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Titolo:
Bicchiere di Cristallo
Fandom:
Zatchbell
Personaggi/Pairing:
Kiyo Takamine, Parco Folgore
Prompt:
Cristallo
Rating:
Verde
Conteggio Parole:
715
Riassunto:
Sarebbe stato
bello per lui riuscire un giorno a portare Kiyo a uno dei suoi concerti o tour
mondiali - in modo da averlo sempre vicino - ma proprio il giapponese non
riusciva a usare parole gentili in quel campi - neanche negli altri era solito
farlo ma Folgore sapeva che spesso i suoi idiota e bastardo erano
degli originali modi per dirgli “ Ti amo.”. Il suo Kiyo era un
tipo dallo strano romanticismo.
Avvertimenti:
Shonen-ai, OneShot
Note:
Seconda Folgore/Kiyo che scrivo, ho notato che non sono l’unica a shipparli** e
questo mi riempie di felicità: dico davvero! Per me è un vero onore** Per questo
ringrazio chi ha commentato la precedente fic: L’Ultima Tappa.
Quindi grazie a: Ella_Sella_Lella, Pucchyko_Girl (Grazie tesoro<3),
LadyKokatorimon, Anis_Angel (spero che anche questa finisca tra i
preferiti**), OrePavone, Kairi_Hatake e rozen queen.
Scritta per la
Criticombola indetta da Criticoni.
{ Bicchiere di Cristallo ~
Cantava,
o meglio: ci provava. Perché, nonostante tutto - l’avventura che
gli aveva fatti conoscere, la forte amicizia che li legava e l'amore che li
aveva incredibilmente uniti -, Kiyo Takamine proprio non riusciva a dire che
Parco Folgore, star italiana dalla fama internazionale e dal dubbio gusto
estetico e musicale, fosse in grado di cantare. Proprio non ci riusciva neanche
mettendocela tutta: per lui tutti i fan che seguivano il giovane uomo erano
sicuramente o sordi, o incompetenti o, addirittura, pazzi... e non escludeva che
fossero tutte e tre le cose insieme. E non si sarebbe mai stancato di ripeterlo,
ma per lui il suo fidanzato non era assolutamente un vero cantante ma solo un
dannato maniaco con il cervello di una gallina, che in quel momento
era comodamente steso sul suo letto - aveva bellamente ignorato il
futon che Kiyo aveva messo per lui preferendo il giaciglio del fidanzato - con
addosso solo un asciugamano, era uscito un quarto d’ora prima dalla doccia, e
teneva in mano un povero e indifeso bicchiere di cristallo,
chiaramente intenzionato a dimostrare la sua potenza vocale.
Era stato divertente all’inizio vedere l’italiano con
un’espressione contrita mentre si specchiava nella superficie cristallina del
bicchiere che, nonostante i suoi acuti tutt’altro che aggraziati, continuava a
restare integro, ma con l’andare del tempo era diventata una vera e propria
tortura per le orecchie di Kiyo che, all’ennesimo tentativo del fidanzato di
infrangere il cristallo, decise che era giunto il momento di faro smettere.
“ Folgore...”, gemette con voce quasi supplicante.
“ Dimmi, tesoro mio.”, il cantante si volse verso il
giapponese con un ampio sorriso tra le labbra.
“ Vorrei riposarmi.”
“ C’è posto nel letto.”, rispose piegando la bocca in una
smorfia chiaramente maliziosa.
“ Con te che... canti no di certo.”, era stato
incredibilmente difficile associare nella stessa frase il soggetto di Parco
Folgore con il verbo cantare.
“ Uh...”, un’espressione dispiaciuta di dipinse nel viso
dell’italiano: nonostante tutti i suoi sforzi proprio non riusciva a far
apprezzare al suo amore la sua musica. Sarebbe stato bello per lui
riuscire un giorno a portare Kiyo a uno dei suoi concerti o tour mondiali - in
modo da averlo sempre vicino - ma proprio il giapponese non riusciva a usare
parole gentili in quel campi - neanche negli altri era solito farlo ma Folgore
sapeva che spesso i suoi idiota e bastardo erano degli originali
modi per dirgli “ Ti amo.”. Il suo Kiyo era un tipo dallo strano
romanticismo.
“ D’accordo.”, si specchiò un’ultima volta nel cristallo del
bicchiere e lo posò sul comodino, sforzandosi di sorridere. “ Ora vieni tra le
braccia del tuo amore?”, domandò tendendo le braccia nude verso l’altro
al quale non sfuggì la sua espressione triste. Entrambi potevano fare i duri
quanto volevano - chi più e chi meno, ovviamente - ma avevano un cuore
alquanto tenero - chi più e chi meno - e per Kiyo, nonostante gli insulti e
la sua incapacità di considerare musica quella che usciva dalle labbra di
Folgore, ferire quest’ultimo non era neanche tra i suoi desideri.
Sospirando quindi si avvicinò al fidanzato, prendendo in mano il
bicchiere, specchiandosi a sua volta nel limpido cristallo.
“ Fai un’altra prova.”, lo incoraggiò. “ Prendi un bel respiro,
chiudi gli occhi e concentrati.”, consigliò spostando lo sguardo dall’oggetto
all’italiano che, stupito, sorrise luminoso eseguendo quanto Kiyo gli aveva
detto e, quando l’acuto divenne quasi insopportabile, il giapponese
sbatté il bicchiere sul comodino, infrangendolo.
A quel rumore, Folgore si bloccò e guardò stupito prima il
cristallo poi il fidanzato che, assumendo a sua volta un’espressione sconvolta -
e lo era veramente: aveva distrutto un bicchiere della madre solo per compiacere
l’italiano. Era vero: l’amore cambiava le persone.
“ C’è l’hai fatta.”
“ C’è l’ho fatta!”, esclamò il cantante, attirando
subito in un abbracciò Kiyo. “ Grazie, amoruccio mio.”
“ E di cosa?”, chiede sorpreso il giapponese. Che Folgore si fosse
reso conto del suo espediente?
“ Hai creduto in me. Ancora una volta.”, sorrise felice,
mostrando in quel modo tutta la sua stupidità e il suo amore. Ma, sinceramente,
a Kiyo piaceva proprio per quello e, appoggiando sul comodino quello che
rimaneva del povero e indifeso bicchiere di cristallo di sua
madre, si lasciò andare tra e le braccia dell’italiano.
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