Flash auto-dedicata per il mio compleanno,
passato a casa con l’influenza xD
Protagonista,
ovviamente, Itachi.
Ho
provato ad immaginarmi cosa pensasse il giorno del suo compleanno ed
ecco cosa ne è uscito... E’ molto triste ma spero
che vi piaccia^^
Come sempre, ho creato un'immagine di presentazione. Le immagini usate
non sono mie ma della mia autrice preferita, Lily.
Fatemi sapere,
un bacio e alla prossima.
Happy
Birthday
Solo,
in una stanza spoglia, desolata e priva di calore, festeggio il mio
compleanno pensando, ancora una volta, al passato. A come sarebbe stato
se fossi ancora a casa, con la mia famiglia.
Non che ci siano mai
stati grandi festeggiamenti, anzi, non ricordo neanche se lo abbia mai
festeggiato il mio compleanno, eppure la sua sola presenza mi faceva
stare bene. Il suo sorriso, la sua voce che, allegra, mi faceva gli
auguri, sono qualcosa che non torneranno più.
Dovrei farmene una ragione, andare oltre, ma ciò che mi
aspetta non mi piace, mi fa male.
Nulla
sarà più come prima, posso solo guardare avanti,
guardare il futuro: un
futuro colmo di tristezza e disperazione, di odio e di sofferenza; un
futuro che io stesso mi sono creato, un futuro dal quale non mi sarei
potuto esimere.
Un futuro che si avvicina, un futuro che agogno, un futuro che mi
darà, forse, la pace.
Vivo
la mia vita giorno per giorno, senza chiedermi cosa sono, se
è giusto o
sbagliato, se poteva andare diversamente, pensando a te e agli altri,
che non ci sono più, e allo stesso tempo cercando di non
farlo perchè
fa male, ma in questo giorno i ricordi affollano la mia mente.
Mi
sembra solo ieri quando ti picchiettavo la fronte con due dita,
dicendoti che ci saremmo allenati la prossima volta, e guardavo il
broncio dipinto sul tuo piccolo volto che tali parole facevano
scaturire.
A volte mi sembra di udire la tua vocina chiamare il
mio nome, o di vedere i tuoi occhi adoranti, gli stessi che ora mi
guardano con disprezzo e ostentato livore.
Non che i miei siano
migliori: possessori di un potere maledetto, ti guardano con
superiorità, indifferenza... chi mai direbbe che ti voglio
bene?
Nessuno, e così deve essere.
Osservo
la porta, come se tu potessi entrare da un momento all’altro
brandendo
tra le mani una torta più grande di te, alle tue spalle, i
nostri
genitori... Sono passati otto anni da allora, ti vedrò
sempre così, in
questo triste giorno.
Solo in questo giorno, fratellino... Domani
sarà passato, anche se gli spettri delle mie azioni non mi
lasceranno,
non mi libereranno.
Tutto ormai è cambiato e non tornerà mai
più
come prima, una ragione, una consapevolezza, un forte dolore a cui,
almeno oggi, non voglio pensare.
Spettri, solo per oggi liberate
la mia mente, lasciatemi chiudere gli occhi e, seduto a terra, con le
spalle poggiate alla parete fredda ed umida della stanza che
è
diventata la mia tomba, lasciatemi immaginare la sua voce infantile,
così come il suo aspetto, che, entrando da quella porta, mi
chiama
gioioso e mi dice:
“Tanti auguri Itachi”.
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