Strify, incerto, fece un passo verso il vocalist dei GazettE.
-Ruki_sama?
-Ruki?- chiamò prontamente Bill, superandolo.
-Ruki_sama?
-Ruki?
Strify e Bill mantennero sempre lo stesso tono premuroso, mentre
avanzavano poco alla volta verso Ruki, tra gomitate e piedi
schiacciati. Kai ne ebbe quasi paura: che fossero degli invasati?
-Ich war der erste,
‘Ruki_sama’ zu sagen!(1)-
protestò alla fine Strify.
-Oh, wirklich? Ich
hab‘ dich nicht gehört: schlechte Laute existieren
nicht für mich.(2)- ribatté con
nonchalance Bill, rimirandosi le unghie.
Ruki tremava ancora di rabbia, quando Kai gli posò una mano
sulla spalla.
-Ascolta, questa storia è andata fin troppo oltre. Lasciamo
perdere e torniamocene in Giappone.- gli disse piano il batterista.
-Mai.- Ruki non lo guardò neanche in faccia.
-Come fai a impuntarti così tanto? Non li conosciamo
neanche, e non sappiamo nemmeno se l’anno prossimo
esisteranno ancora.
-E’ una questione di principio.- Il lead singer si
voltò bruscamente verso di lui. -Se venissero da te e ti
proponessero di cambiare batteria perché ormai la tua
è un modello in giro da anni, con pezzi quasi introvabili, e
quella nuova invece fosse straordinariamente bella e in commercio
ovunque?- Appena Kai aprì la bocca per ribattere, Ruki
alzò la voce e prese a parlare più in fretta.
-Supponiamo che la nuova batteria sia la moda del momento, e le band
facciano a gara per averla. Se tu fossi affezionato alla tua vecchia
batteria, non trovassi un solo difetto in lei e la credessi migliore di
quella nuova, ti adegueresti alla moda e la butteresti via come uno
straccio bucato?
-Qui non stiamo parlando di batterie, Ruki,- lo interruppe Kai, con uno
sguardo serio. -Ma di persone.
-E’ lo stesso.- replicò il vocalist. -Comunque
andassero le cose, tu non vorresti prima andare a vedere la batteria
nuova che ti stanno convincendo a prendere, e confrontarla con quella
vecchia? Prima di portarla al macero, non vorresti prima sincerarti che
sia effettivamente inferiore a quella nuova?
Kai roteò gli occhi. -Certo che lo farei. Ma si tratta di
uno strumento musicale, che la gente usa, ripara o getta via senza
pensarci troppo.
-Parla per te.- rimbeccò Ruki, accigliato. -Chi ti dice che
non ci si affezioni ai propri strumenti?
-Tu sei un caso a parte.- rispose subito il batterista. -Non conosco
nessun altro che parli ai propri microfoni o che prepari loro una
custodia apposta dotata perfino di un cuscino in miniatura.
-E’ per farli dormire meglio.- borbottò offeso il
vocalist.
-Ruki, i microfoni non dormono! O sono spenti o sono accesi!-
gridò Kai, al limite della sopportazione.
Ruki lo guardò con occhi sgranati. Se era arrivato a far
arrabbiare persino Kai, allora era arrivato davvero il momento di darsi
una regolata. Non rimaneva così di stucco da quando gli
avevano detto che T.M. Revolution aveva quarant’anni e passa.
E l’improvviso exploit di Kai aveva sbalordito anche Yu, che
Ruki aveva mentalmente soprannominato ‘Ultimate
Fanboy’: il chitarrista dei Cinema Bizarre, se non fosse
stato bloccato da Romeo - che era letteralmente
‘appiovrato’ al suo braccio destro, come reazione
al gesto di Ruki - e da Kaulitz Due, sarebbe corso da Kai e l'avrebbe calmato a forza di coccolarselo. Tom voleva i suoi soldi e, con un
incentivo come questo, la presa sul braccio sinistro di Yu era forte
quanto l’acciaio.
Il povero Yu, quindi, si trovava abbrancato da due zavorre che non
avevano la minima intenzione di lasciarlo andare.
-Lasciami.- disse accigliato a Romeo. -Anche tu.- intimò
lentamente a Tom, voltandosi verso di lui.
-Perché?- Tom Kaulitz stringeva il braccio di Yu come se
fosse stato un rotolo di banconote. E più cercava di
mantenere un tono e un’espressione impassibili,
più la stretta si accentuava. -Perché
così puoi andare dal tuo giapponesino e scappare con lui su
un cavallo bianco?
Yu arrossì, suo malgrado.
-Yu?- sussurrò sbigottito Romeo, guardandolo a occhi
sgranati. -Non avrai intenzione di portarci lui, in quel
viaggio?
-Dove?- si intromise Tom.
-All’inizio no, ma ora penso che in questo modo io e Kai
potremmo diventare amici. Non credi?
-Ehi.- Tom si stava alterando. -Portare chi? E dove?
Gli occhi di Romeo parvero umidi. -Quel biglietto era per me.- Gli
tremò perfino un po’ il labbro inferiore. -Era per
me!
-Andremo da un’altra parte.- disse Yu. Quando
incrociò di nuovo lo sguardo dell’amico, e
constatando che assomigliava tantissimo a quello di Strify nei suoi
momenti ‘no’, si affrettò ad aggiungere:
-In un posto più bello.
-Più bello?- Romeo aveva ancora il broncio.
-Dove?!- gridò adesso Tom.
-Molto
più bello.- assicurò Yu.
Il tastierista stava per capitolare. -In questo caso...
-... In questo caso,- gli fece eco un furioso Tom Kaulitz. -A quel
paese andateci ora!- E, posata una mano sulla nuca di entrambi, fece
cozzare le loro teste così violentemente da stordirli e
lasciarli gementi sulla moquette.
Tom li scavalcò, deciso - come Ruki - a mettere la parola
‘fine’ alla storia. Ne aveva davvero abbastanza di
checche miagolanti che non sganciavano un solo centesimo della sua
vincita.
Raggiunto il fratello, appiccicato a Strify, allungò una
mano e lo prese per la collottola.
-Tomi, ma che fai?- squittì Bill. Non si capiva se fosse
indignato per il modo in cui il gemello lo stava trattando o per il
fatto che gli stava sformando la giacca di pelle. -Stavamo cercando di
capire cos’avesse Ruki!
-Per una volta, invece, Kaulitz Due ha fatto la cosa giusta.-
sospirò teatralmente Strify. -Ti ha tolto dai piedi.
Prima che Strify si sporgesse in avanti per avvicinare Ruki,
però, venne afferrato dalla mano destra di Tom.
Kiro spalancò gli occhi: mai - e dico mai - sgualcire i
vestiti a Strify. Soprattutto se si trattava del suo preziosissimo boa
nero. Sì, proprio quello che lo faceva sembrare uno struzzo
con la permanente, e che piaceva tanto a Lady Gaga. Shin pensava che
questo la dicesse lunga sullo stile del suo cantante ma, saggiamente,
l’aveva tenuto per sé.
-Idiota di un Kaulitz, che cazzo fai?- strillò
prevedibilmente Strify, dibattendosi mentre Tom rinsaldava la presa.
-Ehi,- lo apostrofò un Tom più serio che mai. -O
stai zitto o ti lavo la bocca con il sapone.
-Bravo, Tomi, dagli una bella...- cominciò a dire Bill,
giulivo.
Tom gli diede una leggera scrollata. -Chiudi la bocca anche tu.- lo
interruppe il fratello, zittendolo e facendogli mettere istantaneamente
il broncio.
Ruki fissò stupito il chitarrista dei Tokio Hotel: non
credeva che un essere umano imparentato con Kaulitz potesse dimostrare
così tanto buon senso. Decise che gli avrebbe fatto un
regalo: una chitarra, una nuova pettinatura, trilioni di pacchianissime
collane d’oro massiccio; anche un esercito di groupie, se
avesse voluto.
-Ehi, non puoi trattarlo così!- si ribellò Kiro.
Avanzava verso Tom a passo di carica con l’indice puntato, ma
appena il chitarrista si girò a guardarlo, Kiro
sembrò farsi più piccolo.
-Dicevo,- E abbassò l’indice. -Che non puoi
trattare Strify in questo modo.- aggiunse, con un modo di fare quasi
vergognoso.
Tom alzò un sopracciglio, sarcastico. -No?
-Ah,- Kiro si mordicchiò infantilmente il labbro inferiore.
Sembrava un coniglietto timido, e Tom dovette sforzarsi di rimanere
serio. -Ma se proprio vuoi...
-Il nuovo cd dei D’EspairsRay.- buttò
là Tom.
-Come?- Se Kiro fosse stato davvero un coniglio, avrebbe drizzato le
orecchie in segno di interesse.
-Se non fai storie e ci lasci finire tutto questo casino, ti compro il
loro nuovo cd.
Kiro fece una smorfia. -Posso prendermelo anche da solo.
-Shopping sfrenato da H&M e Zara.- propose ancora Tom.
-Mm.- Il bassista dei Cinema Bizarre non era granché
convinto.
-Fornitura per un mese di kebab e sushi a domicilio.
Kiro abbozzò un sorriso. Magari poteva pensarci su.
-Tramite Ruki, ti faccio arrivare l’autografo di Hizumi.
Il viso del bassista si illuminò. -Hizumi?
-A-ha.- annuì Tom.
-Non la foto?- chiese, sbattendo le ciglia impregnate di mascara. A Tom
Kaulitz ricordò tanto le scenette di Bill.
-La foto.-si arrese lui.
-E la dedica?
-Foto con autografo e dedica.- acconsentì Tom, allo stremo.
-Basta che d’ora in avanti te ne stai zitto e buono.
-Ho avuto quello che volevo.- sorrise sbarazzino Kiro.
-Perché dovrei dare ancora fastidio?
Strify non credeva alle sue orecchie. Per anni aveva convissuto con
quel biondino, che gli era sempre appiccicato, che non faceva altro che
squittire, che reputava lo shopping, disegnare, guardare horror e
dormire le grandi felicità della vita, e che gli preparava
da mangiare con un grembiule bianco con scritto
‘Don’t Kiss The Cook’.
Un tipo innocuo, accidenti. Il cucciolo di casa.
Lavava lui, cucinava lui e puliva lui. Vita tranquilla, no? Passata a
dividere i bianchi dai colorati, a scegliere tra Coca-Cola Light o
normale e a rompere le palle alle commesse per sapere se
quell’ammorbidente rendeva davvero i capi morbidi, ok, ma pur
sempre una vita soddisfacente. Strify la considerava così,
tutto sommato.
Il guaio era che Strify riteneva una vita trascorsa con lui
soddisfacente a prescindere, e la verità è che
non si era accorto che il ‘cucciolo di casa’ nel
frattempo aveva messo i denti.
-Ehi, e io?- esclamò il cantante, rivolto a Kiro. -Non
vorrai lasciarmi qui, nelle mani di questo troglodita.
Il bassista aggrottò la fronte come se non capisse
dov’era il problema. -Un po’ di detenzione forzata
ti farà bene, Sebas-chan.-
rise allegramente.
-Ma mi sta sciupando il boa!- protestò Strify
sull’orlo delle lacrime.
-Su, Sebas-chan,
non gridare così.- si lamentò Kiro, con una
smorfietta in viso. -Farai esplodere Ruki, se non ti calmi un pochino.
Strify si voltò verso Ruki. Poté vedere la sua
furia contenuta a stento, anche dietro le lenti scure. Se fossero stati
in un manga, avrebbe detto che sprigionava un’aura
incredibilmente negativa. Magari gli avrebbe anche visto dei fuochi
fatui neri intorno.
-Ok, d’accordo.- disse. Era stranamente accondiscendente,
ora, Strify.
Yu fece un mezzo sorriso.
Aveva calmato Romeo, che in fondo voleva anche lui un po’ di
tregua e di chiarimenti; insieme raggiunsero Tom, le cui mani non
lasciavano ancora le due dive e Kiro, formando un piccolo semicerchio
attorno ai due GazettE.
Sato, che aveva sudato freddo per tutta la durata di quello strano,
pazzo scontro, fece un leggero cenno con la testa per far capire di
essere pronto a tradurre.
-Mi dispiace di essermi comportato così.- iniziò
Strify con grande solennità, o almeno quella che gli
consentiva una situazione come quella: prigioniero di Tom, sembrava un
condannato al patibolo.
Ruki lo squadrò, e rimase inespressivo anche quando Sato gli
tradusse la breve frase.
Il cantante dei Cinema Bizarre iniziò a provare la
sgradevolissima sensazione dell’essere a disagio.
Deglutì e si fece forza. -Non abbiamo mai nascosto che tra
noi e i Tokio Hotel ci fosse astio. Però non volevamo che
anche voi GazettE ci disprezzaste così, perché
siete il più importante modello che abbiamo.
Ruki si passò la lingua sulle labbra. -Questo lo vedo.- E
non ne era molto felice, come il suo tono fece trasparire perfettamente.
-Io penso di capire perché ce l’abbiano con noi.-
intervenne Yu. -Si vedono rubare la scena. Non è
così? Non riuscite a sopportare che qualcuno, imitandovi,
passi per innovatore agli occhi di chi non vi conosce.-
Passò lo sguardo da Ruki a Kai.
Il vocalist dei GazettE restò sorpreso da quelle parole.
Quante rivelazioni dovevano ancora esserci, quel giorno? Prima Tom
Kaulitz che mostra un po’ di neuroni funzionanti, e poi
questo fanboy palestrato che svela di avere delle sinapsi ineccepibili.
Quale sarebbe stata l’ultima? Bill Kaulitz stava scrivendo di
nascosto un libro insieme a Stephen Hawking?
-Lo prendiamo come un sì.- sorrise Kiro, notando il silenzio
di Ruki. -Sapete, quando abbiamo messo insieme il gruppo ci abbiamo
pensato tanto. Ci immaginavamo le vostre reazioni. Ci dicevamo che nel
migliore dei casi sareste venuti da noi di persona a congratularvi, e
nel peggiore ci avreste insultato nelle interviste chiamandoci ladri di
immagine, o incompetenti.- Il sorriso di Kiro si incrinò un
poco. -Be’, alla fine avete fatto un bel mix. Siete venuti
fin qui, ma per ammazzarci di botte.
Il bassista tentava di dare un tono scherzoso al tutto, ma il risultato
fu che Sato diventò perfino un po’ triste,
traducendo a Ruki e Kai l’ultima frase.
-Però è quello che siamo.- ribatté con
forza Strify.
Ah, Strify. Tutto si può dire di lui, tranne che non abbia
orgoglio e dignità, e che non si vergogni di dire
ciò che pensa.
-Prego?- Ruki gli lanciò un’occhiata al vetriolo.
-Non lo ripeterò.- proseguì imperterrito Strify.
-Nemmeno davanti ai nostri idoli, che sembrano non vedere al di
là del loro naso.
-Pensaci due volte, prima di insultare!- si intromise Bill. Pur di
difendere Ruki, avrebbe fatto ogni cosa.
-E tu pensaci dieci volte, Kaulitz, prima di parlare a vanvera. O forse
non ci sai contare, fino a dieci?- Strify sembrava in qualche modo
regale, intoccabile dietro alle sue convinzioni. Non aveva
più granché della diva isterica, e forse fu per
questo che Bill si zittì. Parve sul punto di scoppiare in
lacrime, sì, ma ammutolì ugualmente.
-Ma non ci arrivate?- Romeo guardò negli occhi Ruki e Kai.
-Non è per copiarvi, che abbiamo questo look, né
per superarvi. Posso parlare per Yu, io: il mio migliore amico
è una fangirl irriducibile.- Le braccia conserte, Romeo
indicò alla sua sinistra Yu, con un cenno del capo. -Di voi
ha cd, dvd, fasce, bracciali, foto, filmati, fanvideo... Diamine, se ne
avesse la possibilità si farebbe assumere da voi soltanto
per vedervi.
Yu, chiaramente a disagio, gli rifilò una gomitata. -E
piantala.
-Ma è vero.- disse Kiro. -Io vi disegno continuamente,
sapete? Una volta scrivevo anche fanfiction, ma mi sono specializzato
nei vostri ritratti. Devo dire che Aoi è quello che mi viene
meglio.- sorrise malizioso. -Ho fatto un disegno a carboncino, di lui,
splendido. Ve lo darò, così quando tornate glielo
consegnerete.- A Kiro si illuminarono gli occhi.
Ruki non sapeva che dire. Si era immaginato inutili idioti spinti solo
dal successo, senza fantasia, e si ritrovava con uno Strify
inaspettatamente serio, Yu che avrebbe fatto impallidire la
più pazza fangirl giapponese, Kiro novello Rembrandt, Romeo
inatteso paciere e Shin...
... Dove diavolo era finito, Shin? Mandato da Strify a disdire
l’impegno per il programma - perché non si poteva
pensare che il frontman dei Cinema Bizarre andasse in onda con un
segnaccio rosso in fronte che nessun cerone poteva nascondere -
probabilmente aveva trovato gli ignari Georg e Gustav, e non gli era
parso vero di poter parlare con due persone ragionevoli, almeno per
quel giorno.
Shin era in un posto migliore, diciamo.
-A me dispiace che la pensiate così, sul nostro conto.-
Strify sorrise e chinò la testa. -Sicuramente saremo meno
allegri, ogni volta che ci verrete in mente, ma non crediate che
cambieremo stile soltanto perché ce l’avete con
noi.
-Ruki.- disse piano Kai, rivolgendosi al suo vocalist.
Alla fine aveva avuto ragione, Kai. Aveva sempre ragione lui.
Tutto stava, ora, nell’uscire di scena in un modo che non
ferisse ancora di più la dignità di Takanori
Matsumoto.
-Bill!- esclamò all’improvviso Tom, inorridito.
Bill Kaulitz stava piangendo a dirotto.
-Ma Tomi, questa è la storia più bella che abbia
mai sentito!- singhiozzò Bill. -Ma li hai ascoltati?
-Sì che li ho ascoltati.- Tom fece cadere lo sguardo su
ognuno dei Cinema Bizarre, e si soffermò in particolare su
Yu e Romeo. -E noto con estremo disappunto che non hanno accennato ai
soldi che mi devono.
-Sei sempre così venale! Arido!- sbottò Bill,
rifilando al gemello uno spintone.
Romeo ebbe uno sgraditissimo flash di Bill Kaulitz versione Baby
Herman. Scosse la testa e si ricordò mentalmente che i
Kaulitz sono 'il male'.
-Ehi, voi.- iniziò a dire Ruki. Tutti si voltarono verso di
lui. -Sono venuto in Germania appunto per sentire le vostre ragioni. Vi
siete difesi bene. Soltanto,- puntualizzò, calcando la voce.
-Non combinate casini, ok? E dannazione a voi, cercate di non
espandervi oltreoceano.- si infervorò Ruki. -Avete una vaga
idea di quello che è l’ordine planetario delle
cose?
-Non ti promettiamo niente, Ruki_sama.- sorrise Strify. -Ma se ti fa
piacere, nel prossimo cd potremmo mettere un tributo ai GazettE, o un
ringraziamento. O qualsiasi cosa tu voglia.- E gli tese la mano.
Ci fu un attimo di silenzio. Kai, Bill, Tom, Yu, Romeo e Kiro
guardavano la mano tesa di Strify.
-Qualsiasi cosa io voglia.- disse Ruki. Con
quell’affermazione, gli afferrò la mano e la
strinse.
Come prima era piombato il silenzio, ora la saletta traboccava di
risatine e sorrisi. Soltanto Kai, che conosceva bene Ruki, si aspettava
un qualche colpo di coda, dal suo cantante.
“Mai
dire a Ruki ‘qualsiasi cosa tu voglia’.
C’è il rischio che ti prenda in parola.”
pensò il saggio batterista dei GazettE.
THE END
_______________________________________________________________
FinitaaaH! Il ritardo è dovuto al mio rimaneggiamento
dell'ultimo capitolo - che ho allungato un pochino - e alla mia
pseudo-influenza che mi ha sciancato letteralmente. Chiedo perdono. Su,
guardate il lato positivo: non avrete più capitoli da
aspettare :D
Dunque, traduzioni:
(1) Sono stato il primo a dire 'Ruki_sama'!
(2) Oh, davvero? Non ti ho sentito: i brutti rumori non esistono, per
me.
E vai con i commentini:
cry_chan,
cosa dicevi di Yu 'mica-tanto-etero'? xD In questo capitolo ci ho messo
anche un hint Kiro/Aoi xDDD
E Spucch-donna,
per Uruha e i film di Eastwood mi sono semplicemente riagganciata al
fatto che in un'altra mia fanfic l'ho fatto diventare fan di David
Bowie e Star Wars :°D Lo so, non è tanto normale,
LOL!
E mi sa che il punto forte dello scorso capitolo è stata
l'azione eroica (?) di Tomi. Vero, ginny e Little_Ruki?
:D Oh, qua avete trovato tanto di quel Tom Kaulitz da bastarvi per
tutto il giorno almeno!
Bon, adesso è veramente finita °w°"
Prossimamente su questi schermi - anche se può non
interessarvi - una one-shot su Michael Jackson. Taaante lacrime.
Bye bye ^______^
|