1_Matrimonio su Extramondo
Rimirava la sua immagine
riflessa nello specchio già da qualche minuto, sostando un poco
di più a contemplare il complesso intrigo di perline e fili
argentei nel quale erano racchiusi e sostenuti i suoi lunghissimi
capelli rossi, solitamente sciolti a coprirle le spalle e parte della
schiena, simili ad un morbido manto.
Il suo sguardo scese un
poco più giù, fermandosi stavolta sulle sue iridi verde
smeraldo che già sfavillavano d’emozione, ancor prima che
la cerimonia iniziasse.
Le sue palpebre erano
state ritoccate da un leggero velo di brillantini e da una lieve mano
d’ombretto d’una tonalità di nero chiaro sfumata, in
modo che assumesse un aspetto meno tetro e più regale, fatato.
Scese ad osservare le
proprie labbra, tinte d’un rosso bellissimo simile al magenta,
non troppo appariscente, ma neanche troppo sobrio.
Distese le labbra in un sorriso soddisfatto: quel giorno, niente avrebbe potuto prendere la piega sbagliata, se lo sentiva.
Aveva programmato tutto
fin nei minimi dettagli, aveva dato le disposizioni per il matrimonio
perfetto e la corte al completo si era mobilitata immediatamente.
Niente sarebbe potuto
andare storto, non quel giorno che per lei era così importante,
perché in quel giorno tanto sospirato, finalmente avrebbe potuto
realizzare il suo desiderio di stare con Pierre, per sempre.
Il suo amato Pierre, colui per il quale avrebbe rischiato ancora la vita per salvare la sua.
Erano passati diversi
anni, eppure non poteva dimenticare quando l’aveva salvato,
strappandogli dal petto il noir con il quale era in conflitto fin
dall’infanzia.
E lui l’aveva ripagata con l’amore che, ormai, era sciocco da parte sua continuare a nascondere.
Lei lo amava e lui amava lei.
Che altro poteva chiedergli?
- Di essere mio per
sempre... - pensò in risposta a quella domanda, e subito un
ulteriore sorriso le si allargò sul viso.
Era stato lui a chiederle
di sposarlo, solo pochi mesi addietro, in modo raffinato e galante, un
modo che lei non avrebbe mai immaginato: le si era avvicinato e, con un
profondissimo inchino, le aveva porto una rosa rossa, assieme alla
quale aveva formulato la sua richiesta, infondendo nelle sue parole
tutto l’affetto e la sensualità tipiche del suo carattere.
Come avrebbe potuto rifiutare?
Era semplicemente inconcepibile: aveva sognato quel momento fin da quando si erano apertamente dichiarati.
E adesso, quel suo sogno, così fervido e meraviglioso, stava per essere realizzato.
Fissò ancora per
qualche istante la sua immagine riflessa, osservando gli occhi della se
stessa che la fissava dalla lastra di vetro trasparente dinanzi a lei.
Qualcuno bussò timidamente alla porta.
- Sì...? - domandò Chocola ad alta voce, voltandosi per metà verso la porta chiusa.
- Chocola, sono io... -.
Una voce timida ma
indescrivibilmente familiare le giunse dall’altra parte della
porta, facendola esultare interiormente in modo tale da farla correre
alla porta, che spalancò con un gesto spiccio, ritrovandosi
faccia a faccia con la sua amica d’infanzia Vanilla, vestita di
tutto punto per l’occasione, in viso dipinta la sua consueta
espressione mite e composta.
- Vanilla!! Sono
così felice che tu sia finalmente arrivata!!! - esclamò
Chocola al settimo cielo, cingendo l’amica in un forte abbraccio.
Era da tanto che non si
vedevano: lei era stata impegnata con i preparativi per il matrimonio,
mentre Vanilla aveva avuto il suo da fare con i suoi figli.
- Houx come sta? E i bambini? - domandò Chocola, lasciandola, tornando a fissarla negli occhi.
Vanilla arrossì un
poco: dopo che aveva ceduto il trono all’amica e
quest’ultima aveva iniziato la sua relazione con Pierre, anche
lei aveva avuto il suo spasimante, anche se, francamente, non se lo
sarebbe mai aspettato.
Houx aveva iniziato a
corteggiarla con gentilezza, con modi raffinati, mostrandosi profondo e
gentile, anche se esteriormente poteva sembrare come tutti gli altri
abitanti di Extramondo.
Alla fine, si erano
sposati: erano passati circa due anni da quel fatidico giorno, in cui
lei aveva posto il proprio cristallo del cuore nel petto di Houx e lui
il proprio nel suo.
Avevano avuto due figli, due belle bambine che Chocola aveva già avuto modo di conoscere.
- Bene... mi spiace che
non sia potuto venire, ma non potevamo lasciare le piccole a casa da
sole... - mormorò Vanilla timidamente - ... gli avrebbe fatto
piacere rivederti... -.
- Potrei invitarvi a
palazzo, uno di questi giorni! Così le bambine potrebbero vedere
dove è cresciuta la loro mamma! - disse Chocola con enfasi.
L’altra le sorrise, mite.
- Sei pronta? Sta per cominciare... devi venire... - riprese Vanilla, avvicinandosi all’altra.
Chocola rimase un istante immobile: era quasi ora.
Tra pochi minuti, avrebbe posto il proprio cristallo del cuore nel petto di Pierre.
Sentì il battito
del cuore accelerare per l’emozione e la trepidazione che provava
nel pensare che di lì a poco Pierre sarebbe appartenuta a lei e
lei sarebbe appartenuta a lui.
Non poteva lasciarsi trasportare troppo dall’agitazione: avrebbe finito col rovinare tutto quanto.
- Andiamo? - le domandò Vanilla, apprensiva, cingendole un braccio.
- Sì... - rispose, esitante, Chocola, cercando di mantenere la tranquillità che aveva avuto fino a poco prima.
La biondina prese
l’altra a braccetto e, assieme, si avviarono fuori della stanza,
verso il giardino del palazzo, dove già tutti stavano
ansiosamente attendendo l’arrivo della regina.
Le due amiche scesero in
giardino, dove tutto era stato preparato con la massima cura ed
efficienza per il grande evento: c’era un lungo tappeto rosso
disteso sul terreno, dinanzi alla regina che, meravigliata, continuava
a guardarsi attorno con stupore, finché il suo sguardo non
raggiunse quello della persona che fino a quel momento non aveva
sperato altro che di rivedere.
Occhi del color del ghiaccio che, tuttavia, per lei ardevano come il più intenso dei fuochi.
Pierre era vestito in modo così elegante e raffinato che, al suo confronto, si sentiva davvero insignificante.
Lo sguardo dell’ex
principe degli orchi esaminò da capo a piedi la sua sposa,
soffermandosi particolarmente sugli occhi: cristallini, sinceri.
Pieni di vitalità.
Si sentì improvvisamente l’essere più fortunato dell’universo: lui era l’unico ad avere Chocola.
Sentiva dentro di
sé divampare di nuovo quell’amore intenso e profondo che
l’aveva portato fin lì, dinanzi a mezzo mondo della magia,
pronto a donare il suo cristallo all’unica donna che avesse mai
amato.
La vide avanzare verso di
lui, gli occhi puntati nei suoi, come se da essi attingesse la forza
necessaria a porre con fermezza un passo dinanzi all’altro: per
lui era palese che fosse nervosa.
Del resto, stava andando a sposarsi: chiunque sarebbe stato nervoso al suo posto.
Anche lui, in effetti, si sentiva un po’ a disagio, tuttavia questo era colmato dalla presenza del suo amore.
Chocola avanzava cercando
di non inciampare nei suoi stessi piedi e tentando di non cadere
definitivamente vittima dell’agitazione che iniziava a salire,
con rapidità incredibile, sempre più forte,
contrapponendosi strenuamente alla sua volontà di resisterle.
Vanilla era l’unico
appiglio sicuro sul quale poter contare finché non si
trovò al fianco di Pierre: a quel punto, la biondina
indietreggiò timidamente, lasciandola sola col suo amato.
La regina scrutò il
promesso sposo con sguardo adorante: sarebbe rimasta ad osservare per
sempre i suoi occhi azzurri come il ghiaccio ma carichi d’amore
verso di lei, un amore forte che sentiva crescere anche dentro di
sé, sempre di più, con fervore.
La voce del cerimoniere interruppe i suoi pensieri, riportandola al luogo dove si trovavano.
Chocola si volse allora
verso il maestro della cerimonia e sorrise tra sé: dopo strenui
tentativi, finalmente aveva convinto Robin a fare da cerimoniere alle
sue nozze.
- Vuole lei, Chocola
Meilleure, prendere come suo sposo Pierre, amarlo e rimanergli fedele
finché la morte non sopraggiunga? - esclamò la rockstar,
rivolto alla regina.
Quest’ultima si volse a fissare Pierre negli occhi.
- Sì... lo
voglio... - rispose, non certa di riuscire a reggere ancora per molto:
era troppo... emozionata, felice, eccitata.
Stava per diventare un tutt’uno con l’amore della sua vita.
- E vuole lei, Pierre,
prendere come sua sposa la regina Chocola, amarla e rimanerle fedele
finché la morte non sopraggiunga? - proseguì Robin.
- Sì, lo voglio - disse tutto d’un fiato il biondo, senza staccare gli occhi dall’amata.
- Ora, scambiandovi i rispettivi cristalli del cuore, unite le vostre vite... per sempre - continuò il cerimoniere.
Chocola e Pierre posero la
mano destra sul petto e ne estrassero due cristalli del cuore gemelli,
che ardevano di uno sfavillante rosso cremisi, simboli di tacite
promesse d’amore e di un legame profondo, indissolubile.
Ecco, il momento tanto
sospirato era finalmente arrivato: con quel gesto, sarebbe stati
vincolati l’uno all’altra per sempre.
Lentamente, i due posero
le mani sul petto dell’altro, ponendovi così il proprio
cristallo del cuore e sancendo il loro vincolo d’amore eterno.
Pierre le si
avvicinò e, cingendole i fianchi, la baciò castamente,
lasciando trapelare da quel gesto tutto l’amore che provava per
lei, la quale ricambiò il bacio restituendogliene un altro con
la medesima purezza piena di sentimento e ardore.
Si separarono e, mano
nella mano, scambiandosi un ultimo sguardo d’intesa, si gettarono
tra la folla e i festeggiamenti.
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