gsg
Jibun wo
shinjite
Ero stato proprio io a dire
quelle parole eppure ora perchè non riuscivo ad applicarle a me
stesso?
Ero uno di que tipi dal pianto difficile eppure ora le
lacrime stanno scendendo copiose, prepotenti lungo le mie gote.
È
stata una mia decisione e sono felice di averla presa. Se non lo avessi fatto
non avrei mantenuto fede alla promessa e io non sono e non voglio essere quel
tipo di persona. Mi bastano già i miei tanti lati negativi che odio. Ecco il
perchè del fatto che ora sono qui tutto solo in questa stanza d’albergo a
piangere come uno stupido. Maledette lacrime perchè non si fermano? Continuano a
scendere inperterite nonostante io gli ordini di fermarsi.
Credevo di conoscere la solitudine ed era per quello che cercavo
sempre di stare in compagnia. Si fingevo indifferenza, fingevo di essere
superiore, di non aver bisogno di nulla e di nessuno ma quello era solo il mio
stupido orgoglio. Non potevo mica ammettere che avevo bisogno di loro, che da
solo mi sentivo perso?
L’essere qui mi ha aperto gli
occhi; è come se ora potessi vedere il mio mondo attuale e quello passato sotto
una prospettiva diversa. Ora so che quel mio credere di sapere cos’era la
solitudine era solo il presuntuoso capriccio di un adolescente che credeva di
sapere tutto, che credeva di aver già provato tutti quei sentimenti di cui gli
adulti tanto farneticavano. Ora invece mi rendo conto che non si smette mai
d’imparare e che nell’arco della vita possono ripresentersi emozioni passate
sfigurate da un diverso aspetto dovuto all’età e alla fase di vita che stai
affrontando.
Chiudo gl’occhi e
prendendo un profondo respiro cerco di calmarmi.
Sono
passati ormai sei mesi da quando sono arrivato qui a Los Angeles;
ho fatto tante amicizie, ho visitato posti stupendi, ho studiato la lingua che
tanto amo e sono stato davvero felice. Era da tanto che desideravo venire in
America, era il mio piccolo sogno nel cassetto. Credevo non sarei mai riuscito a
realizzarlo, credevo che non sarei mai riuscito a trascorrervi più di una breve
vacanza; avevo il gruppo, la Johnny’s, la mia famiglia, gli amici, i fan... come
potevo abbandonarli? Era stata una mia scelta entrare alla Johnny’s e ora avevo
delle responsabilità in riguardo. Ma poi un giorno mi arriva quest’opportunità.
Cerco di nascondere il mio desiderio, di reprimerlo ma come dice
Pi “sono proprio scontato nonostante faccia di tutto per non esserlo o almeno
non mostrarlo”. Non ci riuscivo, non riuscivo a non pensare a quell’opportunità;
se non l’avessi accolta di sicuro un giorno me ne sarei pentito anzi infondo
infondo me ne stavo già pentendo però... già il lavoro. Non potevo andare ma
allo stesso tempo non potevo non sentirmi male alla decisione. Ero diventato
solitario e scontroso con tutti e ogni volta dopo aver risposto in modo acido a
qualcuno me ne pentivo ma non ero in grado di fermarmi, quando mi accorgevo di
cosa stavo dicendo o facendo era troppo tardi. Questo è uno dei miei tanti
odiosi vizi. Giorno dopo giorno era sempre peggio reprimevo e cercavo di essere
come sempre ma sembrava che non facessi altro che prendermi gioco di me stesso.
Nella vita personale non mi dimostravo un grande attore. All’imporviso però
quando meno me lo aspetto mentre ero solo in casa, intento a scrivere una
canzone malinconica, ecco che arriva uno spumegiante Yamapi.
Sorrido tra me
stesso. É sempre il solito. Quanto vorrei poter avere anche solo una bricciola
di quella sua carica positiva. Mi si avvicina mi sorride e mi porge una busta da
lettera. L’afferro poco convinto e lui mi sprona ad aprirla. É un biglietto
aereo. É un biglietto per Los Angeles.
Mi sorride
mentre lo guardo come paralizato e mi dice: Sbrigati va a fare le valigie. Io
blaterò qualcosa di incomprensibile e lui mentre prosegue verso la mia stanza e
inizia a cacciare fuori vestiti continua dicendomi che si è stancato di vedermi
in quello stato e che a quel punto era meglio che me ne andavo in America perchè
tanto di un Jin cosi non se ne faceva proprio nulla ne lui ne gli altri. “Và in
America e quando torni riportaci il vero Jin. E poi Jin ricordi la promessa che
ci facemmo quando eravamo piccoli? Non eri tu l’uomo che non infrange mai una
promessa?... Mi sa proprio che dobbiamo lasciarti andare”.
La promessa... “ Promettiamo di realizzare i nostri sogni anche se
ci saranno ostacoli. Noi non ci arrenderemo mai fino al raggiungimento del
nostro sogno”... come avrei potuto dimenticarla. Però... no non posso. Blaterò
qualcosa sul gruppo, su Johhny ma sembra che lui abbia già organizato tutto.
Johnny ha accettato a condizione che mi faccia punblicità in America e che
quando torni lavori più duramente di prima e i ragazzi... beh anche loro si
erano stancati di quel me più sgorbutico e inutile del solito “ Se
questo è l’unico modo affinchè tu sia felice allora vai noi sapremo cavarcela. E
poi non lasci il gruppo no? È solo momentaneo quindi no probolem” Le parole di
Kazu all’areoporto non le dimenticherò mai. Devo davvero ringraziare tutti, mi
hanno donato qualcosa di molto più stupendo di un qualsiasi
regalo.
Così alla fine ho
deciso di partire.
Ora però inizio a non resistere più a questa
solitudine. Ho bisogno di tornare a casa mia. Quella casa chiamata Giappone,
quella casa chiamata famiglia, quella casa chiamata Kat-tun, quella casa chiamta
Johnny’s. Stare qui è stato stupendo mi ha fatto crescere e mi ha
reso forse una persona leggermente migliore. Ho deciso che realizerò i miei
sogni. Ancora una volta come dice Pi “ Dobbiamo dare tutti noi stessi e
realizare i nostri sogni. Non è egoismo è solo felicità”. Proprio come lui ho
deciso di mettercela tutta; non sarò ancora diventato l’uomo forte a cui
aspiravo ma sono certo che credendoci, credendo in me stesso giorno dopo giarno,
passo dopo passo ci riuscirò. Riuscirò a diventare migliore,
realizerò i miei sogni.
Non posso arrendermi... Jibun wo shinjite.
Ora comincio a crederci.
Però... si ok credo nei miei sogni, li
realizzarò però non resisto più. Il mio tempo qui è finito ora voglio tornare a
casa.
Senza neanche essermene accorto avevo in mano il telefono e
avevo già composto il numero.
- Moshi moshi -
Cavolo come mi
era mancata la sua voce. Si ci eravamo sentiti via mail ma mai per
telefono.
-
... Moshi moshi... ehi chi è?
–
-
Pi... –
- Jin!... Jin sei tu? –
-
Pi
–
- Jin cos’è successo? Ma li non è notte fonda? Jin stai
bene? –
- Pi lo so
che è egoista da parte mia ma... Pi posso tornare a casa?
–
- Jin ma
sei scemo? Che domande sono? Certo che puoi tornare. Devi tornare! Tutti...
tutti noi stiamo solo aspettando il tuo ritorno -
- Grazie –
- Jin ma stai bene? Mi stai facendo preoccupare
–
- Si si sto bene –
- Baka
guarda che ti conosco e mi basta sentire la tua voce per capire che non è cosi
–
- No
davvero Pi sta tranquillo sto bene –
- La smetti
di fare lo sbruffone anche con me? Per una volta si sincero
–
- Non è
successo nulla davvero solo che... mi manca un pò casa
–
- E allora
ritorna. Noi non osavamo chiedertelo perchè non volevamo importi i nostri
sentimenti ma tutti noi non vediamo l’ora che tu torni
–
- Beh
allora lo farò ma sia chiaro che non lo faccio per mia volontà è
solo perchè voi non riuscite a stare senza di me e poi il gruppo e le fan mi
aspettano –
-
Pff... –
stava ridendo – Si... si ok come dici tu. Comunque fammi sapere
quando arrivi cosi ti vengo a prendere all’areoporto
–
- Ok
–
-
Ora però
va a dormire ci sentiamo –
- Si
oyasumi Pi –
- Guarda
che qui è giorno. Comunque oyasumi Jin. A presto
–
-
A presto
–
Le lacrime si erano placate. Mi sentivo sereno. Era ora di
tornare a casa.
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