvampò lei.
"Sei sempre la solita maligna! Voglio solo tenerti d’occhio. Se ti
colpisse qualche altro fulmine? Dai, andiamo!"
Kaori lo seguì a malincuore, senza aprir bocca.
Ryo accese la tv e inserì nel videoregistratore una cassetta con su
scritto“Aerobica sexy”.
"Il nome è tutto un programma..." commentò Kaori, incrociando le
braccia. Non si sbagliava.
Ryo incominciò a sbavare davanti allo schermo che presentava ragazze
fasciate
in tutine striminzite.
"Che gambe ragazzi!" gorgheggiò. Fu un attimo: non appena finì la
frase venne colpito da un enorme martello da 100 tonnellate.
"Togli immediatamente questa porcata!" disse Kaori telegrafica,
sovrastando un Ryo dai denti rotti.
"S.. subito!" farfugliò lui dolorante.
Finirono col vedere un film d’azione.
"Quell’attore non sa neanche tenere la pistola in mano!" protestò
Ryo.
"Non ci avevo fatto caso..." sbadigliò lei. Viveva l’azione ogni
giorno a causa del loro lavoro, vederlo in televisione la annoiava
terribilmente. Socchiuse gli occhi col proposito di farli riposare, ma
senza
volerlo si addormentò.
Ryo si stirò accanto a lei, poggiando la testa sul palmo della mano per
guardarla.
Adorava metterla in imbarazzo e farla arrabbiare ma, quando l’aveva
trovata in
lacrime, aveva capito subito che non piangeva per paura del temporale.
Kaori
non era così stupida, lei era diversa da tutte le altre. Lei piangeva
per colpa
sua, per colpa di tutte le sue frasi buttate là per gioco ma che poi,
ripensandoci, erano pesanti e soprattutto finte.
Si sentì la persona più squallida del mondo, odiava renderla infelice
ma era
inevitabile. Doveva mentire agli altri e soprattutto a se stesso perchè
se solo
uno dei suoi tanti nemici avesse scoperto il suo affetto per lei le
avrebbero
fatto del male usandola come esca... E lui non avrebbe sopportato
l’idea di
perderla. Preferiva prenderla in giro, mentirle dicendole di
considerarla un
mezzo uomo, ma saperla al sicuro piuttosto che poterla abbracciare,
poterle
dire quanto fosse bella ma avere la paura di perderla ogni giorno.
Quant’ era bugiardo! Kaori era la donna più bella del mondo, la più
meravigliosa. Le accarezzò la guancia, sperando che quel contatto
potesse farle
capire tutto in un sogno. Lei l’aveva sempre amato e lui altrettanto,
fin da
quando l’aveva vista sotto forma di “Sugar Boy”: questo era poco ma
sicuro. Se
tutto era semplicemente perfetto allora perché non potevano amarsi in
santa
pace? Ah già, pensò lui
amaramente, i killer
non possono amare nessuno, non possono avere una donna...
Passò velocemente una mano
tra i capelli di Kaori. Sentì di non riuscire più a
trattenersi. Lei era l’unica donna che desiderasse davvero, dalle altre
aveva
sempre voluto solo una notte senza amore, ma con lei era diverso. Le
aveva
sempre rinfacciato che era l’unica che non riusciva a eccitarlo,
ferendo il suo
orgoglio di donna. Eppure lei non sapeva che era tutta una balla, non
sapeva
che Ryo tentava in ogni modo di nascondere quella reazione. Lui non la
considerava un oggetto, ma una donna, non la considerava arrapante, ma
bellissima e temeva che lei avrebbe potuto credere il contrario.
Un tuono.
"Kaori..." sussurrò senza
neanche rendersene conto, come se quel
rumore dal cielo gli avesse suggerito di parlare.
"Che c’è?" chiese lei,
sbadigliando.
Non appena aprì gli occhi
trovò Ryo che le accarezzava i capelli con una
insolita espressione. Subito il suo cuore fece un capitombolo e il suo
corpo
cominciò a tremare.
"Ryo...?"
Com’era dolce Kaori quando
sussurrava il suo nome. Ryo si rese conto che tutti
i freni che fino a quel momento si era imposto stavano per andare fuori
uso. Ne
ebbe la conferma quando non riuscì a non baciarla.
"Ryo... Ma che...?" mormorò
Kaori confusa, tremante e immensamente
felice di quel gesto.
L’uomo si scostò da lei,
sedendosi sul ciglio del letto. Gli occhi fissi per
terra.
Kaori guardò la sua schiena
ampia per un numero interminabile di secondi,
morendo dalla voglia di gettargli le braccia intorno al collo. L’unico
rumore
che ormai riuscisse a sentire era il tamburellare prepotente del
proprio cuore.
"Dimentica tutto quello che
è successo, è stato un mio errore.
Perdonami..." disse lui senza voltarsi, evidentemente dispiaciuto.
"Cos’è stato un errore? Che
sbaglio c’è in tutto questo? Insomma, mi ami o
no? Sono otto anni che me lo chiedo! Voglio capire! Al matrimonio di
Miki e
Umibozu mi avevi fatto capire che provavi qualcosa per me ma poi è
tornato
tutto come prima: già, sei tornato a fare il porco con tutte quelle che
incontri! Rispondimi!"
Kaori rimase in silenzio,
in attesa di una risposta. Un altro tuono.
"Sì, ti amo..." disse Ryo,
voltandosi verso di lei e guardandola
dritto negli occhi.
Kaori si sentì esplodere
una diga in petto. Non riusciva a parlare, la felicità
la rendeva muta.
"Ma non posso metterti in
pericolo" continuò lui "proprio perché
ti amo devo starti lontano il più possibile."
"Ma che dici Ryo?!" replicò
Kaori in lacrime "non ha
senso!"
"Sì che lo ha, Kaori!"
rispose l'uomo dando un pugno sul letto,
facendolo oscillare "non capisci che se i miei nemici sapessero quanto
tengo a te potrebbero prenderti come ostaggio e farti del male per
arrivare a
me?! Per tutto questo tempo ho dovuto mentirti, facendo finta di non
accorgermi
di quello che provo per te!Io penso che tu sia fantastica, che le altre
oche a
cui vado dietro non siano niente paragonate a te! Io non le desidero
quanto
desidero te! Hai capito? Voglio solo te! Voglio solo te!"
Kaori rimase pietrificata.
"Tuo fratello mi ha dato il
compito di proteggerti e renderti felice, non
posso infrangere un patto!" sospirò Ryo.
"Ryo.. Lo stai proprio
infrangendo!" gli rispose lei, dandogli una
scarica di pugni sul petto "così non mi rendi felice. Io voglio stare
con
te, voglio solo poterti amare liberamente! Solo questo potrebbe
rendermi
felice! Non mi importa dei pericoli che corro! Non mi importa di
niente,
neanche della mia vita, se non posso amarti!"
"Ma Kaori, non vuoi una
vita normale? Una vita tranquilla in cui non
rischi di morire ogni giorno? Una vita come tutte le ragazze della tua
età,
dannazione?!"
"No, te l’ho già detto
mille volte! Quella non è una vita! Stare con te,
essere la tua socia: questa è la mia vita, Ryo!"
"Ti proteggerò con tutto me
stesso, Sugar Boy... Anche se sarà
dura..." le disse, arrendendosi e prendendola tra le braccia.
"Lo fai già, lo hai sempre
fatto …" rispose lei, socchiudendo gli
occhi e abbandonandosi al suo profumo.
"Se ti bacio mi dai una
martellata?" le chiese malizioso.
Lei scosse il capo, con gli
occhi lucidi, sentendosi il viso incandescente:
"Per questa volta no" disse rossa d'imbarazzo.
Ryo sorrise, le sistemò una
ciocca di capelli dietro l’orecchio e la baciò con
trasporto.
"Ti amo" disse Kaori non
appena riuscì a recuperare il fiato.
Lui le regalò un sorriso
che voleva dire “Anch’io” e continuò a baciarla.
Quella sera Ryo ne ebbe la
certezza: mille notti con una delle sue clienti non
valevano niente in confronto ad una sola con la donna che amava.
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