cap 1
Avviso: i personaggi di questa fanfic appartengono a J.K. Rowling ed io li uso senza fini di lucro o simili.
Buona lettura!
CAPITOLO 1
TRA DUE MONDI
L’uscita A501 era piuttosto trafficata quel primo settembre.
Proseguendo
sulla Pentonville Road fino a girare alla York Way, il traffico
scorreva lento, e diventava via via più veloce all’incrocio tra St John
Street e Upper Street.
Una macchina blu metallizzata, con tutti i
finestrini abbassati e l’aria condizionata accesa, era in fila come
tutte le altre avanti a lei.
Dentro tre persone.
-Jane cara, se non alzi il finestrino è inutile tenere il condizionatore acceso-
-E
chi lo vuole acceso! Fa solo male alla salute, meglio un po’ d’aria
vera, è sicuramente più naturale e fa meno male- ribattè una bella
donna, con boccoli color marrone scuro all’uomo che guidava
-Ma Jane, tesoro, siamo fermi in mezzo al traffico, l’aria che
respiriamo non è buona. E poi fa caldo!- si lamentò
l’uomo
Sui
sedili posteriori della macchina una bella ragazza dai capelli ricci
color cioccolato dormiva inquieta dal caldo, e sdraiato su di lei, come
una fedele coperta della salute, il suo gatto, Grattastinchi.
Una
gocciolina di sudore le scivolò sul collo da cigno, giù, fino allo
sterno, e proseguì oltre, fin sotto la leggera magliettina di cotone.
Nel sonno, girò di scatto il capo, nel vano tentativo di trovare sollievo nell’arsura estiva.
I
vestiti leggeri, ormai sgualciti dallo stare seduta a lungo, apparivano
tutti stropicciati e le davano un’aria da trasandata, con le guance
accaldate e rosse e i capelli tutti scarmigliati.
L’uomo al volante
si girò verso la figlia e la chiamò dolcemente, e quella aprì
svogliatamente gli occhi, affatto d’accordo di tornare nel mondo reale
e lasciare quello così confortante dei sogni.
Almeno quello, nella
calura estiva, le dava un po’ di sollievo, mentre restare sveglia nel
traffico, sotto il sole cocente di fine estate, a sentire i suoi
genitori litigare per argomenti banali e futili non l’allettava proprio.
Richiuse gli occhi, e si sdraiò nuovamente sul sedile
-Hermione! Tesoro ti sto parlando!- ripetè l’uomo
La
ragazza mugugnò qualcosa di incomprensibile persino alle sue orecchie e
continuò imperterrita a tenere le pesanti palpebre abbassate.
-HERMIONE!-tuonò una voce femminile –non vorrai arrivare
alla stazione con gli occhi ancora gonfi di sonno, spero…-
-Mamma,
nel caso non te ne fossi accorta, siamo bloccati nel traffico da tre
ore. Cosa ti fa pensare che arriveremo nel giro di dieci minuti?- le
rispose piccata la ragazza
-Frank! Dille qualcosa! Senti qua che
modi… decisamente non adatti ad una ragazza! E in ogni caso, mia bella
signorina, ti consiglio vivamente di tirarti su, perché là davanti le
macchine stanno finalmente iniziando a muoversi, e fra circa un quarto
d’ora dovremmo essere alla stazione di King’s Cross-
La ragazza in questione si tirò su talmente di botto da sembrare avesse preso la scossa
-Le
macchine si muovono?-ripeté incredula a mezza voce –si muovono! Guarda
Grattastinchi -disse rivolta all’animale sdraiato sulle sue cosce,
prendendolo per le zampe e tirandolo su per permettergli di vedere le
macchine che finalmente si rimettevano in moto –si muovono! HOGWARTS
ARRIVO!!!-ululò felice sotto lo sguardo stupito del padre che si
chiedeva come sua figlia potesse essere così strana, e quello
contrariato della madre per il suo comportamento riprovevole.
Si
affacciò dal finestrino proprio mentre la macchina prendeva un po’di
velocità, e i capelli, bagnati di sudore, le si appiccicarono in fronte.
Sorrise
allegra all’autista di un double-decker, il caratteristico autobus a
due piani londinese, che attendeva pazientemente che anche il traffico
della sua corsia iniziasse a scorrere.
-Tira dentro la testa. Non
vorrai mica prenderti un raffreddore proprio ora che inizia la scuola,
no?- la rimproverò amorevolmente sua madre, e lei obbedì.
All’arrivo
dovette ammettere che sua madre ci aveva quasi preso, avevano solo
sforato di cinque minuti: erano arrivati in venti minuti esatti alla
stazione.
Appena suo padre ebbe parcheggiato, le due donne uscirono
dall’auto, una stanca, l’altra, la più giovane euforica e con un
sorriso contagioso stampato in volto.
L’uomo si lisciò il completo,
nel tentativo di apparire composto, ma tutti i suoi tentativi vennero
vanificati dall’abbraccio della figlia, che finì definitivamente di
stropicciare la già malconcia giacca.
-Papà, torno a scuola!-gli urlò praticamente nell’orecchio
-Tesoro,
ci sento benissimo, sai? Anzi, ci sentivo bene, prima che mi forassi un
timpano. Sai che non è normale questo tuo atteggiamento verso la
scuola, vero? Nessun ragazzo di mia conoscenza, inglese o non, babbano
o mago, ha mai dimostrato…- ma il suo discorso venne interrotto da
un’occhiata eloquente di sua moglie, e così si limitò ad aggiungere
solo –sono felice per te, Hermione- e caricò il baule di sua figlia su
un carrello, e si preparò a infilare Grattastinchi nella sua gabbietta
da viaggio, ben sapendo, che alla fine, sarebbe stato ricoperto di
graffi.
La famigliola si avviò all’entrata della stazione e in un
punto ben preciso tra i binai 9 e 10 si fermarono. Nascosto a tutti i
babbani, ma ben noto ai maghi, c’era l’ingresso del binario 9 ¾, da
dove quel primo settembre, come ogni anno, partiva l’espresso per
Hogwarts.
I genitori sorrisero alla figlia abbracciandola a turno, e
la lasciarono andare con mal celato orgoglio che traspariva dai loro
occhi nell’avere una strega in famiglia.
Senza esitazione, e con una
leggeri rincorsa, la ragazza si avviò a passo spedito contro il muro,
con la certezza che non si sarebbe di certo schiantata e che la
barriere l’avrebbe lasciata passare nel “mondo dei maghi” una volta
riconosciuta come strega.
Fu così che, aperti gli occhi,
coraggiosamente chiusi come d’abitudine ogni volta che si trovava ad
attraversare la barriera del binario 9 ¾, si trovò abbagliata dalle
tante meraviglie che si offrirono al suo sguardo… mantelli dai colori
sgargianti, strani copricapi, abiti inusuali, civette in gabbia e rospi
in mano ai rispettivi padroni, venditori ambulanti delle leccornie
tipiche di un mondo a sé stante… cioccorane, gelatine tutti gusti+1,
bolle bollenti, api frizzole, fildimenta interdentali, piperille nere,
topoghiacci, scarafaggi a grappolo, piume di zucchero filato… e dei
capelli nerissimi e occhi del colore degli smeraldi che le venivano
incontro correndo e la travolgevano in un abbraccio fraterno.
-Harry!- si trovò ad esclamare rivolta al ragazzo e a ricambiare calorosamente la stretta.
Ben
presto la raggiunsero anche un ragazzo alto e dinoccolato, con capelli
rosso fuoco e tantissime simpatiche efelidi sul suo viso, accompagnato
da una ragazza minuta con i suoi stessi tratti somatici, e che aveva,
come lui, occhi azzurrissimi e allegri.
-Ron! Ginny!- sorridendo si gettò tra le braccia dei più giovani dei fratelli Weasley.
Finiti i saluti, salirono sul treno, e si avviarono in cerca di uno scompartimento libero tutto per loro.
-Ragazzi,
io non posso stare con voi, ho promesso a Luna e a Neville che sarei
stata nel loro scompartimento. Mi spiace – e con un bacio di sfuggita a
Harry e un’occhiata colpevole a Ron e Hermione, se ne andò.
Il moro
e la riccia ripresero la ricerca lungo il corridoio ma accortisi che il
fratello di Ginny non aveva mosso un passo, tornarono indietro.
Sembrava pietrificato.
Harry lo guardò stupito e poi si rivolse all’amica
–credi che sia vittima di una fattura? Magari un
pietrificus…-
-No,
altrimenti sarebbe caduto a terra. Sembra non volersi muovere. Hey,
Ron, datti una mossa che io e Harry vogliamo andare a cercare uno
scompartimento, altrimenti li troveremo tutti occupati- disse rivolta
al rosso, che si girò di scatto e livido di rabbia puntò un dito verso
il suo migliore amico e parlò lentamente –non farlo mai più, capito?
M-a-i p-i-ù!- poi, notando i loro sguardi interrogativi e confusi si
affrettò ad aggiungere –baciare mia sorella in pubblico, così, senza
riguardo…-
-Veramente è LEI che ha baciato LUI, e poi come osi, TU,
criticare Harry, dopo quello che hai fatto l’anno scorso con la BROWN?
VOI avreste dovuto vergognarvi, non loro. E in ogni caso non sono
affari miei come non sono TUOI- e sottolineò l’ultima parola con
particolare veemenza.
La folla di ragazzi continuava ad aumentare e
quindi il trio, decise di andare finalmente a cercare uno
scompartimento tutto per loro.
Una volta trovato, i tre chiusero la porta e si scrutarono.
Anche
se erano passati solo tre mesi erano cresciuti tanto, tutti e tre, e si
preparavano ad affrontare il loro ultimo anno alla scuola di magia e
stregoneria di Hogwarts.
-Ron, dobbiamo andare a cambiarci, lo sai che siamo prefetti e in quanto tali dobbiamo pattugliare il corridoio!-
-uff,
eccomi, eccomi. Ma non potresti farlo solo tu visto che io e Harry
dobbiamo finire la partita di scacchi? Ho capito, ho capito, arrivo-
disse vedendo l’espressione contrariata dell’amica –intanto vai tu a
cambiarti-
Uscita dallo scompartimento con la divisa da indossare
sotto braccio, Hermione si diresse ai bagni, locati all’ultimo vagone
del treno.
-Granger! Ma guarda, chi non muore si rivede…peccato, ci
speravo in un miracolo- una voce sprezzante a lei ben nota la raggiunse
e la fece bloccare
-Fottiti Malfoy!-
-Oh, che gentile! È un invito?- le chiese lui ironico
Con un movimento brusco, lei si girò dall’altra parte e continuò il suo percorso verso il bagno.
Un rumore di passi a lei familiare la fece sorridere nell’abbassare la maniglia del bagno delle donne.
Un tocco leggero sulla sua spalla destra la fece sentire in paradiso.
………continua……….
§ Spazio autrice: §
Spero la storia vi sia piaciuta!
^_^
ele-lele
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