The most important thing*
Mi guardo intorno,
ansiosa e sospettosa. Non voglio che qualcuno mi veda, non voglio.
Continuo a camminare a
piedi nudi, come se il dolore provocato dalle fredde lastre di marmo
potesse purificarmi, o almeno lenirmi.
Arrivo dove sono
destinata. Eccola, la porta.
La stessa porta che
varco ormai da giorni, settimane, mesi. Ne sfioro il pomello e subito
lo giro con decisione e fermezza, aprendo così la porta e
infilandomi nello spazio angusto di una piccola camera buia e umida.
Non sono mai stata una
persona paziente, io.
Avanzo.
Il cuore scandisce un
battito sempre più veloce, sempre più frenetico.
E’ così ormai da quando ho riposto qui i miei
oggetti più preziosi, ogni giorno, ogni sera alle dieci
quando tutti sono immersi in un sonno profondo.
Avanzo.
Di fronte a me
intravedo un grande e scomposto blocco di pietra, dove vi è
steso un lenzuolo candido e pulito. Perfettamente conservato.
Solo una piccola
imperfezione. Due macchie di sangue si allargano come dolci petali
proprio al centro del pregiato tessuto.
Le guardo, e so che
potrei rievocarle anche ad occhi chiusi. E come ogni sera, lascio che i
ricordi mi assalgano.
Bocche, affamate. Stringo fra le dita la morbida seta che ricopre il
corpo della mia tenera amante. Gliela strappo.
Lei
sussulta e si allontana da me, guardandosi la veste lacerata.
-Oh
Fee, questa era un regalo di mia madre- piagnucola con quella sua voce
infantile
Sbuffo,
intenerita e scocciata al tempo stesso. Amo e odio questa parte di lei,
esattamente come amo e odio me stessa. Com’è
possibile che possa pensare ad uno stupido capo firmato, poco prima di
fare finalmente l’amore?
Mi
riavvicino e mi avvento sulla sua bocca rossa con avidità,
circondandole la vita con le braccia. Non la lascerò, mai,
ora che ho scoperto di possederla nel cuore e nell’anima.
Fra
poco anche nel corpo.
Presa
da un impeto di passione, mi spinge sul piccolo altare che si trova
nella stanza che abbiamo causalmente trovato, gironzolando annoiate per
i corridoi.
Mi
sale sopra e il suo peso leggero non mi infastidisce per niente.
E’ tutto un vortice di rosso, di fuoco e di ardore.
Le
sue mani scorrono lungo il mio corpo e io non riesco a non inarcarmi
sotto il suo tocco.
-Felicity?-
Il
sentirmi chiamare con il nome intero mi preoccupa. Non mi chiama mai
così.
-Si
Pip?-
-Credo
di amarti-
Un colpo, al cuore.
Sorrido fra le lacrime
e mi porto una mano alle labbra, per impedire che tenui singhiozzi
scaturiscano da esse. Eccolo, è finito.
Un momento al giorno
per rievocare il passato, il resto per vivere il presente.
Senza rimpianti mi
volto, lasciandomi alle spalle la tenebra e il lenzuolo macchiato,
pronto ad accogliermi il giorno seguente.
Quando chiudo la porta
sento quasi aleggiare una voce nell’aria.
“Anche
io ti amo, tanto”
Spazio
Autrice ~
Eccomi di nuovo,
questa volta con una serie di One-Shot sulla mia trilogia preferita: La
trilogia di Gemma Doyle, di Libba Bray.
Per ora con le Shot,
che saranno rispettivamente di Fee, Pipp, Ann, Gemma, Kartik, Simon e
Mrs. Nightwing, sono arrivata fino a Gemms. Le altre sono ancora da
cominciare. Bè, che dire? Spero vi sia piaciuta la prima
storia, perchè l'ho scritta in un momento da pagina bianca
della mia long "Fly With You"
Se vi va, fateci un
salto <3
-xoxo Vì
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